Finalmente. Quello che s'aspettava da sempre, e che s'era perso da decenni fra parole e, peggio, penosi fatti, fino alla "geniale" soluzione del ParkSì sotto i Giardini, da cui avviarsi verso la teoria di corridoi e ascensori e arrivare finalmente...a dover fare ancora centinaia di metri a piedi, in salita, per arrivare in Piazza Libertà. Il parcheggio sotto viale Leopardi, da inserire nel contesto della bella area delle fonti, è sempre stato ed è la sola unica ovvia razionale risposta alla domanda "dove parcheggiare per andare in centro storico?". Il mio parere è che la risposta giusta, ovvia, all'ultimo quesito che ancora ci si pone, cioè come realizzare, da questa bella nuova struttura, il collegamento finale verticale verso il Centro Storico, risposta che gli estensori del progetto rimandano al dopo approvazione della variante, non può che essere la realizzazione della vecchia idea del professor Lambertucci, e cioè che da viale Leopardi un percorso meccanizzato (ascensori? scale mobili?) porti i fruitori a sbucare direttamente in Piazza Libertà. Le soluzioni diverse ipotizzate, cioè o arrivare nella zona dei vecchi bagni pubblici di via Berardi o, peggio, all'attuale garitta di Rampa Zara, vorrebbero dire rinunciare a portare la gente direttamente in Piazza Libertà e credo sarebbero una soluzione di ripiego proprio all'esito finale del gran lavoro fatto, e "sporcherebbero" il progetto: come uno mettesse sopra una bella torta alla crema, per ultimarla, un carciofo invece d'una ciliegia.
Che bel locale che gestiva, e che bei ricordi, nelle mie estati a Civitanova con i miei negli anni, '70 le soste nel suo locale durante le passeggiate per il Corso. E poi negli anni successivi tutti gli innumerevoli "strappi", anche di poche ore, a Civitanova con gli amici per una sosta nel suo locale per aperitivo e stuzzichini. Una persona signorile, gentile, un vero padrone di casa a proprio agio nel lavoro, e capace di dare il proprio stesso stile anche al personale: ci si sentiva, da clienti, ospiti graditi
Decisione ottima della dirigente. Una voce autonoma che pensa, d'una persona che pensa, e pensa bene, con la propria testa, fuori dalle psicosi collettive indotte dalla grancassa del "giornale unico del virus". Fortunati i suoi alunni e, ripeto, tutto il mio rispetto per la dirigente: non è facile essere capaci di prendere serenamente giuste decisioni come questa, in tristi momenti d'obnubilamento collettivo come gli attuali.
Decisione ottima della dirigente. Una voce autonoma che pensa, d'una persona che pensa, e pensa bene, con la propria testa, fuori dalle psicosi collettive indotte dalla grancassa del "giornale unico del virus". Fortunati i suoi alunni e, ripeto, tutto il mio rispetto per la dirigente: non è facile essere capaci di prendere serenamente giusye decisioni come questa, in tristi momenti d'obnubilamento collettivo come gli attuali.
Straordinariamente positivo che finalmente si possa andare con le auto in Centro Storico. Altro che foto che dimostrerebbero "l'invivibilità" dovuta al ritorno delle auto. Dimostrano quello che sapevamo tutti: che era l'unico modo per riportare la gente al centro.
Per quale altra malattia verrebbe in mente a un giornale di fare un articolo su due persone, morte una a 87 anni e uno a 89, o malate da tempo o ospitate in case di riposo? Scrivendo "morti PER covid" (cioè per "la Cinese", come questa polmonite virale va chiamata) ma senza peraltro specificarci, entrando nel dettaglio della storia clinica di queste due persone, se il virus abbia inciso, e in qual misura alla luce dei loro problemi di salute preesistenti, sulla loro morte. La stessa cosa, cioè il "pompare" le notizie sul virus, che vedo riproposta con la bombardante diffusione di notizie su persone famose (sportivi, politici, vip e vippetti vari) o che lavorano in ambiti socialmente "delicati" (scuole, sanità, ecc.) "contagiate" e che starebbero a casa senza sintomi o con sintomi leggeri. In quali altre epoche della nostra storia, in altre parole, si è elevata al rango di protagonista ossessivamente dominante delle cronache una malattia che ha indice di mortalità, calcolato sul totale degli infettati, dello zero virgola qualcosa, ed età media delle persone morte superiore agli 80 anni?
Questa della mascherina nera è una storia bellissima! Se la motivazione addotta dal presidente del seggio è stata che "il nero richiama un partito politico", avrebbe dovuto specificare quale, partito politico. E, in effetti, quale fra i partiti politici che correvano alle Regionali ha il nero nei propri emblemi? Sto scorrendo proprio ora il manifesto con elenco liste e candidati della circoscrizione provinciale di Macerata, e non vedo alcun simbolo di partito nero. Se invece la motivazione era quella della circolare della Prefettura, ad essa avrebbe dovuto rinviare il Presidente, indicandone i contenuti all'elettrice. Ho ravanato un poco nel sito della Prefettura per vedere se una tale circolare esistesse e, se sì, poterla leggere. Forse non sono stato buono io a trovarla, o forse è una circolare interna, non destinata alla pubblica diffusione. Una circolare in cui sarebbe scritto addirittura che uno non poteva presentarsi al seggio con la mascherina tricolore, intendendo per tricolore quello nostro, immagino, perché se invece uno si fosse presentato col tricolore bianco/rosso/blu francese o olandese o, che so, verde/rosso/oro del Camerun, allora tutto bene. Certo, quando io ho fatto il presidente di seggio, c'avrei pensato su bene, ma bene parecchio, prima d'impedire il voto a qualcuno, a meno che tal qualcuno non si fosse presentato al seggio in condizioni estreme, tipo, che so, nudo, o che magari avesse dato violentemente in escandescenze. Farebbe cosa buona un qualcuno che indicasse dove si potrebbe leggere il contenuto di questa pretesa "circolare", o che comunque desse chiarimenti esaurienti su questa faccenda.
