Angelo Sciapichetti
Una nuova critica all’omelia di don Andrea Leonesi, vicario della Diocesi di Macerata che durante la predica nella chiesa dell’Immacolata ha accostato l’aborto alla pedofilia, arriva dall’ex assessore regionale Angelo Sciapichetti. Una critica «da cattolico impegnato in politica», con qualche puntino sulle i anche per il vescovo Nazzareno Marconi, che ha difeso il suo vicario. Sciapichetti si concentra anche sugli aspetti squisitamente politici dell’omelia, dato che Leonesi ha elogiato le politiche della Polonia (per cui ci sono state enormi rivolte popolari) oltre ad essersi augurato una nuova generazione di “politici cristiani che invertano la tendenza”.
«Io che come diceva Zaccagnini “sono in politica non per la fede ma a causa della fede” non mi permetto di giudicare (chi sono io per giudicare?..) ma la mia riflessione in proposito è questa. Prima di tutto – dice Sciapichetti -, mi pare che si faccia finta di non capire e si cerchi di imbastire un dialogo tra sordi. Molti dei commenti letti fino ad ora mi pare siano andati fuori tema. Da credente non penso neanche per un attimo che possa creare scandalo il fatto che un prete, dall’altare, affermi che l’aborto sia un peccato. Anzi. Credo sia un dovere di un’uomo di Chiesa ricordare ai fedeli che per chi crede in Dio non può essere accettabile la pratica abortiva. Quindi nulla quaestio, nulla di nuovo sull’argomento ed inutile disquisire su questo. La vita va difesa. Sempre.
Qui però si fa finta di non capire che non è questo il tema che ha creato tante reazioni ma l’accostamento alla pedofilia, la sua interpretazione delle letture sul ruolo delle donne e l’elogio ad un governo populista e sovranista come quello polacco. Potevano essere fatti tanti altri paragoni ma non quello perché la pedofilia è il più orribile dei delitti contro la persona che devasta e segna la vittima per tutto il resto della sua vita, è un reato aberrante che il bambino o la bambina subisce, mentre l’aborto è una scelta, dolorosa, dolorosissima per qualsiasi donna, una sconfitta per la società ma disciplinata da una legge dello Stato, la 194. Ci si poteva chiedere magari – prosegue Sciapichetti – se vale meno la vita di un bambino mai nato o di quella dei bambini morti nel mezzo del mediterraneo tra l’indifferenza generale o di tutti quei ragazzi affamati, sottoposti ad ogni forma di sevizia nelle carceri libiche. La pedofilia peraltro è un flagello contro il quale Papa Francesco è intervenuto in maniera decisa perché ha colpito purtroppo anche la Chiesa. Per di più, l’accostamento sembra voler sminuire anche quello che coraggiosamente questo Papa sta facendo su questo versante».
Don Andrea Leonesi
Sciapichetti risponde poi al vescovo Nazzareno Marconi, citando una parte della sua difesa a don Leonesi: «Proprio perché “un’omelia è un atto linguistico ben diverso da un comizio” le parole andrebbero soppesate, meditate, studiate. In una città in cui il tessuto sociale è fortemente lacerato da una serie di fattori nazionali e locali, ci sarebbe la necessità di fare uno sforzo per ricucire gli strappi, smussare gli angoli, abbassare i toni, accompagnando prendendoli per mano, i credenti tutti. A parte la tristezza con cui vengono interpretate le letture sul ruolo della donna vorrei far notare che fare l’elogio della Polonia, guidata da politici conservatori populisti e sovranisti che hanno ricevuto ripetute critiche e censure proprio dal Consiglio d’Europa, per posizioni contrarie all’Italia e alla comunità delle nazioni come il patto di Visigrad o il Recovery fund tanto per citare solo gli ultimi casi, non mi pare molto edificante. A tale proposito, se mi posso permettere umilmente consiglierei a Don Andrea la lettura del libro “Perché il populismo fa male ai popoli” di quel Padre Bartolomeo Sorge, gesuita e fine teologo scomparso proprio avanti ieri. Quanto alla preghiera “Che il Signore ci conceda, piano piano, una nuova generazione di cristiani, di politici cristiani, che invertano la tendenza” ecco, io ci andrei più cauto. Il principio di laicità dello Stato è sancito dagli artt. 7 e 8 della nostra Costituzione (art. 7: lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani); art. 8: (tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge) e i rapporti tra Stato e Chiesa sono regolati dal Concordato. Lo stato riconosce la libertà religiosa ed ogni credente ha il diritto di avere le sue opinioni. Da cattolico impegnato in politica – conclude Sciapichetti -, le mie umili e povere preghiere le indirizzerei più verso una Chiesa che è madre e sappia accogliere tutti, che si sforzi di comprendere e di aiutare chi rimane indietro, che cerchi di far conoscere di più e meglio la Dottrina Sociale della Chiesa e che si sforzi di vivere fino in fondo secondo lo spirito del Concilio Vaticano II». Il riferimento al Concilio Vaticano II citato in chiusura da Sciapichetti non sembra casuale in questo contesto: Leonesi infatti è noto in provincia per celebrare la messa tridentina, cara a chi si riconosce nella Chiesa preconciliare. Un’ala di cattolici tradizionalisti più volte in rotta negli ultimi anni con l’attuale Papa Francesco.
