Rave party “autorizzati”
alla Foce dell’Asola

Lo sballo è di casa lungo la spiaggia tra Civitanova e Porto Potenza. Appello alle istituzioni

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L'avvocato Giuseppe Bommarito

L’avvocato Giuseppe Bommarito

 

di Giuseppe Bommarito *

Domenica 8 settembre, prima ancora che albeggiasse, il giovane Diego Luchetti, disteso a dormire in un campo sul Monte Faito in occasione di un rave party clandestino, moriva con il torace schiacciato da un’autovettura che stava parcheggiando. Nel buio della notte il conducente e gli altri trasportati ovviamente non si erano avveduti di quel ragazzo di appena diciotto anni steso per terra: veniva così spezzata un’altra giovane vita in un modo veramente inconcepibile.

Un grande dolore, e non solo per la famiglia di Diego, ma anche per tutta la collettività  del maceratese. Accanto al dolore, però, finalmente – almeno così sembrava – la forte presa d’atto nell’opinione pubblica e nelle istituzioni della pericolosità dei rave party clandestini, raduni organizzati da criminali allo stato puro che fanno i soldi gestendo in queste occasioni tutta l’ingente attività di vendita di alcol e di spaccio che vi si svolge e frequentati da ragazzi anche giovanissimi, anche minorenni, che accorrono in massa nell’unico intento di sballarsi senza freni con l’alcol e con ogni tipo di droga, preferibilmente con sostanze sintetiche, nella consapevolezza dell’assenza del benchè minimo controllo da parte delle forze dell’ordine.

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Una delle feste alla Foce dell’Asola

La storia di Diego, per la sua particolare assurdità, finiva pure sui media nazionali, sui grandi giornali, in televisione, grazie anche all’accorato appello dei genitori di Diego, i quali, con tutta la forza del loro strazio, hanno chiesto con grande determinazione lo stop totale di ogni forma di rave party. Lo stesso Procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio è intervenuto con grande prontezza nei giorni scorsi e si è dettto estremamente preoccupato per i rave party organizzati in provincia, ha chiesto indagini serrate alle forze dell’ordine per individuare gli organizzatori del rave maledetto di Monte Faito ed ha lasciato intendere un cambio di passo nella gestione preventiva e repressiva di queste “libere feste”. Da ultima, è infine intervenuta anche la politica regionale, suggerendo nei giorni scorsi di intensificare i monitoraggi sui rave clandestini.

Insomma, una grande discussione, dalla quale dovranno scaturire decisioni operative per reprimere ed impedire le varie situazioni di rave party presenti in zona, non solo quindi quelle clandestine organizzate tra le sperdute montagne dell’entroterra,

Tuttavia, nonostante il grande clamore scaturito dalla tragica vicenda di Diego, le proteste dei residenti in zona e le ripetute segnalazioni (io stesso ne ho parlato, vanamente, in precedenti articoli), è emerso con sempre maggiore evidenza che, come se nulla fosse, sono proseguiti i rave party sulla costa, quelli truccati da feste normali, addirittura in qualche caso apparentemente autorizzati, senza che sinora si sia riusciti ad impedire la prosecuzione di un tale scempio, di una tale violazione della legalità, di un tale attentato all’integrità psicofisica di tanti giovani e giovanissimi convinti di raggiungere la felicità mentre si distruggono la vita.

Feste alla Foce dell'Asola, il giorno dopo

Feste alla Foce dell’Asola, il giorno dopo

La storia è  semplice, e si ripete sicuramente dallo scorso anno, ma probabilmente dura da più tempo. In quasi tutti i fine settimana, a partire da maggio e sino a settembre inoltrato, a Civitanova, presso la foce dell’Asola, praticamente al confine con Porto Potenza, si svolgono continui rave party spacciati come normali ritrovi, come feste ordinarie “on the beach”. Addirittura, lo scorso sabato 21 settembre (poco più di dieci giorni dalla morte di Diego) in questa spiaggia si è svolto un rave durato quasi ventiquattro ore, dalle 16 del sabato sino al primo pomeriggio del giorno dopo, non bloccato nemmeno dall’arrivo di un’ambulanza verso l’ora di pranzo della domenica. E ancora non basta, visto che un altro grande “evento”, per festeggiare l’estate ormai volata via, è previsto alla foce dell’Asola per questo fine settimana, a partire da venerdì.

