La manifestazione del 7 novembre a Macerata dopo l’omelia anti aborto di don Andrea Leonesi (foto di Fabio Falcioni)
di Federica Nardi
L’aborto in Italia e quindi anche nelle Marche è un diritto per legge (la 194). Ma nella nostra regione è effettivo? Forse non fino in fondo, come racconta Eva (nome di fantasia), una ragazza 28enne della provincia di Ancona che ha scritto alla nostra redazione per raccontare il suo percorso a ostacoli nel tentativo di accedere alla Ru486, la pillola abortiva che evita l’intervento chirurgico. La 28enne preferisce rimanere anonima e non fare nomi di professionisti e strutture. Il suo obiettivo dichiarato è lanciare «un monito, cerco di far suonare un campanello d’allarme, di riportare uno spaccato di verità».
Giorgia Latini, assessora regionale alle Pari opportunità
In Italia, dall’aggiornamento delle linee guida da parte del ministero della Salute, la pillola abortiva si dovrebbe poter assumere fino a nove settimane dal concepimento e senza bisogno di ricovero ospedaliero. Ma Eva racconta una storia molto diversa: la corsa contro il tempo per rientrare nelle sette settimane (limite previsto prima dell’aggiornamento), numeri che squillano a vuoto, operatori oberati di lavoro. Ed esprime una preoccupazione: «Sentire in questi giorni un’assessora della giunta regionale fare strane affermazioni sul restringimento della possibilità di accesso all’interruzione di gravidanza farmacologica mi fa accapponare la pelle. Come si può davvero pensare che il rispetto per la vita possa passare attraverso l’imposizione della maternità?». Il riferimento è alle parole di Giorgia Latini che dopo aver pubblicamente dichiarato di essere contraria all’aborto, in Consiglio regionale ha annunciato che sarà avviata una verifica di compatibilità tra le linee guida ministeriali e la legge 194, nel punto in cui le linee prevedono la somministrazione della pillola abortiva nei consultori. Al momento l’aborto farmacologico nelle Marche, da quanto riporta la Regione, è garantito solo in tre strutture ospedaliere: Urbino, Senigallia e San Benedetto.
Di seguito la testimonianza.
«Sono una giovane donna. In questo periodo mondialmente assurdo mi sono ritrovata a dover gestire una gravidanza indesiderata e oggi, da qui seduta nella mia stanza d’ospedale, mi sento in qualche modo chiamata a rendere pubbliche alcune delle riflessioni fatte nelle ultime settimane.
Sono entrata al consultorio con la volontà di procedere con l’ivg farmacologica, il metodo più utilizzato in nord Europa e che permette alla donna di attivarsi in tempi più brevi, senza anestesia e rischi operatori, consapevole che non sarebbe stata una strada in discesa. Sapevo infatti che nell’ospedale della mia città non si praticava l’interruzione farmacologica e sapevo anche della situazione d’inadeguatezza generale nelle Marche, la mia regione, sia per l’alta percentuale di obiettori sia per i pochi ospedali organizzati per la RU486, nonostante in Italia sia approvata ormai dal 2009 (10 anni fa).
Ho dovuto ripetere due volte le analisi per i valori ancora troppo bassi del Beta-hCG. Poi anche il consultorio mi ha dovuta rivisitare più volte, a distanza di alcuni giorni, prima di poter certificare la gravidanza. La gestazione viene confermata e datata solo quando l’ecografia mostra le evidenze. Così ho perso un’ulteriore settimana di tempo rimanendo, di fatto, con tempi ristrettissimi per accedere all’interruzione farmacologica.
In sostanza la situazione è questa: in Italia la Ru486 è somministrata ancora solo entro la settima settimana, ma prima della quinta è praticamente impossibile che si riesca a certificare la gravidanza con ecografia….Solo io mi accorgo che così “qualquadra non cosa”?
