Marco Fantauzzi, imprenditore nel settore dell’intrattenimento, indicato dalla cordata romana come presidente della Maceratese
di Mauro Giustozzi
Un Consiglio d’amministrazione che non viene ancora convocato, la sicurezza dell’avvocato Angelo Massone ed il silenzio dei nuovi proprietari mentre spuntano imprenditori locali che mostrano interesse verso la Maceratese. A seguire con un distacco interessato le vicende biancorosse i vertici istituzionali coinvolti, da un lato il sindaco Romano Carancini e dall’altro il presidente di Lega, Gabriele Gravina. E, sullo sfondo, la scadenza del 31 marzo che potrebbe segnare, se i romani non perfezionassero l’acquisto del club, il countdown della Rata verso il fallimento, visto la ripartenza dell’attività del Tribunale (dopo la sospensione per il terremoto) con le numerose ingiunzioni di pagamento che torneranno a rincorrere la società. Doveva essere domani il giorno X: quello della convocazione del Consiglio di amministrazione del club per procedere verso il cambio della proprietà. Ma questo consiglio non ci sarà. Lo ha confermato l’amministratore delegato della Maceratese, Simone Sivieri. L’importanza di questo passaggio è vitale per far sì che il club passi dalle mani di Spalletta a quella della cordata romana.
Perchè questi ritardi, perché questo silenzio, rotto in realtà solamente dall’avvocato Angelo Massone ascoltato al telefono abbastanza sereno e tranquillo sui prossimi passaggi da effettuare. Il vecchio cda, riunendosi, deve dare il proprio gradimento ai nuovi soci.
Ma, da quanto dice l’avvocato Massone, questo iter potrebbe essere fatto per via telematica. “Sono in attesa di ricevere questo documento riguardo il gradimento dei nuovi soci che penso sia stato già fatto –afferma al telefono l’avvocato Angelo Massone -. Successivamente ci sarà la nomina della nuova compagine societaria che farà parte del Cda e la società potrà essere operativa. Il terzo step sarà quello del pagamento degli stipendi arretrati ai giocatori”.
Dunque per il legale di Fantauzzi e Macaluso un percorso lineare e già tracciato che non dovrebbe avere intoppi. In realtà il primo è proprio questo balletto di date rinviate che non torna. Che dietro questo silenzio di Fantauzzi e Macaluso ci sia la non assoluta determinazione di acquistare il club? Oggi l’imprenditore romano è risultato irraggiungibile, ma ieri aveva espresso tutta la sua preoccupazione nell’affrontare l’avventura Maceratese non tanto per i tanti debiti venuti a galla nel bilancio, quanto per le condizioni ambientali ostili, da parte di una larga frangia della tifoseria ma anche il non gradimento che, a suo dire, avrebbe sentito da parte dell’amministrazione comunale alla luce anche della tentata aggressione di sabato notte. Una riflessione profonda e, chissà, forse anche un ripensamento della cordata romana? Stando alle parole di Massone non sembrerebbe, ma i fatti dicono che il Cda non è ancora stato convocato ed il tempo scorre veloce verso il 31.
Il sindaco Romano Carancini la scorsa settimana all’Helvia Recina con Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro
Sul fronte istituzionale appare chiaro, invece, che si sia formato un asse istituzionale Comune-Lega che cerca di salvare la Maceratese battendo altre strade. Quella di puntare su imprenditori locali e anche di trovare, con la sponda della Lega, una via d’uscita diversa da quella intrapresa dalla cordata romana. Non è un caso se Carancini e Gravina hanno avuto ripetuti incontri o telefonate sulla vicenda e come il presidente della Lega sia stato in contatto in due occasione con l’avvocato Gabriele Cofanelli che rappresenta l’imprenditore montefanese Enrico Paoloni. Se a ciò aggiungiamo l’incontro tra il sindaco e Mauro Canil, ecco che gli indizi vanno in una certa direzione. Come anche la decisione di Gravina di escutere la fidejussione in Lega di Filippo Spalletta indicano chiaramente un percorso ben differente per provare a risolvere la crisi della Rata. Insomma una situazione liquida quella che avvolge il club biancorosso: l’unica certezza è che più il tempo passa e più sarà difficile uscire dalla buca. Col rischio che si intervenga, in un senso o nell’altro, quando non ci sarà più il tempo per porre rimedio ai guasti economici e provare a salvare almeno il titolo sportivo. Che, in fondo, è ciò che più interessa a città e tifosi.
Intanto la gara di domenica prossima della Maceratese a Parma è stata anticipata alle ore 18,30 invece delle 20,30 in cui era prevista dal calendario.
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Non sarà che il mitico Fantauzzi e i suoi pittoreschi sodali Massone e Macaluso si sono accorti di aver dimenticato qualche passaggio imprescindibile?
