di Laura Boccanera
Terzo Millennio, Ventunesimo secolo: erano nomi futuribili quelli scelti dai grandi proprietari di una parte dell’area Ceccotti sulla quale doveva sorgere un grande centro direzionale, appartamenti, abitazioni, fino a poco tempo fa addirittura un grattacielo. Nomi altisonanti e avveniristici per definire la joint venture di imprese che avrebbe lavorato all’edificazione dell’ultima parte di città non costruita. Partiamo dai nomi come chiave di lettura della ingarbugliata vicenda Ceccotti perché riserveranno delle sorprese: iniziata negli anni ’70, passata attraverso progetti, ricorsi, esposti, richieste di risarcimento milionarie e ora di nuovo punto a capo dopo alterne vicende che durano da quasi 40 anni, l’area Ceccotti è oggi zona bianca per il piano regolatore, con tre comparti edificatori e un gruppo di diversi proprietari medio piccoli, tra cui i Ceccotti e il team di imprenditori riuniti. Ma seguiamo i nomi dicevamo, perché c’è una novità di non irrilevante valenza ed è che la “Terzo Millennio” così come la conoscevamo non esiste più. La “proprietaria” dell’area Ceccotti è stata cancellata dalla Camera di Commercio di Macerata e trasferita a Roma. Tutto comincia quando nel 1999 si costituisce la società composta da solide realtà locali attive in vari settori con un capitale sociale di 70mila euro. La parte più consistente delle quote è detenuta dalla Fimag, finanziaria del gruppo Guzzini, dalla Cementor di Guido Malatini scomparso lo scorso anno e che della Terzo Millennio fu anche presidente, dalla Mifin di Gianfranco Miccini e dalla Sielpa.
Ma dal 29 maggio 2013 tutto questo non c’è più. In mattinata, di buon’ora, Adolfo Guzzini – in qualità di legale rappresentante della Fimag – si reca nello studio del commercialista Luca Ferranti di Tolentino e cede alla “4srl”, una società con capitale sociale di 10mila euro, il 56% delle quote della Terzo Millennio detenute dalla Fimag, ovvero un terzo del valore del capitale sociale pari a 25.900 euro. Passa circa un mese e il 27 giugno l’immobiliare Terzo Millennio viene trasferita a Roma e cancellata dalla Camera di Commercio di Macerata. La società ha ora una nuova configurazione ed è composta per il 56% dalla 4srl di proprietà di Marisa Ferri di Cessapalombo. La quota del 12.5% della Sielpa Srl nel frattempo è stata pignorata dal 12,5% dalla Cementor. Anche la quota della Mifin, che deteneva il 12.5%, è stata pignorata con costituzione di pegno a favore dei creditori: la Credito industriale Sammarinese e la General Impianti srl. L’ultimo 19% delle quote è in seno alla Valpotenza srl. A Roma la “Terzo Millennio” rinasce con il nuovo nome di “Prica Immobiliare” srl con amministratore unico un professionista che abbiamo già incontrato, il commercialista Luca Ferranti di Tolentino che fa passare circa quattro mesi e il 17 ottobre deposita una richiesta di concordato preventivo al Tribunale di Roma, lontano dalla politica civitanovese, ma soprattutto lontano da Banca Marche. Qui entra in gioco anche l’istituto di credito marchigiano che proprio ad ottobre viveva le concitate fasi del Commissariamento. Le vicende della Terzo millennio infatti si intrecciano a doppio filo con quelle di Banca Marche perché nel 2005 l’istituto di credito e la società, di fronte ad un notaio di Porto Recanati, firmano e sottoscrivono un contratto condizionato di mutuo fondiario per 25 milioni di euro della durata di 10 anni, ipotecando tutta l’area Ceccotti per la cifra di 50 milioni di euro. Il finanziamento poteva essere utilizzato, ed in buona parte lo è stato, fino a 16 milioni e 500 mila euro per fronteggiare i costi previsti e fino ai 25 milioni per favorire le vendite. Il 18 gennaio la politica tenterà di ricominciare a scrivere un nuovo capitolo nella progettazione della Ceccotti, una progettazione che sulla carta vuole essere “partecipata” ma che dovrà necessariamente tenere conto dei molteplici, intricati, taciuti interessi presenti sul comparto.
