«Se posso esprimere la mia posizione personale io sono sempre stata contraria all’aborto, quindi avrò piacere di esprimerla qualora la questione sarà affrontata in giunta». Parole quelle dell’assessore Giorgia Latini, in una intervista al Tg3, che ha risposto sulla possibilità di rivedere le modalità di accesso alla pillola abortiva RU-486 come fatto in Umbria dalla giunta di Centrodestra, precisando («non ne abbiamo ancora parlato») che hanno scatenato una bufera. A intervenire il Forum delle donne della Cgil: «dichiarazioni gravissime». Anche i consiglieri del Pd in Regione criticano l’uscita dell’assessore: «Parole inquietanti»
«In campagna elettorale il presidente Acquaroli aveva dichiarato: “faremo come in Umbria”, e ora l’assessora Latini esprime la sua “posizione personale” di chi è “sempre stata contraria all’aborto“, posizione che avrà il piacere di esprimere in Giunta, annunciando l’intenzione di mettere la questione all’ordine del giorno – scrive la Cgil -. Sono questi i chiari e gravi messaggi del nuovo governo della Regione Marche che indica chiaramente da che parte sta: dalla parte di chi vuole limitare la libertà di scelta delle donne e di chi vuole violare il loro diritto alla salute andando contro anche il semplice buon senso. Dimenticano però di essere esponenti di governo delle Istituzioni e, in quanto tali, sono chiamati innanzitutto a dare piena attuazione alle leggi dello Stato. E devono dare piena attuazione anche alle recenti linee guida del Ministero della Salute d’ inizio agosto che, sulla base delle indicazioni del Consiglio Superiore della Sanità, ha finalmente abolito l’assurdo obbligo di ricovero ospedaliero in caso di aborto farmacologico. Ad agosto, superando un ritardo che denunciavamo da anni e facendo cadere l’ultimo tabù, il ministero ha stabilito chiaramente che l’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico è possibile senza ricovero ospedaliero presso strutture ambulatoriali pubbliche, consultori o day hospital, possibilità estesa fino alla nona settimana di gravidanza.
La manifestazione del 21 giugno scorso a Perugia contro la modifica sulle modalità di accesso alla pillola RU486 (Foto di Federica Nardi)
Una scelta chiara e importante quella del Ministero della Salute di estendere e favorire l’impiego del farmaco, superando le incomprensibili limitazioni fissate nel passato, fortemente e inutilmente penalizzanti per le donne che hanno allineato l’Italia alla gran parte dei Paesi europei». E ancora, prosegue la Cgil rivolgendosi a Latini e Acquaroli: «non ci interessa la vostra “personale posizione“, per quanto antistorica possa essere e per quando possa indignarci: quello che ci interessa è sapere come pensate di garantire la libertà di scelta delle donne marchigiane di essere o meno madri e come pensate di tutelare la loro salute, dando piena attuazione alla legge e ai diritti delle donne. Nella nostra regione sono ancora tanti i ritardi da colmare visto che solo il 6% delle interruzioni volontarie di gravidanza avviene con metodo farmacologico: valori ancora troppo lontani dalla media nazionale (21%) e da quelli di regioni come la Toscana (29%), l’Emilia Romagna (37%), la Liguria (38%) o il Piemonte (44%). Nelle Marche, dobbiamo andare avanti: c’è ancora tanto da fare perché la libertà di scelta e il diritto alla salute delle donne siano realmente e concretamente garantite. Non possiamo quindi permetterci, né consentiremo nessun passo indietro». Il gruppo assembleare del Pd in Consiglio regionale definisce «inquietanti le parole dell’assessora alle Pari opportunità Giorgia Latini, sembra auspicare la possibilità di una riforma in senso peggiorativo, sul modello di ciò che la giunta leghista ha già fatto in Umbria, sulla possibilità di accesso alla pillola Ru486. Deve essere chiaro fin da ora che qualora la giunta regionale procedesse in tale direzione troverà un’opposizione ferma e inflessibile. Noi combatteremo contro qualunque tentativo di manomettere la libertà di autodeterminazione femminile e le conquiste in termini di diritti raggiunte con grande fatica grazie a decenni di dure battaglie delle donne. Evidentemente l’assessora non ha ancora consapevolezza del ruolo che ricopre e che le impone di essere la prima a rispettare le leggi e a evitare esternazioni semplicistiche su temi così complessi e importanti per le donne e la loro salute. Ci chiediamo anche se la posizione espressa dalla Latini rappresenti il pensiero dell’intera giunta o sia una mera opinione personale». E ancora, continuano i consiglieri «la legge 194 non si tocca, il solo pensarlo significa tornare alla barbarie. Troppe donne sono morte per aver interrotto la gravidanza clandestinamente e troppi ginecologi e ostetriche si sono arricchiti sulla loro pelle e sul loro dramma. Ognuno può avere il suo pensiero, ma nessuno si può permettere di decidere per altri. E le recenti manifestazioni delle donne umbre, scese in piazza per scongiurare un inaccettabile attacco al diritto all’aborto, sono lì a testimoniarlo».