Intanto, per provare ad avvantaggiarmi, avevo chiamato ripetutamente il consultorio marchigiano indicatomi per l’interruzione farmacologica cercando di guadagnare tempo fissando magari già un appuntamento: per quattro giorni ho provato, il telefono squillava, poi passava una musichetta che avrebbe dovuto rilassarmi per poi lasciarmi con un “beep” da linea interrotta. Per ragioni Covid ho avuto la premura di non presentarmi di persona senza appuntamento e mi sono semplicemente affidata al consultorio del mio paese, pensando, forse ingenuamente: “ma tanto si parleranno tra consultori marchigiani, no?!”
Immaginate ora la mia espressione quando, finalmente certificata la gravidanza (comunque con soli due giorni utili di tempo per non uscire dalla scadenza della settima settimana), il ginecologo mi propina un foglio con lo stesso numero fantasma che avevo chiamato per giorni, dicendomi che per proseguire dovevo telefonare personalmente il prima possibile. Credo di aver perso colorito, poi riavuta ho calzato i miei indumenti da amazzone e ho preteso, spiegati anche i precedenti, che fossero loro stessi a chiamare, magari attraverso un numero interno, per farmi da ponte.
Niente. Era impossibile, a quanto pare non esistono numeri interni…Chissà quale antica faida può esserci stata, quale onta, quale lite ancestrale, se un ospedale per contattare un altro ospedale della stessa provincia si ritrova ad usare i numeri verdi dei poveri, comuni, miserevoli cittadini. Insomma, ottengo solo di provare a telefonare insieme. Quindi mi ripresento il giorno dopo ma già con l’amaro presentimento che tanto nessuno avrebbe risposto: avremmo solo ascoltato qualche minuto di fastidiose canzonette e poi il “beep”.
La segretaria del consultorio, quando le spiego che il giorno prima il dottore mi aveva detto di venire per telefonare al consultorio di riferimento per l’Ru486, mi guarda come si guarda un piccolo gattino ingenuo appena uscito da sotto un cassonetto dell’indifferenziata e mi dice che tanto, a quel numero, non rispondono quasi mai, lo sanno tutti. Ah vabè, se lo sanno tutti allora tutto bene. Quindi dopo aver telefonato come sanno tutti senza successo; la segretaria cerca di convincermi a fissare comunque, in previsione del buco nell’acqua, un appuntamento per l’interruzione chirurgica nella mia città, dopo quasi un mese di tempo. Eccomi allora che sfilo dalla borsa, per la seconda, forse terza volta, il vestito da amazzone: farfuglio qualcosa, chiedo spiegazioni, poi capisco che è davvero inutile. Lei non è disponibile ad aiutarmi, non so se per incompetenza, poca volontà o reale impossibilità, ma è inutile. Allora mi alzo, salgo in macchina e faccio la strada per recarmi personalmente dai fantasmi.
Intanto con il cuore in gola per la reale paura di uscire dalle sette settimane e dovermi poi quindi realmente sottoporre, chissà quando, ad un intervento chirurgico, telefono anche ai consultori fuori regione. In Emilia-Romagna rispondono: sono pieni, i tempi sono stretti, il Covid è un disastro, ma mi lasciano un numero per fissare l’appuntamento e provare poi ad inserirmi.
Nel mentre, ancora vestita da amazzone arrivo al consultorio dove anche se vestiti di bianco, scopro che i fantasmi non erano fantasmi, anzi: ho trovato una ginecologa splendida, capace, professionale e disponibile. Lì nessuno risponde perché non c’è proprio il tempo materiale per alzare la cornetta e probabilmente nessuno paga per potenziare il servizio. La ginecologa “fantas-magorica” mi trova uno spazio in ospedale per la farmacologica, intuisco che fa qualche salto mortale con avvitamento ma ci riesce. Ed ecco che davanti a lei, in piena visita, mi si sbottona il vestito da amazzone e scoppio a piangere. Sono stanca.