Per Bommarito. Lei sa, proprio perché ne fa menzione nel suo articolo, che l'Annacondia di cui trattiamo (Leonardo), in quel processo denominato "Dolmen", era sì un imputato, però anche un "pentito", cioè collaboratore di giustizia, la cui posizione processuale fu quindi stralciata, a norma della legge 144, all'epoca da poco approvata; egli fu dunque giudicato a parte con i benefici previsti dalla suddetta legge, validi anche per chi, come lui, nel procedimento si era autoaccusato di un omicidio.
Non vedrei improbabile, e manco strano, che verso di lui le varie autorità preposte abbiano tenuto e tengano, come sovente accaduto con i pentiti, un atteggiamento di tolleranza. Do ut des, giusto? Così è da anni, nei più vari "settori" del crimine cui le leggi premiali per i "pentiti" sono state applicate, dal terrorismo alla mafia.
È morto a 66 anni, quindi era del 1952 o del 1953. La fabbrica dunque l'aveva fondata quando aveva 12 o 13 anni, se è vero quanto è riferito nell'articolo, e cioè che fu fondata nel 1965.
E' la battaglia per portare il PD a combattere per contendersi la soglia del 5% con Liberi e Uguali (ammesso che questo partitino accozzaglia ancora esista in vita ... la notte delle elezioni nella loro sede i giornalisti lì presenti non trovavano un cane di loro dirigente, per fargli un'intervista, manco a tirargli un osso ...)
La plastica ed evocativa posa di fronte al mare della (ex) giovanotta, e ora anche ex parlamentare, mi fa pensare alla grande scritta che campeggia su quello slarghetto vicino al molo sud di San Benedetto del Tronto: "Lavorare, lavorare, lavorare ... meglio il rumore del mare ...".
E' partito l'invio prima della fine della scrittura del commento precedente ...
Stavo scrivendo che a non aiutare Pasqui ad avere buona udienza presso Sciapichetti (uno che basta un po' guardarlo in faccia per capirlo ...) e la burocrazia regionale è la diversa collocazione politica del sindaco di Camerino rispetto al colore dell'attuale governo regionale. Un po' come Sciapichetti stesso aveva provato a fare col sindaco di Cingoli Saltamartini, al quale avevano provato ad appioppare la grana della riparazione del ponte di Castreccioni, di proprietà del Consorzio di Bonifica. Ponte difettoso fino dalla costruzione ma che Sciapichetti stesso e Netti, presidente del Consorzio di Bonifica, s'erano impuntati a suon di interventi e pubbliche dichiarazioni, nel voler far riparare al comune di Cingoli, sostenendo che il Comune piglia ogni anno dei soldi per la manutenzione del ponte, e con quei soldi doveva provvedere a metterlo a posto. Messa a posto che doveva evidentemente ricomprendere, secondo il duo Sciapichetti-Netti, anche i difetti originari di costruzione ... roba da chiodi. E Saltamartini, sindaco di centrodestra, è anche egli, come Pasqui, di diverso colore politico rispetto all'attuale governo regionale.
Lo schema con Saltamartini però non ha funzionato, e l'ottimo sindaco di Cingoli ha spuntato l'ottenimento dei lavori di sistemazione del ponte con i fondi della ricostruzione.
Sulla fregatura a Pasqui in tema di collocazione dell'Ufficio Ricostruzione invece pare che ben poco Pasqui stesso possa ancora fare, dato che sarebbe a quanto pare stato già firmato il contratto d'affitto col proprietario per i locali di Caccamo.
Vediamo un poco con quali altre future performance il governo regionale animerà le cronache della ancora impantanata e mai iniziata sul serio ricostruzione, che per ora ha visto impiantare pochi o nulli cantieri e invece assai più scaramucce di bassa cucina politica come queste.
In effetti Sciapichetti, la ceriscioleria varia e tutta la marsumaglia del burocratismo regionale stanno trattando il povero sindaco Pasqui come un due di coppe quando la briscola è bastoni.
Questa faccenda della pesciata in faccia, ricevuta con la decisione di collocare a Caccamo e non a Camerino la sede dell'Ufficio Ricostruzione, è solo l'ultima sella serie.
L'appartenenza di Pasq
Un altroVero che Sciapichetti è uno che basta guardarlo in faccia per giudicarlo, ma
Ci sono passato pochi minuti prima ... !!
E tempo fa proprio pensavo (ci passo frequentemente ...) che è sia una strada dove la gente corre, sia che è assai frequentata da "Nuovi Italiani". La nazionalità del 39enne nuovo italiano Cronache non ce la scrive ... chissà se per discrezione ...
Spero nei prossimi giorni in meno discrezione, e più dettagliata informazione, quando ci saranno notizie sugli sviluppi della faccenda, per esempio in caso emergessero dati su possibili condizioni di ebrezza del conducente dovuta a droghe o alcol, o notizie su un suo eventuale uso del cellulare mentre guidava.
Certo che, se e quali fossero le circostanze aggravanti della condotta del tizio, comunque sta che pare abbia invaso la corsia opposta mentre due poveri disgraziati passavano lì per i fattacci loro.
E, fra i tre, quello messo meglio, naturalmente, è lui, gratuitamente curato all'ospedale di Macerata ...
Provo una profonda tristezza per la sua morte ...
Me lo ricordo nei corridoi del Liceo Classico di Macerata, in quegli anni di frequenza comune: lui era più anziano di me di un anno ... frequentava già il V ginnasio quando io iniziai.
Mai, né ai tempi della scuola né poi, avemmo una vera dimestichezza personale, ma emergeva dal garbo del suo modo d'essere, e dalle poche parole scambiate nell'occasione delle poche volte che avemmo modo di parlarci, la natura di un bravissima persona, di un uomo dalla profonda capacità di comprendere le cose e le persone e dotato di una profonda religiosità, maturato poi in quello studioso di valore che divenne nel prosieguo.
Anche lo ricordo presente quando c'era qualche convegno, o quando in città arrivava qualche scrittore o personaggio famoso per la presentazione di qualche libro.
