«Taglio di 65 infermieri:
allarmante, l’Av3 vede un’altra realtà
Riforma? Si ridurrà ad un giro di poltrone»

SINDACATI - La Uil Fpl critica il rinvio "al buio" dell'incontro per il fabbisogno triennale del personale: «Prendiamo le distanze, chi lo ha deciso e perché?». Sottolinea il dato che prevede una riduzione del personale, lamenta che gli impegni presi per la contrattazione integrativa «vengono per lo più ancora disattesi» e parla di «gestione miope che oggi come in passato rivela l’enorme scollamento che c’è tra la “bassa manovalanza” ed i vertici»

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Marcello Evangelista

 

Sessantacinque infermieri in meno in provincia, la Uil Fpl: «Incomprensibile e allarmante. Inoltre la riunione della delegazione trattante in Area Vasta 3 convocata su richiesta sindacale per avviare il confronto sul piano del fabbisogno triennale del personale è stata rinviata a data da destinarsi. Facciamo fatica a comprendere questo rinvio, ne abbiamo chiesto conto ma senza aver avuto fino ad ora alcun cenno di riscontro».

Un rinvio, dice la Uil Fpl in una lettera aperta a firma del segretario generale regionale Marcello Evangelista, del segretario generale territoriale Andrea Santavicca, e dei delegati Rsu Uil dell’Av3 «da cui prendiamo le distanze, non è chiaro da chi e per cosa è stato richiesto. L’argomento in discussione è di importanza cruciale per comprendere più da vicino la programmazione delle attività istituzionali dell’Area Vasta 3 in un momento in cui il sistema sanitario ha progressivamente, anche in questo territorio come del resto anche in tutta la Regione, portato alla luce le tante criticità e soprattutto le lacune assistenziali legate principalmente alle carenze croniche di personale».

Ma un dato sta preoccupando la Uil: «i dati del fabbisogno di personale dell’Av3 stimati dall’amministrazione stridono con quella che appare una realtà ben diversa e in affanno e che tanti di noi toccano con mano ogni giorno. La situazione che si registra soprattutto nei reparti di degenza e nelle realtà territoriali dei distretti sanitari specie con la recrudescenza dei crescenti casi di Covid. Uno dei dati che più ci ha colpito è il fatto che nel piano di fabbisogno triennale solo per il 2022 l’amministrazione prevederebbe la diminuzione di ben 65 infermieri rispetto al 2021. Un dato sicuramente allarmante o quantomeno incomprensibile soprattutto se si legge con l’altro dato, quello del maggiore fabbisogno di un analogo numero di medici». Che cosa è cambiato insomma nel 2022 al punto da potersi permettere ben 65 infermieri in meno seppur a fronte di 17 oss in più. Ma soprattutto qual è il reale fabbisogno di ogni qualifica professionale? Come lo si è calcolato? Con quali criteri?».

elezione-uil-evangelista-marcello-3-650x488Domande a parte, «ci appare emblematico che assieme al prospetto del fabbisogno del 2022 non ci sia stata data alcuna chiave di lettura da cui poter iniziare a comprendere la bontà oltre che l’opportunità del piano stesso peraltro già deliberato. Slittare a data da destinarsi un confronto così importante non è un buon indice e soprattutto non lascia presagire nulla di buono sull’esito dello stesso. Lavoratori stanchi di lavorare sempre in condizioni di precarietà e sotto organico e un’utenza sempre più disorientata, costretta a lunghe liste di attesa o a doversi rivolgersi a pagamento al privato ma solo a condizione però di i averne la possibilità. Tutto questo da parte di una direzione a cui giusto pochi mesi fa avevamo dato atto di voler voltare pagina e che aveva appena chiuso con i sindacati e anche con nostra soddisfazione una contrattazione integrativa, quella del 2021, assumendo precisi impegni che però vengono per lo più ancora disattesi. Uno di questi era l’impegno di riconoscere i minuti di vestizione previsti da contratto anche a quei lavoratori del ruolo sanitario e socio sanitario assistenziale che svolgono il proprio orario di lavoro nelle 12 ore, un altro era il riconoscimento a tutti del diritto alla mensa come da contratto.

Nonostante però la norma contrattuale non lasci dubbi interpretativi c’è sempre qualcuno dell’amministrazione) che i dubbi, in questi casi, se li pone ben volentieri, pur di lesinare qualche centesimo a chi avrebbe diritto a ben altri riconoscimenti. Alla prova dei fatti dunque la logica di questa Amministrazione è rimasta quella di sempre: quando va bene una proposta indecente piazzata lì per far discutere un po’ i sindacati, spesso una proposta al ribasso come quella formulata per il diritto alla mensa o per le premialità Covid, oppure direttamente un bel “No, non si può” o “non ci sono le risorse” o “non è previsto” o il classico “vedremo” per poi lasciare la soluzione al buon cuore dei giudici. Come a dire che chi non è d’accordo può sempre far ricorso e nel frattempo arrangiarsi come meglio crede. Peccato però che a doversi arrangiare e pure male siano sempre gli stessi: i lavoratori e gli utenti. Sono infatti sempre loro a pagare il prezzo più caro di questa gestione miope che oggi come in passato rivela l’enorme scollamento che c’è tra la “bassa manovalanza” ed i vertici. Forse però adesso qualcuno penserà di risolvere tutto questo con la nuova riforma del Servizio Sanitario regionale. Una riforma, magari condivisibile e che di sicuro rimette indietro le lancette dell’orologio di qualche anno con buona pace di chi aveva scommesso sull’Asur ma che, spiace doverlo dire, ben che vada, si ridurrà a qualche giro di poltrone. La questione non è di un modello piuttosto che un altro ma è questione di teste, di capacità e di valori. E se queste continuano ad essere le premesse allora, probabilmente, tutto nella sostanza rimarrà invariato come del resto è avvenuto in questi ultimi due anni. Per questo come Uil Fpl chiediamo ancora una volta con forza che il confronto con le parti sociali venga fatto, sempre, chiunque ci sia seduto davanti. Non ci si può insomma limitare a dire di volersi confrontare solo quando fa comodo. E poi, un attimo dopo, gli stessi sindacati vengono snobbati con un rinvio sine die e si tergiversa anziché affrontare in maniera costruttiva la discussione su un piano del fabbisogno del personale che non ci sembra essere proprio così coerente con i bisogni emergenti di una sanità pubblica che langue su tutti i fronti. Forse è tempo che ci si decida davvero ad entrare responsabilmente tutti nel merito delle scelte e soprattutto occorre porsi qualche domanda di fondo». Ad esempio, dice la Uil, «come quella che si ripete tutta la gente comune che fa fatica ad arrivare a fine mese: Come mai cambia sempre tutto per non cambiare mai niente? Come mai chi in sanità lavorava male ieri, durante la pandemia o anche prima, mettendo a rischio la propria sicurezza e quella degli utenti, continua a lavorare sempre peggio ancora oggi?».

https://www.cronachemaceratesi.it/2022/07/13/corsa-alla-quarta-dose-centro-vaccinale-preso-dassalto-piu-di-duecento-dosi-in-una-mattina/1658292/

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