di Giancarlo Liuti
Fedele al suo nome, piazza della Libertà, a Macerata, è diventata proprio libera, senza le auto che vi hanno parcheggiato per decenni. E qual è, adesso, il suo futuro? I progetti non mancano. Uno forse troppo ambizioso lo sogna il sindaco Carancini: riportare all’origine la scalinata di Piaggia della Torrre arrivando con l’ultimo tratto – sotterraneo? – molto dentro la piazza, quasi davanti alla sede comunale. Per il momento, comunque, è da apprezzare l’annuncio fatto dello stesso Carancini di un “concorso di idee” fra architetti, storici ed esperti di arredo urbano, una cosa, questa, che se fosse stata realizzata decenni fa l’estetica del centro della città sarebbe stata migliore. La piazza è assai ampia e dal palazzo municipale fino all’auditorium di San Paolo si presenta in lieve discesa e facilmente percorribile a piedi. Come utilizzarla, nell’interesse dell’intera Macerata e in omaggio alla bellezza del suo centro storico?
Una persona degna di stima qual è l’assessore all’ambiente Mario Iesari non esclude l’idea di dotarla di una fontana e questo sarebbe un ritorno al passato, giacché – se non sbaglio negli anni Cinquanta – l’allora sindaco (Otello Perugini o Elio Ballesi) fece costruire una grande e zampillante fontana rettangolare proprio davanti al Comune con acqua che fatta salire fin sotto il balcone del sindaco spettacolarmente ne scendeva poi a pioggia, riempiva la fontana, ne usciva e purtroppo tendeva ad allagare la piazza. Una situazione, questa, che venne poi superata fors’anche per ragioni di pubblica incolumità.
Che fare, allora, di questa piazza i cui pregi storici e architettonici risaltano, come in un museo, dagli edifici che la circondano, il palazzo comunale, la Loggia dei Mercanti, il palazzo della Prefettura, la facciata di San Paolo, l’ingresso del teatro Lauro Rossi e l’alta Torre col pittoresco orologio? Sistemarci dei tavoli a servizio dei pedoni, dei clienti dei vicini negozi e di coloro che attendono l’inizio degli spettacoli teatrali? La questione sembra semplice, ma non lo è. Va infatti tutelato soprattutto un valore estetico, cioè la bellezza del luogo. Un valore che negli ultimi anni – e in tutta Italia – è passato in secondo o terzo piano a vantaggio delle imprese commerciali e artigianali, ossia di ciò che produce reddito, vale a dire denaro. Intendiamoci, non sto disprezzando il denaro. So bene che senza denaro, e non solo oggi, non si va da nessuna parte. Dico soltanto che dovremmo anche porci l’impegno di realizzare e difendere un minimo di equilibrio fra tutte le cose che, messe insieme, rendono meno pesante la vita.
Sono molto grato al professor Andrea Francalancia che dal suo archivio mi ha mostrato alcune foto risalenti agli anni cinquanta e mi ha fatto compiere piacevolissimi passi nella memoria. Esse rappresentano un centro storico di Macerata pieno di fascino e un po’ diverso da quello di oggi, che è anch’esso pieno di fascino ma del fascino nostalgico del passato. Sono foto che parlano al cuore e dimenticarle sarebbe un peccato. Invito i miei lettori ad ammirarle e a farci sopra qualche pensiero. Ognuno è ovviamente libero – non a caso la piazza si chiama della Libertà – di farsi la propria opinione. Per quanto mi riguarda, comunque, sono immagini che m’hanno reso – io sono jesino – più maceratese del solito.
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Sicuramente più bella
Sicuramente
Io questa piazza non l’ ho mai vista, ma che anni erano?
In aggiunta all’orologio propongo l’artistica vasca del Cav. Prato.
Wow non sapevo fosse così…. bellaaa
Sono abbastanza grande per ricordarla, mi piaceva moltissimo. In che anno è stata rimossa?
Ho fatto le superiori a MC negli anni 60/65. Mi fa molto piacere vedere che pubblicate Macerata come era una volta.
Togli il forse , le cose belle scompaiono purtroppo
Me la ricordo era bellissima ma non era la sola piazza arredata con la vasca e fontana erano bei tempi !!!!! (forse perché ero ‘più giovane!!)
un bel articolo
spettacolare!