Vorrei esprimere ai familiari le mie condoglianze, sperando che anche essi, come Sandro, abbiano quel senso religioso della vita che a me manca, che tanto potrebbe aiutarli a superare la pena per la loro perdita.
Ha ragione Cambi. Il Centro Storico da luogo dove tutti, sia i residenti che ci stavano, sia tutti noi altri maceratesi che ci andavamo, trovavamo e riconoscevamo il "centro" della nostra città, con le varie attività che lì avevano loro sede, è stato trasformato in un grande pizzettificio e in un immondezzaio-vomitatoio.
La tendenza delle attività lavorative ad emigrare dai centri storici, che certo è generale e non peculiare della nostra città, è stata però non solo non contrastata con provvedimenti mirati, ma evidentemente favorita dalle centrosinistriche giunte che hanno sgovernato Macerata negli ultimi decenni. L'accanimento contro la sosta in centro, nonostante quanto da decenni predicavano le associazioni dei commercianti, e il trattamento che questa giunta riserva alle richieste giuste dei residenti di porre limitazioni ferree alle attività chiassose e di controllare seriamente tutti quelli che, di sera e di notte soprattutto, scorrazzano per il centro schiamazzando e spesso comportandosi da porci, non sono che la conferma delle osservazioni di Cambi sulla tendenza ideologica
di questa e di precedenti amministrazioni e del fatto che né i commercianti né i residenti del Centro sono mai stati il loro elettorato di riferimento. Ora che invece il commercio del centro storico è stato, e sempre più sarà, "depurato" dalle attività non pappatorie, i gestori delle stesse attività di pappa e bevuta e l'amministrazione trovano ragioni di simpatia e armonia reciproca, ritenendo di avere in comune lo stesso pubblico di clienti-elettori.
E' probabilmente per la ricerca di consensi fra un altro tipo di pubblico, quello dei cosiddetti "tifosi", che il sindaco ogni tanto fa anche sentire la sua voce "ammonitoria" sulle vicende della Maceratese, e l'amministrazione due anni fa ha tirato fuori, ha fatto tirare fuori a noi, qualche centinaio di migliaia di Euro per quella specie di supercarcere nel quale è stata trasformata l'area dello stadio su richiesta della Lega Calcio, per poterci meglio godere tutti, anche quelli che non gliene poteva e potrebbe fregare di meno, le magnifiche sorti della Maceratese allora neo promossa in Lega Pro. Per guadagnarsi popolarità fra i cosiddetti tifosi ciò sarà senz'altro servito, così come probabilmente il "disco verde" sostanzialmente dato per fare del centro storico, senza freni, il ricreazionificio e il postaccio che è diventato, è servito e servirà per portare i consensi di coloro che con le attività ricreativo-ristoratorie del centro vivono e prosperano, e dei loro clienti.
A volte, quando compaiono qui su "Cronache" articoli che ci descrivono lo sconcerto e le proteste di chi, al Centro Storico soprattutto, ma anche altrove, vive da vittima la convivenza impossibile fra le ragioni dei residenti e le pretese di chi, o da proprietario di attività ricreative o da frequentatore delle stesse, pretende di fare indisturbato il porco comodo suo, ripenso alle passeggiate fra le viette delle cittadine e dei paesi dell'entroterra nizzardo o della Provenza. Eza, Venza con San Paolo, Valchiusa ... ristorantini e bar ogni pochi metri ... , ma vivere una serata lì e una nel centro storico di Macerata renderebbe la differenza fra come si deve fare e come no comprensibile a tutti, anche ai soliti che ogni volta commentano sul registro di qualche ridicolo "vai a vivere in campagna" all'indirizzo di chi protesta.
Spero invece che la faccenda, abbastanza sconcertante, del dialogo, descritto da Cambi, fra il sindaco e i componenti di questo comitato degli "Amici di Palazzo Bonaccorsi", sia stata raccontata al giornalista, da qualcuno dei partecipanti all'incontro magari deluso per le risposte ricevute da Carancini, calcando sulle "colorazioni" del dialogo stesso. Conosco il sindaco, anche se non ho con lui una grande dimestichezza, e l'ho sempre avuto presente come una persona seria, e ritengo quindi impossibile che possano venire da lui delle fagiolate come i supposti atteggiamenti liquidatori tenuti con i signori del Comitato, e come, addirittura, la minaccia di azioni legali per aver messo "Palazzo Bonaccorsi" nel nome del comitato stesso, violando così un supposto copyright che la città di Macerata vanterebbe sul nome medesimo. Per carità ...
Fa anche bene Cambi a ricordare la storiaccia dell'acquisto-riacquisto del ParkSì, e a far notare, come qualche giorno fa peraltro faceva anche l'avvocato Bommarito in un commento qui su queste stesse pagine, che è ridicolo vantare il "successone" del riempimento quotidiano del ParkSì, marcandone la differenza con un "prima" in cui lo stesso invece era sempre desolatamente vuoto. Chiaro che se in città si tolgono posti alla sosta, e se quelli che restano vedono le tariffe aumentate, mentre al ParkSì i posti vengono regalati, la gente magari si fa due conti e qualche centinaio di metri a piedi in più, e va a godersi le gioie del ParkSì stesso, il nuovo trofeo dell'amministrazione.