“Libere feste” organizzate ufficialmente da uno chalet (i cui gestori sono entrambi pregiudicati con precedenti per droga) e pubblicizzate su facebook come eventi assolutamente da non perdere, qualificate a volte come free party, altre volte come goa party, chakras party, tekno party. Ebbene, basta andare su internet (wikipedia e youtube) – e qui invito caldamente le istituzioni preposte, le forze dell’ordine ed i cittadini a farlo – per vedere di quali eventi in effetti si tratti, in cosa consistano questi party dai nomi così fantasiosi ed intriganti (uno dei quali peraltro organizzato proprio lo scorso fine settimana anche tra Macerata e Corridonia, nei pressi del fiume Chienti).

E comunque, anche senza scomodare internet, sarebbe stata sufficiente una minima osservazione sul posto, o nelle immediate vicinanze, per capire esattamente cosa succede nei fine settimana dediti ai rave nell’estremo lembo di spiaggia a nord di Civitanova. Nello chalet o nella spiaggia antistante arrivano a partire dal pomeriggio diverse decine di persone, nelle grandi occasioni anche centinaia, tra cui moltissimi giovani anche di 14-15 anni, le quali parcheggiano pericolosamente (in piena curva, sui marciapiedi) le loro autovetture lungo la strada statale 16, i parcheggi privati dei condomini limitrofi, le strette stradine che salgono verso la collina soprastante. Ben presto inizia la musica techno martellante ed inizia anche il consumo di alcol e di sostanze da sballo, soprattutto quelle sintetiche, reperibili con la massima facilità.

Gli stessi frequentatori raccontano infatti che, nei pressi del locale, durante la “festa” si può trovare qualsiasi tipo di sostanze e che c’è uno spaccio a cielo aperto: ci sono diversi pusher che girano tra i ragazzi, a volte anche con dei veri e propri borsoni dai quali tirano fuori vari tipi di droghe sintetiche, ma anche le droghe più tradizionali (cocaina, eroina, cannabis).

Il risultato finale può essere sotto gli occhi di tutti, basta passare nei mesi estivi nelle prime ore del mattino del sabato, della domenica o del lunedì per vedere ragazzi giovani e giovanissimi (ma anche alcune persone con qualche anno di più) stralunati, ubriachi e/o strafatti, che camminano pericolosamente lungo la statale e che procedono a mo’ di zombie verso il nulla; sulla spiaggia, ragazzi stesi per sull’arenile, altri che vomitano o che dormono all’aperto, incapaci di reggersi in piedi e di fare anche pochi metri…..

rave (2)Gli organizzatori naturalmente si difendono: noi con la vendita di sostanze stupefacenti non abbiamo nulla a che spartire; da noi, comunque, non succede nulla di male, tant’è che lo chalet di giorno è frequentato anche da famiglie con figli piccoli (omettono ovviamente di riferire che non c’è, e non ci può essere, coincidenza temporale tra la frequentazione delle famiglie con bambini e gli “eventi” di cui stiamo parlando); le nostre feste sono debitamente autorizzate dal sindaco di Civitanova; il volume della musica è nei limiti del consentito; per il parcheggio disordinato che avviene nei dintorni la colpa non può essere certo la nostra.

Ora, io non posso ovviamente sapere se i gestori dello chalet siano o meno coinvolti nell’attività di spaccio di droga durante i free party, o se si limitino a far finta di non vederla, a tollerarla, lucrando essi solamente (si fa per dire, visto il notevole smercio) sulla vendita di alcolici: sul punto ho le mie idee e me le tengo, lasciando alle autorità competenti gli accertamenti del caso. Sta di fatto però che in occasione delle loro feste, nell’arenile davanti o nei pressi del locale, l’attività di spaccio oggettivamente esiste ed è massiccia, e i paraggi dello chalet, durante questi free party, sono in qualche modo divenuti ritrovo abituale di consumatori e di spacciatori, con conseguente pericolo per l’ordine pubblico, la sicurezza e l’incolumità dei cittadini. D’altra parte, sugli esiti delle feste di cui stiamo parlando potrebbero essere sentiti dalle autorità competenti anche i responsabili dei Dipartimenti Dipendenze Patologiche sia di Macerata che di Civitanova, che proprio in questi giorni, e non certo a caso, hanno rilanciato l’allarme contro le nuove droghe sintetiche.

