Maceratese, retromarcia dei romani
Incombe lo spettro del fallimento

CAOS BIANCOROSSO - Fantauzzi e Macaluso sembrano essersi volatizzati nel nulla. Non è arrivata nessuna risposta all'avvocato Valori e all'ad Sivieri. Il cda per formalizzare la vendita non è stato convocato. Ad oggi l'ipotesi più probabile è che i libri contabili della società vengano portati in tribunale

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La cordata romana sabato scorso, prima di entrare nello studio dell’avvocato Federico Valori per il closing della trattativa

 

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Luca Macaluso e Marco Fantauzzi

 

di Mauro Giustozzi

A due giorni dalla decisiva scadenza del 31 marzo per la vendita della Maceratese sembra dissolversi anche la cordata romana che aveva trattato l’acquisto del club. Nessun Consiglio di amministrazione è stato convocato, dopo che era stato annunciato domenica, dopo la partita, che si sarebbe svolto nei primi giorni della settimana, nessuna comunicazione nelle ultime ore è giunta da Roma. Né all’avvocato Valori ed alla Maceratese che sono parte in causa nella cessione della società. Fantauzzi e Macaluso sono irraggiungibili al telefono, come si fossero volatilizzati nel nulla. Una situazione, quella anticipata ieri (leggi l’articolo), che fa pensare ad un disimpegno dagli accordi presi nella serata di sabato quando la Maceratese sembrava essere passata da Spalletta alla cordata romana, con tanto di closing immortalato dai fotografi.

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Gli avvocati Angelo Massone e Federico Valori

Invece quell’atto rischia di assomigliare più ad una scena di un film tragicomico che non ad un passo decisivo per il club. “Non sono segnali incoraggianti l’assenza di contatti nelle ultime ore tra gli imprenditori romani e la Maceratese –ammette l’avvocato Federico Valori cui Spalletta ha dato il mandato di vendere il club-. Non ne ho ricevuti io personalmente e neppure la Maceratese. Noi non possiamo fare altro che restare in attesa di comunicazioni da parte di Macaluso e Fantauzzi. Certo, l’accoglienza che gli è stata riservata dalla città, dai tifosi, dal sindaco, l’ostracismo manifestato dalla Lega verso questo gruppo può avere un peso sulle scelte che dovevano fare. Credo che complessivamente si sia creato un ambiente ostile alla loro venuta che li sta facendo riflettere a fondo sul da farsi. Ci sono ancora un paio di giorni e noi aspettiamo”. Manifestini con i loro volti attaccati in varie zone della città e la scritta ‘Noi non vi vogliamo’, tifosi contro scatenati sui social, l’aggressione verbale di sabato notte fuori dal ristorante da parte di un gruppo di ultras e la freddezza dell’amministrazione comunale verso questa operazione. Sono tutti temi che avevano portato Marco Fantauzzi, lunedì scorso, ad incontrarsi col socio in affari in questa operazione, Luca Macaluso, per capire se si poteva portare avanti l’acquisto di un club in una piazza che aveva dimostrato di non gradire troppo la loro venuta. L’unico ad aver manifestato sempre ottimismo era stato il legale Angelo Massone, il cui ruolo però era quello di collegamento tra i romani e Spalletta.

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Luca Macaluso, Marco Fantauzzi e Filippo Spalletta

Sta di fatto che, nel giro di poco più di una settimana si è assistito ad un balletto di compro o non compro, come nella classica margherita da sfogliare. Mercoledì 22 marzo la riunione di tre ore nello studio Valori con la bozza dell’atto di vendita stilato; sabato 25 la firma tra Spalletta e il gruppo romano per la cessione del club. Domenica 26 mattina la pausa di riflessione di ventiquattrore sulla conferma del via libera all’acquisto dopo la presunta aggressione verbale da parte di ultrà della Rata. Salvo poi nel tardo pomeriggio l’ad. Sivieri confermare la volontà della cordata romana di andare avanti. Lunedì pomeriggio i dubbi di Fantauzzi a cui sono seguiti giorni di assoluto silenzio e non convocazione del Cda. Ora bisognerà attendere ancora due giorni per capire che accadrà della Maceratese. L’ipotesi più probabile, detta anche pubblicamente dall’avvocato Valori, è quella che dopo il 31 marzo i libri contabili della società vengano portati in Tribunale e si dia il via all’iter fallimentare. Va detto che dal 1° aprile le ingiunzioni di pagamento torneranno a riattivarsi ma l’escussione non sarà così immediata, come anche il possibile fallimento della società insolvente. Nel momento in cui sarà ufficialmente dichiarato il disimpegno dei romani bisognerà pure vedere come il sindaco Romano Carancini e tutti coloro che avevano manifestato interesse alla Maceratese si comporteranno. I vari Paoloni, Canil torneranno sulla scena? E, soprattutto, come si comporterà il presidente di Lega, Gabriele Gravina, cui spetterà il compito di vigilare e consentire alla Maceratese di concludere il campionato e magari individuare un percorso con le altre istituzioni cittadine per evitare che la oramai prossima salvezza sul campo della squadra di Giunti non si tramuti a giugno nella scomparsa della Rata dalla Lega Pro.

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