Quanto al ballottaggio che portò alla rielezione di Carancini, è vero nella sostanza quanto dice Cambi e cioè che il Sindaco è stato rieletto con i voti di una minoranza di cittadini, ma questo è il gioco della democrazia maggioritaria, alla quale io comunque credo e che rende un qualsiasi governo, locale o nazionale che sia, soprattutto se i componenti delle assemblee e lo stesso capo dell'esecutivo vengono eletti col ballottaggio, in genere meglio governabile di uno eletto col sistema proporzionale. L'argomento che gli eletti in un sistema maggioritario, alla fine, sono eletti da "pochi" cittadini e quindi in un certo senso sarebbero meno rappresentativi e autorevoli, porterebbe, per esempio, i Francesi, a ritenere che hanno in carica da poche ore un presidente poco "legittimo", essendo stato Macron eletto dal 66% di quel 75% che si è recato a votare (mai così pochi votanti in un ballottaggio presidenziale francese dal 1969 ...), e quindi da meno della metà dei Francesi. Oggi, infatti, d'Alimonte, il costituzionalista che sosteneva il progetto di riforma costituzionale proposto da Renzi, ha detto ironicamente che secondo la Corte Costituzionale Italiana, che ha giudicato incostituzionale proprio il ballottaggio previsto dall'originale legge elettorale voluta da Renzi, Macron sarebbe un presidente incostituzionale ... E figuriamoci se, magari per il rotto della cuffia di un 52%, avesse vinto invece la Le Pen ... ancora più "illegittima" ...
Qui, per ritornare sulla terra del nostro Centro Storico e di Macerata, tutte le cose che l'amministrazione sta combinando sono secondo me più che ad essa, che s'è presentata alle elezioni e i voti, pochi o meno pochi che siano li ha presi, da "addebitare" invece ai suoi avversari. Lasciamo da parte per carità i Grillini, la cui candidata all'epoca del ballottaggio del 2015 fra Carancini e la Pantana fece qualche capriola verbale (sulla falsariga di quelle che fa il loro capo Grillo quando deve spiegare perché, per esempio, prima fa le "comunarie" come a Genova e poi manda tutti, candidata eletta ed elettori, a cacare e decide lui chi deve essere candidato) per farci capire che preferiva Carancini, dicendoci che i due che andavano al ballottaggio erano come la padella e la brace, ma che se si doveva passare dalla padella, Carancini, alla brace, Pantana, era meglio tenersi Carancini. Lasciando quindi perdere i grilli e parlando invece delle persone, sta agli occhi di tutti che fintanto che il centro-destra a Macerata non risolve il solco che tanti anni fa si è aperto fra le sue componenti, quando le dimissioni collettive di quasi tutto i consiglieri comunali, in combutta fra centro-destra e centro-sinistra, portarono alle dimissioni di Anna Menghi, avremo ancora, anche fra tre anni, un'altra amministrazione come questa, con un "carancinide" alla testa, visto che l'originale non potrà più candidarsi.
Sono d'accordo con Valori quando scrive che il voto per il NO esprimerà per lo più, attese le posizioni di chi lo sta propagandando, una "indifferenziata protesta" verso il governo e verso Renzi in prima persona, più che una scelta ponderata contro le modifiche costituzionali in se e per se.
A distanza di dieci anni esatti, c'è esattamente lo stesso scenario che si concretizzò in occasione del referendum costituzionale sulle modifiche alla Costituzione approvate durante la legislatura 2001-2006 dall'allora maggioranza di centrodestra, guidata da Berlusconi. Il referendum confermativo del giugno 2006, nel quale le modifiche costituzionali furono respinte 61 contro 38, con una bassissima affluenza alle urne del 52%, fu un referendum su Berlusconi (che due mesi prima, ad aprile, aveva fra l'altro anche perso le elezioni politiche contro Prodi), e non tanto sulle modifiche costituzionali.
A questo referendum io voterò SI, come SI votai dieci anni fa in occasione di quel referendum. Non concordo con Valori quando scrive che la proposta di modifica costituzionale di dieci anni fa fosse meno equilibrata di quella di ora. La proposta di modifica di ora, come quella di allora, come la Costituzione stessa, cosiddetta (e pensa un po' ...) "più bella del mondo ...", altro non sono, come spesso i testi delle Costituzioni, che compromessi fra visioni diverse che i vari soggetti politici hanno. Della proposta portata al referendum nel 2006 l'aspetto saliente era per me la definizione dei poteri del Presidente del Consiglio come figura "forte" sulla quale veniva fatto convergere il potere di indirizzo politico. Gli elettori eleggevano un capo di governo e costui poteva, al bisogno, se constatava lo sfarinarsi della maggioranza parlamentare che lo appoggiava, determinare con le sue dimissioni anche lo scioglimento delle Camere, restituendo la parola al corpo elettorale, o popolo che si preferisca dire.
In questa proposta che adesso si porta al referendum confermativo, così purtroppo non è, perché evidentemente sarebbe stata materia così controversa che Renzi, non potendo contare, nemmeno lui, su una maggioranza compatta, ha preferito provare a ottenere lo stesso scopo di attribuire al capo dell'esecutivo un potere forte, passando attraverso la strada degli effetti combinati disposti di attribuire a una sola delle due camere, la Camera appunto, il potere di dare la fiducia al governo, e di proporre una legge elettorale, l'Italicum, che consenta alla lista che vince il ballottaggio, e a essa sola senza apparentarsi con altre, di poter contare su una tranquilla maggioranza di seggi nella stessa Camera dei Deputati.
Comunque, la proposta di modifica che domenica andrà al referendum, avendo certo la caratteristica che ognuno di noi potrebbe dire che non è quella che avremmo scritto se l'avessimo potuta scrivere da soli, definisce un equilibrio dei poteri che è certo migliore dell'assemblearismo configurato dalla costituzione attuale, che per settant'anni ci ha fatto vedere che la stabilità delle maggioranze e dei governi non erano mai garantiti dal sistema, ma derivavano solo da particolari entusiasmi o contingenze del momento (per esempio l'emergere di figure politicamente carismatiche come De Gasperi o Craxi o Berlusconi o Prodi in abbinamento con particolari momenti di passaggio storici, come il dopoguerra, o la crisi della cosiddetta Prima Repubblica o i primi anni della attuale, altrettanto cosiddetta, Seconda Repubblica), sempre sovvertibili da giochi di palazzo e cambi di casacca di capetti di questo o quel partito o partitino.
Chissà se, vittoria del SI o del NO, verrà modificato l'Italicum e se quindi comunque cadrà l'altro piede su cui poggia il progetto di rafforzamento di esecutivo e maggioranza.
