Un supplemento d’impegno per fronteggiare Coronavirus e ricostruzione, con la necessità di ridurre la burocrazia per ridare slancio ai territori colpiti dal sisma, e poi politiche per il lavoro, la famiglia che torni al centro della vita sociale, e la sanità che non può prescindere dalla sua presenza nelle piccole comunità. I vescovi delle Marche lanciano il loro messaggio in vista delle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. E lo fanno con una premessa: «non intendiamo assolutamente dare indicazioni pro o contro i vari schieramenti politici o partitici scesi in campo, ma semplicemente condividere con tutta la comunità alcune riflessioni orientate a promuovere il bene comune del nostro territorio». Fatta questa premessa, i vescovi scrivono: «Innanzitutto ci sentiamo di esprimere viva gratitudine all’amministrazione uscente per l’impegno profuso nell’affrontare situazioni oggettivamente difficili ed inedite in cui la nostra Regione si è venuta a trovare. Nel contempo formuliamo gli auguri di proficuo lavoro ai futuri amministratori, sottolineando che come pastori solleciti, cosa che sempre è avvenuta, ci rendiamo disponibili ad una fattiva collaborazione con chiunque assumerà la guida della Regione». I vescovi delle Marche continuano: «Non ci sembra superfluo ribadire che la politica va vissuta come esperienza di servizio alla società intera».
RICOSTRUZIONE E CORONAVIRUS – In particolare i vescovi rivolgono una richiesta a chi guiderà la Regione: «un supplemento di impegno, di responsabilità e di generosità, anche a motivo di due emergenze che hanno colpito il nostro territorio e lo hanno duramente provato: il terremoto ed il coronavirus. Realtà queste con cui è necessario fare i conti e che toccano direttamente la vita delle persone». Poi i vescovi segnalano «alla comunità ed alla politica alcune priorità che riteniamo irrinunciabili, pur coscienti che altre tematiche meriterebbero la dovuta attenzione. A nessuno sfugge che le Marche hanno bisogno di una ricostruzione che prima di essere materiale, è spirituale e morale. Nel dopo terremoto la gente ha bisogno di ritrovare la fiducia e la speranza, anche attraverso una diversa relazione con la politica e con le istituzioni chiamate ad operare concretamente. Al riguardo chiediamo che i processi di ricostruzione materiale che riguardano anche le chiese e le strutture pastorali, siano alleggeriti, snelliti e velocizzati. Avvertiamo sempre più la necessità di una sburocratizzazione perché le nostre comunità tornino a vivere».
LA FAMIGLIA AL CENTRO – Poi, continuano, «segnaliamo un’altra “ricostruzione” urgente: quella della famiglia, prima e vera cellula generativa della società. Si sente il bisogno di una politica che metta al centro della vita sociale la famiglia con scelte precise. Non possiamo dimenticare che la nostra Regione soffre pesantemente il duplice fenomeno della elevata anzianità e della denatalità, a cui si aggiunge un preoccupante esodo di giovani che sono costretti a creare famiglia altrove. Stiamo vivendo un notevole impoverimento del nostro territorio che condiziona fin da ora il suo futuro».
DISOCCUPAZIONE – Altro aspetto riguarda il mondo del lavoro: «segnato da un alto tasso di disoccupazione in continuo aumento. Stiamo assistendo ad una crescita delle vecchie e nuove povertà. Occorre prendere atto di ciò ed intervenire creando le condizioni adatte per poter risolvere il mortificante e preoccupante fenomeno della mancanza di lavoro. L’impresa marchigiana, come anche l’agricoltura e l’artigianato, che nel passato ha costituito un modello di sviluppo varcando i confini regionali e nazionali, è in crisi. Nelle nuove condizioni storiche che stiamo vivendo, appare opportuno per la nostra Regione elaborare un progetto di sviluppo sostenibile ed integrale con nuovi posti di lavoro e che faccia leva su quel capitale umano tipicamente marchigiano fatto di tanta onestà, laboriosità e creatività. E’ anche con questa prospettiva che va affrontato il problema dello spopolamento dell’entroterra dovuto al sisma e che sta depauperando un originale patrimonio di valori etici, culturali, storici ed artistici».
SCUOLA – Altra priorità, secondo i vescovi, è quella della formazione scolastica e universitaria: «Le Marche al riguardo hanno una grande ed apprezzata tradizione. Il compito odierno della politica è quello di provvedere ad un continuo rinnovamento ed implemento. In questo contesto evidenziamo anche la necessità di sostenere le scuole paritarie che offrono un prezioso servizio pubblico».
WELFARE – «E’ necessario che la politica rinnovi un adeguato investimento al riguardo e che ripensi il modello di welfare della nostra Regione. Occorre non solo potenziare la capacità di intervento degli enti pubblici ma anche orientare le risorse in direzione della valorizzazione della società civile, sostenendo iniziative di volontariato, di imprese sociali no profit di cui il territorio, anche in forza della vivace tradizione cristiana, è particolarmente ricco».
