Al centro, Rosato e Maraio alla presentazione del simbolo
Un polo riformista che schiera Italia Viva, Partito Socialista, Demos e Civici Marche, a sostegno della candidatura di Maurizio Mangialardi alle Regionali di settembre. Non si è dato un nome specifico il neonato gruppo, ma oggi ad Ancona ha presentato il logo: a fare da contenitore c’è il simbolo di Iv, e dentro sono collocati quelli degli altri tre. A tenere a battesimo l’avvio ufficiale di questo percorso, Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, e Vincenzo Maraio, segretario nazionale del Partito socialista, oltre ai coordinatori regionali Mattia Magagnini (Demos) e Franco Belletti (Civici Marche), e ad alcuni candidati. La lista con i 30 nomi che correranno per un posto al sole a palazzo Leopardi, verrà presentata entro dieci giorni, ma qualche spoiler è già stato fatto. Dai consiglieri uscenti Fabrizio Urbinati, Federico Talè (Iv) e Boris Rapa (Psi), alle new entry come l’ex rettore di Camerino Flavio Corradini e l’ex sindaco di Recanati Francesco Fiordomo per Iv, il sindaco di Sant’Elpidio a Mare Alessio Terrenzi, in quota Civici Marche, e Antonio Gitto per il Psi.
«Nelle Marche sosteniamo la coalizione perché c’è Mangialardi – ha precisato Rosato –, un candidato che ci ha convinto: abbiamo chiuso un accordo con lui, non con altri. Lavoriamo ad un polo riformista che non sia succube dei populismi di destra e di sinistra e siamo contenti di farlo in un rapporto privilegiato con il Psi ed insieme alle esperienze civiche e Demos: il tempo ci dirà se è un esperimento che si conclude qui o che proseguirà». L’intesa tra Psi ed Iv verrà riproposta anche in Veneto e Liguria, altre Regioni al voto a settembre. Cinque anni fa, i Socialisti corsero con i Verdi e la civica di Bianchini nel contenitore Uniti per le Marche, ma questa volta «abbiamo scelto prospettive ed alleati diversi – fa sapere Maraio –: dal piano nazionale, avevamo un’interlocuzione forte con Iv, proprio perché siamo tutti convinti che ci sia la necessità di lanciare un progetto riformista che oggi manca. Riteniamo di essere decisivi per la vittoria di Mangialardi e come valore aggiunto a questa coalizione portiamo un percorso fatto dei buoni risultati raggiunti in questi anni sul Turismo dal nostro assessore Moreno Pieroni». Demos porterà invece tutti nomi civici, molti legati al sociale, e come priorità, spiega Magagnini, pone «una sanità che metta al centro i bisogni della persona, ma anche integrazione ed accoglienza». «Abbiamo fatto un salto in avanti portando il nostro simbolo, nato dieci anni fa a Sant’Elpidio a Mare, anche in Regione», osserva infine Belletti.
(Ma. Mar.)
(foto Giusy Marinelli)
Nuova sfida per Flavio Corradini: «Mi candido consigliere regionale Abbiamo un progetto da un anno»
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“SERGIO ELETTO” P.S.I. : – SARO’ SOCIALISTA SENZA PARTITO COME “IGNAZIO SILONE”
PREFERISCO ESSERE UN SOCIALISTA SENZA PARTITO ANZICHE MILITARE NEL PSI DI OGGI ——- di SERGIO ELETTO
Io penso che chiunque abbia un minimo di istinto “socialista” che alberga ancora dentro la propria anima non possa assolutamente accettare di (ri)scendere in campo al fianco di chi ha formulato una riforma del lavoro dove, testualmente, viene “introdotto il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti” e, ancora più nauseante, dove “il datore di lavoro riceve la possibilità di licenziare senza giusta causa un proprio dipendente”, dando così un calcio al fondo schiena dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, seminale conquista cui proprio la migliore tradizione del socialismo riformista ha dato linfa e corpo. Mi viene difficile persino nominarlo il nome dell’odioso job act, quindi mi è ancora più difficile restare a galla come semplice militante in una realtà che non ha il coraggio di tenersi strette le proprie tradizioni e di farne tesoro. Anzi, sembra provarne anche un po’ vergogna, viste alcune sortite di qualche esponente regionale, carpite di recente, che invitavano in fase di preparazione elettorale a fare molta attenzione proprio nell’utilizzo del simbolo del