di Lucia Tancredi*
La distopia è come la cattiva novella: la prefigurazione o l’avvertimento di forze politiche, religiose, sociali che potrebbero portare a derive surreali, grottesche, qualche volta letali, raccontano i romanzi. In queste strane giornate dal futuro breve, s’affacciano alla mente i topi della peste di Camus, morire a mucchi con i piccoli musi insanguinati, e poi spargere sugli umani i sozzi bubboni.
Un’immagine dalla serie tv tratta da Il racconto dell’Ancella
Oggi, dopo l’omelia di don Andrea Leonesi rimbalzata sulle prime pagine nazionali, la legittimazione del Vescovo, il silenzio delle istituzioni, la distopia è quella di essere finiti nella repubblica teocratica di Galaad, come ce la figura Margareth Atwood ne Il racconto dell’Ancella. La scrittrice avverte di “non inventare nulla gratuitamente”, perché un fondo di verosimiglianza c’è in questo fantomatico futuro in cui si decide di applicare alla lettera la Bibbia dividendo le donne in categorie: le Mogli, le Ecomogli per le classi sociali più svantaggiate, le Marte per le faccende, le Ancelle come schiave sessuali, grembi ad uso della riproduzione, come l’ancella Bilha che la sterile Rachele propone a Giacobbe.
Don Andrea Leonesi durante l’omelia anti-aborto
Don Andrea Leonesi parla come un tronista di Maria De Filippi; la sua capacità oratoria sgangherata e autoreferenziale, fuori da ogni controllo, è da tempo una leggenda metropolitana. Ma dal punto di vista dei contenuti è perfettamente in linea, il Vescovo può solo confermarla: in Polonia le donne protestano a favore dell’aborto, a detta di un prete polacco le femministe si denudano in chiesa, le donne devono sottomettersi ai mariti, la pedofilia è un male minore. Don Andrea non è un semplice sacerdote a cui consigliare di mettersi seriamente a studiare invece di fare lo spaccone improvvisando omelie; è il vicario del vescovo, tiene corsi prematrimoniali ai fidanzati. Non ha nessun dubbio, nessuna remora di fronte al mistero della potenza riproduttiva delle donne, che è qualcosa da controllare e manipolare. Certo che la pedofilia è un male minore, perché anche questa rientra in un sistema di dominio del simbolico maschile.
Il vescovo Nazzareno Marconi
Non siamo tanto lontani da Galaand e da un Medioevo astorico! Il Vescovo ribatte che, secondo la lezione degli storici contemporanei, non è vero che il Medioevo sia stato un’epoca di barbarie e di oscurantismo. Certo, ma come vivrebbe una donna nel Medioevo? La filosofa Luisa Muraro non avrebbe dubbi a rispondere: “altrove, altrimenti”. Un genio immenso come Ildegarda di Bingen, se fosse nata un secolo più tardi, sarebbe stata arrostita in uno dei roghi che arsero, tra le altre, la povera beghina Margherita Porete, colpevole di cercare un Dio femmina. Nove secoli dopo Ildegarda viene fatta Santa e Dottore di una Chiesa che ancora non l’ha capita. Per Ildegarda una donna sana, libera, dai sensi esatti non si farebbe spiumare il capo, velare, murare e mortificare in nome di nessun dio. Si ribella al suo superiore, l’abate Kuno, e fonda un monastero dove le sue monache si vestono di verde e di bianco, non si tagliano i capelli, studiano, danzano, cantano e erborizzano in grazia di Dio. San Paolo ha detto che le donne devono tacere in chiesa. Ildegarda non letteralizza: parla dalla cattedrale di Treviri e da tutte le chiese dall’ansa del Reno fino alla Scandinavia. Il vescovo di Magonza la scomunica perché si rifiuta di dargli il cadavere di un cavaliere seppellito nel suo convento. Come Antigone, lei obbedisce solo alla sua Legge, non ad una Chiesa che intriga nella laicissima illusione di possesso e di controllo. Il Medioevo astorico di questa vicenda maceratese ha non pochi aspetti distopici. Un imbarazzante sacerdote lefebvriano viene messo guardacaso nella parrocchia più colta e aperta spiritualmente, un tempo ritenuta enclave dei giovani cattocomunisti. Macerata diventa il caso nazionale. Il Vescovo ritiene di non dovere nessuna giustificazione. La giunta, sostenuta e legittimata dal Vescovo, tacendo acconsente. L’Università si esprime attraverso le parole assenzienti di una Dama della Fronda. A breve furoreggerà il modello polacco. Le Marte si daranno un gran da fare. Per Mogli ed Ecomogli ci sarà il giardinaggio. Quanto alla divisa delle Ancelle si pronuncerà don Andrea, lui sì che le capisce le donne!
