Staccato il riscaldamento
alla palazzina dei terremotati:
«Messi lì senza dire quali erano i costi»

TOLENTINO - Alcuni condomini di Borgo Rancia non hanno versato la quota e la società ha tolto il gas, poi ripristinato grazie all'intervento del Comune. Ma è un anticipo e la questione rimane. L'assessore Giombetti: «Il problema nasce dalla scelta scellerata della passata amministrazione di non prendere le sae. Ci sono persone che non possono permettersi quei costi. Inoltre si registrano problemi: muffe, crepe, tapparelle che non funzionano»

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Borgo Rancia

di Francesca Marsili

Il conto corrente condominiale è a secco e la società che fornisce il gas per il riscaldamento centralizzato procede al distacco. A Tolentino un bel problema per chi vive nel condomino di Borgo Rancia. Si tratta di un palazzo che è stato destinato ai terremotati, che abitano lì in sostituzione delle sae (la palazzina è stata consegnata a 25 famiglie il 29 maggio del 2021). Ora per dare una mano il comune di Tolentino ha anticipato, secondo quanto indicato in una delibera di giunta di due giorni fa, mille euro per ripristinare la fornitura. Alla base del distacco da parte della società fornitrice, la Estra Prometeo, avvenuta nei giorni scorsi, c’è l’impossibilità dell’amministratore di condominio Piernicola Bonanni di pagare le bollette a causa “della sistematica morosità di alcuni condomini che non corrispondono la propria quota dovuta”. Così, la nuova Giunta, ha deliberato di anticipare i mille euro a titolo di acconto per ripristinare la fornitura di gas. «La somma per fronteggiare l’emergenza non è a fondo perduto perché legalmente non si può – spiega Flavia Giombetti, assessore alla Ricostruzione – è un fondo cassa che il Comune ha anticipato sulle proprie quote di competenza dato che anche all’ente, proprietario dell’immobile, spetta il pagamento di una parte delle quote condominiali. Siamo intervenuti perché lì dentro ci sono persone fragili, anziani e bambini».

borgo-ranciaL’assessore analizza la questione cardine che secondo lei è alla base del problema: «La scelta scellerata della precedente amministrazione di non scegliere le sae per dare un alloggio ai terremotati». E in modo particolare quelli ricavati dall’immobile, mai terminato, di Borgo Rancia, costato, tra acquisto e completamento, 6 milioni di euro. «Ogni condomino, in quella struttura, paga circa 1.550 euro l’anno di quota condominiale. Vista così, se presa come per un normale condominio – sottolinea -, considerato che in tale cifra è compreso anche il riscaldamento, sembrerebbe non essere tantissimo. Ma qui parliamo di appartamenti sostitutivi alla sae ed è tantissimo perché chi alloggia in queste non ha la quota dell’ascensore, delle pulizie condominiali e del verde che a Borgo Rancia è una voce particolarmente alta». L’assessore evidenza inoltre «Nel momento in cui i terremotati hanno accettato l’alloggio sostitutivo a Borgo Rancia non sono stati informati di tutti i costi accessori. Mi è capitata una persona che mi ha spiegato che prima pagava 350 euro di affitto al mese in autonoma sistemazione e che se avesse saputo quali erano i reali costi non avrebbe accettato. Ora, se si rinuncia, si perde il diritto – spiega -. Si è creata un’opera faraonica senza lungimiranza con delle ulteriori spese a carico dei terremotati». Tutto ciò, secondo Giombetti, si ricollega al discorso delle “sistematiche morosità” nell’immobile in questione.

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Flavia Giombetti

«A borgo Rancia ci sono anche persone con difficoltà economiche che non se lo sarebbero potuto permettere, e questo, come evidenza il distacco del gas, ricade anche sulle spalle di chi paga regolarmente». Per questo motivo, si legge nella stessa delibera, “è opportuno individuare un legale al quale affidare l’incarico per recuperare le morosità o far rilasciare gli immobili ai condomini che non regolarizzano la propria quota di condominio”. «La precedente amministrazione ci disse che gli appartamenti in muratura erano stati scelti perché, a differenza dei problemi che le sae avevano evidenziato come ad esempio le muffe, questi non ne avrebbero avuti. Invece – sottolinea l’assessore – i problemi ci sono anche a borgo Rancia: tapparelle che non funzionano, crepe e muffa».

 

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