di Enrico Maria Scattolini
NEGLI OCCHI DI QUADRI E FORTE (+++) ho letto la felicità della salvezza. Pur se non ancora certificata dall’aritmetica…
NELLA SALA STAMPA DEL “MORGAGNI”, dopo il professionale commento sul fronte dei colleghi della carta stampata (+), il capitano della Maceratese si è come sciolto davanti alla telecamera ed ha faticato a nascondere la sua commozione. Impresa al contrario non completamente riuscita al portiere, che ha avuto difficoltà a trattenere le lacrime.
FORTE HA TENTATO DI DISSIMULARLE, scherzandoci sopra. Si è ricordato di essere un pararigori. «Ero convinto che Quadri avrebbe azzeccato anche il secondo tiro dagli undici metri – ha confidato al microfono -. Non sbaglia mai dal dischetto. Salvo quando, in allenamento, ci sono io fra i pali».
M’E’ VENUTO ALLORA SPONTANEO chiedere a Quadri se la sua infallibilità sia una costante della sua carriera (+), o non invece il riflesso del magico periodo vissuto in biancorosso.
LUI CI HA PENSATO IL SUFFICIENTE imposto dai suoi lunghi trascorsi sui campi di calcio. Per infine dichiarare sottovoce, quasi scusandosene: «Ho fatto sempre gol» (+).
LE SUE STRAORDINARIE CAPACITA’ BALISTICHE (+) hanno avuto il potere d’entusiasmare anche chi al “Morgagni” non era presente.
GIORGIO LA CAVA in primis. Il quale, in mattinata, mi aveva informato telefonicamente di essere rimasto a casa, bloccato da problemi intestinali (-) causati da una cena indigesta del venerdì precedente.(Inevitabile la mia battutaccia: «Non l’avrà mica invitato Spalletta?»).
LA SUA SODDISFAZIONE L’HA ESPRESSA in un sms che mi ha inviato in autostrada, nel traffico serale del ritorno.
«VITTORIA IMPORTANTE, grande Rata!!» Poche parole, ma significative (+).
AL PARI: a) del suo intervento per finanziare la trasferta di Forlì; b) della sua intenzione – anche questa ribadita al mio cellulare poche ore fa – di mettersi al più presto in contatto con l’avvocato Cofanelli, non appena le condizioni di salute glielo consentiranno, per definire un tempestivo piano di azione; c) delle sue recentissime dichiarazioni erga omnes riguardo alla necessità di una soluzione entro il fatidico 16 aprile (leggi l’articolo).
NON MI SEMBRA che manchi la buona volontà (+).
CHE MI PARE INVECE DIFETTI (-) negli ambienti autoctoni.
A PARTE QUALCHE ECCEZIONE, come l’avvocato Cofanelli: ha avuto il coraggio di assumere una posizione ufficiale nel mezzo di una crisi che a molti ha invece consigliato atteggiamenti quanto meno agnostici…
AL PARI DELLA TIFOSERIA. Ha corretto la precedente impostazione…sciovinista che ha contribuito all’insuccesso della “cordata” romana. Non avrebbe probabilmente rappresentato il massimo, ma in ogni caso sarebbe stata evitata l’attuale situazione di assoluta emergenza…
DEFILATO MI SEMBRA L’ATTEGGIAMENTO dell’amministrazione comunale, probabilmente consapevole fin da subito della improponibilità della candidatura Canil, invece fortemente sostenuta. Il presidente del Matelica, per altro, è stato chiarissimo nel dichiararmi che riteneva indispensabile il fallimento (-).
GLI ESPONENTI DELLA LEGA PRO, dal canto loro, remano all’incontrario (-). Nel senso che di ulteriori incertezze e addirittura di incubi.
COME AD ESEMPIO (-) quelle attinenti alla “tenuta” della fidejussione (controparte assicurativa che si riteneva fosse stata consigliata da Firenze), ai tempi di escussione della stessa paventati da Gravina ed alla sua articolazione (intervento dello studio Valori).
