L’area dell’ex galoppatoio alla Pieve, dove sono stati trovati inquinanti
Un incarico professionale, spesa prevista di circa venticinquemila euro complessivi , al geologo Paolo Rinaldelli per l’analisi di rischio dell’area del galoppatoio comunale alla Pieve. Si tratta dell’area sulla quale avrebbe dovuto sorgere – secondo una prima indicazione – il nuovo ospedale del capoluogo. Fatti i primi sondaggi, l’area si rivelò inquinata per aver ospitato nei decenni passati una discarica, presenza che ha lasciato tracce. Il problema si era manifestato nel 2018 con i controlli fatti eseguire dall’allora Area vasta 3 dell’Asur e proseguiti con una sequenza di accertamenti a cura dell’Arpam che avevano appunto riscontrato la presenza di diverse sostanze oltre i limiti di rischio.
Dal 2018 si arriva al settembre dell’anno scorso quando vengono trasmessi agli Enti locali i risultati del piano di caratterizzazione e l’Arpam poco dopo aveva trasmesso la validazione dei risultati e il parere tecnico. I risultati sia per terreni che per le acque sotterranee sono stati reputati validabili dall’Arpam con alcune indicazioni quali l’esecuzione di approfondimenti mediante rilievi freatimetrici delle acque di falda in condizioni idrogeologiche favorevoli e l’esecuzione di un ulteriore monitoraggio, possibilmente in corrispondenza delle condizioni idrogeologiche più favorevoli. Ora – visto che il procedimento amministrativo aperto dalla Provincia non è ancora concluso – a prendere l’iniziativa è il Comune di Macerata, proprietario dell’area. L’incarico, a trattativa diretta sulla piattaforma Mepa, è stato assegnato al geologo Rinaldelli alla luce del fatto che lo stesso professionista aveva già eseguito sia l’indagine preliminare che le attività del piano di caratterizzazione del sito.
(L. Pat.)
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