Pieve Torina
L’Ufficio Speciale Ricostruzione, che riveste il ruolo di soggetto attuatore, sta per dare il là al progetto che, entro la fine del 2022, coinvolgerà in totale 12 edifici per una somma di spesa che si attesta sui 931.600 euro a Pieve Torina (frazioni Colle di Casavecchia, Tazza, Seggiole e Appennino), ed è pronto a dare il via al programma che prevede messe in sicurezza, smontaggi controllati, demolizioni, rimozione e trasporto delle macerie ad Ussita per un costo totale di 1.266.733 euro per 12 edifici, con interventi che verranno messi in atto su edifici pubblici e privati collocati nelle piccole frazioni di Castelfantellino e Sorbo, che ad oggi risultano gravemente lesionate.
I sopralluoghi a Pieve Torina
Le frazioni di Pieve Torina, che si trovano in zona rossa a causa dei danni riportati dal sisma del 2016, insieme coprono un’area di intervento molto vasta. Nello specifico, si procederà a lavori di demolizione totale o parziale, di smontaggio controllato al fine di recuperare beni di valore e strutture architettoniche e storiche di pregio e ad alcune messe in sicurezza. In parallelo si opererà sul trasporto e sul trattamento delle macerie. È prevista inoltre la relativa cernita dei materiali per effettuare la corretta codifica dei codici Cer e garantire così il corretto trasporto agli impianti autorizzati di smaltimento e/o recupero.
Ussita
Il volume complessivo di macerie che verranno lavorate è di 2.000 metri cubi, per un peso complessivo che si aggira intorno alle 3.200 tonnellate. Gli interventi sono stati suddivisi per località, nello specifico Colle di Casavecchia (7 edifici), Appennino (3), Tazza (1) e Seggiole (1). Visto che le demolizioni avverranno all’interno di zone rosse non sono stati presi particolari accorgimenti per quanto riguarda la sicurezza della pubblica incolumità, in quanto trattasi comunque di aree interdette. All’interno delle superfici di cantiere, poi, verranno individuate degli spazi da adibire al deposito temporaneo del materiale lapideo che verrà, dopo un’attenta cernita, riposizionato nella sede di sedime di ogni singolo edificio. Contestualmente, infine, saranno organizzati degli spazi per ospitare i proprietari degli immobili che verranno demoliti, con l’obiettivo di garantire il recupero di beni, qualora ancora ve ne fossero, affettivi o di valore. Quest’ultima zona sarà monitorata da personale addetto, coperta e messa in sicurezza.
Uno degli edifici a Castelfantellino
Progetto approvato e lavori in partenza entro fine anno anche nel comune di Ussita. Il piano riguarda la demolizione di 8 edifici a Castelfantellino, uno dei quali tramite smontaggio controllato, e di altri 4 edifici a Sorbo. In programma c’è anche la rimozione delle macerie che impediscono o ostacolano la ricostruzione, anche in relazione alla pericolosità di ulteriori crolli connessa al proprio stato di danno, o che costituiscono pericolo per la pubblica incolumità. A proposito di macerie, in base alle stime ne verranno lavorate, pesate, trasportate e recuperate/smaltite circa 3.000 metri cubi, per un peso complessivo che si aggira intorno alle 4.850 tonnellate. Le operazioni di demolizione consisteranno in una decostruzione progressiva e controllata dall’alto verso il basso grazie all’utilizzo di escavatori metallici speciali dotati di braccio lungo, con altezza idonea ad eseguire le operazioni in sicurezza, predisposti per lavorare in quota ed attrezzati con pinze idrauliche e/o frantumatori idraulici. La scelta è legata essenzialmente ai vantaggi che presenta sia in termini di impatto con l’ambiente circostante, sia in termini di riduzione dei rischi. Tra le caratteristiche di tale tipologia di demolizione, infatti, vi sono tra le altre cose l’assenza di percussioni su edificio e suolo e di vibrazioni sull’edificio, la riduzione della rumorosità e delle polveri, la possibilità di raggiungere altezze superiori ai 20 metri e la semplificazione nelle operazioni di selezione del materiale per successivo recupero e riciclo.
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