Intanto comunque domenica io voterò SI, individuando un altro motivo per votare SI nel fatto che, se passasse la riforma, sarebbe un segnale chiaro della fine della intoccabilità della, sempre cosiddetta, "Costituzione più bella del mondo", finora modificata solo per parti non fondamentali, come ad esempio la riforma del Titolo V in materia di ordinamento degli enti territoriali fatta dalla sinistra nel 2001 (puerilmente per togliere alla Lega la bandiera del regionalismo), o con la vera e propria imbecillità codificata dell'inserimento, sotto dettatura della, sempre cosiddetta, "Europa", del pareggio di bilancio in Costituzione.
Da elettore di destra come sono, sorrido pensando al simpaticissimo Berlusconi, che ora si sbraccia per il NO a una riforma che ripropone, pressappoco, le linee della sua riforma del 2001, e si agita perché sia modificato l'Italicum, dopo aver dato disposizioni alle sue truppe di votare SI a questa riforma per due o tre dei passaggi che essa ha avuto alle Camere, salvo poi dare il "Contrordine compagni!", imponendo di votare NO, quando Renzi, per accontentare la sinistra, interna al suo partito e esterna, ha fatto eleggere come Presidente Mattarella, tirandolo fuori dal sarcofago nel quale riposava tranquillo oramai da anni.
Questa faccenda dell’approvazione della delibera sul ParkSì spande un odoraccio putrescente. la Giunta ha investito il Consiglio Comunale di una decisione, quella di avviare l’operazione che ci porterà a sborsare 2 milioni di Euro per comprare quello che è già nostro, sottindendendo che, se il Consiglio tale decisione non avesse approvato,
si potevano profilare addirittura delle “responsabilità” in capo a chi non avesse votato a favore della delibera. E’ stato parte fondamentale di tutta la vicenda il “parere” legale che la Giunta ha chiesto a questo avvocato Luchetti di Ancona, nel quale parere si sarebbe, pare, ventilato che la Saba potrebbe pretendere risarcimenti dal Comune di Macerata per "inadempienze" che il Comune stesso avrebbe commesso nei confronti della società spagnola. Addirittura i consiglieri hanno potuto leggere il parere di Luchetti, allegato alla proposta di delibera, solo dopo aver sottoscritto un impegno alla "non divulgazione" di esso.
La faccenda, come scrivevo in incipit, pare puzzolente assai. Un organo politico deve decidere sostanzialmente sotto ricatto di ipotetiche "responsabilità" (personali e quindi patrimoniali) dei singoli componenti di esso ed essi stessi, i componenti, non possono spiegarci perché tale decisione debba sottostare a tali pesanti e inusitate richieste di riservatezza e di segretezza. Sotto il profilo politico la faccenda è impresentabile. Sotto quello della legittimità, chiedo, ai non pochi avvocati presenti nel Consiglio e ai diversi che hanno qui commentato sulla vicenda, se non fossero sussistiti e se tuttora non sussistano i presupposti per ritenere viziato un tale processo decisionale.
Sul merito delle pretese che la SABA avrebbe vantato nei confronti del Comune abbiamo potuto vedere qui in copia, grazie all'avvocato Bommarito (che sulla vicenda SABA è stato per tutti noi una fonte di notizie e documentazioni senz'altro più assidua e chiarificatrice delle stesse opposizioni poitiche presenti in Consiglio), il parere che un altro avvocato, il sindaco Carancini, aveva scritto anni fa in risposta alla SABA stessa, per confutare le pretese di questa. Ora che cosa è cambiato rispetto ad allora? Cosa è saltato fuori, dalle parole scritte in questo cosiddetto "parere" dell'avvocato Luchetti, che abbia portato l'avvocato Carancini e la sua Giunta a presentare questa proposta di delibera accompagnata da inviti alla riservatezza sui documenti che manco le riunioni delle Logge Massoniche Propaganda (come la P2 famosa ...), per decidere di regalare milioni di Euri di tasse nostre alla SABA?
Sarebbe chiedere troppo alle opposizioni consiliari (verrebbe da chiederlo anche a quelli della maggioranza, ma si capisce che loro debbano pensare a tutelare la bottega) di voler prendere spunto dal modo di procedere dell'avvocato Bommarito e di renderci pubblicamente edotti di cosa l'avvocato Luchetti scrisse in questo "parere", trovando la strada per superare questo incredibile impegno alla "riservatezza"?
Sarebbe un modo per capire, finalmente, quale partita è stata giocata negli corsi giorni, e per capire (se veramente tali ipotesi di "inadempienze" del Comune nei confronti della Saba fossero state fondate), chi e quando, nell'amministrazione, di tali inadempienze si fosse reso responsabile e le chiappe di chi, quindi, tale "riparatoria" delibera adottata l'altrieri possano aver messo al riparo.
Questa faccenda dell'approvazione della delibera sul ParkSì spande un odoraccio putrescente. la Giunta ha investito il Consiglio Comunale di una decisione, quella di avviare l'operazione che ci porterà a sborsare 2 milioni di Euro per comprare quello che è già nostro, sottindendendo che, se il Consiglio tale decisione non avesse approvato,
si potevano profilare addirittura delle "responsabilità" in capo a chi non avesse votato a favore della delibera. E' stato parte fondamentale di tutta la vicenda il "parere" legale che la Giunta ha chiesto a q
Segnali di risveglio delle autorità, ancorché piccoli, timidi e ovviamente insufficienti? Chissà. Troppo presto per dirlo.
Certo che se persino l'amministrazione Carancini ha cominciato ad alzare una paglia, con l'ordinanza ovviamente giusta anche se, altrettanto ovviamente scioccamente tardiva, sul divieto di vendita e consumo di alcolici proprio nella zona di via Morbiducci, deve essere che aveva percepito che era arrivata a livelli altissimi l'esasperazione della gente per la Kasbah che era diventata la zona, e quindi, fatti due calcoletti elettorali, pure loro si sono decisi a metterle, due righine su carta per scrivere l'ordinanza, pur se una parte cospicua del loro elettorato è composto da gente che sarebbe disponibile a far di tutto, per tenersi care le "risorse".
