Adeguare il Pronto soccorso al Covid,
tempi biblici della burocrazia
e ora spunta una nuova variante

MACERATA - Serie di atti dal 5 maggio 2020 (quando c'era ancora la Giunta regionale Ceriscioli) fino a oggi. L'ultima modifica pubblicata dopo che a marzo c'erano stati i collaudi per una sala d'emergenza per la gestione degli infetti

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Il Pronto soccorso di Macerata (foto precedente alla pandemia)

 

di Luca Patrassi

C’è da alzare la bandiera bianca, non in omaggio al fatto che ci si trova pur sempre in un ospedale, quello dei camici bianchi, ma perché non ci si può che arrendere di fronte alla creatività di certa burocrazia, capace di avvitamenti e di cambi in corsa (corsa per modo di dire visti i tempi biblici) apparentemente incredibili. La determina di oggi è stata pubblicata di recente all’albo pretorio dell’Asur, porta la firma della direttrice generale dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi. A prima vista sembra la fotocopia della determina assunta tre settimane fa per un intervento analogo all’ospedale di Civitanova. Ora la politica sanitaria maceratese sembra procedere in base all’ordine alfabetico, prima Camerino-San Severino, poi Civitanova e Macerata.

Ma non è l’ordine il problema, la determina per la sistemazione del Pronto Soccorso dell’ospedale di Macerata (nel particolare si tratta di opere impiantistiche Medicina d’urgenza Pronto soccorso dell’ospedale di Macerata per percorsi pazienti covid e codici grigi) propone una variante ulteriore rispetto a quanto messo in atto per Civitanova. C’è sempre una paginata abbondante di richiami storici alla normativa nazionale e regionale, resta il proverbiale decreto Sbloccacantieri del 2019, poi ci si avvicina ai giorni nostri. Delibera della Regione Marche, all’epoca a guida Ceriscioli, del 5 maggio del 2020 (involontariamente napoleonica) per “Epidemia Covid-19: Piano di riorganizzazione delle Attività di Ricovero ed Ambulatoriali presso le Strutture Ospedaliere Pubbliche e Private accreditate del Sistema Sanitario Regionale”.

pronto-soccorso-macerata-1-325x183Da maggio si arriva a novembre con la determina dell’Area vasta 3 che autorizza l’adesione alla procedura di gara per l’affidamento di lavori, servizi di ingegneria e architettura ed altri servizi tecnici, al fine dell’attuazione dei piani di riorganizzazione della rete ospedaliera. La stima sommaria dei costi era stata presunta in circa 475 mila euro, l’incarico del servizio di ingegneria e architettura in oggetto era stato affidato per l’importo complessivo di circa 87mila euro. «Nelle more – recita amabilmente la determina – della stipula della convenzione, a seguito di riflessioni condivise fra il personale sanitario (operante in prima linea all’interno della struttura ospedaliera), e il personale tecnico (atto a risolvere le problematiche rappresentate dai medici) si è sviluppata una soluzione alternativa a quella valutata precedentemente con il progetto di fattibilità». In parole semplici, nel giro di un mese si cambia ancora rotta. «Il nuovo intervento – si legge nella determina – assicura la maggiore efficienza e concretezza operativa per andare incontro alle esigenze sanitarie e alle criticità organizzative all’interno del Pronto soccorso al fine di fronteggiare al meglio una situazione pandemica in continua evoluzione».

C’è anche una cronistoria degli interventi nel reparto in questione: «Si è considerato che l’attuale Pronto soccorso, già oggetto di lavori e adeguamento collaudati nel 2018, è stato recentemente migliorato con opere impiantistiche per fronteggiare l’emergenza pandemica. Tali opere impiantistiche hanno consentito di dotarlo di una sala di emergenza per la gestione dei pazienti infetti (collaudata a marzo 2021) e di percorsi distinti per le varie tipologie di pazienti». Marzo 2021, un mese fa. Ora? Il nuovo intervento «consentirà di progettare e realizzare un intervento senza comportare disagio all’attività sanitaria che non può essere interrotta in alcuna maniera, un piccolo reparto dedicato ai pazienti Covid modificando un impianto meccanico al fine di renderlo indipendente e poter creare 12 posti letto a pressione controllata con percorsi separati per la gestione dei pazienti Covid». Poi si dice anche di un recentissimo incontro con una serie di direttori di varie unità operative che – si assicura – «hanno condiviso le nuove scelte progettuali». Infine un particolare: il cambio ulteriore di progetto «evidenzia un minor importo di lavori a base di appalto, 220 mila euro e, conseguentemente, un minor importo dovuto per la progettazione per complessivi 44 mila euro». I mesi passano, siamo a dodici, i progetti cambiano, gli importi pure: in compenso si scopre che «un intervento edile non può comportare disagio all’attività sanitaria». Grazie per l’informazione.



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