GLI ATTORI – Da sinistra: l’avvocato Federico Valori, Filippo Spalletta, Angelo Massone, Luca Macaluso e Marco Fantauzzi
di Mauro Giustozzi
La risoluzione del contratto e le strade future che attendono la Maceratese dopo la retromarcia della cordata romana. E’ un avvocato Federico Valori a 360 gradi quello che affronta il giorno dopo la rinuncia di Macaluso e Fantauzzi ad acquistare la Rata. “La chiusura di questa trattativa ci lascerà con un grande interrogativo –afferma il legale-: non sapremo mai se erano dei devastatori del calcio cittadino come sono stati dipinti oppure degli onesti imprenditori che avrebbero contribuito al salvataggio della Maceratese ed a dargli un futuro meno tribolato del presente. C’è stato un attacco violento all’avvocato Massone che ha poi coinvolto ed impaurito anche gli altri. La figura di garanzia per me è stato sempre Luca Macaluso, ma quando si è iniziato ad associare il suo nome e quello di Fantauzzi ad aggettivi come fallimento e bancarotta è stato l’inizio della fine di questa trattativa”.
Che, a tutti gli effetti, si è risolta nel pomeriggio con lo scambio, via mail tra Spalletta da una parte e Macaluso e Fantauzzi dall’altra. Eppure proprio l’avvocato Valori aveva parlato di accordo definitivo e vendita conclusa proprio sabato scorso nel suo studio. “Ribadisco che quello era un atto definitivo –spiega il legale- che ha efficacia obbligatoria ma non traslativa. Mi spiego meglio. In una trattativa ci sono vari passaggi come la lettera d’intenti, la bozza e la scrittura definitiva. Che ha valore di contratto, anche se poi è necessario il passaggio dal notaio affinchè sia valido a tutti gli effetti transattivi. Paradossalmente Spalletta potrebbe fare una causa per vedere riconosciuta quella scrittura definitiva fatta nel mio studio. Ma non lo farà di certo, non essendoci la chiara volontà della controparte di portare avanti la Maceratese. Quindi il contratto è recesso ed è di fatto risolto”. Il che apre il baratro davanti al club biancorosso, visto che la data limite posta per la vendita era stata ribadita da Valori essere il 31 marzo? “Non è che il 1° aprile ci sarà il fallimento della Maceratese – sottolinea l’avvocato – ma la ripartenza delle azioni esecutive. Tanto che proprio oggi mi è arrivata l’ingiunzione di un collega che tutela un creditore chirografario che ha bloccato ulteriori soldi nel conto della società in Lega. La Maceratese va incontro ad una crisi di liquidità e la prosecuzione dell’attività deve essere fatta con rigidi criteri: per questo sarà importante le decisioni che verranno prese in occasione dell’assemblea dei soci in programma il prossimo 7 aprile che dovrà indicare quale strada percorrere”.
All’appuntamento hanno diritto di partecipare i soci del club, quindi Spalletta che ha il 95% delle quote e Massimo Paci che detiene il restante 5% e l’amministratore delegato Simone Sivieri. Sarà presente anche Valori che resta l’avvocato di Spalletta. “In quella sede i soci dovranno valutare le tre opzioni che sono percorribili –sottolinea il legale-. La prima è la ricapitalizzazione, ossia mettere soldi nella società e quindi pagare la massa debitoria esistente. Ma mi sembra che questa sia la strada più complicata da percorrere, altrimenti non si sarebbe giunti a questo punto. Seconda ipotesi è quella di approfondire il concordato preventivo in bianco, ossia un piano di rientro graduale dal debito concordato con il Tribunale che consentirebbe magari di poter chiedere al giudice delegato l’utilizzo dei soldi che ci sono in Lega per pagare i giocatori e concludere così il campionato. Salvando il titolo sportivo sul campo e contemporaneamente, se ci sarà l’appoggio del presidente Gravina, cercare di salvare la licenza di Lega Pro. A proposito della quale voglio segnalare che tra i creditori del club c’è anche la Lega per 70 mila euro di un fondo di solidarietà cui ha attinto la Maceratese e mai restituito. E di come il 6 aprile la società maturerà 160 mila euro di crediti in Lega: invece di escutere la fidejussione di Spalletta, Gravina avrebbe fatto meglio a sbloccare quei soldi che possono essere utilizzati subito per pagare i giocatori. Durante il concordato in bianco la società potrebbe verificare se nuovi acquirenti ci sono e possono entrare in società, visto il tanto interesse mostrato da cordate locali”.
