Ricostruzione palazzo comunale,
finanziamento di 4 milioni

TREIA - L'edificio comprende la pinacoteca, gli uffici comunali, l’archivio e la sede delle associazioni. E' l'intervento più grande della città. La soddisfazione del sindaco Capponi

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Il palazzo comunale di Treia

 

Finanziato il progetto di ricostruzione del palazzo comunale a Treia per oltre 4milioni di euro. È stato approvato il programma degli interventi sull’edificio del centro storico che comprende la pinacoteca, gli uffici comunali, l’archivio e le associazioni corrispondente all’intero importo del contributo ammissibile: tratta dell’intervento di ricostruzione pubblica più grande della città.

«Il decreto sul palazzo comunale è il primo intervento pubblico finanziato e per il quale potranno iniziare i lavori – ha detto il sindaco Franco Capponi – Sono 26 gli interventi pubblici caricati dal Comune. La ricostruzione pubblica ha visto muovere concretamente i primi passi con l’arrivo del commissario Giovanni Legnini. Intanto, abbiamo ottenuto il finanziamento anche per i progetti relativi alla costruzione delle scuole che riteniamo fondamentali».

Per quanto riguarda la ricostruzione privata, il 20 dicembre è il termine ultimo per la presentazione delle domande di contributo di ricostruzione degli immobili resi inagibili dal sisma di proprietà di titolari di Cas, Sae, alloggi invenduti o Mapre. A Treia sono oltre 411 le manifestazioni di interesse alla ricostruzione privata; 102 i cantieri che hanno terminato i lavori post sisma, 75 quelli aperti con lavori in corso di esecuzione e 37 i progetti sisma presentati e in corso di istruttoria per un importo di contributi ricostruzione superiore a 34 milioni di euro. La somma totale dei contributi di ricostruzione “prenotati” tramite manifestazione di interesse alla ricostruzione corrisponde invece a oltre 138 milioni di euro. In aggiunta sono pervenute al Comune 75 dichiarazioni per la permanenza dei requisiti Cas, Sae, alloggi Erap “invenduti”, Mapre, mentre è cessata l’assistenza alla popolazione per quattro nuclei familiari che hanno perso i requisiti di cui alle ordinanze del capo Dipartimento Protezione civile.

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