«Ospedale, Saltamartini si smentisce:
i lavori non partiranno nel 2022
e non c’è neanche un cronoprogramma»

SANITA' - Il consigliere regionale dem ed ex sindaco Romano Carancini dopo l'audizione in Consiglio dell'assessore alla sanità sulla nuova struttura alla Pieve: «Non ci sono neppure i soldi necessari. Con la Giunta Acquaroli Macerata resterà ai margini della programmazione ospedaliera regionale». Stoccata anche per Parcaroli: «Dimostra di restare passivo e inspiegabilmente inchinato ai ritardi della politica sanitaria della Regione». I gruppi d'opposizione di centrosinistra: «Nessuna risposta sul progetto e il primo cittadino ritirato in un silenzio inconcludente»

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Il consigliere regionale Romano Carancini (Pd) ieri sera ha assistito al Consiglio comunale sull’ospedale

 

«Con la Giunta Acquaroli Macerata resterà ai margini della programmazione ospedaliera regionale». E’ il commento del consigliere regionale dem ed ex sindaco di Macerata Romano Carancini, dopo l’audizione di ieri in Consiglio comunale dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini sul nuovo ospedale del capoluogo che dovrebbe essere realizzato alla Pieve. Sono tre gli spunti che secondo Carancini dimostrano la sua affermazione iniziale.

La prima. «Un anno fa l’assessore Saltamartini è venuto baldanzoso a dichiarare a Macerata che i lavori del nuovo ospedale sarebbero partiti nel 2022 – dice Carancini – A distanza di 18 mesi dall’insediamento della Giunta Acquaroli, in Consiglio comunale, l’assessore viene a smentire se stesso ed a dichiarare che i lavori non inizieranno neppure nei prossimi mesi del 2022 ma soprattutto a confermare, come peraltro risulta agli atti della Regione, che, ad oggi, non c’è nulla, neppure uno straccio di progetto di fattibilità tecnica ed economica che è il primo step dell’iter tecnico progettuale. Un anno e mezzo dall’insediamento della nuova Giunta Acquaroli senza fare un centimetro. Una scelta consapevole e voluta della Giunta regionale perché altre opere pubbliche importanti sono maturate in questi 18 mesi perché ritenute prioritarie».

La seconda. «Saltamartini – sottolinea il consigliere regionale – non sa dire quando si può prevedere la partenza dei lavori. Pure sulle ripetute richieste dei consiglieri comunali di opposizione di conoscere, in linea di massima, i passaggi progettuali e temporali del nuovo ospedale, silenzio assoluto dell’assessore Saltamartini. Un amministratore serio ha il dovere di segnare le tappe e i prevedibili tempi di aggiudicazione dell’opera pubblica, aldilà delle imprevedibilità sempre possibili. I fatti riconosciuti da Saltamartini in Consiglio comunale a Macerata allontanano definitivamente la speranza che Macerata e l’intera Area Vasta 3 possano avere finalmente un ospedale di 1° livello, di alta professionalità, entro il 2026. Saltamartini avrebbe dovuto dire con onestà intellettuale che, semmai si arrivasse a farlo, l’ospedale non vedrà la luce prima di 8 anni nella migliore delle ipotesi. E infatti – fatto tecnico – per l’appalto integrato ordinario, così come anticipato dall’assessore Saltamartini, occorreranno sia il progetto di fattibilità tecnica ed economica, quindi il progetto definitivo ed infine, sulla base di quest’ultimo, si andrà a bando per la scelta dell’esecutivo».

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L’assessore regionale Filippo Saltamartini in Consiglio comunale

La terza. «Mancano banalmente – prosegue Carancini – anche quasi tutte le risorse perché per avviare qualsiasi opera pubblica è indispensabile avere messo in bilancio l’intera provvista e la fonte di finanziamento. A fronte di una previsione di circa 230 milioni (edilizia sanitaria e tecnologia) ad oggi abbiamo solo 61 milioni, 55 dei quali ottenuti grazie alla Giunta precedente».

Da qui la conclusione, secondo cui «per la Giunta Acquaroli, Macerata resterà ai margini della programmazione ospedaliera regionale facendoci perdere il vantaggio del tempo che avevamo accumulato grazie alle scelte del passato. E questo – dice l’ex sindaco – è anche uno “schiaffo” alla città, alla storia della sanità maceratese che ha fatto nei decenni la sanità delle Marche».