Durante le visite e le telefonate che non conto più mi sono anche sentita dire cose come: “Signorina, ma tanto siamo sotto le feste”, come se le donne a Natale e a Pasqua smettessero di essere incinta. Io comprendo perfettamente le difficoltà della situazione emergenziale, comprendo i difetti umani, li ho anche io, ma non posso giustificare la carenza di un servizio che è un nostro diritto, per cui si è lottato e per cui paghiamo.
La mia non è una denuncia, non mi interessa fare nomi o puntare coltelli alla gola. Il mio è solo un monito, cerco di far suonare un campanello d’allarme, di riportare uno spaccato di verità: secondo me così non può andare bene, possiamo sicuramente fare di meglio.
Mi ribolle il sangue se penso che io ho potuto vedere garantiti i miei diritti perché ho tirato fuori le unghie per averli, perché ho rotto le scatole, perché ho perso un sacco di tempo e risorse. Ma se una donna non avesse le conoscenze per difendersi? Se non avesse il tempo e gli strumenti per lottare? Ma dove siamo? In uno stato di diritto o nella giungla?
Io, insomma, sono una privilegiata; assurdo no?
La Giunta in Consiglio regionale (Foto Giusy Marinelli)
I dati parlano chiaro: nelle Marche solo il 6% delle donne accede all’Igv farmacologica e a livello nazionale solo il 20,8 %. Interrompere una gravidanza è impegnativo, io non ho trascorso settimane da cartolina, e trovo ingiustificabile complicare, per negligenza o incompetenza che sia, una situazione umana già tanto delicata.
Sentire inoltre in questi giorni un’assessora della giunta regionale, tra l’altro alle pari opportunità, donna, fare strane affermazioni sul restringimento della possibilità di accesso all’interruzione di gravidanza farmacologica mi fa accapponare la pelle.
Invece di parlare di come potremmo migliorare, di come adeguarci alle linee guida, di come attuare il prolungamento dell’accesso fino alla nona settimana, si sta ancora mettendo in discussione un diritto fondamentale.
Come si può davvero pensare che il rispetto per la vita possa passare attraverso l’imposizione della maternità? Non confondiamo continuamente cause con effetti. La superficialità e l’irresponsabilità (con quali parametri dovremmo poi giudicarli rimane un mistero) con cui alcune donne potrebbero, forse, accedere al servizio non ha nulla a che vedere con la legittimità del diritto in sé. Investiamo quindi sull’educazione sessuale e sentimentale invece di riesumare la caccia alle streghe e le crociate. Possiamo davvero fare di meglio.
In Italia il maggio 1978 con la legge 194 sancisce il diritto per le donne di interrompere una gravidanza entro il 90esimo giorno per ragioni di salute fisica e psicologica, per questioni economiche, materiali e familiari. Quando si parla di salute psicologica e fisica si parla di diritto universale alla salute riproduttiva e del diritto per le donne di potersi determinare decidendo anche in merito alla propria procreazione. Prima del 1978 l’interruzione di gravidanza era un reato penale, sia per la donna sia per il medico che la praticava. Le gravidanze venivano interrotte ugualmente, ma di nascosto, clandestinamente, con tutti i rischi e le disgrazie connesse. Ad oggi sono passati 40 anni».
Striscioni in Regione e a Torrette: «L’aborto deve essere libero Basta fondi alla sanità privata»
È più facile avere; preservativi, pillola, DIU, cerotto contraccettivo, anello contraccettivo, pillola del giorno dopo..... Ma ha fatto bene lottare per un suo diritto. È un suo diritto!
Esiste una corretta informazione sull'uso dei contraccettivi??
Un po' di riservatezza no eh! Lo hai fatto, è stata una tua scelta, non serve a nessuno che lo vai sbandierando
Fernando Feliziani ma cosa stai dicendo? Apparte che non ha fatto nomi e apparte che è anonima...ma in questo caso sbandierare vuol dire fare valere i propri diritti...se tutti stiamo zitti il paese non cambia in meglio.
Il problema esiste??? in tutta Italia??? C'è una legge e va rispettata in tutte le sue parti ma se si decide per l'aborto il medico non si dovrebbe opporre per obiezione di coscienza come pare molti medici purtroppo farebbero.