partito. Altrimenti, secondo loro, chi ci avrebbe più votato? Qualche accenno al passato ci dimostra, invece, il contrario, a partire dall’esperimento della lista Insieme che, all’epoca delle ultime politiche, ricevette persino la benedizione di Romano Prodi, abbia portato tanto lontano. Una lista composta da quattro realtà differenti che, se non erro, raccolse in totale la percentuale dello 0,6, la cui fetta raccolta dal PSI arrivò al massimo a sfiorare lo 0,2 di voti ottenuti. E non mi pare che nemmeno la successiva scelta di fare la fusione completa con +Europa per le passate Europee abbia fatto meglio: risultato di certo più ampio, ma ottenuto al costo di far oscurare completamente la nostra identità dal simbolo della lista, favorendo di conseguenza l’esposizione mediatica tout cour della macchina liberal-chic coniata dalla Bonino e dal Dalla Vedova. Ecco quindi perché da semplice militante pochi giorni fa non ho partecipato alla riunione indetta nella sede di Porto Recanati del PSI “Bettino Craxi”, dove si sarebbe discussa la candidatura del nuovo segretario in pectore regionale, perché a suonare per l’ennesima volta sarebbe stata la stessa musica: costruire una realtà comune con chi in comune con Noi non ha un bel niente, se non l’interesse di superare i relativi scogli elettorali per entrare nelle istituzioni. La nostra dignità di Socialisti credo valga qualcosina in più, visto il nostro passato, ma anche le tante ‘pugnalate’ alla schiena ricevute durante la Prima Repubblica, e che il tempo galantuomo, almeno in questo, ha dimostrato e sta dimostrando sempre di più il contrario. Facciamo parte del primo movimento italiano sorto nel 1892 in difesa dei lavoratori, parte integrante della Resistenza, nobile protagonista della Costituente Repubblicana e continuando così, accontentandoci di restare sempre da mero supporto ombra ai Renzi di turno, non faremo altro che dissolvere il nostro seminale patrimonio storico al vento. Potremmo guadagnare un posticino al Senato, o chissà dove, vero, ma costantemente al prezzo di piegarsi ai voleri degli alleati di turno. Non sarebbe stato meglio resettare tutto, rinunciare a effimere glorie e ripartire, come detto anche a precedenti incontri non troppo lontani, dalla base, circolando in maniera capillare nei Comuni, facendo sentire alla gente, afflitta oggi ancor di più dal disastro sanitario e finanziario del covid 19, che siamo vivi e vegeti, al loro fianco, al fianco degli studenti, al fianco dei lavoratori precari, ecc, ecc. Essendo un perfetto sconosciuto questa sorte di lettera vuol essere solo lo sfogo di un militante che nei vari anfratti della Sinistra aveva trovato proprio nel Socialismo la scelta più ovvia, democratica e giusta per tentare di risolvere i problemi delle classi più svantaggiate, e che tutt’ora ha questa convinzione.
W IL SOCIALISMO !
una piccola ammucchiata per avere un posto a tavola.
Sono anche io un vecchio socialista,oggi completamente appartato,con giovanili prime esperienze nel socialismo democratico dei tempi iniziali,erede del socialismo turatiano.
Un socialismo che perde la sua identità nella misura in cui tralascia la più totale difesa dei deboli,costasse addirittura la sua stessa scomparsa.Con il neo liberismo,cultura dilagante che ha inquinato anche filoni politici depositari di interessi diversi,i deboli sono diventati più deboli,con un lavoro,la loro sola ricchezza,saltuario e malpagato.In politica anche il nome ha una sua forza evocativa,ovviamente dopo i contenuti,ma si tratta di un aspetto sottoposto alla legge inesorabile del tempo che scolora tutto.Mai finirò di fare amare riflessioni sul fatto che sotto questa gloriosa bandiera in Italia non si sia ricomposta la sinistra,dopo il tramonto dell’opzione comunista.Ma forse tante idealità sono rimaste sepolte sotto la prospettiva della carriera politica personale che oggi non costringe più,come un tempo di antichi padri nobili,di raggiungere Roma viaggiando di notte in treno per risparmiare la spesa dell’albergo.Un saluto pieno di rimpianti ai pochi socialisti ancora testimoni di vecchi ideali come Giuseppe,che leggo in altro commento.
