Alcune immagini di palazzo Simonelli
«I precedenti sette comproprietari avevano ritenuto di comune accordo, a seguito del sisma del 1997 e per evitare che il luogo dove avevano trascorso i più bei momenti della loro infanzia fosse abbandonato al degrado, di cedere nel 1998 il Palazzo, gravemente lesionato dal sisma, al Comune di Cessapalombo»
Sono le parole dell’avvocato Cosimo Calabrò, che per conto della famiglia Simonelli, fa alcune puntualizzazioni sulla storia che ha riguardato lo storico stabile di Cessapalombo, ora al centro di un progetto che prevede la sua trasformazione in un resort di lusso. Nell’annunciare l’ok al progetto, infatti, la Regione aveva specificato: “il Palazzo, abbandonato dalla famiglia, subì un progressivo degrado sino all’acquisizione da parte del Comune negli anni Novanta” (leggi qui).
Ed è proprio questa l’affermazione contestata dalla famiglia Simonelli. «Quanto affermato non corrisponde alla realtà dei fatti e anzi suggerisce falsamente che la famiglia Simonelli si sia disinteressata dell’immobile e l’abbia abbandonato al degrado, quando invece la scelta di cedere il Palazzo all’ente comunale nel 1998 rispondeva a intenzioni e valutazioni diametralmente opposte. Sono pervenute numerose segnalazioni da parte di chi, conoscendo i fatti – aggiunge l’avvocato Calabrò – è rimasto sorpreso da quanto letto e ha contattato gli interessati per manifestare e condividere il proprio disappunto, considerato che la famiglia Simonelli è attuale proprietaria dei boschi e dei terreni adiacenti al Palazzo, gestiti in parte dagli eredi (anche quali titolari di azienda agricola biologica nel Comune di Cessapalombo) e in minima parte affittati al Giardino delle Farfalle e al Comune di Cessapalombo, per lo svolgimento di attività agro didattiche».
Il legale entra quindi nel merito. «Franca, Maria Luisa, Maria, Lucia, Giuseppe, Giovanni Alberto e Giuseppe Nicola Simonelli, precedenti sette comproprietari del Palazzo, appartenuto un tempo alla famiglia Simonelli-Caraffa – continua l’avvocato – avevano ritenuto di comune accordo, a seguito del sisma del 1997 e per evitare che il luogo dove avevano trascorso i più bei momenti della loro infanzia fosse abbandonato al degrado, di cedere nel 1998 il Palazzo, gravemente lesionato dal sisma, al Comune di Cessapalombo, in quanto quest’ultimo all’epoca poteva beneficiare quale ente pubblico di ingenti finanziamenti della Regione Marche, attraverso i quali l’immobile avrebbe potuto essere trasformato in una struttura ricettiva rurale e in un punto di ritrovo per far conoscere il territorio e le sue tradizioni. Tale proposito è stato poi realizzato, dal 2011 al 2016, quando la struttura è stata resa nuovamente inagibile dall’ultimo evento sismico, con la gestione dell’architetto Antonello Andreani».
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