Troupe di Canale 5 e cittadini davanti la chiesa dell’Immacolata oggi pomeriggio
«Non ho detto che l’aborto sia più grave della pedofilia, ho solo detto che l’aborto è una cosa grave. Non volevo offendere nessuno. Chiedo scusa a tutti». Sono le parole di don Andrea Leonesi, vicario della Diocesi di Macerata, finito in questi giorni al centro di un caso nazionale per un’omelia in cui aveva paragonato la pedofilia all’aborto elogiando la legge anti-abortista approvata dalla Polonia, ricordato il ruolo di sottomissione che la Bibbia assegna alla moglie rispetto al marito e auspicato l’avvento di una nuova classe politica cristiana capace di invertire la rotta anche in Italia.
Don Andrea Leonesi intercettato dall’inviata di Canale 5
Il parroco è stato intercettato questo pomeriggio dalle telecamere di Pomeriggio Cinque, programma di Canale 5 condotto da Barbara D’Urso, all’uscita della chiesa dell’Immacolata in corso Cavour a Macerata. La stessa chiesa di cui è parroco e in cui aveva pronunciato quelle parole che hanno scatenato un vero e proprio vespaio, tanto che della vicenda si erano già occupati anche molti media nazionali. Insieme all’inviata di Canale 5 c’era anche un gruppetto di persone, che ha espresso la propria contrarietà per quanto espresso dal numero due della Diocesi nella contestata omelia del 27 ottobre. Il parroco è stato evasivo, ha detto giusto un paio di frasi, prima di entrare in auto e andarsene. Fino ad oggi non aveva mai spiegato il senso delle sue parole, anche se il video integrale della messa è inequivocabile, né si era scusato. In sua difesa però era intervenuto il vescovo Nazareno Marconi.
LE REAZIONI – In difesa delle donne, tanti punti che preoccupano i sindacati, dal lavoro, ai messaggi, agli attacchi alla legge 194 sull’aborto. Cgil, Cisl e Uil propongono per il 25 novembre un momento di incontro a Macerata per parlare di diritti e tutela delle donne dopo il caos nato dall’omelia di don Andrea Leonesi. «Esprimiamo sgomento per aver visto un’intera comunità di fatto costretta a discutere attorno ad un indegno confronto tra aborto e pedofilia. Senza discutere la posizione morale della Chiesa cattolica e la libertà di coscienza dei cattolici, che anzi rispettiamo e tuteliamo come forme di espressione della libertà religiosa e della libertà individuale, riteniamo che nessuna posizione morale possa legittimare, neanche come forma di provocazione, un’aberrante classifica che renderebbe l’esercizio di un diritto come l’aborto più grave della commissione di un reato come la violenza o molestia sessuale su un minore» dicono i sindacati in una nota unitaria.
Le persone che oggi pomeriggio attendevano don Leonesi con l’inviata di Canale 5
«Vorremmo però cercare di andare oltre una legittima polemica, esprimendo la nostra preoccupazione per un clima di crescente tensione e scontro attorno a temi che dovrebbero invece rappresentare un punto di arrivo indiscusso della nostra convivenza civile e che afferiscono ai diritti delle donne. Ci preoccupa una cultura strisciante e trasversale ad ambienti diversi che tende a ricostruire attorno all’interruzione volontaria della gravidanza uno stigma sociale e morale che speravamo ormai superato. I continui e reiterati attacchi alla legge 194, provenienti da più parti, preoccupano perché colpiscono al cuore la libertà di scelta della donna e il diritto alla maternità consapevole. In una battaglia ideologica oscurantista e di retroguardia si smarrisce il valore profondo di quella legge, che ha saputo mediare posizioni diverse e ha di fatto riconosciuto il diritto della donna a interrompere la gravidanza all’interno di un percorso pubblico di accompagnamento orientato a lasciare alla donna stessa, e solo a lei, la libertà di scelta e, al contempo, a non lasciarla sola nell’esercizio del suo diritto ad abortire, così come del suo diritto a proseguire la gravidanza. Ci preoccupa un sistema pubblico che, non investendo sui consultori, rischia di rendere difficilmente esigibile questo diritto e lasciare davvero le donne sole. Ci preoccupano le tante, troppe volte in cui abbiamo visto in qualche modo giustificare, derubricare o addirittura banalizzare le violenze sulle donne. Ci preoccupa il crescere di linguaggi misogini e violenti che attaccano e denigrano il corpo delle donne. Ci preoccupa il permanere e forse il rafforzarsi di stereotipi culturali e sociali che attribuiscono alle donne i compiti di cura e interpretano la conciliazione lavoro-famiglia come problema esclusivo delle donne. Ci preoccupa un sistema di servizi pubblici non all’altezza della sfida di garantire alle donne, a tutte le donne, reali possibilità di conciliazioni dei tempi di vita. Stereotipi e carenze che portano il nostro Paese ad avere uno dei tassi di partecipazione delle donne al mercato del lavoro più basso in Europa. Stereotipi e carenze che a tutt’oggi portano una donna su quattro ad abbandonare il lavoro dopo la nascita dei figli».