(Redazione Cm)
Scegliere di uccidere, se nn x scopi di salute propria e del feto, è proprio una grande scelta! Bisogna essere proprio felici di questo diritto!
Una scelta che pone fine ad un'altra vita.
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Visto che la domanda l’ ha posta Lei, Sciapichetti, glielo chiedo: che vale meno? La vita di un bambino mai nato o quella di uno morto ( chissa’ perché proprio nel Mediterraneo, poi)? E non mi risponda dicendo che era un calambour.A proposito, sig. Sciapichetti , l’ uomo arriverà prima su marte o su venere? Anche questo interrogativo fondamentale mi appassiona almeno quanto il suo.Comunque mi sconcerta che pure lei confonda il piano giuridico da quello morale. Il distinguo è fra due fatti che il prete equipara su un piano di gravità morale e non fra due fatti che un laico confronta su un piano di rilevanza giuridica. Il primo a intavolare un dialogo fra sordi è proprio lei.
La verità ci farà liberi. Gesù ama l’uomo ma odia il peccato. L’aborto per un Cattolico è un peccato grave come lo è la pedofilia. Per un Cattolico non ci sono né sé e né ma. Le leggi civili che sono contro la Fede in Cristo sono un degrado della società e per un Cattolico non vanno accettate.
Finalmente, una volta d’ accodo con Sciapichetti…..
@Marina
La separazione netta tra piano morale e piano giuridico è questione piuttosto complessa ma sicuramente fondata ed è intelligente porre l’accento sul tema. La legge 194, non a caso, consente al medico l’obiezione di coscienza nell’interruzione di gravidanza, ma non nell’assistenza antecedente e conseguente all’intervento. Dal punto di vista cristiano tale separazione, soprattutto in questo caso, è scontata, un po’ meno da un punto di vista laico o, più precisamente, non religioso o, meglio ancora, a-religioso. La gravità vera nel parallelo che il sacerdote pone nell’omelia è il parallelo stesso: da un lato l’aborto (un omicidio per voi credenti, cosa più complessa e dibattuta per noi non credenti) dall’altro un atto di pedofilia che, in moltissimi casi, segna tanto profondamente una vita fino a deturparla del tutto. Porre addirittura un rapporto gerarchico tra due cose orrende è da un lato idiota, dall’altro puerile: è come se qualcuno ti chiedesse se preferisci morire o soffrire per tutta la vita. Quindi questo parallelo non andava posto e, soprattutto, non andava posto in termini gerarchici. Detto questo restano aperti tanti interrogativi sul sacerdote in questione, sulla sua “linea” tradizionalista di stampo lefebvriano, sulla scelta di non recepire lo spirito e il dettato del Concilio Vaticano II, sul suo revisionismo storico che tocca e forse supera i confini del fascismo.