Credo invece che la spiegazione reale sia riconducibile a lotte interne alle istituzioni sportive. L’attacco di Massone a Gravina ne è un indizio. Mosse e contromosse
Volutamente vogliono che nessuno riesca a comprendere le complesse dinamiche del trasferimento di proprietà. Chi ci capisce qualcosa è uno scenziato. L’unica cosa certa è che a pagarne le conseguenze sono i giocatori che non percepiscono gli stipendi.
È fuggita una “i” scienziato
È proprio nelle situazioni liquide che serve qualcosa a cui attaccarsi.
Chiedo all’amico Peppe, in qualità di avvocato, di spiegare:
– la data del 31 marzo è la ripresa delle attività del Tribunale, le ingiunzioni di pagamento ci saranno comunque anche se i “romani” acquistano la Società.Dovranno immediatamente cancellare i debiti?
– se si a quanto ammontano compresi gli stipendi ai dipendenti della Società.
– questi sono alcuni passaggi a cui ti riferivi?
Caro Filiberto,
dopo il 31 marzo 2017 scade la sospensione delle azioni esecutive (pignoramenti mobiliari e pignoramenti presso terzi) derivante dai decreti sul terremoto. Per cui, dopo tale data,i creditori potranno partire o riattivarsi (se erano partiti prima della sospensione) nei loro procedimenti esecutivi, oppure anche presentare istanze di fallimento nei riguardi della società Maceratese.
Questo significa che, se i nuovi “padroni” romani (che ancora tali non sono, visto che da due o tre giorni c’è uno strano silenzio sulla formalizzazione dell’acquisto, dopo tanti proclami sbandierati ai quattro venti) non pagheranno i debiti, almeno i principali, esporranno a pignoramenti o a istanze di fallimento la società, e comunque, in presenza di una situazione di dissesto (così l’ha descritta, senza mezzi termini, nei giorni scorsi l’avv. Federico Valori), dovranno loro stessi portare i libri contabili in tribunale, per evitare di commettere il reato di bancarotta fallimentare.
Quanto agli stipendi dei giocatori, credo che il loro ammontare complessivo sia pari a circa 50/60.000 euro al mese, da maggiorare con i contributi previdenziali. Non conosco l’ammontare degli stipendi degli altri collaboratori e di tutto il faraonico staff portato a Macerata da Filippo Spalletta, l’uomo che, senza il minimo pudore, è riuscito a prendere in giro l’intera città di Macerata per mesi.
Il passaggio burocratico che potrebbe essere stato omesso dal trio romano concerne la clausola di gradimento che, a termini di statuto, i soci della Maceratese devono esprimere circa l’ingresso di nuovi soci. In altri termini, Paci, che ha il 5% delle quote, dovrebbe ricevere una comunicazione formale circa la volontà di Spalletta di vendere le sue quote (pari al 95%) a Fantauzzi, Macaluso e forse anche a Massone, e poi dirsi formalmente d’accordo.
In mancanza di questo passaggio, la compravendita delle quote non può formalizzarsi.
Su questo passaggio, però, dovrebbe dire la sua lo stesso Paci, perchè tale comunicazione potrebbe essere stata già fatta e lui potrebbe essersi già dichiarato d’accordo. Su tale aspetto, per il momento, almeno per quanto ne so, c’è ancora incertezza.
a questo punto Spalletta dovrebbe essere appeso sulla pubblica piazza dato che il Presidente non ha tirato fuori un euro da quando risiede su quella poltrona.Ma siamo sicuri che l’intento per togliersi dai guai non sia proprio quello di farla fallire per poi rilevare la societa’ ,in stile Como,senza debiti ???? ed a costo praticamente zero??? senza perdita della serie di appartenenza??? perche’ con il como la storia e’ andata cosi’…addirittura hanno iniziato il campionato con un curatore e non un presidente…
A monte della Maceratese rimane la vergognosa spesa NON PER LO SPORT per poco meno di 1 milione di euro totalmente dedicato ad erigere barricate di ferro e cemento all’Helvia Recina (deturpando e svilendo la struttura e l’ambiente circostante).
Questo nel contesto di una città che di fatto non ha scuole antisismiche con necessità di adeguamenti urgenti (ora e allora).
Fossero stati spesi per lo sport, poteva essere oggetto di discussione ma spendere per il nulla a fronte di urgenze e sicurezze per i nostri figli è veramente una cosa incommentabile!