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DAI NE VEDREMO DELLE BELLE!!!!!! Un bel po’ delle aziende sopranominate sono indebitate con Banca Marche o mezze fallite. Alcune sono legate ad un commercialista civitanovese altrettanto coinvolto con Banca Marche. Gli attuali amministratori ci capiscono poco o nulla! Si finirà in un’ennesima porcheria!!!
Ohi ohi ohi….
….e la banca Marche paga! Mi sembra di capire che la crisi non ci entra proprio niente! Sono sicuramente operazioni molto….”pulite”……
Interessante, da un piccolo paesino dell’entroterra maceratese, Cessapalombo, parte il riscatto delle cosiddette aree interne, l’impegno della montagna alla conquista della ricca costa, alla conquista di quei 100.000 metri cubi edificabili dell’area Ceccotti che, unitamente ad un’ipoteca da 50 milioni di euro, costituivano il patrimonio virtuale della Terzo Millennio.
E’ singolare che mentre la Terzo Millennio, che doveva attuare quel fantastico piano dell’area Ceccotti, molla a favore dell’entroterra, il Comune di Civitanova rilanci l’idea di un nuovo progetto basato sulla condivisione e sulla partecipazione.
Nell’elenco degli indirizzi, che la Giunta comunale chiede di condividere, non tanto ai suoi cittadini ma soprattutto con gli interessi della ”nuova montagna”, si parla di ambiente, mobilità, impresa, servizi e un piccolo cenno finale ai “caratteri costruttivi delle volumetrie edilizie, diminuite rispetto alle precedenti valutazioni, dovranno essere improntati a criteri di ecosostenibilità” che tradotto significa rigenerazione urbana, recupero e riqualificazione, quindi senza nuove volumetrie da costruire e allora cosa rimane? Che cosa rimane nell’interesse della montagna, ma rimane l’ipoteca della Banca Marche.
Certo che sarà difficile far condividere un’ipoteca da 50 milioni, nonostante il contributo chiesto ad un referenziato professionista con il quale l’Amministrazione comunale, lo scorso 3 dicembre, ha sottoscritto il contratto per ”.. l’ideazione di elementi di prefattibilità …….. la gestione della fase partecipativa finalizzata alla individuazione di nuovi indirizzi ……” dell’area Ceccotti.
E’ forse per questo che la “prudente Montagna”, piuttosto che rischiare nella condivisione ha trasferito la società a Roma e ne ha chiesto lì il concordato?
Forse, ma …….., meditate gente meditate!!!
molto interessante ed illuminante il riscontro di lucatelli, davanti al buio ed al silenzio ufficiale.
non capisco il collegamento con banca marche del suo discorso e penso invece che il concordato preventivo sia chiesto (come migliaia di imprese edili delle marche) per tutelarsi dai debitori e continuare a lavorare.
chiedo:
1) ma non potrebbe tutto dipendendere semplicemente dalla semplice costatazione che nessuno compra gli appartamenti ed uffici esistenti dopo anni di “vendesi e affittonsi” e quindi figuriamoci altri 100.000 mc, cioè, tradotto altri 400 appartamenti!!!????
2) e quindi secondo lei ora che succederà?
Terzo Millennio, XXI Secolo , tutti nomi che dovevano far presagire ad uno sviluppo futuro di cui Civitanova fabbisogna ed invece siamo ancora punto e a capo. Anche oggi, che questa amministrazione dice voler portare a compimento questo oneroso compito, si arrampica alla questione della partecipazione per prendere tempo, guarda caso di un paio di anni, così di arrivare alle porte delle prossime elezioni con la “solita” scusa di promettere che nella prossima amministrazione loro provvederanno a chiudere il capitolo Ceccotti, le solite promesse da mercante.