Anche Alessia Morani (Pd), sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico interviene sulla vicenda e si porta anche più avanti, temendo che si possa adottare anche nelle Marche una linea simile a quella umbra, «Latini ha detto che il tema della pillola abortiva non è stato ancora affrontato ma che personalmente “sono stata sempre contraria all’aborto e avrò piacere di esprimere questa mia posizione qualora il tema venisse affrontato in giunta”. Le dichiarazioni dell’assessore Latini sulla volontà di vietare l’uso della pillola abortiva – sottolinea Morani – sono molto preoccupanti: una donna che decide di ricorrere all’aborto lo fa con grande dolore e rendere questa decisione più complicata solo per furore ideologico o peggio per propaganda io lo trovo allucinante. Ci batteremo contro qualunque iniziativa che voglia limitare le libertà delle donne».
Sulla questione dell’aborto nelle scorse settimane a Macerata si era scatenata una bufera (che poi si è allargata a livello nazionale) dopo l’omelia di don Andrea Leonesi, che aveva espresso le sue posizioni contro l’interruzione di gravidanza, e fatto un paragone con la pedofilia.
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Quando mai la Cgil ha una posizione intelligente…
Troppo peso alle parole di chi cerca visibilità con frasi ad effetto.
…”Questa giunta è dalla parte di chi vuole limitare la libertà di scelta delle donne” (la “scelta” sarebbe se tenere un bambino oppure…non aggiungo altro…)!! L’opposizione, invece (aggiungo io), è dalla parte di chi vuole limitare persino la libertà di opinione, se qualcuno osa dire di essere contrario all’aborto!! A questo punto, cosa volete che si possa aggiungere ancora (sempre se mi è permesso!!) a chi parla di libertà, di diritti, di giustizia e di tanto altro ancora, argomenti che riempiono la bocca di frasi, parolone, slogan e quant’altro e poi…e poi ritrovarsi a non poter esprimere neanche la propria opinione, che, quando va bene (ma deve andare proprio bene bene), alcuni te la lasciano pur dire (siamo in democrazia, perbacco…eh!!), ma, in ogni caso, la ragione è sempre la loro e quel che tu dici è una cosa “gravissima” (e ci mancherebbe!!) e loro si batteranno per la libertà, la giustizia e la verità, reprimendo, ovviamente, il tuo pensiero. “Evviva il comunismo e la libertà…zum zum!! Poveri noi!! gv
Ancora!! Ancora una volta si grida contro chi dice che l’aborto è un’atroce pratica! Non riuscirete mai a far tacere chi vuol difendere la vita! Anch’io sono per difendere i diritti civili, ma in genere difendo i diritti dei più deboli. Tra una donna e un piccolo esserino indifeso, mi sento di portare avanti il diritto civile di quell’esserino: il diritto di vivere, esattamente come le nostre mamme l’hanno dato a noi.In quanto alla pillola in questione credo che veder andare nello sciacquone del proprio bagno il corpicino di quello che potrebbe essere un figlio, beh! Non lo auguro a nessuna donna: è un trauma che non si supererà mai! Chi crede nella vita lo gridi sempre, senza paura, anzi con orgoglio.
Le idee personali non devono condizionare i diritti di tutti e la libertà di scelta delle donne. Per questo riteniamo irricevibili e improvvide le parole dell’Assessora alle Pari Opportunità della Regione Marche, Giorgia Latini, che in un’intervista al Tg3 regionale si è detta antiabortista e pronta a far mettere all’ordine del giorno della giunta un provvedimento per rivedere le modalità di utilizzo della pillola abortiva Ru486.