*Lucia Tancredi, docente e scrittrice
Un'analisi perfetta. Da meditare a fondo, parola per parola. Uno scandalo le parole del vicario, meno che da medioevo, ma uno scandalo anche l'appoggio del vescovo e l'assordante silenzio delle istituzioni locali!
No ma... secondo qualcuno il vescovo ha chiarito benissimo!
Secondo me state esagerando!
No Don Leonesi parla da Sacerdote Cattolico e non esprime un suo parere.Mandategli una predica politicamente corretta come la vorreste voi
Eccone unaltra espertissima della vita della Chiesa.
Finalmente delle parole autorevoli non i soliti commenti da bar dello sport.
Il problema è aver detto che la pedofilia è meno grave dell'aborto.
Giustissimo.
Tra chiesa e sindaco, sembra una gara
Un prete così merita di essere scomunicato in perpetuo!
Mo da Barbara d'Urso siamo arrivati per sto deficiente
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Apprezzabile lo sforzo della Professoressa di argomentare con la prosa copiaticcia del Bardo: voto 6 meno meno. Imprecisioni storiche, svarioni sulla collocazione istuituzionale di giunte e vescovi e, infine, ditino castigatutti rendono l’intervento inutile e irritante e fuori tempo massimo. Direi: basta.
Non sparate sul vicario. Ad ascoltarla su youtube, quest’omelia di don Andrea Leonesi, gioviale e amante delle battute sin da ragazzo, un po’ fa sorridere e un po’ fa mettere le mani nei capelli, mentre le troppo educate ragazze della Fuci, presenti in presbiterio, in un momento topico del commento ad Efesini 5, 21-33, si portano la mano alla fronte, chinano e nascondono il viso.
Il parroco dell’Immacolata è prete solido e generoso, che ha tra l’altro cercato di valorizzare il rito antico non come eccezione elitaria bensì come patrimonio comune.
Nella medesima omelia poco felice ci sono molti passaggi interessanti, come quando egli ricorda il “non giudicare”; distingue tra unioni civili e matrimonio gay; rammenta che “gli omosessuali” vanno accolti nella comunità ecclesiale e che essi possono essere più santi degli altri cristiani; sottolinea la misericordia infinita del Signore che riesce a perdonare tutto riferendola proprio alla realtà dell’aborto; invita sé stesso e i fedeli ad aprirsi all’amore del Signore riconoscendo che “se Egli non ci tiene la mano sulla testa siamo capaci di tutto” e dunque piano con l’ergersi a giudici degli altri…
Insomma, Don Andrea non merita di subire da fuori mordacchie illiberali nel nome della libertà e da dentro anatemi fideistici per sentirsi più papisti del papa. Un incidente può capitare a tutti, niente strumentalizzazioni, niente pezze curiali.
Ma l’errore c’è stato e c’è forse anche un problema nella chiesa, di contesto, di atmosfera, di mentalità, di regole, se dall’altare si ritiene normale entrare a piedi pari in questioni politiche controverse e opinabili come la situazione politica e istituzionale polacca; se due temi sanguinanti prima che sensibili come aborto e pedofilia vengono trattati così maldestramente, e non magari con la tromba della profezia ma con la corda stonata della provocazione; se ci si rivolge all’assemblea dei fedeli con paternalismo quasi irridente: “fumatevi qualcosa prima di venire qua, così pensate a qualcos’altro”; se, con buona pace di tanta esegesi e altrettanta predicazione che contestualizzano nella storia e raccomandano una lettura unitaria del testo paolino, si rilancia il famoso invito quasi scagliandolo contro le sorelle presenti in chiesa e finendo per spezzare il filo prezioso delle analogie: “le mogli siano sottomesse ai mariti, capito care signore?, come al Signore… Il marito infatti è capo della moglie, dobbiamo insistere ancora?, come anche Cr… è capo della Chiesa…”; e se infine si ripete pure la battuta già rivolta ai fidanzati: “preferivo fare la moglie, se mi dovevo sposare, almeno dovevo stare sottomessa e basta, sarà stata dura ma…”.