Insomma, si tratta della tipica situazione disciplinata dall’art. 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), in forza del quale il Questore può sospendere (e pure revocare definitivamente in caso di recidiva) la licenza di un pubblico esercizio in presenza di una accertata attività di spaccio. In una siffatta situazione, peraltro, non hanno la minima rilevanza né il fatto che l’attività di spaccio avvenga magari all’esterno del locale né la mancata conoscenza da parte dei titolari circa la “qualifica” di spacciatori di alcuni frequentatori: sull’interesse degli esercenti, che possono essere anche del tutto estranei allo spaccio di droga, deve prevalere sempre e comunque la tutela dell’ordine pubblico.

Viene allora da chiedersi se, a fronte di innumerevoli lamentele e segnalazioni reiterate nel tempo, e pure in presenza nel corso degli anni di diversi accessi di autoambulanze sul posto, la Questura, dopo aver verificato e monitorato l’inaccettabile situazione della foce dell’Asola, non debba sospendere (ed anche revocare, ove i fenomeni segnalati dovessero proseguire) la licenza agli esercenti dello chalet, come per le stesse motivazioni (che – è bene ripeterlo – prescindono da eventuali responsabilità dirette dei gestori) essa ebbe a fare in due bar di Esanatoglia nel dicembre 2011, poco dopo l’arrivo a Macerata del nuovo Questore Roberto Gentile.

A monte, diverse perplessità riguardano invece l’operato del sindaco del Comune di Civitanova, in considerazione del fatto che oggi sono proprio i Comuni ad autorizzare feste da ballo, spettacoli, intrattenimenti. Il sindaco Corvatta non era a conoscenza di quanto ormai da diverso tempo avviene alla foce dell’Asola? Perché autorizzare queste “libere feste” (fossero anche solo tre o quattro quelle in effetti autorizzate, a fronte di un numero molto superiore di “eventi” in realtà poi posti in essere), ben sapendo anche per voce di popolo che, volenti o nolenti gli organizzatori, esse in ogni fine settimana per tutta l’estate si sono trasformate in rave party, addirittura con una parvenza di legittimazione? Eppure il Comune di Civitanova, nella persona dell’assessore Antonella Sglavo, proprio per l’emergenza droga riscontrata nel proprio territorio comunale ha deciso di far parte del Comitato “Uniti contro la droga”, istituito presso la Prefettura di Macerata con finalità di tipo preventivo, e quindi su queste tematiche dovrebbe essere particolarmente attento.

C’è poi il discorso relativo alle forze dell’ordine, sollecitate ad intervenire nei fine settimana da tanti cittadini esasperati e da tanti genitori, le quali hanno più volte risposto che non potevano fare nulla trattandosi di feste autorizzate. Ebbene, pur comprendendo il senso di impotenza delle forze di polizia a fronte di una normativa antidroga che è semplicemente ridicola (gli spacciatori, una volta arrestati, vengono puntualmente rilasciati il giorno dopo e subito riprendono il loro infame mestiere), è indubbio però che sarebbe stata cosa buona e giusta verificare presso il Comune di Civitanova  se nella singola occasione effettivamente l’autorizzazione ci fosse, e comunque se ci fosse stata per i numerosi eventi organizzati in quasi tutti i fine settimana da maggio e settembre. D’altra parte, l’autorizzazione comunale (che risulta essere stata rilasciata dal Comune, per quanto se ne sa, per non più di tre o quattro occasioni) non legittima certo l’attività di spaccio, lo sforamento degli orari, la musica diffusa a tutto volume.

Un’ultima cosa. Dalle prossime settimane, non essendo più praticabile la spiaggia nei pressi della foce dell’Asola, risulta da facebook che analoghe feste inizieranno a svolgersi nelle campagne di Treia ed anche nella collina soprastante Porto Potenza. Sarà forse il caso di prestare una maggiore attenzione alla situazione da parte di tutte le istituzioni preposte? Oppure dovremo tutti rassegnarci al fatto che, come le discoteche e le curve degli stadi, anche le località destinate ai rave party, sia quelli clandestini sia quelli travestiti da feste normali, sono zone franche, nelle quali la legge non può e non deve entrare?

* Avv. Giuseppe Bommarito

Presidente onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”

 



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