«Il nuovo ospedale sarà di I livello
Mai così tante risorse per il capoluogo»

MACERATA - Il sindaco Sandro Parcaroli, il consigliere comunale Giordano Ripa e il capogruppo FdI Pierfrancesco Castiglioni replicano alle accuse di Narciso Ricotta: «Valutazioni approssimative e strumentali nella recondita speranza di riacquistare credibilità politica dopo la sonora sconfitta elettorale»

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Sandro Parcaroli e Giordano Ripa

 

«Ancora una volta ci troviamo costretti a dover rispondere alle valutazioni approssimative e strumentali del consigliere Ricotta che non perde occasione per manifestare dissenso verso le scelte di politica sanitaria regionale – condivise pienamente da questa Amministrazione – additando il sindaco di non adoperarsi adeguatamente per scelte importanti e utili per la comunità maceratese. Macerata, negli anni passati, non è mai stata destinataria di così tante e ingenti risorse come ora per la sanità». A dirlo sono il sindaco Sandro Parcaroli e il consigliere comunale delegato alla Sanità Giordano Ripa, che replicano al capogruppo dem sul maxi piano sanità da 923 milioni presentato l’altro giorno dalla giunta Acquaroli. 

«Più che critiche costruttive, che sarebbero ben accette, il consigliere si lascia andare ad analisi dettate dalla recondita speranza di riacquistare credibilità politica dopo la sonora sconfitta elettorale. Ma in questo, i cittadini maceratesi, saranno attenti nelle valutazioni – continuano Parcaroli e Ripa – . Abbiamo sempre partecipato attivamente ai tavoli regionali e provinciali riguardanti le politiche sanitarie locali e il confronto con la Regione Marche è sempre aperto e costante; pertanto è nostro impegno condividere le scelte e non subirle. Dopo anni di parole e totale disattenzione alle strutture sanitarie territoriali della regione, finalmente i fatti. Il recente finanziamento dei fondi per il rilancio dell’edilizia sanitaria territoriale del Pnrr infatti prevede, per Macerata, l’attivazione – attraverso ristrutturazione e messa a norma per quanto riguarda l’apparato anti-sismico – di una nuova casa della comunità (palazzo Morselli, ex CRAS) che garantirà più assistenza al territorio mettendo insieme le risorse esistenti (previsti 1,8 milioni) – aggiungono il primo cittadino e il consigliere delegato -. Ma la principale opera sanitaria per Macerata è quella della costruzione del nuovo ospedale, nell’ambito del masterplan edilizio, e in questo senso siamo pienamente fiduciosi tenendo conto del recente stanziamento di 60,5 milioni di euro a cui seguiranno successivi stanziamenti per arrivare alla somma prevista; risorse concrete contrariamente ai progetti faraonici, del tutto irrealizzabili e inadeguati al fabbisogno sanitario della precedente Giunta regionale. Quindi è del tutto fuorviante quanto asserito dal consigliere Ricotta sulla ipotetica mancanza di risorse».

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Narciso Ricotta

«Si torna poi, ancora una volta, ad affermare che il nuovo ospedale non sarà di primo livello e così il consigliere mostra mancanza di contenuti politici costruttivi riproponendo una sterile polemica. A più riprese infatti e in varie sedi istituzionali, è stato dimostrato che l’ospedale di Macerata è tuttora di primo livello e tale requisito sarà sicuramente mantenuto nel nuovo nosocomio garantendo tutte le specializzazioni e i servizi attualmente presenti con l’obiettivo di ulteriori integrazioni – concludono Parcaroli e Ripa -. Inoltre il consigliere non conosce, o fa finta di non conoscere, l’epoca di costruzione dell’attuale ospedale poiché è vero che l’ala vecchia è stata realizzata circa 100 anni fa ma la nuova struttura è stata costruita nel 1985 per quanto riguarda l’ala ovest e nel 1995 per l’ala est; tutte le opere di manutenzione necessarie da qui fino alla costruzione del nuovo ospedale saranno garantite confrontandoci con la Regione Marche e le autorità sanitarie competenti (direzione medico ospedaliera e dirigenza Area Vasta 3). Eseguire infatti interventi strutturali e radicali, in questa fase, comporterebbe la chiusura per tempi prolungati di interi reparti e questo sarebbe impensabile».