Saluti. Se ti affacci dalla finestra ne parliamo a voce…
Purtroppo i cattolici in una politica di Sinistra, cosiddetta di Sinistra per non offendere il Compagno Berlinguer, sono dei “pesci lessi”, incapaci di ribellarsi al manovratore ateo e distruttore della Chiesa Cattolica che rimane ancorata ai suoi dogmi, alla Tradizione, a San Paolo e agli Atti degli Apostoli. Se a Sinistra si citano dei chierici come esempi di cristianesimo dialogante evidentemente sono chierici che nascondono parti delle Scritture. Chierici eretici e da scomunicare. Come padre Maggi che, carte alla mano, viene definito eretico e che contesta la posizione di don Leonesi.
In una contestazione su FB una gentile giovane anti tradizionalisti alla don Leonesi diceva di credere nella infallibilità di Francesco, senza sapere che la infallibilità di questo papa non si discosta dalle Scritture e in diverse occasioni ha tuonato contro l’aborto, l’omosessualità e il Gender imposti come forme di civiltà, a LGBT, all’utero in affitto e così via. Sciapichetti ha forse fatto una battaglia interna al PD per uniformarsi da cattolico a ciò che la chiesa cattolica afferma come suo principio inalienabile? No? Ecco qui il “pesce lesso”. Che sta lì come “fiore all’occhiello” tipico dei comunisti della mia epoca. In cui ci facevano eleggere liberali, negrette, musulmani, ambientalisti, considerandoli “fiori all’occhiello”, onde dimostrare l’apertura del PCI anche ai “diversi” come simbolo di democrazia. Quindi Sciapichetti non fa testo a Sinistra nel ruolo di cattolico. E’ solo un “fiore all’occhiello” del PD, che ti concede una poltrona a patto che stai zitto quando poi il Partito fa di tutto per distruggere la identità della Chiesa cattolica, che è il Corpo Mistico del Cristo presente nel pianeta con la sua Forma eucaristica, che si oppone a Satana, Padrone del Mondo, a cui impedisce di averne pieno potere.
Sono duecento anni che tentate con rivoluzioni e sangue di distruggere il Potere del Cristo sull’umanità e siete sempre stati sconfitti. E continuerete ad esserlo. Come alle ultime elezioni a Macerata e in Regione. E sapete perchè? Perchè i cittadini a maggioranza hanno ancora un barlume di percezione spirituale. Non è da cattolici imporre furbescamente la legge Zan che impedirebbe il diritto di esprimere opinioni diverse da LGBT, che sono “contro Natura”, quando il Cristianesimo e la comune razionalità popolare sono per la “natura” come forma di vita e di equilibrio. La legge che volete approvare è una legge di natura nazista, fascista, bolscevica: Sciapichetti scelga l’attribuzione più adeguata. Le false giustificazioni sono chiacchiere al vento.
Diciamo questo: che dal punto di vista del cristiano, l’aborto non è una bella cosa… Ma quello che è stato veramente infelice, è stato l’accostamento, nel ragionamento, con una delle massime mostruosità di cui è capace l’uomo. Ancora più infelice questo accostamento, provenendo da una categoria che purtroppo è stata protagonista in prima fila della pedofilia, che Dio li maledica. Avrebbe potuto, quel prete, fare esempi ed accostamenti meno stupidi e più opportuni. Va benissimo difendere a spada tratta l’essere contrari all’aborto, questo è un vecchio Ragionamento… Ma perché confrontare con una pratica ignobile che neanche nessuno delle altre specie animali pratica?
Comprendo l’aborto nei casi di vera necessità, ma dire che è una scelta mi sembra una definizione da persona molto superficiale.
La seguente frase è attribuita a Ronald Reagan che secondo me è stato a livello mondiale uno dei più grandi capi di stato: “Noto che tutti coloro che si pronunciano a favore dell’aborto sono già nati”.
Ma che c’entra il Mediterraneo? Se ci sono morti nel Mediterraneo di chi è la colpa? Dove vuole andare a parare l’ex assessore con tale retorica?
Tutti a parlare di aborto. Ognuno che cerca di affermare le proprie idee, anche se non sposta il pensiero. Per me la mostruosità del discorso di questo prete è l’accostamento oltremodo infelice con la pedofilia,quasi si volesse sminuire questo aberrante delitto contro giovani o giovanissime vite (valgono meno dei feti?).