Ite, Missa est. La chiesa prima di farsi lievito nel mondo, ospedale da campo o testimonianza militante che sia, si domandi piuttosto a chi e a cosa sia davvero “sottomessa” (come d’altronde suggeriva don Andrea) e quanto abbia realmente a cuore l’unità, l’amore e il rispetto, innanzitutto al suo interno.
La docente Tancredi , nel merito , ha sicuramente ragione , ma potrebbe adottare un linguaggio più confacente a noi comuni mortali . I politici che parlano il ” POLITICHESE ” gli fanno un baffo !!!
A posto, ci mancava la finissima intellettuale.Dopo Morgoni che ha timbrato il cartellino,dopo il nord coreano che vuole isolare l’Immacolata, dopo che le femministe a gettone hanno srotolato il loro bellissimo striscione, ritenendo come al solito più agevole e sicuro per la propria incolumità attaccare la Chiesa Cattolica piuttosto che l’Islam in tema dei diritti delle donne,dopo svariati personaggi che invocano addirittura la scomunica del prete, è arrivata pure questa. Ci mancava..siamo tutti? possiamo chiudere la porta? Indubbiamente se l’omelia è stata quella, si può certamente giudicare infelice e fuori luogo il paragone tra pedofilia e aborto. Ma trovo aberrante che un ministro di Dio, cattolico, non possa, addirittura in una chiesa!!, esprimere il proprio disgusto per l’aborto. Cosa vi aspettate che dica un parroco? Dov’è la notizia? Sarebbe notizia il contrario…O qualcuno pensa che la religione cui si aderisce sia come una scatola di cioccolatini dalla quale si prende quel che piace e l’altro lo si lascia lì? Tenetevelo l’aborto ma non pretendete che tutti, tanto meno un religioso, la pensino allo stesso modo, o addirittura pretendere che lo faccia. Non vi piace il parroco? Cambiate chiesa, andate altrove, se ne trovate una in cui si dice ciò che vi piace sentirvi dire. Non vi piace questa religione? Cambiatela o fatevi atei non vi obbliga nessuno. Si chiama semplicemente libertà.
Si saranno pentiti i candidati del centro sinistra di aver accettato ‘con entusiasmo’ l’invito del vescovo? Forse se il vice avesse (s)parlato prima avrebbero declinato l’invito. O almeno si spera.
…mah, la cosiddetta sinistra parla di medioevo e di oscurantismo (lo andassero a vedere altrove quello vero di oscurantismo, molto più vicino a loro, ed a tutti, di quanto non riescono né a vedere né ad accettare!!), ma a me pare proprio che stia solo stringendo ancor di più i paraocchi, molti dei quali, addirittura, già belli preconfezionati!! gv
No per favore. Cronache Maceratesi ci poteva risparmiare il pistolotto da Bignami del politicamente corretto e del femminismo da Netflix della professoressa col cerchietto nei capelli che si prende sempre troppo sul serio. La fede cattolica è quella che ha illustrato don Leonesi; é veramente buffo vedere tutti questi atei che vorrebbero spiegare al vicario il Nuovo Testamento e dirgli cosa dovrebbe dire.
Cara Lucia, mi sei sempre piaciuta, apprezzando la tua mente, la tua storia, la tua famiglia, che ricordo con affetto. Quindi non mi metto a polemizzare con te, finissima intellettuale, rischiando di essere fatto a pezzetti.
Mi sembra che sia stata presa la palla al balzo di una omelia fatta ad uso e consumo del cattolici universitari per creare un dibattito nazionale, tanto per lenire le ferite ancora aperte per la sconfitta italiane al canto di “bella ciao” e quelle nella Città di Maria.