Il fatto singolare che, però, mi si propone è la questione banche. La nostra società è schiava di questo sistema lobbistico ed affaristico. Qualsiasi governo ci sia, il sistema bancario non finirà mai di stupirci. Ricordate i fondi salvaimprese che vennero dati agli istituti di credito per favorire i prestiti alle piccole-medie imprese? poi servirono per ripianare i bilanci delle banche senza che di questi fondi le imprese ne vedessero luce. E i pagamenti tracciati? altre spese per i bonifici. Il salvataggio di Montepaschi? Ora, non ultimo, il pagamento degli affitti presso le banche. Non dimentichiamo i nostri risparmi, confidenzialmente dati alle Poste Italiane, che oggi li investono per salvare Alitalia, comprando azioni spazzatura. Giochi di potere, che noi difficilmente conoscimamo nella totalità; possiamo solo ipotizzare, mentre i potenti ci sguazzano. Singolare è il fatto di queste società. Leggo: capitale sociale di 70mila euro, addirittura la nuova società di 10mila euro: riescono ad avere un mutuo di 25milioni di euro, quando noi privati e le aziende riescono ad ottenere dei mutui solo con capitali già in possesso negli stessi istituti di credito o con persone a garanzia. Per noi i beni da ipotecare non sono accetti, mentre per questa ditta si rilascia un mutuo su un valore ipotecabile di 50milioni di euro; ma su che base viene calcolato il valore dell’area se tale è zona bianca, cioè non si sa ancora cosa si farà? e se venisse deliberato tutto parco pubblico, quale sarebbe il suo valore? come quello edificabile? Banca Marche rilascia il mutuo; forse sarà per queste ingegnosità che il gruppo principale della nostra regione ha fatto crac e due dei tanti responsabili sono stati nominati commendatori al lavoro? Questo è il nostro sistema, ma di certo questa non è l’Italia, almeno quella delle persone oneste in cui tutti vorremmo riconoscerci.
In campagna elettorale la sinistra andò a pulire !!!
Ora invito tutti a fare un GI ROm
amico pantos, la Prica Immobiliare srl certamente non è un’impresa edile da 10.000 euro di capitale che chiede il concordato per difendersi da ipotetici attacchi di creditori e quindi poter continuare a costruire appartamenti e uffici che nessuno vuol comprare, ma questa è materia da commercialisti e interessa molto poco alla collettività, è chiaro che il cosiddetto mercato non sarebbe mai stato in grado di assorbire tutta quella potenzialità edificatoria, un progetto tardivo e sbagliato, ma anche questo è argomento da specialisti.
Quello che mi pare più interessante è che la Banca Marche, a fronte di quel mutuo di 25 milioni potrà annoverare tra le sue sofferenze, oltre a qualche appartamento non venduto, un parco condiviso e partecipato dalla cittadinanza tutta.
Bisognerebbe suggerire all’Amministrazione comunale una destinazione più consona, più corrispondente alla realtà che potrebbe essere quella di “zona per agricoltura urbana” o, con una definizione più adeguata “orti urbani”, vanno tanto di moda in ambienti “radical chic”, dove il management di Banca Marche troverebbe sicuramente terreno fertile per l’utilizzo delle risorse dei risparmiatori in modo efficiente ed efficace.
Civitanova Marche, 23 giugno 2010 – Caso Ceccotti, la proprietà pronta a chiedere il risarcimento dei danni al Comune per la paralisi amministrativa che ha bloccato la lottizzazione. Venti milioni di euro, tanto viene quantificato quello che i proprietari dell’area definiscono ‘il disastro’.
Piomba come una bomba su palazzo Sforza la lettera firmata da Giuseppe Guzzini e Guido Malatini, presidenti della Immobiliare Ventunesimo Secolo e della Immobiliare Terzo Millennio. Spedita ai consiglieri comunali, contiene un ultimatum.
