Giovanni Legnini
di Monia Orazi
Ricostruzione al giro di boa di metà percorso, in provincia di Macerata a ormai sei anni dalle prime scosse di terremoto del 2016. Su 55 comuni, mancano da ricostruire 5 case su 10 in 33 centri della provincia di Macerata, in cui si contano circa il 63 percento dei danni di tutte le Marche.
I numeri contenuti nel rapporto sulla ricostruzione, come riportato in altri articoli (qui entriamo più nello specifico degli interventi), è stato presentato ieri dal commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini, fotografano la situazione al 25 giugno 2016. Per la ricostruzione sono stati spesi 4 miliardi e 300milioni di euro, ne restano disponibili una decina da spendere nei prossimi anni, del fondo complementare sisma pari ad un miliardo e settecento milioni, per i vari progetti un miliardo è già stato impegnato. Nell’immediato dunque le risorse non mancheranno, ma nel rapporto è contenuta anche la precisa stima dei costi per ricostruire il centro Italia devastato dai terremoti del 2016: 26 miliardi e mezzo di euro, dunque anche i prossimi governi dovranno stanziare fondi per la ricostruzione. Non tutti gli edifici danneggiati saranno ricostruiti, Legnini ha definito fisiologico, lo scarto tra le schede di rilevazione del danno compilate, pari a 81mila e le manifestazioni di volontà con i progetti presentati che ammontano a 60mila. Da un conto fatto da Mario Sensini, capo ufficio stampa del commissario alla ricostruzione, al ritmo dei precedenti commissari, Vasco Errani, Paola De Micheli e Piero Farabollini, l’ultima domanda per la ricostruzione sarebbe stata presentata nel 2048, adesso a due anni e mezzo dall’insediamento di Legnini, si è a quota 45 per cento dei progetti totali presentati. Se si continua su questo ritmo, entro quattro, cinque anni saranno stati presentati tutti.
Camerino
POCHE IMPRESE E POCHI TECNICI PER RICOSTRUIRE – Sui tempi della ricostruzione, come spiegato chiaramente da Legnini, incidono il basso numero di tecnici ed imprese, che condizionano inevitabilmente tempi di presentazione dei progetti e ritmo dei lavori. Di nuovo il commissario ha lanciato un appello ai tecnici a presentare i progetti, alle imprese a venire a lavorare in centro Italia. «Il pensiero va ai 27mila progetti che ancora devono essere redatti, le schede Aedes erano 80mila, le manifestazioni di volontà 61mila, l’augurio è che aumentino il numero di imprese e professionisti impegnati nella ricostruzione. Iniziamo a vedere un’attività di ripresa della ricostruzione nei territori, soprattutto dopo l’incremento del costo parametrico: la novità di questo rapporto è la stima precisa dei costi della ricostruzione, sia per i privati che per il settore pubblico, dopo sei anni ancora non c’era un quadro preciso. Il costo è un costo di 26 miliardi e mezzo di euro, di cui 19 miliardi e 400 milioni per la ricostruzione privata, il resto per le opere pubbliche e le chiese. Le criticità principali sono la scarsità di imprese e professionisti, con un maggior numero si andrebbe più veloci, le procedure sono affidabili, i flussi finanziari sono garantiti, rinnovo l’appello a venire a ricostruire il Centro Italia. Un’altra criticità evidente riguarda la ricostruzione dei centri storici maggiormente danneggiati, ma anche nei centri più colpiti sono partiti i cantieri, lancio un appello a presentare le domande».
Castelsantangelo
LEGNINI: VERSO UNA GOVERNANCE DEL SISMA SENZA COMMISSARIAMENTO – Nel suo discorso Legnini ha ipotizzato che se la politica deciderà in tal senso, il 2023 potrebbe essere l’anno in cui finirà l’opera del commissario straordinario: «Si potrebbe ipotizzare nel 2023, non tanto l’uscita dall’emergenza che continua anche per il sisma dell’Emilia, ma una fuoriuscita dal commissariamento per il terremoto, verso una governance più stabile, con protagoniste le Regioni ed i Comuni. Con il nuovo piano delle opere pubbliche e delle chiese, la nuova piattaforma digitale, il testo unico sulla ricostruzione che chiederò al prossimo governo di approvare, si chiude una fase. Io con serenità e determinazione sono pronto a continuare, o a lasciare la mano, si tratta di una scelta politica. Fatte le scelte fondamentali si potrebbe passare ad una governance ordinaria della ricostruzione, nel codice della ricostruzione si prevede un dipartimento della ricostruzione, gemello a quello della Protezione civile, che faccia da coordinamento. In Italia siamo bravissimi a gestire le emergenze, ma meno bravi a gestire la ricostruzione perché ogni volta si ricomincia da capo». Sul togliere il commissario hanno subito detto no a nome dei sindaci Franco Capponi primo cittadino di Treia e rappresentante Anci nella cabina di coordinamento e Diego Camillozzi dell’associazione “La terra trema noi no”. Legnini ha escluso una sua candidatura alle politiche: «Ho detto preventivamente che non intendevo candidarmi, nessuno mi ha chiesto di farlo, ho sempre svolto questo ruolo interpretandolo con un alto senso delle istituzioni e libero dai vincoli partitici, non era di mio interesse una candidatura, non sarebbe stata rispettosa del lavoro che si sta portando avanti tutti insieme con i principali attori della ricostruzione».