INESISTENTE LA SOCIETA’(-): Dimissioni di Sivieri, licenziamento in tronco di Caira (leggi l’articolo). Dovrebbero essere rimasti il presidente Spalletta, però attualmente interessato ad…altri sport, e Benassi. Che ho scorto in tribuna a Forlì, e per un attimo anche negli spogliatoi a fine match.
INCOMPRENSIBILE L’ALLONTANAMENTO DEL DIRETTORE GENERALE (-), persona notoriamente gradita a La Cava; quindi importante punto di riferimento nelle trattativa di cessione della proprietà.
DA CHIEDERSI ALLORA: ma quali sono le reali intenzioni di Spalletta?
L’ORIENTAMENTO UFFICIALE DELLA RATA è verso il concordato in bianco.
CHE CONCEDEREBBE un paio di mesi di ossigeno, ma sembrerebbe gravemente e pericolosamente configgente con regolamenti federali. Per la recidiva nel ritardato/mancato versamento degli stipendi (-).
LA PROCEDURA in ogni caso avrebbe un senso, rispetto ad altre scelte, solo se nel frattempo si costituisse un adeguato gruppo dirigenziale (+).
SE QUESTA POSSIBILITA’ FOSSE REALE (+), potrebbe essere evitato il fallimento. Il quale sì consentirebbe – sotto il profilo giuridico/sportivo, da considerare nel caso di prosecuzione dell’attività calcistica – di defalcare i debiti commerciali dalle passività totali, ma appesantirebbe i successivi impegni societari del costo di acquisto del titolo sportivo.
DA VALUTARE INTORNO ai 250/260mila euro, sulla base di quanto recentemente accaduto a Como.
CIOE’ PRESSAPPOCO LA META’ della presumibile esposizione della Maceratese nei confronti dei fornitori. Con cui, cash in mano, non sarebbe però impossibile raggiungere transazioni che di fatto annullerebbero o renderebbero trascurabile il delta.
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RATA: A FORLI’ UNA “VITTORIA DI PIRRO”?
Esce vincitrice la Rata a Forlì, grazie agli “aiuti” dell’arbitro (a fine gara il tecnico Gadda era infuriato), vede la “salvezza” – non ancora matematica – ma tutto si potrebbe rivelare inutile. La partita è stata “indirizzata” dall’arbitro nel momento in cui ha concesso il 2° rigore alla Rata per una “spinta” non da massima punizione. In una gara giocata bene dai romagnoli (4 rigori contro nelle ultime 4 partite). Nel primo tempo hanno colpito traversa e incrocio dei pali, prima di pareggiare il 1° rigore di Quadri. La necessità di reiquilibrare il risultato ha spinto il Forlì in attacco (inserendo altre punte), esponendosi al contropiede della Rata. Quadri che nelle ultime 10 stagioni ha segnato massimo 2 reti a campionato si ritrova capocannoniere della squadra con 10 gol, grazie a 8 rigori concessi (il 9° è stato realizzato da Colombi). Ma quanto conquistato sul campo si potrebbe rivelare inutile se entro il 18 aprile (scadenza prorogata per la Pasqua) non saranno corrisposti a giocatori e staff tecnico gli stipendi del bimestre gennaio-febbraio. La Rata incorrerebbe nella “recidiva” (non pagati nemmeno gli stipendi del periodo novembre-dicembre) e secondo il regolamento federale retrocessa all’ultimo posto in classifica, con l’impossibilità di iscriversi al prossimo torneo di Lega Pro. Per evitare tale spiacevole situazione i tempi stringono e non è agevole la trattativa con il possibile acquirente La Cava, poichè è solo e alla ricerca di 2 soci (con il 30% rispettivo delle quote). Inoltre l’imprenditore perugino – che dovrebbe accollarsi i debiti – non è disposto a versare la somma richiesta dal presidente (si parla di 