Eccolo: “Prima di chiedere il risarcimento, intendiamo esperire l’ultimo tentativo per concludere la questione senza che questa diventi uno scandalo politico di livello nazionale e senza l’intervento della magistratura, sottoponendo all’attenzione di ciascun rappresentante della cosa pubblica l’aspetto più inquietante del quale meno si parla: il danno degli operatori conseguito alla pessima gestione del problema”…
“Ci si appella per questo al senso di responsabilità degli amministratori dai quali si attende una conseguente deliberazione entro e non oltre il 10 luglio 2010”. E’ una lettera di tre pagine, che non risparmia pesanti giudizi sulla gestione dell’operazione Ceccotti “fallimentare – si legge – sotto il profilo della amministrazione della cosa pubblica, ma non solo; i soggetti privati si sono ritrovati con nulla di realizzabile per effetto di una stasi amministrativa ingiustificabile e intollerabile, alimentata da futili o sterili polemiche di parte e con un investimento improduttivo di oltre 20 milioni di euro che, prima o poi, dovranno essere ripianati da chi li ha fatti ma che, pure, potranno essere richiesti all’effettiva responsabile del disastro: l’amministrazione comunale”.
E a questo proposito ricordano “che sono prossimi alla scadenza i termini di validità delle convezioni stipulate nel 2001 e modificate nel 2002, e non certo per incuria degli investitori, senza che neanche in parte si sia realizzato il minimo indispensabile per chiudere in pareggio l’enorme attività profusa”.
La lettera ripercorre le tappe della Ceccotti (nell’area sono state già costruite tre palazzine, di cui una abitata, le altre in fase di ultimazione), un Piano che oggi è nei cassetti del Comune. Prevede una volumetria edificabile di 108 mila metri cubi, numeri però rimessi in discussione da una parte della maggioranza che chiede più spazio per i parcheggi a servizio del centro. E tutto è fermo nel comparto. Per i privati, colpa “dell’incapacità dell’amministrazione di gestire il recupero”
La storia della Ceccotti va avanti da 12 anni: nel marzo del 98 l’approvazione del Piano particolareggiato, poi a febbraio 2000 la delibera di giunta che divide il Piano in 5 comparti per la realizzazione a stralci; nel luglio 2001 arriva dal consiglio comunale l’ok alle convezioni del I e II comparto che nel dicembre 2001 si traducono in convenzioni con le due Immobiliari, patti che vengono successivamente modificati “con la pretesa – scrivono i lottizzanti – di termini più svantaggiosi per i privati e di modifiche”.
Che si traducono in maggiore superficie destinata ai parcheggi e aumento delle opere di urbanizzazione a carico delle due società, ma – è l’accusa finale – il Comune ha taciuto, con sua grave responsabilità, la circostanza che il Piano era stato impugnato al Tar con un ricorso che ha coinvolto la parte pubblica e quella privata, finito in modo infausto, con una sentenza di annullamento del Piano nel 2005 che ha costretto Palazzo Sforza a una nuova attività di normazione delle aree e il Piano così riproposto al vaglio della Provincia ha subito uno stralcio. Per il Comune e i privati, un doppio smacco e doppi costi”.
Bene e nel 2005, proprio a ridosso della sentenza di annullamento… Banca Marche sgancia un mutuo da 25 milioni e mette un’ipoteca da 50 milioni! Certo che Banca Marche o è davvero cogliona o voleva ai soci ops ex soci della Terzo Millennio, quindi Guzzini, Malatini, Calamante e compagnia, oggi Prica, un gran bene!!!
Mah….
Io continuo la mia piccola parte… Ne vedremo delle belle!!!
l’amministrazione comunale tenta oggi di fare in parte quello che ha fatto la fondazione carima…..il banchiere con i soldi degli altri….questi invece i progetti con le proprieta’ degli altri.
Parte molto male la vicenda ex Ceccotti.Lo ricordiamo a chi evita di parlarne anche qui.L’area attualmente nel PRG è stralciata di fatto un’area “bianca” senza norme di attuazione.
