Demolizioni a Visso
di Monia Orazi
L’ufficio speciale ricostruzione ha mantenuto la promessa, partirà da Visso, con i primi due appalti aggiudicati per il centro storico e Villa Sant’Antonio, il programma straordinario di demolizioni da 15 milioni di euro che interessa i centri più colpiti dal sisma.
A Visso saranno demoliti 77 edifici tra centro storico, Villa Sant’Antonio e Borgo San Giovanni per un importo di 3 milioni e 724mila euro, 179 a Castelsantangelo, 12 ad Ussita tra cui il cimitero monumentale, 12 tra Pieve Torina e le sue frazioni.
Saranno tutte imprese marchigiane ad intervenire a Visso, con interventi di demolizione vera e propria di edifici pubblici e privati, smontaggio controllato e messe in sicurezza, trattamento e trasporto delle macerie. Per Villa Sant’Antonio l’appalto è stato aggiudicato alle imprese Stema srl di Ancona e la Gi Costruzioni di Macerata, per un importo complessivo di 510mila euro, con un ribasso offerto del 22 per cento. Avranno 82 giorni di tempo per completare l’intervento.
Il centro di Visso
Per il centro storico di Visso l’appalto è stato aggiudicato a due imprese di Camerano (Ancona) Sandro Baldini e Conero Frantumazioni srl, per un importo complessivo di un milione e 888mila euro, di cui 510mila euro sono previsti per il trasporto ed il conferimento di quanto demolito. Spiega il sindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi: «A breve dovrebbe essere affidato l’appalto per gli interventi anche a Borgo San Giovanni, questo affidamento rappresenta un ulteriore passo avanti sulla strada della ricostruzione del centro storico. Ci saranno dei palazzi in cui si farà lo smontaggio controllato, per altri è prevista la messa in sicurezza, in attesa del ripristino. Il centro storico di Visso deve rimanere come era, è uno dei borghi più belli d’Italia e speriamo che gli interventi di ricostruzione partano al più presto, dopo le demolizioni e le messe in sicurezza. Un altro aspetto importante sarà il completamento delle opere di riduzione del rischio idraulico da R4 a R2, che permetteranno di far partire i progetti di ricostruzione. L’auspicio è che per il 2023 vedremo sempre più cantieri, nella zona esterna del paese ne sono partiti diversi, la gente delle seconde case ha voglia di tornare, ricevo in continuazione richieste di alloggiare nelle Sae, spero che si liberino al più presto e la gente possa tornare da noi, ne beneficerebbe anche l’economia».
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