I giocatori della Maceratese applauditi domenica scorsa all’Helvia Recina dopo la vittoria contro il Feralpi Salò
L’ultima ipotesi all’orizzonte è quella che più volte lo stesso Valori aveva indicato come estrema ratio. “Portare i libri contabili in tribunale –sottolinea l’avvocato- e cioè l’autofallimento della Maceratese con l’esercizio provvisorio affidato unicamente al giudice fallimentare per la prosecuzione dell’attività sportiva e di quella nel successivo iter. In quella riunione del 7 aprile io ci sarò nella veste di consulente ed i soci indicheranno al sottoscritto ed a Sivieri cosa fare”. L’impegno economico finora profuso nella Maceratese dal nuovo presidente Filippo Spalletta si aggirerebbe sui 150/200 mila euro, tra la prima tranche economica di acquisto del club dalla Tardella e successive spese legali e di vario genere immesse nel club. Ma, vista l’aria, appare evidente che Spalletta non tirerà più fuori un euro per il club biancorosso. Che si appresta ad affrontare la trasferta di Parma. Contro una squadra che, solo qualche anno fa, ha vissuto una situazione fallimentare molto più grave però di quella della Rata che ha fatto sprofondare i ducali in serie D. Il momento della Maceratese resta complicatissimo ma non ancora del tutto irrisolvibile.
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Sarà meglio
Non si può buttare all’aria due ononorevoli campionati di Lega Pro, se ancora esiste una possibilità per non scomparire dal calcio professionistico, va perseguita fino in fondo.
Soluzioni per salvare cosa?La Maceratese in questo momento ha solo debiti e nessun patrimonio,nemmeno uno sgabuzzino per i palloni.Gli errori commessi in questi ultimi trenta anni dalla Maceratese e dal calcio cittadino in generale(intesi come persone fisiche societarie ben definibili)sono ben visibili in questo ennesimo fallimento,ma si fa finta di niente in nome della LegaPro.Una realtà come quella maceratese poteva sperare in qualcosa di buono solo trovando una unità d’intenti fra tutte le componenti calcistiche da quelle minori fino ad arrivare alla Rata,ma ognuno ha fatto i propri interessi distruggendo il calcio giovanile e di conseguenza la base per il futuro.Il calcio a Macerata è paragonabile alla favola di Pinocchio,in quanto i personaggi ci sono tutti;falegnami,grilli parlanti,gatti,volpi,burattini,burattinai e la balena ingoiatutto,peccato sia mancato l’interprete principale(vista l’incapacità degli altri)quella Fatina che avrebbe potuto tramutare i pupazzi di legno in bei bambini o nel nostro caso in buoni giocatori.Voi continuate a preoccuparvi per la”C”con una rosa senza maceratesi mentre il vivaio non riesce a sfornare nulla di buono da trentanni.
Senza un settore giovanile adeguato non si va tanto lontano ….!!!
Sono d’accordo con Zippilli (anche se non mi interessa il calcio) ma se alcuni non dimostravano contro questi acquirenti, questi non avevano scuse.
Ora mi domando, senza essere tifoso ma economicamente, averli fatti scappare (se non scappavano per altri motivi) a che cosa è servito? A nulla! Chissà sono stati giudicati dalle facce, ma se dietro quelle facce c’erano persone per bene? Avete perso un occasione!
Concordo sul fatto che a Macerata non sussiste una cultura calcistica, e permane una disaffezione nei riguardi della Rata, nonostante gli eccellenti risultati di questi ultimi 3 anni, non dimentichiamoci che siamo ritornati a disputare un campionato di “serie C” dopo 40 anni.
Ma è anche vero che l’entusiasmo verso una squadra di calcio si può costruire, ovviamente ci vogliono degli anni, di esempi in Italia ne abbiamo parecchi, vedi Fosinone, Entella, Cittadella, Carpi che militano serie in B, anni fa erano delle sconosciute.
Pertanto non si può e non si deve partire sconfitti, anche se senza maceratesi e senza liquidità tutto diventa più difficile.
Sul fatto della cordata romana, che siano stati giudicati dalle faccie, come afferma Martello forse è vero, ma oltre alle facce sussistono dei precedenti non molto edificanti, di certo con l’attuale presidente fallisci, male che andava fallivi con la cordata romana, la sostanza resta invariata.
Resta comunque seppur flebile la possibilità di imprenditori locali, giustamente tanto perseguita dall’Amministrazione Comunale, il fatto è che si è partiti un tantino tardi.
L’animale che mangia Geppetto e Pinocchio non è una balena, che fu un’invenzione Disney, ma uno squalo gigante. Allo stesso modo, la storia del naso di Pinocchio, che cresce ad ogni bugia detta dal burattino, nel libro caratterizza solo un episodio del racconto mentre sarà il celebre cartone animato a farne il motivo centrale della storia. Paragonando il film Disney all’opera originale di Collodi si legge evidente lo sforzo del cartone di rendere più simpatico, dolce e innocente il povero burattino. La storia fu stravolta al punto tale che il nipote di Collodi chiese al governo italiano di intentare causa alla Disney per aver eccessivamente americanizzato la creazione dello zio.
Grazie per la precisazione sig.Pavoni infatti la balena, mammifero docilissimo, sarebbe stato un corpo estraneo nella nostra favola mentre lo squalo rappresenta al meglio la voracità di molti dirigenti che si sono avvicendati nel mondo calcistico maceratese.PS ma chi si preoccupa dei creditori?