Danni a Visso
I NUMERI DELLA RICOSTRUZIONE IN TUTTI I COMUNI DELLA PROVINCIA DI MACERATA – E’ la provincia di Macerata quella maggiormente interessata nella ricostruzione. Su 12.731 fascicoli presentati in totale nelle Marche, ben 7819 arrivano dal Maceratese. Di questi il 27,9% sono pratiche concluse pari a 3.564, il 21,33%, pari a 2.716 pratiche, sono in esecuzione cioè in corso di decretazione e ben 1.538 pari al 12,9% sono ancora in istruttoria. Una pioggia di contributi sulla provincia di Macerata per ricostruire le case devastate dal terremoto: sui tre miliardi circa di di finanziamenti concessi alle Marche oltre la metà, cioè un miliardo 835 milioni di euro sono stati concessi alla provincia di Macerata, di questi sono stati effettivamente erogati 875 milioni di euro.
Tolentino è il Comune con più pratiche presentate 882 e 507 milioni di euro di contributi concessi, restano da ricostruire 4 case ogni 10. A San Severino con 640 pratiche presentate e 284 milioni di euro di contributo, restano da costruire 4 case ogni 10. Al terzo posto Camerino con 572 pratiche presentate e 312 milioni di euro di contributi concessi, restano da ricostruire 5 case su 10. Camerino è il secondo centro più danneggiato dell’intero cratere sismico, con un miliardo e duecento milioni di euro di costi stimati per la ricostruzione. Tra i centri maggiormente danneggiati San Ginesio con 417 pratiche presentate e 140 milioni di euro di contributo ha quasi 6 case da ricostruire ogni 10 , la vicina Sarnano con 365 pratiche presentate e 94 milioni di contributo ha ancora 5 case su 10 da ricostruire. A Pieve Torina sono state presentate 304 pratiche e 159 milioni di contributo concesso, restano da ricostruire 6,4 case ogni dieci. Ricostruzione a buon punto a Macerata, con 364 pratiche presentate e 249 milioni di euro di contributo concesso, restano da ricostruire 3,4 case ogni dieci. Tra i comuni in cui la ricostruzione procede con ritmo c’è Fiastra, con 289 pratiche presentate e 93 milioni di contributo, restano da ricostruire 4 case ogni 10. Sono sopra le 200 pratiche presentate Visso con 233 (133 milioni di contributo e 5,5 case ogni dieci da ricostruire), Valfornace 220 (77 milioni di contributo) e 6,6 case da ricostruire, Matelica con 207 (112 milioni di contributo) e 4,8 case ogni dieci da ricostruire, Cingoli con 222 (29 milioni di contributo) e 4,5 case da ricostruire.
Messe in sicurezza nella piazza di Visso
Sono sopra le 100 pratiche presentate Ussita con 167 e 167 milioni di euro di contributo e 6 case ogni dieci da ricostruire; Muccia 146 pratiche e 110 milioni di euro di contributo ha 6,1 case da ricostruire ogni 10 danneggiate, Pioraco 119 e 30 milioni di euro di contributo ha 4 case ogni dieci da ricostruire; Castelraimondo 176 e 32 milioni di euro di contributo ha 5 case su dieci da ricostruire.