Vedremo se queste due pagliette alzate da parte delle autorità (i controlli della Polizia e l'ordinanza del Comune) saranno state solo uno specchietto per le allodole, tanto per dire: "Visto? Qualcosa abbiamo fatto!" o se invece la presenza e il martellamento della Polizia e dei Vigili sarà costante, nelle settimane e nei mesi a venire.
Vedremo, e se sarà, ben fatto, anche se, considerati i precedenti, poco ci credo.
Per Iacobini.
M'azzardo, da non credente e certamente da pochissimo versato in questioni di teologia, a rispondere alla sua domanda, anche se essa è certamente retorica, e la risposta è no. Certamente che il professarsi cattolici o comunque cristiani e il favorire bestialità come quella delle c.d. "unioni civili" sono due cose che non si conciliano fra loro. Ma il farsi vedere in passerella in un'occasione di grande visibilità come questa del Pellegrinaggio si concilia certamente con la volontà di compiacere una parte comunque non piccola di elettorato praticando quell'importantissima religione dell'apparire di qua e di là, dicendo vaghe e generiche cose buonsensistiche e tralasciando le vere questioni di sostanza come l'interrogativo che ha posto lei, praticando insomma la vecchissima (ancora più vecchia di quella cristiana) religione del paraculesimo.
I numeri non mi paiono la questione essenziale dell'articolo di Liuti .
La questione che lui pone, e che è corretta, è l'assommarsi di due "abbandoni", per quello che riguarda via Cioci.
Un primo "abbandono" che è un abbandono della memoria, da parte della gente comune come da parte della pubblica autorità, per il fatto che, persino nella toponomastica ufficiale, si riporta la dicitura grossolanamente errata di "Fratelli Cioci". Sapevo che la via era intitolata a padre e figlio. Ne parlammo anche a casa, svariati decenni fa, quando ero ragazzo, con mio padre, che mi spiegava che erano, appunto, della famiglia che possedeva il birrificio ubicato nell'edificio in fondo a via Tommaso Lauri (o, per dirla come la dice Liuti, se si osserva da altra prospettiva, "al culmine di via Garibaldi"). Ma purtuttavia anche a me, per pigra corrività con l'andazzo comune che prevale persino sulla conoscenza delle cose, è capitato spesso di pensare a quella via, e di nominarla anche parlandone, come "via Fratelli Cioci".
Un secondo "abbandono" della via è quello de facto, con la strada lasciata senza contrasto alla libera scorribanda della "movida" della tossicodipendenza e degli altri abusi in genere, come quello degli alcolici. Il giardinetto intorno al cratino-cratere (detto "Monumento alla Resistenza") che sta all'inizio della via Cioci è da un bel pezzo che è diventato ricettacolo di disadattati e tossicomani. E' diventato un incrocio nero di degrado quello che va fra la stessa via Cioci fino ai giardini pubblici e piazza Garibaldi (come sottolinea giustamente Liuti), la stazione delle corriere di fronte all'imbocco di via Cioci e la via Morbiducci, parallela a via Cioci e sopra di essa, da dove si diffondono le non piacevoli conseguenze della presenza rumorosa, beona, spesso litigiosa, dei frequentatori dei due locali (il negozio c.d. etnico e la sala giochi) posti nella parte finale della stessa via Morbiducci prima del suo confluire in Piazza della Vittoria.
Positiva l'ordinanza con la quale il sindaco, tardivamente ma comunque finalmente, ha posto dei divieti di commercio e consumo di bevande alcoliche nelle ore notturne in via Morbiducci, dagli esercizi commerciali suddetti fino anche all'area nominata sopra del giardinetto del Monumento alla Resistenza. Ovviamente il titolare del negozio etnico ha fatto orecchie da mercante e ha affermato che se gli fanno la multa lui non la pagherà comunque. E ti pareva: s'è talmente abituato a un andazzo corrivo e tollerante da parte delle autorità e dell'amministrazione comunale che non crede che questa avrà la forza di far rispettare fino in fondo l'ordinanza. Penso anche io che sarà difficile che questa amministrazione lo farà sul serio. Vedremo, comunque.
Sta di certo che per ciò che riguarda lo spaccio e il consumo di droghe a cielo aperto si devono muovere anche Carabinieri e Polizia, e anche qui, operazione dell'altro giorno a parte, con i cinque ragazzetti beccati ad accannarsi, mi pare che le Forze dell'Ordine si muovano poco o niente, forse perché poco motivate sapendo bene che se pigliano per le orecchie uno straniero fra i tanti che spacciano lì, e lo portano davanti a un giudice, quest'ultimo lo congeda rimandandolo subito a casa a piede libero e ad attendere un processo che si farà a babbo, zio e pure nonno morti, facendo ridere come un matto lo spacciatore e facendo incazzare i poliziotti che hanno fatto il loro dovere per arrestarlo. Anche qui, vedremo; ma sarà, temo, un ovvio già visto.
In effetti ciò che la Polizia ha rilevato al Venanzetti (col frastuono della musica che ha addirittura fatto scattare l'allarme di un negozio vicino), altro non è che una conferma di un fenomeno che si è consolidato negli ultimi anni, e cioè la trasformazione del Centro Storico di Macerata in un'enorme ragazzeria a cielo aperto, dove vari locali fra i tanti aperti più o meno recentemente e operanti tutti nel settore ristorazione, fanno a gara a diffondere quanto più frastuono e quanta più musicaccia possibile, per attirare verso di loro quanti più clienti giovani interessati a questo tipo di offerta, o meglio offertaccia. E' possibile che, dato l'andazzo, quelli del "Venanzetti" nemmeno abbiano fatto caso al fatto che la loro musica avesse invaso di frastuono gli ambienti corcostanti, e che lo trovassero anzi del tutto normale.