Cosa dovrebbe fare l’amministrazione comunale riconoscere ai proprietari per evitare quanto contenuto nella diffida del 2010 ossia il pagamento di un maxi risarcimento riconoscendo una presunto diritto di realizzare 100.000mc di edifici sulla base di due pareri legali?
Oppure l’amministrazione ha il diritto di dare con piano di iniziativa pubblica una destinazione partendo dalla salvaguardia dell’interesse generale?E’ questa la soluzione che auspichiamo. Oppure l’amministrazione comunale dovrebbe aprire una sorta di mercanteggiamento abdicando ai suoi poteri di programmare urbanisticamente la città?
Solo chi non vuol vedere o chi fa finta di non vedere non si è accorto che a Civitanova Marche le più importanti operazioni immobiliari su grandi aree che sono oggetto anche di variante urbanistica avvengono con il contributo finanziario di Banca delle Marche o simili agenzie finanziarie .
Interventismo che non ci piace affatto.
E’ sotto gli occhi di tutti che molte di queste grandi realizzazioni urbanistiche fanno da anni bella mostra di se ma quasi vuote. Allora perché ci si ostina a finanziare operazioni immobiliari come se il settore è in piena crisi commerciale? Ovviamente non siamo affatto d’accordo ne a trattare ne a che l’amministrazioni rinunci in piena autonomia a programmare il territorio e tanto meglio se in modo partecipato.
Noi non sappiamo se questa sorta di giostra di milioni che gravita sulla città quale sbocco avrà ma una cosa è certa non ci piacciono anche perché oggettivamente possono avere una ricaduta sul sistema politico locale .
La notizia dei vari passaggi societari i mutui,le garazie probabilmente renderanno più incerto e complesso l’utilizzazione di quell’area almeno per quanto indicato dalle associazioni e da quei cittadini che da sempre si sono opposti alla cementificazione comunque mascherata e che sono stati artefici della bocciatura del progetto approdato in consiglio comunale .
Oggi come ieri su questa vicenda con la novità della riorganizzazione societaria diciamo la nostra. Vogliamo sperare che anche i partiti di maggioranza il Sindaco Tommaso Corvatta faccia conoscere il loro pensiero. Dopo tutto si tratta di decisioni e scelte che riguardano un’area strategica per il futuro della città.
L’anno nuovo inizierà con sullo sfondo anche questa notizia che avrà inevitabilmente ripercussioni politiche
Lo stesso incarico affidato dal Comune all’Architetto Polci per avviare la progettazione partecipata dell’area arriva inspiegabilmente con quasi un anno di ritardo rispetto all’atto deliberativo e in concomitanza con il nuovo assetto societario .
E’ evidente che da anni nel territorio civitanovese ci sono forti interessi finanziari-immobiliari e operazioni ancora da chiarire del tutto .La maggioranza del Sindaco Corvatta aveva promesso trasparenza partecipazione il tutto era stato sintetizzato in Cambiare Davvero.
Noi aggiungiamo a Cambiare Davvero ORA.
Per questo non possiamo dimenticare la richiesta da mesi e mesi avanzata alla stessa maggioranza e al Consiglio Comunale da parte di Ivo Costamagna Presidente del Consiglio Comunale di istituire una “Commissione di Indagine” .Una richiesta che la maggioranza ha lasciato fino ad oggi senza risposte. Ora è più attuale che mai.
Una proposta sempre attuale.
Io dico solo una cosa, informativi chi é e come agisce il Commercialista LUCA FERRANTI originario di Tolentino Ma con studio a Roma e poi capirete tante cose!
Ideaaaa: fateci un bel campo profughi, così si regolarizzano gli attuali abitanti e se ne potranno immettere tanti altri. Come recinto usate le roulottes dei rom, a gestirlo metteteci quelli dei centri sociali di via parini, così i salesiani avranno di nuovo la disponibilità dei locali per la caritas cittadina. Nessuno potrà più dire che civitanova marche non è città accogliente.