L’inviata di Canale 5 davanti la chiesa dell’Immacolata
E per quanto riguarda il lavoro, i sindacati continuano: «una donna è pagata almeno il 10% in meno di un uomo per svolgere la stessa identica mansione, le posizioni apicali sono spesso precluse alle donne bloccate da un “soffitto di cristallo” soffocante, dove il lavoro di cura che le donne svolgono in famiglia non ha alcun riconoscimento contributivo. Sui diritti delle donne non si torna indietro, mai. Ma anzi dovremmo tutti impegnarci per costruire alleanze larghe e inclusive per reagire ai rischi di arretramento dei diritti e agli attacchi alla parità di genere». I sindacati concludono con l’annuncio che «proporremo a Macerata, in occasione del 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne -, un momento pubblico, aperto e inclusivo in cui condividere contributi di riflessione e di esperienza che possano aiutarci a rafforzare una cultura condivisa dei diritti e di tutela delle donne».
(Redazione Cm)
(foto Falcioni)
Omelia inqualificabile.... Parole da brividi..... Ma la cosa più grave è l'atteggiamento del vescovo che non solo non si è dissociato ma apparentemente ha offerto la sua "copertura" al sacerdote...... Non è questa la chiesa che ci piace.....
Prego di accomodi a riflettere un po'...ci mancherebbe. Che entri un altro parroco
Quello che penso è che in maniera molto confusa e fraintendibile volesse semplicemente dire che ormai la società considera un crimine solo la pedofilia e non l'aborto. Poi si è chiesto esprimendosi male: "cosa è peggio? " Per dire che non c'è risposta, perché entrambi sono azioni orribili nei confronti di creature innocenti. Lo state crocifiggendo per essersi espresso male perché non vedete l'ora di sparare sulla Chiesa. Non penso che un prete sia così poco furbo (se veramente voleva dire l'aborto è più grave della pedofilia) , da dirlo durante una messa e in diretta streaming per giunta!!! Dai, non facciamo i ridicoli.. Per quanto riguarda la posizione della Chiesa nei confronti dell'aborto sapete qual è, non potete pretendere che ora cambi parere.. E se pretendete questo, significa che diventa reato avere un'opinione diversa.
ho visto e ascoltato il video della omelia, la mia prima considerazione è che don Leonesi era perfettamente consapevole che con quella affermazione avrebbe creato uno "scandalo". L'assurdità della sue parole è nel paragone di gravità (gravità rispetto a Dio, presuppongo, avendo pronunciato in chiesa e in una omelia queste parole) tra due atti che nulla hanno in comune. Papa Benedetto ha parlato di "sporcizia nella Chiesa" per gli atti di pedofilia dei sacerdoti, e papa Francesco ha agito con molta determinazione e durezza allontanando i preti pedofili - e lasciando che la giustizia degli uomini faccia il suo corso. Sulla piaga dell'aborto, consapevole della sofferenza e del dramma delle donne su una decisione così estrema, papa Francesco ha invitato i sacerdoti all'accoglienza e al perdono. La legge 194 parla chiaro, praticare un aborto non è una pratica contraccettiva, forse questo sarebbe l'argomento da affrontare con le nuove generazioni, che in casi limite (aborti ripetuti, con rischi per la salute della donna) rivelano una carenza di consapevolezza di sé, della sessualità, della maternità e della paternità.