Ho avuto modo di condividere la scelta di ricorrere all’aborto! E’ stata una dolorosa esperienza, soprattutto per la partner che vive il dramma con indicibile sofferenza. Ciò significa che nessuno sceglie una soluzione tanto drammatica, in allegria. Ciò premesso , la domanda che consegue allora è: perché si ricorre all’aborto? Quali sono le principali cause che lo impongono? In uno Stato in cui la vita di ognuno fosse al centro delle scelte politiche, suffragate da una indispensabile cultura naturalmente (non moralmente) umana, si ricorrerebbe ad una soluzione così straziante? L’esperienza mi induce a rispondere decisamente … NO!!
Possiamo dire tante cose, ma di fatto l’aborto è l’omicidio di una persona che sta per nascere; purtroppo l’aborto per molti è diventato uno strumento anticoncezionale. Lo Stato non può lasciare libertà di scelta sulla soppressione di un nascituro; capisco che è un tema che “scotta”, ma è ora che la politica aggiorni una legge vecchia di 42 anni e che non viene toccata proprio perchè “politicamente pericolosa”.
La frase di Sciapichetti ……da cattolico impegnato in politica…. fa un po’ sorridere!!! Classico lupo travestito da agnello!!! La verità è che sei un comunista!!! …….lascia stare i cattolici!!!
se lo stesso discorso lo avesse fatto un laico o cattocomunista, le pagine dei giornali ed i commenti sarebbero stati a zero, nulli.
come dice Rapanelli, non si perde l’occasione per attaccare la chiesa, ma la cosa che più spaventa, ed a molti fa comodo non amplificarla o far finta di niente, è che chi non la pensa come i sinistroidi è fascista, omofobo ect. Evviva la libertà, anche se chi ci governa. sopratutto di questi ne ha dimenticato il significato.
Alla canea contro don Andrea mancava Sciapichetti,che, come altri sedicenti cattolici,ha bacchettato il prete,ma si è ben guardato dal prendere le distanze da espressioni tipo”Ave vulva”e altre raffinatezze della manifestazione di sabato,che ha vomitato odio contro la Chiesa e gli obiettori di coscienza (a proposito,l’obiezione di coscienza non è prevista dalla legge come l’aborto?)Questi”cattolici sono gli utili idioti di certa sinistra
Certo che per molti cattolici, romani, apostolici e ipocriti, dover aver fatto ricorso, spesso per le giovanette incinte, ree di portare il peso del peccato che dovevano eliminare affinché il peccato non si sapesse attraverso un altro peccato, deve aver turbato molto le varie coscienze che vi hanno fatto ricorso. Chissà se l’induzione all’aborto e l’aborto stesso, vengono poi confessati. La pedofilia, che è una perversione sessuale caratterizzata da attrazione erotica verso i fanciulli, indipendentemente dal loro sesso in questa prolungata discussione, penso io, ma forse, molto forse mi sbaglio, riguarda soprattutto la pedofilia nei ranghi ecclesiastici visto che una gran parte dei preti sono omosessuali e verso maschietti. Più peccato l’uno o l’altro, e questo ogni cattolico dovrebbe saperlo. Per un non cattolico, l’aborto viene visto come una necessità, la pedofilia come un reato. Mi piace il commento di Tamburrini, che scevro da vere o presunte ambiguità, racconta una storia di sofferenza che naturalmente si chiede se invece di discuterne a vanvera come vedo fare in quasi tutti i commenti da lettori da ” Libero” come ieri un signore chiamava CM che forse qualche volta dà questa impressione, mentre i lettori commentatori appena menzionati la danno sempre, si poteva risolvere in altra maniera. Sì, in molti casi, sicuramente, soprattutto se la religione proprio non entra tra i motivi che decidono o pesano sulla scelta.
Ah Sciapichetti, ma quante risate ti fai quando ti danno del comunista? Predichi meglio di un prete. A te t’ha rovinato Ceriscioli.
Non è il caso di dare del comunista a Sciapichetti,i comunisti di una volta avevano un ideale(per me non condivisibile,ma pur sempre un ideale)che non appartiene ai politicanti di oggi