L'amministrazione comunale attuale, se è vero che ha ereditato una situazione in cui la tendenza all'abbandono del centro storico da parte delle attività normali (e quindi anche da parte della gente normale) era già in atto, va altrettanto con verità detto che tale tendenza non solo non ha contrastato ma ha proprio incoraggiato, favorito e anche blandito. In occasione della recente iniziativa dei cosiddetti "Aperitivi Europei", che peraltro non è stata una cosa sgradevole e alla quale diversi dei locali partecipanti hanno saputo dare un tono adeguato e piacevole, commentavo le entusiastiche dichiarazioni dell'amministrazione comunale sulla riuscita di tale iniziativa, rilevando che essa era più o meno in linea con l'idea che l'amministrazione stessa ha del Centro Storico, da far divenire sempre più un luogo di erogazione di servizi di ristorazione e frequentato da un pubblico che coincide con quello delle movide notturne.
Penso che se un'amministrazione volesse non avrebbe tanto da faticare per ingegnarsi a impedire che il centro storico divenisse quella grande discoteca e birreria fracassona che è diventato (e quindi anche, per conseguenza inevitabile, quella discarica di lercio che spesso si può constatare sia diventato la notte, dopo ore di passaggio e stazionamento del popolo della movida. Non è detto che l'unica direttrice sulla quale debba puntare il Centro sia quella di accogliere sempre più bar e pizzerie, e non è nemmeno detto che, vuoi anche che tale direzione sia presa, ciò debba per forza significare fracasso, sporcizia, degrado, e complicazione della vita dei residenti e di coloro che desiderino comunque continuare a frequentare il Centro. Una passeggiatina di sera, per esempio, fra i vicoli della vecchia Nizza e di altre città della Costa Azzurra e dei paesini che stanno loro immediatamente dietro, in collina, dove pure non mancano ristorantini e locali e la frequentazione di essi da parte di un alto numero di avventori, potrebbe aiutare a far capire la differenza fra il ciò che è divenuto il nostro Centro Storico e luoghi che, invece, pur sapendo che certi servizi vanno offerti ai turisti, ha comunque optato per, come dire, un "registro di condotta" assai diverso.
Basterebbero ordinanze stringenti e severamente applicate su obblighi al contenimento delle emissioni rumorose, soprattutto di musica, limiti altrettanto severi al commercio e al consumo all'aperto di alcolici, specificando orari e concedendo poche deroghe per pochissime volte (non più di due o tre, in occasioni di feste pubbliche) in un anno.
E' evidente che nulla di tutto ciò sarà fatto, perché questa amministrazione vede come un gradito serbatoio elettorale il pubblico che affolla, a queste condizioni, questi locali del centro storico, e che quindi l'abuso (uso distorto rispetto a ciò che normalità richiederebbe) del centro storico stesso continuerà.
Fra l'altro, e solo per curiosità, perché quando la Polizia è intervenuta al "Venanzetti" e ha fatto spegnere la musica assordante, è proprio vero che i 300 lì convenuti hanno ritenuto di doversene andare? Se così, perché non hanno invece ritenuto di potere starsene lì a chiacchierare in pace fra amici, anche senza vomiti di decibel?
Un bel siparietto a mostrarci (ce ne fosse stato bisogno ...) chi il grillismo rappattuma su, in ogni realtà locale. Questo Bompadre avrà preso lezioni dal suo capofila Di Battista, quello che fra la trimurti che sta reggendo la setta ora, dopo la dipartita del guru Casaleggio, pare il più agitato, laddove gli altri due, l'uno, Di Maggio, fa il fichino istituzionale, nel formato da vetrina per trasmissioni tipo "Porta a Porta", mentre l'altro (mi pare si chiami Fico ...) spende un look più alternativistico-intellettualistico-annisettantistico.
Beh, a San Severino il Di Battistino locale l'hanno trovato; chissà se hanno anche qualcuno che fa le veci di Di Maggio e di Fico? Boh ... scie chimiche a go go ...
Ricordo l'articolo che su questo argomento l'avv. Bommarito scrisse lo scorso autunno.
Già stravagante l'idea che un'amministrazione comunale, con soldi di tutti i cittadini, debba precipitarsi, con atti adottati in nome dell'"urgenza", a intervenire non, che so, per conferire appalti a ditte per la realizzazione di aree attrezzate a tendopoli dopo un terremoto che abbia lasciato le persone senza una casa, ma ad adattare un campo sportivo e le aree annesse alle nuove necessità di una società sportiva che desideri iscriversi a una serie superiore, a un campionato semiprofessionistico. Appena il caso di notare che, se la Maceratese avesse desiderato ricevere dalla Lega il placet per giocare nella serie superiore all'Helvia Recina avrebbe potuto finanziarseli da sé, tali lavori di adattamento, magari accendendo un mutuo; o magari anche no, a proprio piacimento, e in tal caso avrebbe potuto o andarsene a giocare in uno stadio di un'altra città o rinunciare alla promozione.
Ma ancor più stravagante che il Sindaco e l'amministrazione, in fregola da "annuncite" e sull'onda dell'entusiasmo per la ottenuta riconferma, per ottenere lo scopo di più celermente e senza impicci fare tali lavori, abbiano inteso aggirare in sostanza le normative sul conferimento degli appalti triturando il paniere, cospicuo, delle opere da realizzare, in un più addomesticabile "spezzatino" da assegnare a piccoli lotti a taluno o a talaltro.