40 mila o addirittura di 100 mila euro). Sta qui la risposta all’interrogativo posto da Scattolini? La trattativa non è favorita dalla “rimozione” del DG Caira (referente nella società di La Cava), colpevole di dire la verità. Aveva rilevato che Spalletta non aveva rispettato la “ristrutturazione del debito” avviata dalla Tardella e contraddetto il legale della società sui contributi maturati in Lega (130 mila e non 380 mila euro). La società intanto in assemblea ha imboccato la strada del “concordato in bianco (decisione a cui sembrano legate le dimissioni dell’AD Sivieri). I soci chiedono al giudice delegato lo sblocco dei contributi in Lega (con cui si instaura un “conflitto”), che secondo Gravina sono “insufficienti” per gli stipendi (perciò ha escusso la fideiussione, di cui attende l’esito). Anche col “concordato” occorrono fondi per “soddisfare” i creditori privilegiati (tra cui giocatori e staff tecnico) e torniamo all’urgenza di una nuova proprietà. Viceversa, dopo 2 mesi di tregua (rispetto a pignoramenti ed a richieste di fallimento) si tornerebbe al punto di partenza. Altra incognita il comportamento della squadra, che si deve arrangiare per viaggio e albergo in trasferta (si arriverà alla lontana Bolzano?). Centrata la “salvezza” (aver adempiuto al proprio compito) e restando senza stipendi potrebbe “mettere in mora” la società e liberarsi. Guai a fare rimostranze sui pagamenti al presidente che – insospettato cultore della “noble art” – potrebbe prenderla male e reagire di conseguenza.
L’antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde infine fra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per la Maceratese. Rigido e immobile, il demone tace; finché, costretto dal re, esce da ultimo tra stridule risa in queste parole: “Stirpe miserabile ed effimera, figli del caso e della pena, perché mi costringi a dire ciò che per la Maceratese è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per la Maceratese assolutamente irraggiungibile: non essere nata, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per la Maceratese è morire presto”.
Si narra anche che Michelangelo, ammirando il suo Spalletta, estasiato dalle forme tanto realistiche dell’imponente scultura, sia stato colpito da un violento accesso d’ira ed abbia esclamato la celebre frase «Perché non parli!?» Non solo, si narra anche che l’artista abbia addirittura colpito con veemenza il ginocchio del noto personaggio utilizzando un martello.
«La vita non è che un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla.»
(Macbeth, atto V, scena V).
Qualcuno, quando la Maceratese vince, non riesce ad accettare il verdetto del campo prendendosela ora con l’arbitraggio, ora con la dea bendata, se……, ma……..ecc. ecc.- Se anche a Forlì fosse stato più giusto un pareggio, in casa col Bassano la Rata, sul piano del gioco e delle occasioni (incrocio dei pali clamoroso di Petrilli) avrebbe strameritato di vincere, a dimostrazione, che nell’arco di un campionato gli episodi pro e contro tendono a compensarsi.
Per quanto riguarda le vicende societarie, prima di intonare il de profundis, sarebbe il caso di attendere l’esito della trattativa in corso.
E’ una malattia che non va via non va via.
brau Guirri!!Ce metto anche alla manina verde. Noto che i precedenti “signori” nel commentare “lu pallò della Rata” si trasformano in poeti. Spero che non diventino anche santi e navigatori.