Ma perche' questa storia ancora va avanti e si continua a torturare un povero sacerdote che ha espresso il suo pensiero? Ma che siamo sotto dittatura? Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole. Questo linciaggio e' qualcosa di orribile,qualcosa di una ferocia assurda. E perche' il Vescovo avrebbe dovuto punirlo? Che e' il suo padrone? Abbiamo lottato contro padroni e caporali ed ora li rivogliamo? Piuttosto perche' nessuno parla di quella scuola primaria del Nord dove si vorrebbe insegnare il gender ed il sesso orale? Ma cosa siamo diventati? Basterebbe dire " non sono d'accordo col prete" e non sarebbe nemmeno necessario.
Dario Magnamassa non è dittatura, anche lei non conosce la differenza tra diritto e reato?
Dario Magnamassa perché sta predicando e chi parla ad un pubblico dovrebbe pesare quello che dice. E il suo vescovo dovrebbe dissociarsi solo se non vuole avallare quanto dice il prete, perché siamo tutti liberi di pensare e dire ciò che vogliamo, assumendoci la relativa responsabilità. Comunque tra i religiosi c'è una gerarchia. Se al vescovo va bene la puttanata espressa dal prete va bene...
Con tanti bravi preti, anche giovani, non sarà difficile per il vescovo sostituire il vicario!
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Il fatto che dal 1978 lo Stato Italiano riconosca il diritto all’aborto, non significa necessariamente che tale legge debba essere considerata giusta (la storia è piena di leggi che in seguito sono state riconosciute come aberranti, ma che al momento erano accettate da gran parte della popolazione: leggi razziali, sulla schiavitù, sull’apartheid etc.). Sull’aborto potrei fare un commento anche molto lungo, ma preferisco citare tre frasi di persone di “fama mondiale” che avevano il mio stesso “pensiero” riguardo all’interruzione volontaria della gravidanza.
“L’aborto viene sostenuto solo da persone che sono nate esse stesse.”
RONALD REAGAN (Presidente degli USA dal 1980 al 1988)
“A questo cimitero di vittime della crudeltà umana nel nostro secolo si aggiunge ancora un altro grande cimitero: il cimitero dei non nati, cimitero degli indifesi, di cui perfino la propria madre non conobbe il volto, acconsentendo, oppure cedendo alla pressione, perché venisse loro tolta la vita ancora prima di nascere.”
PAPA GIOVANNI PAOLO II
“L’aborto è il più grande distruttore della pace perché, se una madre può uccidere il suo stesso figlio, cosa impedisce che io uccida te e tu uccida me? Non c’è più nessun ostacolo.”
MADRE TERESA DI CALCUTTA
Finalmente voi preti cominciate a capire che la sinistra che avete sempre votato non la vede esattamente come voi e che quando non dite o non fate quello che a loro fa comodo vi bastonano!!!
Io sostituirei prima il vescovo. Parroci, vicari, vescovi, non dovrebbero restare nello stesso luogo non più di due anni. Dovrebbero girare, il precedente vescovo aveva questa idea se non sbaglio.
In un commento ad un articolo precedente ho criticato, in maniera forte ma credo civile, don Leonesi. Però spero che non accetti l’invito della D’Urso a discuterne (?) in trasmissione (?). Ho acceso, ieri, casualmente (anche se sapevo che se ne sarebbe parlato) il televisore proprio nel momento dell’inseguimento pseudo giornalistico al prete (che anche se a denti stretti si è in parte scusato). Mi ha colpito in particolare il momento in cui un signore, in corso Cavour, ha detto al microfono di condannare l’equiparazione di don Leonesi ma che ci sarebbe da argomentare, al che la D’Urso (da quando è facente funzioni di giornalista?) ha ribattuto che non c’è nulla da argomentare e che ci rivediamo a lunedì, dato che è finito il tempo a disposizione. A parte la genialata di proporre, invece di una sola puntata di 30 o 60 minuti (circa), una sorta di striscia quotidiana, un focus come dice lei, su questa vicenda, sono proprio le argomentazioni quelle che servirebbero per un sano dibattito e che in un programma dove tutto è show sono le ultime cose a trovare spazio. Per questo spero che il parroco in questione rifiuti l’invito a partecipare a quella trasmissione. Sarebbe invece bello, anche se impossibile vista l’emergenza, parlarne in città, in un teatro o in un’aula universitaria, luoghi del confronto, anche se acceso e probabilmente infuocato…solo certe trasmissioni ti fanno venir voglia di difendere l’indifendibile.