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Saltamartini con il sindaco Sandro Parcaroli ieri in Consiglio

Infine l’affondo al primo cittadino Sandro Parcaroli. «Inaccettabili sono le parole del sindaco il quale, ancora una volta, dimostra di non conoscere la questione – evidenzia il consigliere dem – Perché, contrariamente a quanto da lui affermato in Consiglio, mai e poi mai nessuno ha solo pensato di chiudere gli altri ospedali di Civitanova, Camerino e San Severino in concomitanza del nuovo ospedale di Macerata. Basta leggere gli atti e soprattutto le poche norme del Balduzzi per capire che non sarebbe neppure possibile per legge. Non solo, inaccettabile è la posizione supina del sindaco sulla questione posti letto che forse non sa o finge di non sapere. Saltamartini dichiara ieri che i posti letto di Civitanova sono 180: in realtà sono circa il doppio perché ce ne sono altrettanti, a Villa Pini a favore di un privato accreditato dalla Regione. Ora l’ospedale di 1° livello ad alta professionalità di Macerata ne avrebbe previsti 550 circa perché avrebbe assorbito anche i posti del privato trasformandoli in pubblico. Con vantaggio enorme per i malati perché, come tutti sanno, le migliori cure si alimentano soprattutto della casistica – specifica Carancini – più casi trattati, maggiori opportunità di guarigione si prospettano. Enorme vantaggio, altresì, per il personale sanitario, di cui oggi si lamenta carenza, ma che con un ospedale di 1° livello per le acuzie di 550 posti, sarebbe oggettivamente in grado di essere riorganizzato, con migliore qualità per il personale stesso oltre che per i malati. Un sindaco, spiace dirlo, che sul nuovo ospedale della città e della provincia che lui stesso amministra dimostra di restare passivo e inspiegabilmente inchinato ai ritardi della politica sanitaria della Regione – conclude – alla confusione dell’assessore Saltamartini e alla subalternità alla pressione della sanità privata».

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Il Consiglio di ieri con l’audizione di Saltamartini

Sull’audizione di Saltamartini intervengono anche i gruppi consiliari di opposizione di centrosinistra, con una nota inviata dal Pd. «Ci lascia sgomenti per l’assoluta mancanza di risposte sul “nuovo” ospedale di Macerata – dicono –  inevase nonostante l’occasione propizia. Le risposte che mancano sono: sul tipo di ospedale che si intende realizzare: si dice che sarà di primo livello ma poi non lo si scrive su nessun documento amministrativo; sul finanziamento del nuovo nosocomio: al momento c’è appena un terzo della somma necessaria (60 milioni di euro) e non è stato chiarito come verranno reperite le risorse mancanti (necessitano almeno150 milioni di euro solo per la struttura);  sui tempi di realizzazione: si è scelta la strada di rifare un nuovo progetto diminuendo i posti letto (che da 550 diventeranno 350) ma nessun tecnico è stato ancora incaricato; su quando la nuova struttura sanitaria potrà entrare in funzione: l’Ass.re è stato assolutamente vago senza ipotizzare nessuna data».

Anche in questo caso, le critiche coinvolgono pure il primo cittadino Sandro Parcaroli. «Insomma – dicono i gruppi di centrosinistra – l’audizione voluta dal sindaco che non sa più che cosa raccontare ai cittadini non ha dato risposte a sua volta. Quello che appare chiaro è soltanto che i maceratesi non avranno un ospedale migliore di quello attuale ma, eventualmente, soltanto un ospedale nuovo a data ignota. Intanto la Regione non sta investendo alcuna risorsa sull’attuale Ospedale che, suo malgrado, dovrà proseguire il servizio ancora per tanto tempo nelle attuali condizioni di difficoltà. Di fronte allo vaghezza inconcludente della Regione sul ‘nuovo’ Ospedale il sindaco si ritira in un silenzio connivente che non tutela la salute dei maceratesi e non protesta nei confronti della Regione soltanto perché è della sua stessa fazione politica mancando pesantemente al suo ruolo di rappresentante del territorio. Tutto ciò con gravi danni per i cittadini che, ancora per tanti anni – concludono – dovranno spostarsi fuori provincia per ricevere servizi e cure che, invece, avrebbero diritto di ricevere sul loro territorio».

«Esproprio, progetto, appalto integrato» Le tre mosse di Saltamartini per il nuovo ospedale di Macerata



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