La rifarei precisa uguale a quella che allagava la piazza, l’immagine del farla fuori dal vaso è sempre attuale.
Molto bella
Bellissima ….. io ero piccola nn la ricordo troppe cose belle sn scomparse a macerata
Stupenda
Non bisogna dimenticare che le dimensioni e la geometria di quella piazza non sono mai state concepite per ospitare vasche o fontanili monumentali; quella di Perugini a metà degli anni ’50 fu un onesto ma mediocre tentativo che fallì presto, sia per l’imbarazzante “fuori scala” che per il “brutalismo” della vasca. Nell’immediato si cercò di mitigare l’impatto negativo circondando quello che fu subito definito “l’abbeveratoio” con aiuole e vasi fioriti, poi la vasca fu riempita di terra formando una grande aiuola che divenne un’ottima base per stupendi presepi. Certamente ai tempi di Perugini c’era ancora chi si ricordava il precedente episodio della grande “vasca-laghetto”, realizzata quasi al centro della piazza nel 1889 in occasione della inaugurazione del 1° “acquedotto comunale di Serrapetrona”. In quella occasione si creò il doppio evento storico di una colonna d’acqua alta 26 metri al centro della Piazza e l’illuminazione elettrica della stessa con quattro lampioni su pali legno. Finita rapidamente la novità del moderno le esigenze del mercato del mercoledì e delle varie fiere tornarono ad avere la supremazia su ogni esigenza di decoro e bellezza urbana.
Ecco questa non me la ricordo
Lo zampillare di una fontana è sempre un bel vedere. Io personalmente la ricordo vagamente ero piccolo quando è stata tolta, e penso che ora non è il caso di spendere una barca di soldi per ripristinarla come già ventilato, le priorità per il centro città sono altre e più importanti.
Senza forse! Wow!!
Beh, con una bella illuminazione oggi sarebbe una splendida attrazione…poi se ci sono altri problemi,non lo so.
siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!
Walter Benjamin, riflettendo su fascismo e nazismo, notava come una delle caratteristiche dei regimi fosse l’estetizzazione della politica. Lo scrittore e filosofo tedesco vedeva per la prima volta nella storia moderna un sistema di rapporti fra arte, propaganda politica, mezzi di comunicazione di massa che veniva pensato e pianificato.
L’amministrazione maceratese oggi ritiene suo dovere inseguire la bellezza e ha la presunzione di sentirsi capace di raggiungerla. Per la verità l’idea di ritornare al passato attraverso una vasca abbeveratoio o il ridicolo quanto inutile prolungamento delle scalette non denota una creatività vulcanica ma è interessante il superamento dei triti valori della sinistra così banalmente concreti ( uguaglianza, giustizia sociale, pane e lavoro ) verso un bene necessariamente elitario e nebuloso: la bellezza. Al punto che il sindaco ha motivato la candidatura di Macerata a capitale della cultura con l’immenso patrimonio artistico che sarebbe in suo possesso. In realtà il nesso tra arte e cultura non è per niente strettissimo: Kant e Spinoza di arte e di bellezza non capivano nulla e non si interessavano minimamente. Il mondo della razionalità e della conoscenza non corrisponde al mondo delle emozioni e delle passioni e di emozioni ne abbiamo avute sin troppe, la razionalità invece risulta un po’ carente.
si dovrebbe riproporre la vasca come alle origini con le scale mobili per la sola risalita (posizionate sulle scalette), per poterla ammirare.
Dotare le piazze del popolo bue di abbeveratoi pare obiettivo razionalissimo.
Non la ricordo, purtroppo, ma il centro storico di Macerata era ed è ancora bellissimo. Andrebbe solo valorizzato al massimo …
Si bellissima
Viva la Libertà: vorrei che la nostra Piazza fosse meta continua ed ospitale grazie a semplici ma numerose panchine, un pò di verde e magari qualche scultura frutto del lavoro artigiano ad iniziare dagli artisti locali, prima che professionisti della progettazione e dell’arredo urbano inventino o traducano per noi buone pratiche già in uso altrove ed una soluzione praticabile illuminata.