P.S. Per non essere frainteso riporto brevemente il mio pensiero espresso a notizia appena avvenuta.:” (…)un uomo difficilmente potrà entrare in simbiosi e comprendere il dramma di una donna che arriva a “concepire” il gesto fatale, l’estrema ratio. Al catechismo, da piccolo, mi dicevano:”non giudicare e non sarai giudicato”: ma che strano catechismo hai fatto caro don Leonesi? Forse era un seminario Cepu? Forse della Bibbia ti affascinava solo il Dio degli eserciti e rigettavi il Dio dell’Amore? Ad un uomo non si chiede di giudicare ma si chiede un po’ di empatia, se laico, e ancor più, se cristiano, un po’ di quella virtù teologale, chiamata carità, e gridata da Paolo ai Corinzi…”
E’ iniziata l’era della legge Zan, con cui questa cosiddetta Sinistra democratica chiuderà la bocca a tutti coloro che la pensano diversamente da ciò che vuole il Potere mondiale delle logge angloamericane, dell’alta finanza e della Silicon Valley.
Questi che hanno pontificato contro don Leonesi, si esprimano sull’utero in affitto, che molti della cosiddetta Sinistra utilizzano e appoggiano.
Si esprimano – se hanno letto il documento – sul Gender nelle scuole, fin dalla più tenera età, voluto dall’OMS (solite logge angloamericane, alta finanza e Silicon Valley, che sembra stia sperimentando la creazione dell’uomo in provetta). Con il Gender nelle scuole, già ammesso da alcune amministrazioni del PD e cancellato dalle successive amministrazione di centrodestra, si cerca di pervertire la mente dai bambini con il sesso, possibilmente omosessuale.
Quindi, egregi Signori, fatevela finita. L’essere umano è più intelligente di quello che voi volete plasmare. Poi perdere Macerata e andate in paranoia, perdete la Regione Marche e andate in paranoia. E continuerete a perdere, sindacati in testa, che non se li c**a più nessuno, nè governo, nè imprenditori, perchè prospettate una civiltà disumana, dove una nomenklatura comanda su di una massa di schiavi. Il governo Conti è un primo tentativo. Come lo sono le elezioni negli USA, che scateneranno l’inferno in quella democrazia. Con un presidente cattolico che ammette l’aborto al nono mese. Come le logge angloamericane, l’alta finanza e la Silicon Valley vogliono. Duemila anni di Cristianesimo stanno fallendo. Perchè hanno confuso la mente della gente. Fino a negare a don Leonesi il diritto di parlare nella sua chiesa. E che ne deve rendere conto solo al suo Vescovo. Unico garante della Tradizione.
Sinceramente mi sembra un uomo, un sacerdote, finito involontariamente in una storia più grande di lui.
E se si fosse solo inciacciato? Poi a Macerata capirai,prima gli allenatori , poi i parrucchieri, i salumieri, gli avvocati, i fedeli dei quali tanti infedeli, abortisti, contro abortisti, tutte e due….ecc. ecc.
La chiesa è di tutti non del vicario, casomai il parroco/vicario sono i custodi, la chiesa è di tutti, luogo pubblico e prima di parlare bisogna fare attenzione alle parole che si dicono, perché alla fine quando si sbaglia va chiesto scusa alla gente e non al suo vescovo.
Bene, ha chiesto “scusa a tutti”. Evidentemente anche lui ritiene di aver sbagliato e se è sincero dovrebbe farne tesoro.