Per adesso il PD farà la legge Zan per chiudere la bocca alle opinioni non in linea con la civiltà LGBT, che le logge angloamericane e l’alta finanza vogliono imporre al mondo… Di questo passa faranno tacere pure i preti dai pulpiti, come avveniva sotto il fascismo, il nazismo, e fucilandoli e deportandoli nei gulag come nella Russia bolscevica e nella Cina maoista.
Se non piace don Leonesi, già bancario, poi sacerdote, neocatecumenale e del Rinnovamento, oltre ad essere uno che celebra il rito antico in latino, non andate all’Immacolata ad ascoltare le sue omelie. Se il Vescovo lo ha approvato vuol dire che don Leonesi è in linea con la Chiesa, che nella diocesi è garantita da un Vescovo.
Si stigmatizza pure che la maggioranza in consiglio comunale non abbia preso posizione contro don Leonesi. E perchè dovrebbe intromettersi in un pensiero religioso che esula dalla politica amministrativa?
Io spero di ascoltare tanti sacerdoti che dai pulpiti delle chiese di loro proprietà comincino ad indicare i “peccati” che non verranno perdonati da Dio se non c’è la conversione. E il tradimento del Battesimo, prima “iniziazione” che ti dà il diritto di essere figlio di Dio ed erede del paradiso, come viene punito? E’ più facile che una gomena passi per la cruna di un ago che un “cattocomunista” non pentito entri nel Regno di Dio… San Paolo docet…
E’ esatta la lezioncina da parte di un ex-abortista ed ex-nemico della Chiesa cattolica, che egli voleva distruggere?
E se don Leonesi avesse tuonato contro l’utero in affitto per salvare la dignità della donna, avresti, cara Lucia, avuto da ridire?
Le femministe maceratesi hanno qualcosa da dire contro l’utero in affitto che rende oggetti le povere donne del Terzo Mondo, solo perchè due maschietti non riescono a procreare con i poveri mezzi che hanno a disposizione?
Sì, lo chiedo ancora alle femministe maceratesi: avete qualcosa da dire in difesa della dignità delle povere donne costrette a dare il loro utero in affitto per soddisfare chi la Natura non l’ha dotato degli attributi adatti? (Qui con la Legge Zan andrei in galera)
Lo richiedo: fateci sentire la vostra vocina di condanna dell’utero in affitto. A meno che non siate diventate anche voi delle cozze lessate della cosiddetta Sinistra.
@ Coltorti
Molti cattolici preferiscono non ricordare che il testamento è TUTTO.
E si rifanno sempre al “nuovo” (ma rubando a man bassa dal “vecchio” per la Pasqua) citando il “vecchio” il meno possibile -e solo su quelle parti che possono fare da sostegno al “nuovo”-
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@ Rapanelli
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Ammiro la tua conversione sulla via di Damasco e il tuo, continuamente, intervenire su questioni ecclesiali.
Ma stai studiando teologia?
Hai deciso di prendere i voti?
Se è così ammazzeremo l’agnello più grande e faremo una grandissima festa….
Da una parte la prosa raccogliticcia del pacioso Don Leonesi autore di un paragone, al netto dei valori di ciascuno, infelice a voler usare un eufemismo. Dall’altro lato il commento ricco di citazioni – anche questo è un eufemismo – della Professoressa Tancredi. Non si trova mai una via mezzo. Toh, m’è venuta voglia di una citazione dotta anche a me e voglio scomodare Orazio “est modus in rebus”. Pijate e portate a casa.
La Fede Cattolica può aggiornare il linguaggio nel tempo, ma no i contenuti. A differenza dei poteri civili, la Fede Cattolica ama tutti gli uomini, ma condanna il male ed il “peccato”. Anche persone che hanno compiuto crimini contro l’umanità, per l’amore dei fratelli e di Dio, possono redimersi e conquistare la felicità eterna.
Grandissima Lucia, coraggiosa e chirurgica senza paura contro i ringhi degli oscurantisti di professione e del loro tempio verniciato di fresco. I sostenitori ti azzannano; essi sono rappresentanti di una città perdente che li rappresenta pienamente perchè inguaribilmente cacotopici ed intrisi di falsi idoli e popolati da personaggetti. Sono gli stessi che dall’altra parte dell’oceano sostengono Trump e chiamano comunisti chiunque gli si levi contro. Grazie Lucia per la tua voce forte e cristallina.