Gianni Genga
Incarico quinquennale per la direzione della struttura operativa complessa Direzione medica del presidio ospedaliero unico dell’Av3. Pubblicato oggi all’albo pretorio l’avviso pubblico per la selezione appena citata. La determina porta la firma della direttrice generale dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi e prende le mosse – la parola non tragga in inganno, i tempi sono pur sempre quelli della burocrazia – dal fatto che il primo febbraio scorso è andato in pensione Gianni Genga, titolare del ruolo citato, pur se in aspettativa da anni essendo stato nominato direttore generale dell’Inrca di Ancona.
In ogni caso, il piano triennale delle assunzioni prende appunto la copertura del posto in questione e dunque ci si sta muovendo in tal senso. Sono passati diversi mesi da quando Genga è andato in pensione, ora – dopo l’autorizzazione dell’Asur regionale, carte su carte – c’è la pubblicazione dell’avviso pubblico, poi ci sarà la pubblicazione dell’avviso pubblico sulla Gazzetta ufficiale e si darà corso al termine dei trenta giorni per la presentazione delle domande di partecipazione. Poi ci sarà la nomina della commissione esaminatrice, la valutazione delle domande, l’esame dei titoli, i colloqui, infine la nomina. A giugno del 2020, nel ruolo di direttore medico dell’Area Vasta 3 era stato nominato, in via provvisoria, Carlo Di Falco, molisano di Guglionesi, specializzazioni in Gastroenterologia e in Igiene, incarichi direttivi in Abruzzo e in Campania come direttore sanitario di due importanti cliniche private, docente universitario della D’Annunzio a Chieti e della Cattolica del Sacro Cuore a Campobasso.
(l. pat.)
Il direttore sanitario Carlo Di Falco in servizio fino a 70 anni
Certo
Stavolta trovate e uno decente
Anna Longarini si candidi
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Propongo di cercare qualsiasi sostituto per ogni genere di attività attinente ai servizi ospedalieri non medici ma dirigenziali, comprese le fulgide menti in consigli regionali che da anni hanno e danno il peggio di loro in tutto e per tutto con specifica antipatia verso la sanità che purtroppo non conoscono. Diciamo che fanno finta, perché pur affossandola in continuazione e sto parlando della pubblica, loro preferiscono occuparsi della privata con cui hanno una più specifica collaborazione che specialmente a loro dovrebbe essere vietata da spietati carnefici pronti ad arrestarli ogni volta che si trovano in flagranza di furbizia. Essa, sempre dovuta alle conoscenze e soprattutto alla massa di denaro che normalmente hanno la possibilità di trattare e proveniente per una paradossale quanto inspiegabile ( per modo di dire) dai martoriati operai, pensionati all’osso ecc. da cui succhiano la loro linfa, cospicua, presente e mai scarsa che usano largamente alla faccia di chi aspetta, di chi non aspetta più, di chi decide di pagare aggiungendo qualche ristrettezza in più che non guasta mai.” È nell’eccesso che si vede il cesso” (Jean Paul Reverse) . Comunque sto parlando del Canile di Civitanova dove ci sono cani che hanno fatto corsi specifici, sia in ambito civile che in organizzazioni paramilitari da non confondere come raccomandati molto ferrati non come cavalli ma nell’arte della paraculite senza soluzione di continuità. Ottimi come controllori, preparati, modesti e spesso più cordiali, educati, preparati, simpatici e che quando aprono bocca per abbaiare sanno quel che dicono diversamente da chi la apre perché nessuno gliela chiude con ago e filo come direbbe un sarto idiomatico.