L'avete voluti! Ora pedalate!
Una così in gamba poteva evitare l'anonimato. Con le sue unghie e il suo vestito da amazzone temeva di essere giudicata male? O forse, in fondo, sa in cuor suo che abortire non è poi così degno di plauso?
È obbligatorio usare il preservativo? NO! È legale abortire SI Stop. Non c'è da discutere. Sto fatto che rispettiamo solo leggi che ci fanno comodo è patetico. Capisco che molti "difensori della vita" auspicherebbero un ritorno dello stato pontificio così il bigottismo di stato manderebbe al rogo queste malefemmine. E visto che alcuni lo hanno citato, i ginecologi obiettori dovrebbero andare a lavorare negli ospedali della chiesa, ma la legge gli da questo diritto e rimangono lì.
Già dai primi commenti su una ragazza che ha solamente detto la sua esperienza, vi si può tranquillamente dire che...siete più tarati di una bilancia
Alessandro Bartolini i Marchigiani....e nn solo
Si tratta di diritto di ogni donna,va rispettato.Punto
Anna Szul e quello del bambino dove sta?!?
Graziella Cardinali Travaglini Pensiamo ai diritti spesso violati di bambini gia nati.Grazie.
Dal 200 A.C. é tutto linea allo studio
vorranno tornare alle vecchie care mammane( io penso che già ci sono....e sarà pure gente laureata che in pubblico magari si dichiara obiettore....a pensar male....)
Marche stiamo tornando allo Stato Pontificio, anzi peggio!
La legge 194 , è fatta per questo è al consultorio prima volta che vai propone la pillola ru486 poi sta a te decidere insieme ad personale sanitario .. per ciò non dite stupidaggine
Alle molte persone che hanno scritto commenti che denotano condanna al diritto allaborto consiglio fortemente la lettura di Le regole della casa del sidro, è un po lunghetto, ma tanto ste feste non potrete fare un cavolo, vi aiuterà se non altro a passare il tempo e magari a capire tante cose.
Quanta grettezza e limitatezza nei commenti..
Uccidere gli innocenti non è un diritto ma un crimine anche se uno lo fa senza rendersene conto
come si fa oggi come oggi ad avere gravidanze indesiderate con tutta la educazione che c' e' in merito
Educazione????!!!! Ma di chi???!!! A me non risulta che esistono contraccezione ( a parte profilattico) di largo uso per gli uomini! Quindi come sempre parliamo di educazione delle donne a riguardo??? È sempre stato, ed è tuttora un problema che debbono affrontare le donne, quello di una gravidanza indesiderata. Mai, e poi mai che uomo viene tirato in causa, mai conseguente per un uomo, mai che viene stigmatizzato o additato.! Le donne che abortiscono-assassine, gli uomini che hanno partecipato??? Boh, poveretti, non è mai un problema loro! Quindi, per cortesia, le donne retrograde, bigotte , non le capisco, ma gli uomini che in questa problematica che parlano a vanvera, è abbastanza intollerabile. NESSUNO FA NULLA IN QUESTA SOCIETÀ PER EDUCARE LE PERSONE A EVITARE UNA GRAVIDANZA INDESIDERATA, MA TUTTI SI ELEGGONO A GIUDICE DI STI DUE STIVALI............chiudo e passo
Basta usare preservativi di qualità , alla vecchia maniera
Italo Maria Ricciardi non sempre sono efficaci... sai quanti conosco che hanno figli fatti per sbaglio.
<> negligenza o incompetenza, sono accuse gravi da dimostrare <>
Dai commenti... Direi che è Tutto. A voi la Linea studio .. Nel 1500!!
Schiaffoni...qualche volta servono i schiaffoni per fare valere i propri diritti!
Si è un diritto, se non esistesse ci sarebbero gli aborti clandestini ecc. L'igv farmacologica deve essere garantita, ma questi toni da eroina sono fuori luogo!! Gli eroi sono altri, più pacatezza e meno enfasi! Non ha salvato il mondo
Guardali come stanno li a battibeccare sui diritti, mentre c'è li han tolti tutti per il covid, certo che siete una massa di ipocriti.
