L’Erborista compie cinquant’anni:
il ristorante che resiste, nonostante tutto

CASTELSANTANGELO - Il locale della famiglia Marzoli Capocci, ora in mano alle nipoti del fondatore, Ilaria e Francesca, ha festeggiato il traguardo raggiunto con il sindaco Mauro Falcucci e tanti altri amici

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Ilaria Marzoli Capacci

 

di Monia Orazi

Cinquant’anni e non sentirli: è l’ambizioso traguardo a cui è giunto uno dei ristoranti più longevi dei Sibillini, l’Erborista che da sempre si trova a Gualdo di Castelsantangelo sul Nera e ha resistito allo scorrere del tempo a due terremoti, ed anche alla notevole crisi economica che da diversi anni ormai ha colpito il territorio montano, incarnando nei fatti la resilienza e la tigna tipiche dei montanari. Merito forse della tradizione della famiglia Marzoli Capocci, che ha ispirato il nome al locale. Ad essere conosciuto come erborista era Domenico, che negli anni Trenta del Novecento svolgeva questa attività, preparando decotti e pozioni con le erbe spontanee dei Sibillini.

La magia delle montagne ha ispirato il soprannome dato al figlio di Domenico, Luigi u maghittu, che ha fondato il ristorante con la moglie Caterina nel 1972. Si è tenuta una piccola cerimonia per festeggiare il mezzo secolo di vita del locale di proprietà della famiglia Marzoli Capocci, che oggi è saldamente in mano alle nipoti Ilaria e Francesca, terza generazione impegnata nel locale di famiglia, giovani e tenaci che si mantengono ben salde sui Sibillini e lottano con forza, per continuare a diffondere la cucina tradizionale appenninica e montana dell’Alta Valnerina.

sibilla-visso5-325x183A raccontare la storia è il figlio dei fondatori, Domenico che ha gestito il locale fino a undici anni fa, quando per motivi di salute ha lasciato il testimone alle figlie: «Mio padre faceva i panini alla Cona, con le cotiche ed i fagioli. Conobbe Piergiorgio Lorenzetti di Macerata. Aveva il sogno di creare un suo locale e lui lo indirizzò, prese tutte le licenze alla Camera di Commercio e finalmente aprì qui a Gualdo il locale che ancora oggi è attivo. Mia madre e le signore del paese il fine settimana preparavano dalle 50 alle 100 uova di tagliatelle. Sin da allora si è scelto di puntare sulla cucina tradizionale e prodotti locali, scelta che ci accompagna ancora oggi. Piano piano negli anni il ristorante è cresciuto, permettendo di vivere ed andare avanti a ben due famiglie. Oggi non è più come in passato, perché con la pandemia di questi ultimi due anni e le conseguenze del terremoto vedo il futuro incerto, eppure non sono pessimista di natura».

sibilla-visso2-325x244Domenico ha visto fin da ragazzo i suoi genitori impegnati chi dietro ai fornelli, chi dietro al bancone ha gestito per un periodo insieme al fratello il locale, poi lo ha lasciato nelle mani delle due giovani figlie: «Sono i nostri collaboratori che si sono succeduti in cinquant’anni di attività ad averci permesso di andare avanti. Oggi mio fratello non ci lavora più, ma ci lavora mio nipote Nicola che il sabato e la domenica ci dà una mano. Siamo alle prese con sempre maggiori costi del gas e dell’energia elettrica, si fa sempre più fatica a far quadrare i conti. La nostra clientela è anche fortemente legata al transito verso Castelluccio di Norcia, che però attira molte persone solo nel periodo della fioritura. Quest’anno tra l’altro siamo stati penalizzati dal clima, la fioritura è stata condizionata dalla siccità ed è durata molto meno. Scontiamo anche la mancata riapertura degli impianti di Monte Prata, chiusi ormai da sei anni. Una volta il paese di Gualdo, che è lungo un chilometro e mezzo, in estate si riempiva di gente, c’entravano ben 1000 persone, venivano da Roma, da Macerata, da Ancona tutti i proprietari delle seconde case, che dopo il terremoto non sono più tornati. Anche il campeggio qua vicino, rimane tristemente chiuso».

sibilla-visso4-325x183Alla cerimonia ha preso parte il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci che ha voluto omaggiare la famiglia Marzoli Capocci con un attestato di benemerenza per il traguardo raggiunto di cinquant’anni di attività, che hanno contribuito, come è scritto sulla pergamena, alla diffusione e alla conoscenza della cucina tradizionale della zona. Presente anche il sindaco di Visso Gian Luigi Spiganti Maurizi ed altri amministratori locali. Prosegue Domenico Marzoli Capocci: «La ricostruzione adesso ha rallentato, ma nonostante tutte queste avversità siamo arrivati a cinquant’anni, ma non so come sarà il futuro. Non è facile andare avanti, il nostro grazie va a tutti i clienti che ci hanno permesso di continuare la nostra attività di famiglia, ci hanno sostenuto, a tutti i nostri collaboratori passati e presenti, che ci hanno sostenuto. Adesso è sempre più difficile trovare personale, io quando trovo una persona valida preferisco pagarla un po di più e tenerla. Personale qualificato non si trova dalla sera alla mattina, ma va formato ci vogliono almeno 4-5 anni per avere un professionista valido. La stagione estiva è breve, per il futuro speriamo di poter continuare con la nostra attività».

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