di Laura Boccanera
La Ceccotti arriva davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, a presentare ricorso è il privato Gabriele Frontoni che chiede 400mila euro. Frontoni ha tentato di far valere le sue motivazioni davanti a tutti i gradi della giustizia amministrativa, fino al ricorso al Consiglio di stato che nel 2020 ha dato però ragione al comune.
Gabriele Frontoni
Ma Frontoni non molla e con un nuovo ricorso, stavolta davanti alla corte europea ha richiesto ai giudici di Strasburgo di esprimersi in merito alla presunta violazione dell’articolo 6 della convenzione dell’equa soddisfazione in relazione alla tardata o mancata esecuzione di sentenze che vedono coinvolto il comune in qualità di soggetto debitore del ricorrente.
In particolare Frontoni comunica che l’indennità di esproprio sia stata pagata con molto ritardo e solo in parte, limitatamente all’indennità provvisoria, ricevendo solo un ammontare inferiore a 30mila euro. I vari ritardi, riferisce nel ricorso, avrebbero comportato che l’indennità sia divenuta esigibile solo dopo molti anni quando la società debitrice era ormai fallita.
IL RICORSO AL CEDU – A darne notizia è l’albo pretorio del Comune col quale l’ente affida all’avvocato Andrea Calzolaio che aveva difeso il Comune anche nei precedenti casi la relazione da inviare al Ministero. Al protocollo comunale infatti è arrivata la nota del dipartimento affari giuridici della presidenza del consiglio in merito al ricorso presentato da Frontoni. Nella nota ministeriale si precisa che la Corte europea propone di definire il caso in via non contenziosa tramite un regolamento amichevole entro il 6 gennaio 2023 col pagamento dell’equa soddisfazione per il danno non patrimoniale e l’impegno a garantire l’esecuzione delle sentenze entro tre mesi dalla chiusura dell’accordo. Nella nota si invita anche il Comune a relazionare sui fatti entro la scadenza indicata nella data di ieri, 11 dicembre. La nota ricorda anche come in caso di vittoria del ricorrente alla corte europea lo stato esercita l’azione di rivalsa nei confronti dell’ente responsabile della violazione accertata per il recupero delle somme che sarà condannato a pagare al ricorrente. La cifra richiesta dal privato ammonta a 400mila euro.
Il segretario comunale Sergio Morosi e il sindaco Fabrizio Ciarapica
LA STORIA – La vicenda è nota ed inizia nel 2003 quando il Comune espropria le aree di proprietà dell’allora padre di Gabriele Frontoni per la realizzazione del comparto urbanistico che in questi anni ha avuto varie accelerazioni e stop senza che quell’area abbia mai visto la luce. Si sviluppa un contenzioso per la determinazione della quantificazione e parallelamente il Tar Marche con sentenza 232 del 16 aprile 2019 riconosce all’erede Gabriele Frontoni il diritto di avere indietro il 50% (insieme alla sorella) degli immobili espropriati dietro il pagamento del prezzo di mercato odierno e previa la possibilità per il comune di Civitanova di esercitare su tali terreni l’opzione di acquisto per sé. Frontoni però ricorre nel 2019 chiedendo al Consiglio di stato la riforma della sentenza del Tar Marche per vedersi riconosciuto il diritto alla retrocessione completa dei terreni e il risarcimento danno nei confronti del Comune per avere ritardato la ripresa in disponibilità dei terreni non utilizzati per lo scopo dell’esproprio. Con l’ultima sentenza il Consiglio di stato ha completamente respinto le richieste di Frontoni ed ha accolto il contro ricorso del Comune chiudendo la vicenda. Fino ad oggi.
Area Ceccotti, respinto il ricorso Frontoni: il Comune non pagherà risarcimenti
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Visto che a Civitanova siamo quasi 43000 persone, io personalmente sarei per tirare fuori 10 euro a testa e pagarli sti 400.000 euro…ci guadagneremmo tutti!!!
Bastasse questo per sbloccare l’area sarebbe una sciocchezza.