“La Ceccotti, occasione imperdibile per correggere vizi urbanistici”

CIVITANOVA - L'intervento del nostro lettore Luigi Settembretti sull'area da anni al centro del dibattito

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Il parcheggio a ridosso della ferrovia

Dal nostro lettore Luigi Settembretti riceviamo:
La riflessione fatta nel mio precedente intervento, sul quartiere S. Marone di Civitanova Marche ed, in particolare, sul comparto “Ceccotti”, il vuoto urbano strategico e centrale della città, partiva dalla presa d’atto che, senza uno scambio informativo corretto ed intenso tra amministratori e cittadini, questi ultimi finiscono per vedere gestito il proprio territorio in modo contrario alle loro attuali e future esigenze, tendenti a ottenere una migliore qualità della vita (leggi l’intervento). Le opinioni citate del Presidente della Camera di Commercio Bianchi e del Presidente della Fondazione Carima Gazzani, addirittura esprimevano il timore che una gestione poco oculata di quel comparto, avrebbe inciso negativamente non solo sullo sviluppo urbanistico civitanovese ma anche su quello provinciale fino a lambire quello regionale.
Eppure, malgrado ci sia stata una campagna elettorale accesa ed un “cambio” abbastanza clamoroso nel governo della città – già saldamente in mano al centrodestra per circa diciotto anni ed ora appannaggio del centrosinistra – un dibattito ampio e coinvolgente su quell’area strategica stenta a prendere corpo, quanto meno come punto primario nell’agenda delle forze politiche presenti in Consiglio Comunale. Si rischia, appunto, che le decisioni in materia finiscano per passare sopra la testa dei cittadini che, tardivamente resi consapevoli, finirebbero per protestare inutilmente quando le cose fossero definitivamente compromesse.
Infatti il Piano in questione è stato adottato con un voto del Consiglio comunale – abbastanza controverso all’interno dello stesso centrodestra e con una maggioranza risicata – celebrato meno di un mese prima delle elezioni (leggi l’articolo). Dopo di che, sono scattati i termini per le “osservazioni”, scadute le quali il piano tornerà in Consiglio Comunale per l’adozione definitiva, più o meno entro la fine di ottobre, ma il fatto è che di questo piano si sa poco o niente. Si è discusso, in passato, di alcune peculiarità quali il “grattacielo”, che poi è stato “abbassato” su prescrizioni degli organi di controllo o, in generale, della quantità di parcheggi o di spazi verdi; ma ne è emerso un dibattito vago e generico, con aggiunta di polemiche ideologiche e virtuali, che hanno contribuito a fare restare il piano avvolto nella nebbia; soprattutto per quanto concerne tutti gli effettivi spazi interessati e la loro concreta destinazione urbanistica.

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Le palazzine già costruite

In particolare è ormai assodato che la Stazione ferroviaria ha iniziato da tempo un costante ed evidente declino con la continua soppressione delle fermate dei treni, ma non si sa se il piano preveda spazi e strutture a corredo della Stazione, per puntare al potenziamento dei servizi ed invertire la tendenza alla diminuzione dei viaggiatori e comunque puntare a riprendere il ruolo importante che Civitanova ha sempre avuto in passato. Né è dato sapere se, in stretto collegamento con la struttura ferroviaria, sia possibile impostare il progetto Calafati, da più parti auspicato, del “treno urbano”, per deflazionare il carico di parte della mobilità automobilistica urbana, oltre che di quella provinciale. Peraltro, per la sua collocazione baricentrica quell’area ha una vera e propria vocazione di spazio a servizio della mobilità anche per quanto riguarda il centro di Civitanova e San Marone stesso, attualmente affogati nel traffico, ma sfugge alla conoscenza di molti quali siano le strutture a supporto di tale mobilità ed i collegamenti virtuosi tra quartieri, con le piste ciclabili e con le più importanti vie di comunicazione nord-sud ed est-ovest.

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L’area vista dalla stazione

Sarebbe paradossale, insomma, che l’adozione finale di questo strumento urbanistico finisca per aggravare i vizi urbanistici della città, aumentandone l’invivibilità ambientale, mentre la collocazione strategica e le interdipendenze con tutto il territorio comunale e provinciale potrebbero fornire una occasione irripetibile per limitare e correggere gli effetti di uno sviluppo urbanistico incoerente e pregiudizievole. Su tutto questo è urgente che ci sia una presa di coscienza da parte dei cittadini e delle forze sane della città prima che sia troppo tardi.

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La veduta dalla statale 16

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