Tutti coloro che si sono stracciati le vesti inorriditi al grido “l’aborto è un diritto, la pedofilia un crimine” – con ciò evidentemente pensando di avere buon gioco nell’evidenziare la gravità dell’accaduto – in realtà non hanno fatto altro che confermare che don Leonesi aveva ragioni da vendere, e che l’affermazione per cui è stato messo alla gogna non era nè impropria nè inopportuna. E’ vero, l’aborto viene rivendicato come un diritto; peccato che ci si dimentichi di dire che a causa di tale “diritto” ogni anno in tutto il mondo mancano all’appello 50 milioni di esseri umani, e che solo in Italia dall’entrata in vigore della legge 194/78 a oggi sono oltre 6 i milioni di aborti, di fatto un genocidio legalizzato. Motivo per cui andrebbe meglio specificato che se proprio di diritto si vuole parlare, si tratta nè più nè meno che del diritto ad uccidere un essere umano, per di più innocente. Oltretutto, a quanti sogliono condividere la stravagante tesi secondo cui il feto sarebbe un “grumo di materia inerte”, ci preme ricordare che sono le stesse legislazioni abortiste a dire che si tratta di un essere umano, compresa la succitata legge 194/78 che all’art.1 asserisce che lo Stato tutela la vita umana “fin dal suo inizio”. O ci siamo persi qualcosa? E’ esattamente questo l’aspetto che rende l’aborto di gran lunga peggiore della pedofilia: il fatto cioè che mentre la pedofilia è sì un crimine odioso ma ultimamente riconducibile alla perversione morale di chi lo commette, nel caso dell’aborto si è arrivati a teorizzare, elevandola addirittura a “diritto”, la possibilità di uccidere un essere umano. Tra l’altro, anche a voler trascurare il non banale dettaglio che la pedofilia, numeri alla mano, resta un fenomeno assolutamente marginale tra le fila del clero (non altrettanto può dirsi di altri ambienti) e il più delle volte beceramente strumentalizzato, la gran parte delle critiche che hanno colpito don Leonesi era contraddistinta da un pungente odore di tappo laddove il brodo di coltura da cui provengono è lo stesso della “mitica” rivoluzione sessuale di sessantottarda memoria che, com’è noto, tra le altre cose puntava proprio alla “normalizzazione” della pedofilia, obiettivo questo tuttora perseguito da ben precisi ambienti (leggere per credere “Unisex”, documentatissimo e agghiacciante saggio scritto a quattro mani da Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta, in particolare il capitolo 9 su “Ideologia gender e pedofilia”). Sicchè risulta decisamente irricevibile il moralismo a corrente alternata di quegli ambienti che magari sottovoce considerano la pedofilia un orientamento sessuale come gli altri, salvo poi inarcare il sopracciglio e puntare il ditino quando questo orrendo peccato riguarda qualche uomo di chiesa. Tanto più saggio e opportuno è stato invece il bel gesto del vescovo Marconi e le parole spese a difesa di don Leonesi, come si addice a un vero pastore che non scappa davanti ai lupi. Rimarcando ciò che era evidente a tutti e fin dall’inizio, tranne evidentemente ai severi custodi del pensiero unico che non perdono occasione per alimentare polemiche sterili e pretestuose, e cioè che le frasi di don Leonesi miravano a denunciare la mentalità imperante, quasi a voler sferzare le coscienze di fronte a un mondo che giustamente inorridisce quando un bambino viene abusato, ma che allo stesso tempo non fa nulla “per garantire a ogni donna il diritto a non abortire”, come ha sottolienato m.or Marconi, e si volta indifferente dall’altra parte quando un bambino solo un po’ più piccolo viene ucciso prima ancora di nascere. Da qualsisi angolatura la si veda, la legalizzazione dell’aborto non solo non è stata una “conquista di civiltà”, come vuole la grancassa mainstream, ma all’apposto ha rappresentato un regresso e un imbarbarimento della società, nella misura in cui misconosce il diritto alla vita e sancisce il diritto del più forte sul più debole. Anche per questo è ancor più apprezzabile la sentenza della Corte costituzionale polacca, da cui prendeva le mosse l’omelia di don Leonesi. E ci piace pensare che non sia stato casuale che la Corte abbia deliberato proprio il 22 ottobre, giorno in cui ricorre la memoria di S. Giovanni Paolo II che tanto si è battuto per la vita (e per le donne). Resta lo sconcerto per l’ennessimo episodio di “mostrificazione” mediatica di cui stavolta è stato fatto oggetto un sacerdote, colpevole solo di aver detto una verità di sesquipedale evidenza. Non osiamo immaginare cosa sarebbe successo se don Leonesi avesse detto una menzogna.