Cari Compagni Iacopini e Bonfili, leggo la vostra dichiarazione di fedeltà e mi commuovo. Mi commuovo ricordando i vecchi Compagni socialisti che ormai non sono più; le loro lotte, i loro sacrifici, la loro ottica ideale ed ideologica che li costringeva a stare dalla parte dei lavoratori e dei meno abbienti.
Pure il PCI finì con Enrico Berlinguer. Chi ne prese le redini non aveva sofferto sotto la dittatura, non era stato al confino, nei campi di concentramento, nelle patrie galere, nelle trincee spagnole, sui monti della Resistenza. Al cambiamento in peggio dette una mano quel “comunista per tutte le stazioni”, che nulla aveva fatto come lo avevano fatto i Compagni.
Oggi siamo sbandati. Non ci sono più i vecchi Compagni a guidarci, ad oreintarci e a darci la linea politica. Comprendo che il potere impone dei compromessi. Ma la faccia occorre salvarla. Almeno quella. Invece oggi, l’unica faccia che vogliono salvare è quella del fondoschiena che si siede sulla poltrona.
La cosa che mi ha sconvolto è sapere che vecchi Compagni iscritti al PCI votano la Lega di Salvini. Evidentemente c’è qualche aggancio con i vecchi temi per cui combattevano da Comunisti.
Quindi, la scelta era ed è: rimango in una mia piccola enclave socialista o comunista a contare l’1 per cento e qualcosa? Oppure trovare un luogo in cui parte dei miei ideali del passato posso ritrovarli e difenderli?
Comunque, queste sono elezioni politiche che hanno un riverbero nazionale.
Vede,Rapanelli,qualche valore in comune si trova sempre tra uomini diversamente collocati sotto l’aspetto politico.Anche nel primo fascismo c’era qualche valore nel quale un militante di sinistra poteva riconoscersi.Ma ciò non è stato sufficiente a cancellare le divergenze di fondo.Tra arcigno nazionalismo ed internazionalismo orientato alla giusta integrazione,proprio di una sana sinistra,non c’è spazio di intesa.Quello che quì è mancato e manca,per me un vero paradosso,è la disponibilità ad un serio e sereno confronto tra quanti erano su posizioni di sinistra,appena tramontata l’opzione comunista,per individuare una solida base di valori e progetti sulla quale realizzare l’unità delle forze progressiste,naturalmente rapportata per la necessaria valenza politica alla realtà in profonda trasformazione,che,poi,come si sta verificando,rischia pure la deriva.I rapporti di forza sui quali vive la politica ne sarebbero risultati del tutto diversi.Ma il mondo e la vita non sono finiti,anche se al momento prevale tempo brutto.In teoria ci può essere la possibilità di riprendere il discorso.Io vorrei crederci senza ripiegamenti sull’attesa messianica,ma confidando sull’intelligenza degli uomini.
Magari rinnegando il Craxismo!
Tutta la grande mossa renziana del cavallo per sganciarsi dal PD e poi finire sotto il 3% (altro che doppia cifra) e costretti ad allearsi con liste minori per sostenere Mangialardi in Regione e Ricotta a Macerata, entrambi continuatori della peggiore politica del PD in regione e nella città di Macerata! Ne valeva veramente la pena?
Renzi come ogni altro opportunista della politica ha trovato a sinistra l’argomento giusto della Rottamazione,poi alla riprova dei fatti si è dimostrato peggiore di quelli che voleva sostituire ma soprattutto aveva sbagliato partito visto che con la sinistra(come molti altri)non aveva nulla a che fare.Aveva promessso di Lasciare in caso di disfatta elettorale ma cosi non è stato e ora grazie a voti di Piddini(che non lo rivoterebbero di certo)tiene in scacco il Governo.Purtroppo invece di dargli fiducia Mattarella doveva optare direttamente per i tecnici per un Governo del Presidente invece di queste pagliacciate(giallo/rosse o giallo/verdi)che fanno solo danni al Paese.PS Craxi per chi lo avesse dimenticato era un pluricondannato latitante.