Marche in Azione difenderà sempre le leggi che tutelano i diritti civili acquisiti grazie alle battaglie di molte donne e si opporrà a qualsiasi tentativo di deragliare dalla strada maestra sancita dalle leggi della Repubblica Italiana. Non permetteremo di operare alcuna restrizione ai diritti e alle libertà delle donne e degli uomini di questa regione.
Riteniamo incauto e pericoloso parlare con questa superficialità di temi che, come questo, sono normati dalle leggi e non dalle convinzioni personali: da una rappresentante delle istituzioni esigiamo maggiore consapevolezza e competenza.
«A tale riguardo» aggiunge Alessia Centioni, responsabile nazionale di Azione per le Pari Opportunità, «l’Assessora Latini dovrebbe sapere che la legge 194 e le ultime linee guida diramate dal Ministero della Sanità non prevedono nessuna possibilità di limitare l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza per via farmacologica. Probabilmente, se l’Assessora Latini avesse altre donne in giunta, avrebbe avuto modo di confrontarsi e capire che non ci sono margini per tornare negli anni Cinquanta.»
#Azione
Dato che la CGIL non ha più operai da difendere, sacrificati dal potere mondiale a cui il PD fa riferimento, si interessa all’aborto. Forse vuole difendere il personale medico abortista, che potrebbe perdere il lavoro.
Io votai a favore dell’aborto proprio per levarlo dalle mani dei cucchiai d’oro e delle mammane. Dicevamo che era la civiltà che avanzava… Ma sembra che sia diventato un sistema barbaro per la limitazione delle nascite. Nella democratica India e nella Cina comunista (si fa per dire: uno stato dove godono i capi del partito, la polizia e i militari e gli altri schiattano) avvengono milioni di aborti di femmine e assassinio di bambine appena nate… Il motivo è comprensibile: le femmine figliano e creano bocche da sfamare. Anche le tribù pagane dell’Arabia usavano seppellire le neonate nella sabbia, finchè non arrivò l’Ultimo Profeta fondatore dell’Islam, che proibì quella barbarie dicendo: a queste femmine provvederà l’Islam. Mi piace riconoscere che l’Islam ancora oggi si sta riverlando una forte religione, che difende i suoi principi, e che si opporrà all’aborto e ai gay, quando prenderà il potere. In più sanno difendere i loro valori anche con la forza, mentre noi cattolici ci siamo rammolliti. Peggio: facciamo i cavallerizzi. Molti cattolici tengono un piede nella divina Chiesa del Cristo, e l’altro nel PD che è il peggiore nemico della divina Chiesa del Cristo. Sono i democristiani furbi diventati comunisti. Comunisti? Ma che dico: ormai i veri comunisti stanno con Rizzo! Allora, “democratici”? Sì, talmente democratici che vogliono levare la libertà di parola e di espressione nelle istituzioni e sulla stampa a chi non la pensa come loro. La legge Zan Scalfarotto servirà molto per iniziare un regime nazi-bolscevico.
Leggo su un foglio statunitense la seguente notizia: “Il vescovo Strickland: “Non accetterò un vaccino COVID derivato da bambini abortiti”.
I feti abortiti servono per i cosmetici, come contro il Covid… Quanto vorrei che ci fosse la reincarnazione, cosi io e altri abortisti saremmo abortiti alla prossima rinascita e buttati nella discarica…
Il sindacato si dovrebbe preoccupare di difendere i diritti dei lavoratori, visto anche che neanche la sinistra li difende più.
l’amico Giorgio Rapanelli, ultimamente, pervaso da sacro furore religioso sembrerebbe aver smarrito la via.
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Doveva percorrere quella di Damasco di via ma, da quello che scrive, mi sa che è finito in India, dalle parti di Pune (in inglese Poona), dove (negli anni della gioventù di Giorgio) arrivavano legioni di occidentali, richiamati dalle esperienze lisergiche e indiche
Da giurista trovo semplicemente ripugnante la sollevazione di scudi da parte di femministe e sinistrorsi contro le opinioni legittimamente espresse da una donna-assessore regionale. Fortunatamente le elezioni le hanno perse. Clamorosamente. L’aborto , oggi , in Italia , è divenuto un metodo di ” contraccezione postuma “. Con un’unica aberrazione : l’essere concepito è privo di difesa e di diritto di difesa. Poi possiamo discuterne per anni , affrontando temi etici , laici , religiosi. MA LA LIBERTA’ DI OPINIONE E’ UN DIRITTO. Che vale anche per una antiabortista.