SANITA’ – Un capitolo, questo che secondo i vescovi merita una particolare attenzione. «A nessuno sfugge la necessità ed anche l’urgenza di un progetto di razionalizzazione teso ad ottimizzare prestazione e costi dei servizi resi alla popolazione. Non si può dimenticare tuttavia che le Marche sono un territorio plurale, disseminato di piccole comunità di cui il sistema sanitario deve tener conto per una efficace prossimità. Una precisa attenzione tesa a conciliare le due esigenze contribuisce ad evitare lo spopolamento di tante e vivaci comunità».
INFRASTRUTTURE – «A tutto ciò va aggiunto anche un impegno teso a creare o a completare la rete delle infrastrutture. La nostra Regione risente di un isolamento che da tempo la sta condizionando a livello produttivo, commerciale, culturale e turistico. A proposito di turismo va constatato che la nostra Regione dispone di un originale e formidabile patrimonio naturale, storico ed artistico che chiede di essere sempre più valorizzato».
IL MESSAGGIO – «L’augurio con cui vogliamo concludere questa nota è quello che la politica trovi un rinnovato dinamismo per rispondere alle sfide del nostro territorio e che sia in grado di dare un promettente futuro alla nostra Regione. In tale contesto auguriamo anche che il prossimo appuntamento elettorale possa essere fortemente partecipato, poiché siamo convinti che ogni cittadino è chiamato, secondo le proprie responsabilità, a costruire il futuro della comunità. In questo spirito di responsabilità e di impegno, ricordiamo che le Marche sono state chiamate il prossimo 4 ottobre, a offrire l’olio per alimentare la lampada che arde davanti alla tomba di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia ed esempio di vera umanità in cui tutta la Nazione si riconosce. L’olio della lampada alimenti in noi quella luce interiore di cui tutti abbiamo bisogno per essere costruttori di quella casa comune e di quella cultura della fraternità a cui Papa Francesco ci sta ripetutamente invitando».
Solita propaganda elettorale
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L’appello che i Vescovi della Marche fanno ai politici è rivolto solamente al Centrodestra, che difende la Religione, la Civiltà cattolica data all’Europa da Carlo Magno con il suo Sacro Romano Impero (non per nulla il suo orifiamma, lo stendardo da battaglia, riporta una “sole d’oro su fondo rosso” che sparge i suoi raggi in basso sulle popolazioni ed è il simbolo del Sole di Giustizia, ossia del Cristo). Vediamo che la Sinistra, col suo PD e i 5 Stelle, finge il suo cattolicesimo di facciata, mentre, contemporaneamente, promulga leggi che distruggono i principi non negoziabili posti dalla Chiesa Cattolica (vedi proposta Zan – Scalfarotto, le proposte della Cirinnà, il Gender nelle scuole, il sacrificio delle scuole paritarie cattoliche e della famiglia “naturale” data da Dio e ribadita da Cristo e da San Paolo, a cui la legge Zan-Scalfarotto tapperà la bocca).
Il Centrodestra è per una Europa che non rinneghi le sue tradizioni di civiltà, mentre la Sinistra vuole imporre oggi un Ordine Nuovo con le sue leggi contro l’individuo e la religione, ieri con la violenza giacobina e bolscevica, oggi con l’infiltrazione nella democrazia e financo nella stessa Chiesa cattolica. Si camuffano da buoni cattlici. Ma li riconosci dalle loro azioni.
I Vescovi parlano di Turismo: un esempio emblematico è l’Abbazia di San Claudio, che secondo le tesi del Prof. Carnevale sarebbe la Cappella Palatina dell’Aquisgrana, la capitale di Carlo, qui nella vallata del Chienti e non ad Aachen. Da qui, Carlo Magno ideò il suo ordinamento religioso, culturale, economico, sociale, che formò l’attuale civiltà che dura da 1200 anni. E che oggi forze nemiche vogliono distruggere fin dai vertici europei. Ebbene, le tesi di Carnevale sono state propagandate proprio da San Claudio in tutto il pianeta da un Centro Studi. Il PD maceratese (insieme alla Massoneria deviata) ha sempre ostacolato le iniziative che volevano riportare alla luce della Storia Carlo Magno e la sua civiltà. Peggio: ha infiltrato alcune donne nella Parrocchia di San Claudio, dirette da una donna che subdolamente si presenta come “paciera”, e che sembra molto introdotta perfino in Curia, con l’obiettivo di estromettere il Centro Studi, che gestisce gratuitamente la chiesa superiore dell’Abbazia in collaborazione con la Chiesa, a cui vengono devolute le offerte volontarie che i turisti lasciano, quale giusto scambio per la mancanza di un biglietto di ingresso.