Le scuse del don Leonesi sono una bella cosa, perché in Italia pochi lo fanno. Complimenti. Avrà capito che le Omelie devono essere preparate prima: quando facevo il chierichetto, ricordo che il sacerdote aveva un foglietto con appunti nel messale, segno di un discorso meditato e preparato prima. Forse per questo era piacevole ascoltare le loro “prediche”?
Era solo un concetto personale, lo avete massacrato tutti, ora basta pensiamo all’emergenza sanitaria senza fine.
https://www.aldomariavalli.it/2020/11/07/note-a-margine-allaffaire-don-leonesi/amp/
Il mio apprezzamento ad Andrea Leonesi che si è scusato .
Ad Andrea Salvucci e Luca Dal Pozzo vorrei dare invece una piccola notizia : Da quando e’ in vigore la legge 194 gli aborti sono diminuiti e in modo consistente anche perché quella legge prevedeva forme di accompagnamento e assistenza della donna che hanno consentito in tanti casi di evitare l’aborto ; di conseguenza i loro ragionamenti sono totalmente infondati e hanno esclusivo valore propagandistico .
Una professoressa non ocpuò dire la sua opinione in uno spazio che dovrebbe essere aperto al confronto di opinioni diverse un prete non può esprimersi neppure in chiesa…ci si riempie la bocca con l’espressione “stato laico “quando è proprio la laicità di una comunità che dovrebbe garantire libertà di pensiero a tutti Adinolfi è oggetto di insulti anche sull’aspetto fisico la cosa più ignobile, magari da parte di qualche campione di antirazzismo, come se il razzismo fosse solo quello contro persone di diverso colore.w la democrazia!!!!Che schifo!!!
Che cos´è per te la cosa più umana? Risparmiare vergogna a qualcuno.
Chi chiami cattivo? Chi mira soltanto a incutere vergogna.
La gaia scienza.
@Mario Morgoni: magari un ripassino prima di parlare fa sempre bene. La legge 194 è entrata in vigore nel 1978, e si dà il caso che FINO AL 1982 GLI ABORTI SONO SALITI, passando dai 187.631 del 1979 (per il 1978 valgono ovviamente solo i dati del secondo semestre, pari a 68.725. Un dato che in ogni caso è interessante perchè mantenendo la media dell’anno si sarebbero dovuti avere 136.000 aborti, dunque un numero inferiore a quello del ’79), ai 224.067 del 1981. E’ solo dal 1982 che la tendenza si è invertita. E lo sa perchè? Come è possibile che una legge, applicata sempre allo stesso modo, prima faccia aumentare poi di colpo invertire la rotta? La risposta è presto detta: gli aborti legali, in Italia come in altri paesi, sono scesi, da un lato, per la compresenza di più fattori, quali: calo della fertilità nelle donne e delle coppie in età fertile, aumento del numero dei bambini salvati dal sistema del VOLONTARIATO, maggiore conoscenza e consapevolezza del dramma dell’aborto grazie ai numerosi studi sul trauma post aborto, separazione tra sessualità (oramai precocissima) e procreazione (sempre più dilazionata), mutate condizioni occupazionali delle donne e loro maggiore autonomia nelle scelte riproduttive; dall’altro, e allo stesso tempo, il calo è dovuto al maggior ricorso ai metodi contraccettivi, inclusa la “pillola del giorno dopo” con le ben note potenzialità abortive, al fatto che spesso e volentieri gli aborti avvengono nel privato, all’utilizzo della pillola abortiva RU-486 e al fatto, infine, che sono rimasti gli aborti clandestini, solo che avendoli depenalizzati non è dato sapere le cifre. Come vede, contrariamente alla vulgata corrente non è tutto oro quel che luccica quando si parla di “efficacia” della legge 194. Secondo, e cosa più importante: si rilegga l’art 1 della legge 194: “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio.
L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite.
Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.”. Le è più chiaro il concetto?
L’aborto è un omicidio! Condivido al cento per cento! Bravo!!! Peccato solo che voi preti pensavate che chi votava a sinistra fosse dalla parte della Chiesa. Adesso cominciate a capire con che gente siete andati a fare le merende!!!