LA CAMPANA DI SCATTOLINI… E QUELLA DI MISTER GADDA
Per completezza ed obiettività di informazione, oltre alle valutazioni di Scattolini, è bene leggere l’analisi della gara di mister Gadda. Queste le dichiarazioni del tecnico (storico capitano dell’Ancona) riportate dal quotidiano “Corriere di Romagna”, nell’edizione di lunedì 10 aprile 2017: “Non è mia abitudine parlare degli arbitri, ma credo che quello di ieri (Boggi di Salerno, ndr) non torni a casa con la coscienza pulita”. A proposito del secondo rigore assegnato alla Rata (sorvoliamo sul primo, ndr) mister Gadda precisa: “Non credo sia giusto per un contatto così discutibile determinare le sorti non solo di una squadra, ma anche di una società. A questo va aggiunto il cartellino giallo assegnato a Bardelloni, colpendo senza motivo un giocatore che era già in diffida. A tutto questo aggiungo il fatto che abbiamo subito 4 rigori nelle ultime 4 gare. Società che non pagano gli stipendi si salvano (in questo caso il tecnico romagnolo pecca di ottimismo, ndr), chi invece come il Forlì – che paga regolarmente – lotta in fondo alla classifica. Anche il nostro presidente poteva prendere giocatori con varie promesse per arrivare all’obiettivo senza curarsi dei pagamenti, così è troppo facile”. La conclusione di mister Gadda è carica di amarezza: “Della gara odierna non posso rimproverare niente alla mia squadra (la Rata esclusi i 2 rigori e la rete in contropiede nel recupero non ha fatto nulla, ndr), si prepara la gara per tutta la settimana poi veniamo penalizzati da episodi avvilenti”. Rabbia quella di Gadda per una partita persa ingiustamente (c’è il risultato del campo – che può essere bugiardo – e la prestazione offerta non premiata adeguatamente). Ad ogni modo stia tranquillo mister Gadda: esiste una giustizia sportiva e in “fondo alla classifica” secondo le regole federali – se “recidiva” nel non ottemperare agli impegni – può finirci la Rata. Magari al posto della sua amata Ancona, che ha espugnato il “Tardini”. Stadio dove, appena una settimana prima, il Parma aveva inferto una severa “lezione di calcio” alla malcapitata Rata, dimostratasi “mai in partita”.
E in mezzo a queste due campane il campanaro di dove è ?? Forse de lo porto ??
Non ho mai sentito un allenatore dire che i rigori dati alla squadra avversaria erano giusti e l’arbitro ha fatto bene a darli !!
Caro Caporaletti, quali sarebbero i….rintocchi della mia campana?
Ci risiamo, oltre ai poeti, santi e navigatori, sono ritornati gli esibizionisti senza…..impermeabile. Ma per favore!!!
Finalmente a Macerata torna l’allegria.
PREOCCUPAZIONI SENILI “PISTACOPPE”
PAGNANELLI, tutti questi riferimenti ad esibizionisti “con o senza impermeabile”. Viene il sospetto che lei soffra il “complesso del pistolino”. Suvvia, chiarisca ai lettori di CM cos’è che la turba, in modo che essi possano comprendere tale suo “anomalo” comportamento. SCATTOLINI, che risponde “a singhiozzo” – quando chiamato in causa – dovrebbe preoccuparsi che il “rintocco” della sua campana non suoni “a morte” per la Rata. Se in tale condizione la condurranno i tanti avvoltoi, essi sì esibizionisti, che le girano attorno.
Egreg.Sig. Caporaletti non mi sono mai interessato alla Sua persona, è la prima volta che faccio il Suo nome in quanto chiamato in causa.Se Lei pensa che i riferimenti esibizionisti riguardano la Sua persona, sono fatti suoi e eventualmente delle Sue turbe.Non Si permetta mai più di chiamarmi in causa.Cordiali saluti e buona Pasqua.
PAGNANELLI PECCA IN FALSITA’ E IPOCRISIA
Eh no, Pagnanelli lei forse dimentica di avere a che fare con una persona che ricorda molto bene le cose, forse troppo! Perciò le comunico che – a differenza di quanto sostiene – non è affatto “la prima volta” che lei fa inequivocabile riferimento alla mia persona (anche usando i medesimi “argomenti”). Lo ha fatto anche citando il mio “nome” (senza che io l’avessi in alcun modo chiamata in causa). Controlli bene i suoi commenti su CM, prima di pubblicare fandonie! Per una conferma risalga al commento che ha postato in data 26 luglio 2016. Perciò sono io che con questo post la “diffido formalmente” a fare riferimento, d’ora innnanzi, alla mia persona (in modo inequivocabile, sia diretto che indiretto). Nel caso continuasse a farlo – non serve a nulla negarlo ipocritamente – riceverà querela, che le costerà bei “soldini”. La somma ricavata sarà devoluta ai terremotati della nostra provincia. Buona Pasqua si augura alle persone corrette, che si assumono le proprie responsabilità, non a quelle che usano, come dimostrato, la falsità.
Caporaletti querela tutti,ha bisogno di soldi,apriamo una sottoscrizione!