«Quattro no vax sospesi
sui 2.200 medici dell’Ordine»

MACERATA - Il presidente Romano Mari stima che in provincia il provvedimento sia stato preso verso lo 0,2 percento degli iscritti

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Romano Mari

 

di Luca Patrassi

Quattro medici sospesi dal lavoro perchè non vaccinati su un totale di circa 2.200 iscritti all’Ordine dei medici della provincia di Macerata guidato dal presidente Romano Mari. A leggere il dato e trarne conclusioni si è legittimati a sostenere che la quasi totalità dei medici maceratesi abbia risposto positivamente all’obbligo vaccinale, a leggere le dichiarazioni di alcuni operatori sui gruppi No vax si potrebbe avere un’impressione diversa. Insomma, stando all’ufficialità, poco più dello 0,2% dei medici maceratesi sarebbe non vaccinato. L’argomento è di quelli insidiosi, capaci di creare un vespaio infinito di polemiche ed anche i vertici dell’Azienda sanitaria sul tema tacciono. Il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Macerata evidenzia un solo concetto: «Su 2200 iscritti, abbiamo quattro medici sospesi che sono stati segnalati dall’Asur». Come dire che le statistiche si fanno con le notizie che arrivano dall’Asur dove la campagna di raccolta dei dati sulle vaccinazioni degli operatori sanitari non è che abbia brillato per risolutezza, speditezza e certezza del risultato finale: ci sono state centinaia di raccomandate iniziali, diffide ulteriori, memorie, problemi per via di informazioni sui domicili non sempre attendibili, annunci di sospensioni per operatori in realtà vaccinati e il dubbio finale che non ci sia stata tutta questa voglia di definire velocemente la questione, ma appunto si tratta solo di impressioni. Poi si può discutere sui numeri ufficiali e sul fatto che i medici non vaccinati non rispettino un obbligo di legge, ma pure è utile rinfrescare la memoria ricordando come tra i quattro sospesi ci sia anche un medico sindacalista che ad inizio pandemia aveva attaccato duramente la direzione Asur dicendo che gli operatori sanitari venivano mandati allo sbaraglio senza protezioni adeguate. In tempi di cortei, polemiche, minacce di azioni legali e diffide, insomma sembra prevalere la logica del silenzio e dell’attesa di tempi migliori.

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