Avvocato, non capisco una cosa ma forse tante di più: Spalletta avrebbe acquistato la Maceratese a ” buffo “, quindi la Tardella ha ceduto le sue quote in cambio di che? Un idea di pagamento che come direbbe Platone sta nel mondo delle idee dove la vedono di sfuggita solo le anime in attesa di trovare un corpo? Leggo che Spalletta ha il 95% delle quote che vorrebbe vendere alla ” cordata romana “, e a quale prezzo? Come avverrebbe questa transazione? Ma qui ci troviamo di fronte ad un caso di post economia creativa,o a una truffa che nemmeno Paul Newman e Robert Redford interpreti de ” La stangata ” avrebbero mai immaginato? Forse ho saltato qualche articolo ma la Signora Tardella in questo preciso momento che posizione occupa? Quando ha venduto, ha dato per buona la fideiussione che buona non era ma che in questo momento rappresenta il pagamento effettuato tramite folate di vento?
Per Sauro Micucci
La Tardella, per quanto ne so, ha venduto le sue quote (il 95% della Maceratese) a Spalletta, ricevendo in cambio una piccola somma in contanti (non conosco l’ammontare preciso), una promessa di pagamento per 275.000 euro garantita da una fidejussione, l’accollo dell’acquirente Spalletta per una serie di debiti inventariati dopo due mesi di verifiche fatte dallo staff spallettiano e quantificati di comune accordo in circa 350.000 euro (con l’impegno da parte di Mariella a farsi carico di eventuali altri debiti non ricompresi nell’elencazione fatta consensualmente, ove fossero effettivamente emersi).
A fronte di ciò Filippo Spalletta non ha pagato i 275.000 euro, costringendo la Tardella ad attivare la fidejussione, che a quanto pare si è rivelata farlocca. Non contento, e per giustificare i suoi inaccettabili ed illegittimi comportamenti, ha scelto di soffiare sul fuoco dell’ostilità di una parte della tifoseria nei riguardi della precedente proprietà, e quindi ha iniziato a parlare, senza mai precisare nulla, di scorrettezza della Tardella per debiti ulteriori che sarebbero emersi, dimenticandosi che l’elenco dei debiti che lui si era accollato era stato compilato dopo mesi di verifiche dei suoi stessi tecnici e che comunque la Tardella si era impegnata, come sopra detto, a farsi carico di eventuali debiti ulteriori (che lui poteva comunque detrarre dalla somma ancora dovuta alla stessa Tardella).
Quindi, ad oggi la Tardella ha ceduto le sue quote a fronte quasi del nulla cosmico e credo che in qualche modo cercherà di recuperare quanto le spetta nei confronti dello Spalletta e della compagnia che aveva rilasciato la fidejussione rimasta sinora lettera morta. Non so dire con quali concrete possibilità di recupero, io dall’esterno la vedo piuttosto complicata, comunque su questo aspetto hanno sicuramente le idee più chiare i suoi legali Giancarlo e Massimo Nascimbeni.
Oggi come oggi quindi la Tardella è uno dei soggetti di fatto presi in giro dallo Spalletta, accanto all’Amministrazione Comunale, alla tifoseria, alla Lega Pro, all’allenatore Giunti ed alla squadra che tanto dignitosamente si sta battendo in mezzo a mille difficoltà e senza vedere il becco di un quattrino da mesi.
Sicuramente la Tardella sta pagando lo sbaglio di aver scelto un cattivo acquirente, ma credo che avesse poche possibilità di scelta e comunque penso fosse difficile comprendere a prima vista l’enigma Spalletta e le sue reali intenzioni e potenzialità. Non dimentichiamoci che inizialmente (e sino a poche settimane fa) sono caduti nella stessa trappola l’Amministrazione Comunale, che molto elogiò Spalletta ed i suoi fantasmagorici proclami, la Lega Pro (che avrebbe potuto, e non l’ha fatto, bloccare la cessione Tardella/Spalletta ove avesse avuto dubbi sull’acquirente sull’acquirente), nonchè buona parte della tifoseria.
Tuttavia la sceneggiata di Spalletta è poca cosa rispetto a quella che recentemente ha tentato di fare il trio romano, presentatosi a Macerata con intenzioni ancora meno comprensibili e negli ultimissimi giorni, dopo tanti roboanti proclami, sostanzialmente “desparecido” (vedremo però se da qui alla fine del mese si rimaterializzerà, anche se io non ci credo).
Grazie avvocato. Molto chiaro.
Grazie Peppe per avermi risposto ai miei quesiti e nella professionalità e chiarezza nella risposta al Sig.Micucci. Purtroppo, ora che ne sappiamo di più, siamo più amareggiati. La compagine di Giunti non meritava questa fine. L’unica consolazione è che in un mondo di esibizionisti e di ladri, ci sono ancora persone che credono nello sport e possono essere da esempio per i giovani che ancora lo praticano con la sola gioia di scendere in campo e di confrontarsi.