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Ho un’amica ( che non faccio il nome) che non ha abortito anche se l’ex fidanzato voleva che abortisse.
Perché, questo è “cambiare in meglio?”
Si può stare attenti prima, e di modi c’é ne sono tanti, anziché poi cercare rimedi Innaturali.
Signorina amazzone, rapporto occasionale con sconosciuto? Nel suo romanzo non viene nominato. Mai sentito parlare di preservativi? Comunque pillola o intervento rimane sempre un omicidio.
…vedo soprattutto strumentalizzazione in tutti questi “sbandieramenti” e poco altro, se non, in nome dei diritti, fregarsene di tante altre cose che, in molti casi, possono anche essere più importanti di certi “diritti” e che col bigottismo (la difesa della vita è bigottismo!? Ma cambiate disco che è meglio, siete veramente patetici…) non hanno nulla a che vedere!! gv
Non si usa il preservativo probabilmente per motivazioni ecologiche. Quindi meglio distruggere una vita senziente – ripeto: senziente – da buttare via nel gabinetto. E’ la civiltà che avanza. Poi, ci si lamenta delle pandemie… Dopo aver seminato vento, arriva la tempesta.
vergognatevi solo a parlarne, con tutto quello che si deve affrontare, con tutte le cose non fatte, ci sarebbe da studiare mattina e sera, siccome un detto dice….voglia di lavorare saltami addosso lavora tu per me che io non.posso….in aggiunta non sono all’ altezza del loro compito ..quindi vanno a ripescare una legge di 42 anni fa per raccimolare voti di bigotti con amanti i piu puliti, gli altri tutti clienti di social in cerca di sesso, alcuni con figli fuori dal matrimonio, questi finti umani difensori della vita mi fanno ridere poi se donne sono da cancellare….lottiamo per una legge che tuteli la salute, poi chi vuole essere contrario non.la mette in.pratica.
È eclatante che non ve ne importa un fico secco, vi servono i voti della chiesa…siete in campagna politica non smettete mai.
Dio, Patria e Famiglia!!. Se si abortisse in sacrestia, sai che fila!!
Quando la Legge passo’ , in parlamento , furono moltissimi a sostenere che da ” diritto ” , si sarebbe trasformato in ” metodo contraccettivo “. E cosi’ è stato. Poi , nascondetevi pure su frasi ipocrite del tipo ” interrompere la gravidanza” che tradotto sta ha significare ” ho soppresso un essere umano”. Con troppa faziosita’ si rivendica un diritto che cela il progressivo decadimento dei costumi….intanto facciamo sesso libero che poi , se succede qualcosa , c’è sempre la pillola del giorno dopo.O l’intervento classico. Ed a rimetterci , in questo calderone , sono proprio le ultime , le emarginate , le stuprate , le abusate , quelle prive di mezzi , quelle che non hanno voce….avanti tutta , amazzoni della liberta’ sessuale , nipotine di quelle che in piazza ci grivavano : ” l’utero e’ mio e me lo gestisco io “. Non è con gli uomini che dovrete fare i conti ma con il Creatore. Prima o poi al suo cospetto vi presenterete anche Voi. Sarei curioso di sapere politicamente come siete orientate….
Gentile Feliziani stia tranquillo la sua chiesa alla fine perdona tutti ….se poi si ha la possibilità di non morire all’ improvviso ma soffrendo l’ essere umano quando soffre si avvicina a Dio ( eclatanti molti non credenti in quelle condizioni lo diventano e sono talmente pentiti che la chiesa ci dice Dio ti accoglie)…… però…..
Forse è opportuno leggere e seguire dei teologi dove tra le righe dei loro scritti si celano discorsi filosofici perché di concreto il nulla che molto ci può dire e insegnare.
Giovanna Capodarca Agostinelli, brava brava brava