di Claudio Ricci
Fusioni: dopo Pievebovigliana e Fiordimonte (leggi l’articolo) e la discussa accoppiata Tolentino-Camporotondo (leggi l’articolo) anche Fiastra ed Acquacanina vanno verso l’incorporazione. In un consiglio comunale congiunto che si è tenuto ieri nel municipio di Fiastra le due amministrazioni si sono confrontate sul tema, predisponendo una tempistica per l’iter che vedrà Acquacanina (comune più piccolo con 124 abitanti) accorparsi con Fiastra (577 abitanti). Al rendez vous sarebbe stato invitato più volte anche Bolognola che però preferirebbe unirsi al comune di Sarnano. Il prossimo passo è portare la proposta all’attenzione dei due Consigli entro fine marzo e arrivare al referendum popolare, obbligatorio per legge, entro giugno. «E’ un’opportunità da cogliere per comunità come le nostre – commenta il sindaco di Fiastra Claudio Castelletti – Siamo stati fautori di questa linea proprio per i vantaggi per i cittadini. Oltre ai contributi statali ad esempio, ci sono anche risorse regionali e per i prossimi 5 anni non abbiamo più l’obbligo di rispettare l’equilibrio di bilancio prevedendo dei disavanzi per investimenti in opere e servizi». Da qui ad un mese le due amministrazioni incontreranno le rispettive cittadinanze per far capire i benefici del processo di incorporazione
«Il confronto di ieri è stato positivo e la strada verso la fusione è stata bene accolta anche dalle minoranze – dice il sindaco di Acquacanina Giancarlo Ricottini – L’accorpamento prevede il mantenimento del nostro municipio e dei servizi principali come ufficio tecnico, anagrafe e tributi. La legge prevede un iter di 10 anni per completare il processo durante i quali lo Stato eroga dei contributi ai due comuni pari al 40% del bilancio 2010». Una fusione praticamente fisiologica dato che i due territori sono confinanti e che i Comuni già da tre anni condividono la gestione di servizi come raccolta differenziata, trasporto scolastico, segreteria e ragioneria, ufficio tributi e anagrafe. «Invece di morire stiamo cercando di sopravvivere intercettando tra l’altro importanti risorse che non saranno più disponibili tra qualche anno quando le fusioni diverranno obbligatorie».
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Bella proposta! 🙂
Come prenderebbe nome dopo il comune?
In pratica, quel che era possibile condividere lo era già.
Quindi, nessun risparmio aggiuntivo: solo contributi aggiuntivi, peraltro briciole considerando che, negli ultimi cinque anni, ai comuni sono stati tagliati fondi per 17 miliardi, ed eliminazioni di vincoli.
Ora: i vincoli di bilancio che sono eliminati erano giusti oppure no? Perché, se lo erano, è sbagliato concedere deroghe in cambio di fusioni: tempo cinque anni e i nuovi comuni fusi si ritroveranno di nuovo carichi di debiti.
Se, invece, essi erano ingiusti e sbagliati, perché mantenerli in vigore?
Per Valenti. Grazie all’accorpamento le cariche elettive, sindaco e consiglieri comunali, del nuovo Comune saranno in numero inferiore alla somma delle cariche elettive di due Comuni attuali. Ci si aspetta quindi una diminuzione dei tributi locali.