Da parte dell’amministrazione PD del sindaco Cartechini mai un consenso. Con il suo assessore al Turismo, abitante in Aan Claudio, decisamente nemico. L’amministrazione PD di Corridonia non brilla per iniziative culturali e turistiche.,
Adesso è in gestazione un piano che prevede l’intervento di istituzioni locali e regionali per cambiare gestione, a detrimento del Turismo, dato che costoro si muovono solo quando si accorgono che possono raccogliere frutti.
Mi auguro che il Centrodestra regionale difenda l’iniziativa del Centro Studi, volta al turismo esaltante la verità religiosa storica e che con la Cappella Palatina di Carlo Magno raccoglie sempre maggiori consensi.
Sul Carlino è intanto uscito il 10 scorso un lungo articolo sull’Abbazia di San Claudio, su Carlo Magno e sulle eccellenze della zona, sponsorizzato da “Vere Italie”, dietro le quali è un nome di candidato sindaco che riporterà Macerata sotto il manto di Maria. Ossia, Sandro Parcaroli.
Cari vescovi, state tranquilli, quello che chiedete è già stato tutto stampato nei vari dépliant pubblicitari dei 500 e passa aspiranti alla Regione. State tranquilli. Lo eravate cinque anni fa se avete fatto delle proposte? Beh, continuate ad esserlo che non cambierà presumibilmente niente.
L’intromissione della gerarchia ecclesiastica nelle faccende italiane al limite avrebbe un senso se fosse pagata l’IMU sui locali della Chiesa non adibiti al culto.
Come mai non vi e’ una sola parola sulla parola “immigrazione”, tanto cara al nostro Santo Padre? Su cari Vescovi fateci sapere secondo voi come si dovrebbe comportare la politica…… (oltre a dire sempre le solite cose, accoglienza integrazione bla bla bla ecc…ecc…)
Credevo di aver letto il programma elettorale (pare copiato )del centrodestra di Acquaroli e del candidato sindaco di Macerata anche se sulla sanità mancano le parole “spending rewiev”. I vari commenti invece mi hanno convinto che avevo ragione : non è il programma del centrosinistra.
Credevo di aver letto il programma elettorale del centrodestra per la Regione Marche di Acquaroli e comunale (Macerata) di Parcaroli invece dopo aver letto i vari commenti, a parte la mancanza di “spending rewiev” riguardo la sanità, mi sono vonvinto: è il programma elettorale del centrodestra.
per Alessandro Merlini. Se non c’è riferimento agli immigrati (africani) che fuggono da guerre e carestie è perchè, vedendoli ben nutriti, i Vescovi si chiedono anche essi “ma come, questi giovani e forti fuggono, lasciando mogli, figli e madri in zone di guerre e carestie, mentre essi se la squagliano?”… Vigliacchetti, o bugiardi.
Caro Merlini, non bisogna dare ascolto a quei gionalisti che dicono bugie per occulti motivi. Ricordo che sull’Unità del 1964 leggevo che i patrioti Simba del Congo difendevano missionari e civili contro i mercenari che li uccidevano. Nel 1966 andai in Congo e seppi che la verità era diversa e al contrario. Per cui, quando vedo le ONG che salvano questi ben pasciuti fuggiaschi io li confronto con quei civili e guerriglieri che incontrai nel Sud Sudan, a cui gli Arabi del Nord Sudan distruggevano con il napalm villaggi e raccolti mediante aerei pilotati da sovietici. Per mio ricordo scattai un paio di foto di quei derelitti. Ora, se mi si dice che alcuni di questi profughi scappano dal conflitto tribale nel Sud Sudan io ci posso credere. Ma quelli che fuggono dalla Nigeria e da dove c’è pace, mi trovo di fronte a bugiardi che vogliono venire in Italia dove trovano un PD, pronto a giurare il falso su guerre e carestie. Tanto troverà Compagni e Sardine pronti a crederci. Pur di farci invadere. Con la speranza nostra che piu non usino questi fuggiaschi per creare confusione, pur di non perdere il potere.
Infatti Sig. Rapanelli, io nn credo e nn ho mai creduto a questa presa per il c..o sull’accoglienza, guarda caso ogni volta che arriva un barcone o barchino che sia, cosa dicono? Esempio: Arrivato barcone con 90 migranti tra cui 4 donne tra cui una incinta e 3 minori, domanda! e gli altri 83? ne vogliamo parlare? Io sono il primo ad andare a salvare donne e bambini, ma basta a farsi prendere per il c..o e ora di finirla . Le elezioni per me nn si giocano sull’economia, sia dx che sx gira gira ma i soldi sono sempre quelli da amministrare cambia solo il modo, ma si gioca sull’immigrazione incontrollata e sulla sicurezza, nn ci vuole uno scienziato, basta sentire in giro cosa dice la gente.