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Pierfrancesco Castiglioni

Alle critiche dell’esponente dem risponde anche il capogruppo di FdI Pierfrancesco Castiglioni. «Leggendo le osservazioni fatte dal capogruppo Pd in Comune, Narciso Ricotta, riguardo il Piano sanitario delle Marche in generale e la costruzione del nuovo ospedale di Macerata in particolare non si può non rimarcare che da un politico di lunga data come lui ci si sabbie aspettata una maggiore conoscenza dell’argomento, conoscenza che, tra l’altro, gli avrebbe evitato di impelagarsi in considerazioni inesatte e fuori luogo. Ricotta infatti accusa il centrodestra, insediatosi da poco più di un anno in Regione ed in città, di procedere lentamente quando la sinistra – dice Castiglioni – per decenni non ha mosso un dito a favore della sanità maceratese. Egli sa benissimo che i ritardi che lamenta sono dovuti in massima parte al fatto che si sono persi due anni a causa della disgraziata scelta fatta dalla giunta Carancini di costruire l’ospedale in un area dove insisteva in precedenza una discarica, per cui fatti i necessari controlli geologici, la stessa è risultata inidonea. Come se non bastasse sempre la giunta Carancini aveva disposto una variante urbanistica su quell’area, precedentemente agricola, facendone chiaramente incrementare il valore, ma cosa più grave, lo ha fatto prima che il terreno venisse acquisito, in assenza del vincolo preordinato all’esproprio e dell’accordo economico con il privato».

«Ricotta accusa il centrodestra – continua Castiglioni – di aver abbandonato la vecchia procedura decisa dalla precedente giunta a trazione Pd che prevedeva la consegna dell’ospedale ‘chiavi in mano’, con il ricorso alla finanza di progetto, e fa finta di non sapere che l’operazione, oltreché costare ai cittadini 800 milioni di euro, era stata già allora bocciata dalla stessa Ragioneria della Regione in quanto economicamente non sostenibile per le casse regionali. Ricotta lamenta la scarsità di fondi destinati alla costruzione del nuovo ospedale e alla sanità maceratese facendo finta di non sapere che i fondi del Pnrr sommati ai fondi derivanti dall’aggiornamento del master plan dell’edilizia sanitaria, permetteranno a Macerata di avere oltreché un nuovo ospedale anche una nuova casa di comunità all’ ex Cras di Santa Croce nonché dì effettuare la manutenzione e l’ammodernamento dell’attuale struttura ospedaliera, anche essa necessaria per garantire la salute sul territorio. Non c’è che dire un forte cambio di rotta rispetto a quando la sinistra al governo della Regione ha adottato costantemente una politica sanitaria che privilegiava le province di Pesaro ed Ancona trattando le altre, e quindi anche Macerata, come vere Cenerentole: i problemi degli ospedali di Macerata, di Civitanova, di Camerino sono sotto gli occhi di tutti. Stia tranquillo Ricotta».

«Il nuovo ospedale a Macerata si farà e sarà di primo livello – ribadisce anche Castiglioni dopo i suoi colleghi di maggioranza – come ha più volte assicurato, sia prima che dopo le elezioni, il Governatore Acquaroli, e come sarà messo nero su bianco nel Piano Sanitario regionale che si sta predisponendo. Un piano regionale che prevedrà tra l’altro anche il ritorno alle Asl provinciali in quanto mentre l’Asur regionale creata dal Pd è risultata nei fatti essere una macchina burocratica poco efficiente, con un Ente avente autonomia amministrativa e con ai vertici un direttore sanitario che meglio conosce le problematiche di proprio territorio si riuscirà ad essere più veloci nell’erogazione dei servizi e più vicini alle esigenze dei cittadini. Certamente, poi, un dirigente laureato in medicina potrà essere più efficiente di uno che, come in passato, aveva una laurea in economia e commercio. Un ospedale di primo livello, non significa tuttavia ospedale unico. Ricotta avanza le proprie critiche prendendo come esempio da seguire il precedente piano sanitario varato da Ceriscioli, un piano che ha tolto sistematicamente posti letto al territorio. Se una cosa questa pandemia ci ha insegnato è che la sanità non può essere accentrata perché oramai, lo abbiamo sperimentato, dove non si è puntato su strutture ospedaliere in modo capillare si sono avuti regolarmente dei problemi. È ora di rispondere alla forte domanda di una sanità anche fisicamente vicina ai cittadini».

(L. Pat.)

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