di Gianluca Ginella e Laura Boccanera
Medicina d’urgenza piena, uno dei container pure è pieno e nel secondo ci sono 4 pazienti in cura con le monoclonali. È la fotografia della situazione al pronto soccorso di Macerata, diretto dal primario Emanuele Rossi, alle prese con la quarta ondata del Covid. «Stiamo tenendo, con le unghie e con i denti – sottolinea Rossi -. Gli accessi aumentano: sia di pazienti Covid che non Covid ma al momento la situazione è sotto controllo e viene gestita in maniera corretta.
I casi sono meno gravi rispetto al passato, diciamo che oggi l’1% dei contagiati con la variante Omicron viene in ospedale mentre in passato era il 3-4%. Va detto però che se il quadro clinico è meno grave questa è una variante molto più contagiosa delle precedenti». Questione di numeri, spiega il primario: «ovvio che l’1% su mille persone è niente, l’1% su un milione è tantissimo. Per questo è necessario adottare assolutamente tutte le procedure per evitare il contagio: massima igiene delle mani, mascherine ovunque. I contagi sono nettamente di più rispetto a prima».
Al momento ci sono 8 pazienti Covid a Medicina d’urgenza, «sei nel primo container, che è pieno, mentre nel secondo container abbiamo quattro persone che sono in cura con le monoclonali» spiega Rossi. Tra i ricoverati a Macerata «all’incirca metà è vaccinata e metà no, certamente i vaccinati stanno meglio di chi non lo è» spiega Rossi.
Il pronto soccorso di Civitanova
Il primario sottolinea che la situazione è sotto controllo a Macerata «con gli accessi che sono commisurati al personale in servizio. In caso dovesse aumentare in maniera improvvisa il numero di pazienti Covid l’Area Vasta, diretta da Daniela Corsi, predisporrà un modello organizzativo differente». Il problema, comunque «è che ci sono molti più contagiati quindi il rischio è che l’incremento smodato dei contagi porti in ospedale, pur se la variante è meno aggressiva, un numero di pazienti enorme». La variante Omicron «si contrae come le altre, con le goccioline di saliva. Può rimanere anche per un breve periodo sugli oggetti. In questo caso il contagio avviene toccando l’oggetto e portando le mani alla bocca».
Da Macerata a Civitanova dove la situazione appare più grave.
La primaria del pronto soccorso, Rita Curto
La primaria Rita Curto esce dall’ospedale dopo 12 ore di lavoro in area covid perché dal pronto soccorso mancano 5 medici e si è reso necessario un ordine di servizio per medici da altri reparti per coprire i turni.
Oggi erano 13 i pazienti ricoverati nell’area Covid: «arrivano in continuazione – dice la dirigente – e sta succedendo oltretutto che molti che si recano al pronto soccorso per altre patologie scoprono qui di essere positivi e asintomatici e dobbiamo trasferirli nell’area Covid dove abbiamo ad ora pazienti col casco e altri due che dovranno metterlo a breve.
Oggi quando arrivano i pazienti facciamo a tutti il rapido come ulteriore forma di sicurezza e molti scoprono così di avere il Covid. E quindi nell’area sporca oltre a chi ha problemi respiratori dovuti al virus ci sono malati cardiologici, ginecologici, psichiatrici, c’è di tutto. Il reparto di semintensiva Covid è pieno con 7 posti letto occupati. E il grosso problema è che c’è meno personale dello scorso anno. Qui mancano 5 medici, è diventato un inferno, è davvero una guerra. Attualmente abbiamo tramite un ordine di servizio reperito medici di altri reparti per coprire i turni al pronto soccorso. Doveva essere personale in più per far fare un po’ di riposo ai medici del pronto soccorso, ma alla fine coprono i turni gestendo i pazienti meno gravi. E oltretutto un solo medico in area Covid con questi numeri comincia ad essere di difficile gestione. Io stessa sto nell’area Covid, ma spesso devo svolgere anche mansioni di dirigenza e quindi la stanchezza si sente». L’apertura del Covid hospital potrebbe essere una soluzione? «Non sarebbe comunque indolore – commenta Curto – perché occorrerebbe spostare i medici dai reparti e verrebbero comunque meno altri servizi stante lo stesso personale».
Tornando a Macerata, nelle passate ondate era stata aperta la ex palazzina di Malattie infettive, al momento però questo non è possibile perché sono in corso dei lavori.
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Pur sapendo che questa pandemia non finirà piu, parole della Capua, qui ancora non si è partiti per cambiare la gestione sanitaria pubblica, sarà lunga ma se non si inizia mai….in due anni di pandemia tutto è fermo come allora….mancanza di volonta? o disorganizzazione totale perché incapaci?
QUI SI DEVE CHIUDERE PER UN PERIODO DI TEMPO, PERCHE’ LA SITUAZIONE STA DIVENTANDO INCONTROLLABILE!!
I governanti ancora non si rendo conto, fanno finta di non capire che devono assumere anche per un perido, infermieri e medici, siamo in emergenza, bisogna dare il cambio al personale che da due anni sta dando il massimo per risolvere questa triste emergenza,, non basta dire che sono eroi, forza, ci vogliono fatti BASTA CON LE PAROLE. chi ha questa autorità deve sbattere i pugni sui tavoli deve farsi sentire, non aspettate che lo fanno i sindacati, tanto sono tutti sulla stessa barca.