Prof Ferranti, Adornato agli studenti:
«Reagite ma senza rabbia né pregiudizi»

MACERATA - Il rettore Unimc risponde all'appello di Officina universitaria, dopo le parole della docente che aveva difeso don Leonesi: «La supponenza fideistica non aiuta al confronto e, in quanto tale, non richiede né smentite, né prese di posizione. Su quest’ultimo punto, rispetto al precedente episodio svoltosi in un’aula universitaria, è fuori luogo intervenire perché trattasi di una individuale espressione di pensiero, magari oltraggiosa, che va affrontata sul piano culturale»

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Il rettore Francesco Adornato

 

«Carissime studentesse e carissimi studenti, capisco la vostra indignazione e ne sono solidale. Reagite, però, come raccomandava Tacito: “sine ira et studio”», cioè senza rabbia né pregiudizi. Così il rettore Unimc Francesco Adornato risponde all’appello lanciato dai ragazzi di Officina universitaria, che avevano chiesto una presa di posizione in merito alla polemica che si è scatenata intorno all’omelia del vicario della Diocesi don Andrea Leonesi. Il parroco dell’Immacolata aveva paragonato l’aborto alla pedofilia, elogiando la Polonia per la legge anti-abortista e auspicando il ritorno di una classe politica cristiana capace di invertire la rotta anche in Italia. In particolare, Officina universitaria aveva chiesto un intervento del rettore per le parole in difesa di don Leonesi spese dalla prof Unimc Clara Ferranti. La docente, che già in passato era finita nell’occhio del ciclone per aver pregato in classe invitando i ragazzi a dire un Ave Maria, candidata alle ultime Comunali con il Popolo della famiglia, sposando i concetti espressi dal vicario e paragonando l’aborto all’omicidio. Oggi è arrivata la risposta di Adornato all’appello lanciato dagli studenti.

Ecco la sua lettera integrale:

«Carissime studentesse e carissimi studenti,

Voi ben sapete dell’attenzione e della cura che l’Ateneo e il Rettore rivolgono alla componente studentesca del corpo accademico e quanto costante e fruttuoso sia il nostro dialogo. Un dialogo basato sul rispetto reciproco, anche quando le posizioni si rivelano divergenti. Anzi, abbiamo considerato le differenze un valore su cui fondare e irrobustire il nostro percorso formativo e la nostra crescita durante gli studi universitari.
Comprendo l’esigenza di rappresentare la Vostra opinione in difesa degli ideali di laicità (dello Stato e dell’Università) ed è un bene che lo abbiate fatto anche con passione, con la stessa passione con cui scrivo a Voi, davanti ad un pensiero semplificato e culturalmente fragile in cui noi tutti ci siamo imbattuti.
La supponenza fideistica non aiuta al confronto e, in quanto tale, non richiede né smentite, né prese di posizione. Su quest’ultimo punto, rispetto al precedente episodio svoltosi in un’aula universitaria, è fuori luogo intervenire perché trattasi di una individuale espressione di pensiero, magari oltraggiosa, che va affrontata sul piano culturale.
Non possiamo cadere nello schematismo uguale e contrario del “boicottare la Chiesa dell’Immacolata”.
Non abbiamo bisogno di guerre di religione e non bisogna caderne in tentazione. Abbiamo bisogno di coesione e di fiducia reciproca. L’Università, e l’Ateneo di Macerata in particolare, è un luogo laico per definizione che non sopporta l’oscurantismo, ma lo oltrepassa, illuminandolo di proposizioni culturali inclusive, che, invece dell’altezzosità dogmatistica, ricorrono al dubbio e all’umiltà.
La fede religiosa non va sbandierata con vessilli o spirito crociato, quanto invece deve essere animata dalla comprensione dell’altro e, in questo caso, dalla comprensione di quanto possa essere dolorosa per una donna la scelta di abortire, ancorché la legge lo consenta.
Carissime studentesse e carissimi studenti, capisco la Vostra indignazione e ne sono solidale.
Reagite, però, come raccomandava Tacito: “sine ira et studio”.
Con l’affetto di sempre». 
 

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