L’appello di Gentilucci:
«Adeguare del 30% il contributo
concedibile per la ricostruzione»

SISMA - Il sindaco di Pieve Torina si rivolge al presidente del consiglio Draghi e al commissario Legnini: «La ricostruzione rischia di trovare un ostacolo insormontabile, con tutte le conseguenze nefaste che ne deriverebbero»

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Alessandro Gentilucci

«È inaccettabile che lo Stato adotti pesi e misure diverse in merito alle possibilità di ricostruzione scegliendo di non equiparare i cittadini del cratere con quelli fuori del cratere». A parlare è il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, preoccupato che la ricostruzione post sisma segni un nuovo stop a causa dell’incremento dei prezzi delle materie prime. «Sostanzialmente chi è fuori e vuol usufruire del superbonus per migliorare la propria abitazione, dispone di maggiori opportunità e agevolazioni rispetto a chi ha subito la devastazione della casa a causa del sisma e deve, per necessità, ricostruire. Un esempio concreto: per acquistare un infisso, compresa la messa in opera, all’interno del cratere vi è un massimale di contributo concedibile che si aggira intorno ai 400 euro; per acquistare lo stesso infisso fuori del cratere, non per necessità di ricostruzione quindi ma per un semplice adeguamento, il massimale di contributo concedibile è pari a circa 780 euro, esclusa la messa in opera per la quale sono previste risorse aggiuntive. Si tratta di una sperequazione intollerabile per la quale faccio appello – conclude Gentilucci – al presidente del consiglio Draghi e al commissario straordinario Legnini affinché si adoperino per adeguare almeno del 30% il contributo concedibile all’interno del cratere. Diversamente, la ricostruzione rischia di trovare un ostacolo insormontabile, con tutte le conseguenze nefaste che ne deriverebbero».

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