Ad Apiro sono state presentate 123 pratiche con 29 milioni di euro di contributo restano da riparare sei edifici su 10; Sant’Angelo in Pontano 111 pratiche per 33 milioni di euro di contributo 5,2 case su 10 da ricostruire. Caldarola presentate 156 pratiche per 78 milioni di euro di contributo e 5,7 edifici su 10 da ricostruire, Treia 181 pratiche e 59 milioni di euro di contributo ha 5,9 edifici ogni 10 da ricostruire, Pollenza 117 pratiche e 33 milioni di euro di contributo ha 6 case ogni 10 da ricostruire, Serrapetrona 116 pratiche e 35 milioni di euro di contributi con 4,5 case ogni 10 da ricostruire. Corridonia 133 pratiche e 34 milioni di euro di contributo, restano da ricostruire 5 case su 10. Negli altri comuni più distrutti Castelsantangelo ha appena 41 pratiche presentate e 32 milioni di euro di contributi, è il comune in provincia che nella ricostruzione sta più indietro di tutti, restano da ricostruire l’81,7 per cento degli edifici danneggiati. Monte Cavallo ha 34 pratiche con 6 milioni di euro di contributo restano da ricostruire 4,7 case ogni dieci, grande dinamismo di Bolognola che è tre quarti della ricostruzione con 45 pratiche presentate e 17 milioni di euro di contributo, restano da ricostruire il 26 per cento delle abitazioni danneggiate. Buon numero anche ad Esanatoglia con 97 pratiche e 14 milioni di euro, restano da riparare 4,7 case ogni 10.
A Serravalle sono 93 le pratiche presentate, con 13 milioni di contributi concessi (4,9 case ogni 10 da ricostruire); Sefro 54 pratiche presentate con sei milioni di euro di contributo (mancano 3,7 case ogni 10 da ricostruire). Stesso numero di pratiche, 54 per Urbisaglia con 14 milioni di euro di contributo (4,8 edifici su 10 da ricostruire), Fiuminata 58 pratiche e 8 milioni di euro di contributo (4,2 case ogni dieci da ricostruire), Gagliole per 57 pratiche ha avuto 21 milioni di euro di contributo (5 case da riparare ogni 10). Poggio San Vicino 9 pratiche per un milione di euro (5,8 case su 10 da ricostruire), Gualdo 99 pratiche presentate con 30 milioni di euro di contributo (6,3 case ogni dieci da ricostruire), Monte San Martino 54 pratiche con 14 milioni di euro di contributo (5,8 case da ricostruire), Penna San Giovanni 85 pratiche per 19 milioni di euro di contributo (5,6 case da ricostruire), Cessapalombo 76 pratiche per 16 milioni di euro di contributo (6 case ogni 10 da riparare), Camporotondo di Fiastrone 20 milioni di euro di contributo per 54 pratiche (3,9 per cento di case da ricostruire ogni 10). A Belforte sono 92 le pratiche presentate per 30 milioni di euro di contributo (3,9 su 10 edifici da ricostruire), a Colmurano 65 pratiche per 17 milioni di euro di contributo (6,4 case ogni 10 da ricostruire), a Loro Piceno 86 pratiche per 24 milioni di euro di contributo (6 case ogni 10 da ricostruire), ad Appignano 36 pratiche con quattordici milioni di euro di contributo (5 case ogni 10 restano da fare i lavori), a Ripe San Ginesio 51 pratiche per 12 milioni di euro (5 case ogni 10 da ricostruire).
Nella zona collinare della provincia Montecassiano ha cinque milioni di euro di contributi con 23 pratiche (5,6 per cento degli edifici danneggiati da ricostruire), Montefano sei milioni di euro con 19 pratiche (5,5 case da ricostruire su 10), Monte San Giusto 27 pratiche nove milioni di euro (4,9 edifici su 10 da ricostruire), Montelupone 31 pratiche nove milioni di euro (5,9 case ogni 10 da ricostruire), Recanati 34 pratiche 23 milioni di euro (3,7 case da ricostruire su 10), Mogliano 23 milioni di euro per 88 pratiche (6 su 10 case da ricostruire), Petriolo otto milioni di euro per 50 pratiche (6,2 edifici ogni 10 da ricostruire), Morrovalle 33 pratiche 11 milioni di euro (5,1 edifici ogni 10 da ricostruire). Si contano sulle dita delle mani le pratiche nei comuni costieri che hanno riportato pochissimi danni: Montecosaro sei milioni di euro di contributo per 10 pratiche (ne restano da presentare 9), Civitanova 713.000 euro per quattro pratiche (5 ancora da presentare), Porto Recanati 667.000 euro di contributi per 5 pratiche, mentre Potenza Picena per 16 pratiche sette milioni di euro di contributo (ne restano da presentare 21).
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Ma e’ burocrazia italiana che ci danneggia xche’ e’ molto lenta nel attuare le procedure.