di Renato Forconi*
Non mi reco a votare da circa trenta anni, la spiegazione è molto semplice, delusione nei confronti della politica.
Ho scritto e pubblicato nel 2018 un saggio, Rispetto del voto, dove affronto il problema della rappresentanza nel nostro Paese, nel quale sostengo che i politici nostrani non hanno alcun rispetto delle richieste e del voto dei cittadini.
Ma voglio arrivare subito al nocciolo della questione, a parlare delle prossime elezioni nella nostra regione.
Si andrà a votare a settembre, data abbastanza inusuale, però i motivi sono ben noti dipendono dalla pandemia da covid 19 che ha sconvolto il mondo intero e spostato anche le date delle elezioni nel nostro Paese.
Per la sostanza delle cose però cambia poco, i politici nostrani hanno continuato a comportarsi allo stesso modo, a presentarsi di fronte agli elettori come avviene ormai da tempo immemorabile.
Per loro contano gli accordi da fare con le varie forze politiche, gli equilibri interni ai partiti, i nomi da inserire nelle liste, niente affatto chi andrà a votare, ad ascoltare la voce dei principali protagonisti, dei diretti interessati: i cittadini marchigiani.
La politica nazionale, quella regionale non può fare eccezione, continua imperterrita ad andare avanti come sempre, come se non fosse successo nulla, come se la protesta forte che si è levata contro la vecchia politica, vedi il grande successo elettorale dei cinque stelle negli ultimi dieci anni e il crescente astensionismo, sia stata soltanto una tempesta passeggera.
I politici vivono arroccati nei loro bunker con la speranza che la guerra prima o poi finirà e loro torneranno a fare come hanno fatto sempre. Ci apparecchiano la tavola come piace a loro tanto sanno che quella minestra dovremo mangiare, buona o cattiva che sia.
Un cittadino mediamente pensante, allora, cosa dovrebbe fare?
Accettare tutto questo, rassegnarsi allo status quo, assolvere al suo dovere civico e recarsi alle urne e scegliere quello che già è stato scelto, nomi, cognomi…indirizzi.
Io non mi voglio rassegnare a questo ruolo passivo, a mettere il segno su un simbolo di un partito (o coalizione) che si presenta senza un vero percorso di legittimazione, che presenta una lista di candidati scelti da un gruppo ristretto, dalla dirigenza del partito, non dai cittadini che non sono stati interpellati prima del voto.
Dopo il voto, forti della legittimazione popolare (!) torneranno nei loro palazzi e continueranno a fare quello che hanno fatto sempre, a “spartirsi” il bottino di guerra, a scannarsi per le poltrone che contano, a ribaltare le alleanze che precedentemente avevano presentato agli elettori, inoltre molti degli eletti, purtroppo, come è costume tristemente noto, a cambiare casacca.
Delle promesse fatte agli elettori, dei programmi tanto sbandierati, non ne sentiremo parlare fino alle successive elezioni.
Fatte queste tristi considerazioni, veniamo a parlare adesso degli schieramenti in campo per le prossime elezioni.
Centrodestra da una parte, centrosinistra dall’altra, con il terzo incomodo del Movimento cinque stelle che non si è alleato con la sinistra come in campo nazionale, cercheranno di conquistare Palazzo Raffaello.
A dire la verità la questione di chi vincerà la contesa, pur avendo un’ideologia politica ben precisa e seguendo con interesse le vicende politiche, non mi interessa più di tanto, infatti sono certo che la sostanza non cambierà.
Basti dire che centrosinistra e centrodestra sono “posizioni” politiche troppo fumose, nel senso che prevedono alleanze tra forze politiche molto diverse, che si raggruppano prima delle elezioni e poi, quando si tratta di governare, ritornano a scontrarsi, a portare avanti le rispettive esigenze di bottega.
