Nuovo Ipsia “Renzo Frau”
da costruire in 330 giorni:
la missione della Bocelli Foundation

SAN GINESIO - Presentato il progetto per la struttura da 2.700 metri quadrati e un costo totale che sfiora gli 8 milioni di euro. Il tecnico della fondazione Massimo Alvisi: «Speriamo che per l’anno scolastico 2023-2024 la scuola possa essere a disposizione. Solitamente si prevedono circa 500 giorni di lavoro»

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I presenti alla presentazione del progetto

Una struttura da duemilasettecento metri quadrati, per un costo totale che sfiora gli otto milioni di euro, da costruire in 330 giorni. È la sfida messa in campo dalla Andrea Bocelli Foundation per ospitare il nuovo Ipsia “Renzo Frau” di San Ginesio, dopo quelle portate a termine con le scuole di Muccia, Camerino e Sarnano.

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L’area del cantiere

È stato presentato questa mattina il progetto che ha l’obiettivo di «restituire il giusto valore alle scuole professionali – ha detto il direttore generale di Abf, Laura Biancalani -. Da questi istituti dovranno uscire validi professionisti senza i quali l’Italia morirebbe». Proprio per questo motivo il progetto si pone come modello per l’intera penisola ed è stato pensato con la stretta collaborazione della scuola. «L’istituto – ha evidenziato Laura Biancalani – ha avuto un ruolo fondamentale nel lavoro di progettazione». Presenti, nel corso della mattinata servita ad illustrare il progetto e i prossimi step, il sindaco di San Ginesio Giuliano Ciabocco, il presidente della Provincia e sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, la dirigente dell’istituto “Renzo Frau” Ida Cimmino, il direttore generale di Abf Laura Biancalani e i tecnici della Fondazione: Paolo Bianchi, Massimo Alvisi e Serafino Carli. Collegati in remoto il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini e il sub commissario Gianluca Loffredo. «Vorremmo che questa scuola diventasse un modello – ha spiegato Giuliano Ciaboccoche non sia legato solo al territorio ginesino, ma che vada oltre i confini regionali. Abbiamo avuto la disponibilità, da parte del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti, di poter avere un convitto a servizio del nuovo istituto che servirebbe a chiudere il cerchio».

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Da sinistra: Serafino Carli, Ida Cimmino, Sandro Parcaroli, Giuliano Ciabocco, Laura Biancalani, Paolo Bianchi, Massimo Alvisi

«Questo progetto ambizioso – ha detto Massimo Alvisi – vuole dare importanza alle scuole professionali rispetto a quelle che le famiglie, purtroppo, ritengono spesso migliori. Vorremmo che fosse un progetto pilota. Presenteremo due grandi laboratori di più di 800 metri quadri nel complesso: per il legno, la meccanica, la meccatronica, e stiamo cercando di creare un angolo per la liuteria che potrebbe portare a San Ginesio studenti provenienti dall’estero. La struttura, su due piani, sarà di oltre 2700 metri quadri, composta da una palestra aperta anche alla comunità. Il piano terra è destinato all’agorà centrale per l’accoglienza, mentre al piano superiore ci saranno dieci aule unite a coppie: potranno essere separate o diventare grandi fino a 80 metri quadri. La scuola è stata progettata per un numero di alunni superiore rispetto all’affluenza raggiunta finora, perché siamo convinti che avrà una grande capacità attrattiva. Abbiamo fatto una scelta originale dal punto di vista architettonico: legati al problema dell’aumento dei prezzi delle materie prime, abbiamo pensato a una struttura che possa dare il massimo in tema di sicurezza. Sarà prefabbricata, in calcestruzzo realizzato con materiali riciclati, provenienti dalla demolizione degli edifici distrutti dal sisma. A basso consumo energetico e con un impianto fotovoltaico di oltre 40 kw per renderla quasi autonoma».

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L’intervento del sindaco Giuliano Ciabocco

Per quanto riguarda i prossimi passaggi, l’obiettivo, come sempre per Abf, è quello di procedere spediti. «Il progetto dovrà essere validato – ha detto Alvisi – poi ci sarà il tempo necessario all’acquisizione dei pareri della Soprintendenza e del tavolo della conferenza dei servizi, poi la gara d’appalto. Non sarà un progetto per tutte le ditte – ha specificato -. La prospettiva è che tutto questo processo possa finire entro la fine di settembre e che tra ottobre e novembre si possa iniziare. Abbiamo previsto 330 giorni di lavoro, dando un punteggio maggiore a chi prometterà tempi più brevi. Speriamo che per l’anno scolastico 2023-2024 la scuola possa essere a disposizione. Per una struttura come questa solitamente si prevedono circa 500 giorni di lavoro». Il sub commissario alla ricostruzione, Gianluca Loffredo, ha rassicurato sui tempi, evidenziando che «ad oggi sono state superate tappe importanti che ci avvicinano alla realizzazione di questo progetto interessantissimo dal punto di vista di sostenibilità ambientale. Da qui a qualche settimana andremo ad approcciare una conferenza speciale dei servizi per approvare il progetto e poi si passerà ai lavori. Il Rup è impegnato da diverse settimane e, appena ci sarà l’approvazione, si proseguirà con la fase successiva». Gli ha fatto eco il commissario Giovanni Legnini. «È un percorso molto originale dal punto di vista del modello organizzativo – ha ammesso – e sta dando ottimi risultati. Tra le priorità, quella del patrimonio di edilizia scolastica rappresenta un momento di grandissimo rilievo per noi, per tutte le ragioni legate alla funzione che la scuola svolge».

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Ida Cimmino

A questo punto il sindaco Ciabocco non si è trattenuto nell’evidenziare «la differenza tra Legnini e chi lo ha preceduto: lui lo sta facendo con il cuore e i suoi predecessori lo hanno fatto per altri motivi». Sandro Parcaroli ha ricordato la vicinanza del comune di Macerata alla causa di San Ginesio. «Il 5 settembre scorso abbiamo messo a disposizione lo Sferisterio, teatro dell’intera provincia, alla Fondazione Bocelli per portare sul palco un evento di successo necessario a reperire una parte dei fondi necessari al progetto». Il lavoro di rilancio dell’istituto professionale di San Ginesio è già partito, nell’attesa della consegna della nuova struttura. «L’incontro con la Fondazione è stato molto fortunato per l’Ipsia – ha ammesso la dirigente Ida Cimmino -. Abbiamo concretizzato la riforma della scuola che fino a quel momento era rimasta troppo sulle idee e poco sui fatti. È un cammino che con Abf ha iniziato a prendere corpo sugli spazi fisici studiati insieme ai docenti per compiere il processo di innovazione della scuola sul territorio. Il processo è stato molto stimolante per i docenti e per me, perché abbiamo visto come la riforma scolastica sugli istituti professionali può diventare realtà. A primavera scorsa abbiamo aperto il Comitato tecnico scientifico con Unicam, Unimc, Confindustria e circa trenta aziende del territorio che si rivolgono agli ambiti dell’Ipsia. L’obiettivo è quello di avvicinare quanto più possibile l’esigenza delle aziende ai percorsi formativi e noi abbiamo già iniziato a farlo: siamo diventati scuola di adozione di Poltrona Frau dove gli studenti svolgono i tirocini e molto spesso la Simonelli Group e Faggiolati Pumps premiano con borse di studio i nostri ragazzi. La nuova scuola sarà lo spazio fisico di realizzazione del nostro progetto didattico: ambizioso ma anche realizzabile».

(Redazione CM)

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Sandro Parcaroli

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Laura Biancalani

Pubblico

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