Venendo ai nomi dei due candidati che si contendono la poltrona di governatore regionale non mi posso pronunciare, se sono stati scelti per tale importante funzione, vuol dire che i rispettivi schieramenti li hanno giudicati all’altezza.
I rispettivi schieramenti, i vari partiti, non certo noi elettori che non siamo stati minimamente interpellati a dire la nostra, magari con delle elezioni “primarie”.
Mi risulta, però, leggendo il loro curriculum, che vivono di politica da sempre, dalla più tenera età, che hanno fatto tutto il percorso “virtuoso” che ogni partito richiede per poter candidarsi a guidare una coalizione.
Questo è il modo classico di fare politica nel nostro Paese, dove dal dopoguerra si è costituita un’oligarchia di potere riservata soltanto a pochi adepti, dove ai cittadini si richiede di scegliere solo quello che già è stato deciso dai partiti.
Concludo dicendo che anche per queste elezioni non mi recherò a votare, perché non voglio essere “complice” di questo sistema, che chiunque vincerà non mi rappresenterà di certo, come penso non rappresenterà la volontà dei marchigiani.
*Renato Forconi di San Ginesio, autore del libro “Rispetto del voto”
Andare a votare e fare scheda nulla piuttosto che non andarci affatto
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Adesso non resta che approfondire il saggio ” Rispetto del voto” che mi trova particolarmente d’accordo. Proporrei il meno saggio ” Dispetto al voto ” riportante tre anni di amministrazione civitanovese. Signor Forconi, si sa che al peggio non c’è mai fine e il suo libro è meglio che non faccia riflettere sennò, tra la paura del covid, l’indifferenza totale di molte persone a recarsi al voto, la qualità forse non troppo eccelsa di quasi tutti i partecipanti sia in prima che in seconda linea… eh chi ci andrebbe a votare. Poi se piove pure o c’è una delle ultime splendide giornate di sole…
EGREGIO SIGNOR FORCONI. NON CI CONOSCIAMO E PUR RISPETTANDO IL SUO PENSIERO, LE VORREI DIRE CHE PER ATTEGGIAMENTI QUALUNQUISTI SOME IL SUO SONO NOTORIAMENTE DI DESTRA. DUBITO CHE IN TRENTANNI NON ABBIA INDIVIDUATO QUALCUNO SU CUI RIPORRE LA SUA FIDUCIA. E SE NON QUALCUNO, ALMENO UN PENSIERO POLITICO DA CONDIVIDERE. ANCHE MAGARI UN CIRCOLO DI BOCCE. NON SONO UN “RADICAL CHIC” O SCRIVO DIFFICILE COME SPESSO MICUCCI MI ADDITA, MA IO, HO SEMPRE VOTATO E SE POTESSI LO FARE DUE VOLTE PER MANDARE A CASA, QUESTA VOLTA COME ASPIRA MICUCCI, I NOSTRI AMMINISTRATORI, QUELLI SI , ASSOLUTAMENTE INDIFFERENTI ALLA CITTA’ E VOGLIOSI DI POLTRONA. UNA NAZIONE E’ LO SPECCHIO DEI SUOI CITTADINI! CORDIALI SALUTI
Renato Forconi. Condivido, sostanzialmente, il suo scritto che non mi trova, però, sulla stessa linea là dove dice che la sua opinione risale a trenta anni fa, epoca a partire dalla quale, quindi, non va a votare.
Non potrà negare infatti che il degrado politico, giustamente oggetto della sua denuncia, pur già in atto, ha poi avuto un graduale potente incremento negli ultimi anni, con la verosimile eventualità di un ulteriore peggioramento futuro.
Infatti io sono giunto alle sue stesse conclusioni dopo essermi “sporcato le mani” con la politica attiva e di esserne uscito una volta acquisita la consapevolezza dell’isolamento in cui cade chi vorrebbe cambiare la malapolitica.
Il rammarico è che se fossimo stati, o fossimo, in tanti a sporcarci le mani per la buona politica, forse, un cambiamento potrebbe arrivare.