Non mi parvero convincenti, da un punto di vista pratico, della sensata gestione dei soldi di tutti noi, le argomentazioni di chi sosteneva che evitando i subappalti come con lo "spezzatino" si è fatto (subappalti inevitabili nel caso del conferimento dell'appalto a una ditta sola per tutte le opere) avevamo risparmiato denaro. Per tutte le volte che ho avuto modo di trattare con imprese, da singolo proprietario o da condomino di edifici, per conferire appalti per somme anche per centinaia di milioni delle vecchie lire, ho sperimentato che un'impresa diventa molto più disponibile a lavorare a prezzi vantaggiosi per il committente quanto più alto è l'importo della somma da appaltare, talvolta anche dimostrandosi disponibile ad evitare ricarichi per l'appaltante sulle quote di lavori che l'impresa debba affidare a subappaltatori. Se io devo affidare lavori edili per 400.000 Euro, posso trovare un'impresa che, per aggiudicarseli, sia disposta a fare una bella riduzione di prezzo sull'importo e anche ad evitare ricarichi su una quota, poniamo, di 35.000 Euro per lavori di impiantistica termica, che la stessa impresa debba subappaltare ad altra impresa del settore. Ma è evidente che per fare una gara d'appalto si sarebbe dovuto procedere con altri tempi e, sensatamente, con tutta la calma necessaria per ottenere un buon risultato economico.
Per capire questo non occorre essere Gesù Nazareno né tanto meno Raffaele Cantone (capo dell'ennesima autorità carrozzone, denominata, tanto nomine, "Autorità Anticorruzione"), che adesso invece ci troviamo fra i piedi, allertato da qualche imprenditore irato per essere rimasto fuori dall'affare di questi lavori, affidati, appunto, frettolosamente ad alcune ditte con trattative private .
Al di là della legittimità o meno, a sensi di legge, dell'agire dell'amministrazione, in merito al quale spero che infine, terminati gli accertamenti, questa cosiddetta "Anticorruzione" non trovi alcunché di irregolare, la questione è che, in questo come in tanti casi italiani, sarebbe bastato il semplice buon senso. Non si sa se è peggio vedere dei politici che agiscono spendendo soldi di tutti per compiacere le clientele o il pubblico (come in tal caso: il pubblico, non proprio vastissimo, degli interessati al calcio locale), o assistere allo show dell'ennesima scorribanda magistratistica che arriva per sindacare le scelte, ancorché sciocche come in questo caso, dei politici, sulle quali scelte l'unico che invece dovrebbe esprimere un giudizio è il cittadino elettore.
L'unica cosa alla quale l'amministrazione dovrebbe pensare, più che magnificare il risultato dei 25.000 "arrivi" a sera, è perché Macerata (o meglio: il centro storico con le sue propaggini, che sono stati il luogo dove questa iniziativa degli "Aperitivi Europei" si è svolta) debba tornare a vivere solo per eventi come questo, dove di particolarmente caratteristico c'era ben poco se non le bandiere e bandierine dei paesi europei esposte fuori dei locali che hanno aderito al'iniziativa, e che certamente bene e gradevolmente hanno fatto la loro parte.
Questa festa "Europea" è stata solo l'ennesima, anche se certamente per alcuni versi, come dicevo, gradevole, trovata di tipo pappatorio-caciarona, in linea con ciò che, su impulso dell'amministrazione, il centro storico è divenuto nell'ultimo anno e mezzo, e cioè una teoria infinita di locali del settore ristorazione, per lo più rivolti a un pubblico assai giovane. Un centro storico che è stato trasformato, dal centro pulsante della città che è stato sempre fino a un paio di decenni fa, e cui tutti facevamo capo per le mille esigenze della vita quotidiana, dagli adempimenti burocratici, agli acquisti di ogni genere, alla frequentazione delle botteghe degli artigiani, agli appuntamenti culturali, al passeggio pomeridiano e serale con coda nei bar dove ci si sedeva a far due chiacchiere con gli amici, in serenità e senza essere frastornati da musicaccia a palla, che è stato trasformato quindi in una grande rumorosa ragazzeria a cielo aperto, con le molte nuove attività (che secondo il sindaco dimostrerebbero la portata di tale "rinascenza") praticamente tutte ruotanti come detto intorno al settore ristorazione, e orientate a un pubblico per lo più infra-trentenne.
Poi, date queste premesse, poca meraviglia se, come scrive l'articolista, ci sono conseguenze tipo degrado, sporcizia, fracasso, e solo affermazioni di stile quelle del sindaco su questi argomenti, quando parla del fatto che "occorrerebbero maggiori controlli", "tolleranze minime sugli orari della musica" ecc. ecc. Sa bene che una volta orientato il cambiamento in questa direzione, le conseguenze non possono essere che queste.
Sarà che un italiano quando ascolta la parola "Rinascimento" è abituato a pensare a quadri, sculture e palazzi, e probabilmente in tal caso sarebbero impropri tali paragoni perché nulla del genere possiamo pretendere, ma comunque associare il termine, come ha fatto Carancini, alla proliferazione di bar, baretti, ristorantini e pizzerie mi pare proprio troppo.
Una presa di posizione giusta e che condivido, quella del sindaco Saltamartini. Una legge che non si sa se più ributtante o più ridicola, addirittura imposta con la fiducia al Senato dove i promotori erano timorosi, non l'avessero posta la fiducia, di agguati a non finire da parte di esponenti dello stesso centrosinistra. E varata infine con una ridicola fiducia anche alla Camera, dove la maggioranza è talmente ampia che sorprese non erano proprio possibili.
In effetti quel che dice Anna Menghi è la plastica rappresentazione della realtà; il PD cittadino ha convocato all'Asilo Ricci i suoi esponenti e quelli delle varie associazioni e enti contigui (un IRCR di qua, una Meridiana di là, una CISL di su e un Punto e a Capo di giù, con inserimenti di qualche Ciaffi e qualche Pasqualetti che tanto non sfigurano mai ...) per spalleggiare l'iniziativa dell'ACSIM, e degli enti pubblici con cui questa dialoga, di scaraventare a Corneto un'altra bella truppa di migro-rifugio-asilanti, in risposta all'assemblea degli abitanti di Corneto giustamente arrabbiati per questa situazione, inevitabile peraltro conseguenza locale, accompagnata dalle altrettanto inevitabili coreografie politiche locali, della politica italiana e anche europea di vero e proprio favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e dell'invasione del nostro territorio. E persino, nello specifico caso, e per meglio vendere il prodotto e tranquillizzare la gente e anestetizzare le critiche e le rivolte, la trovata dell'idillio degli orti: vedrete che bravi che saranno questi migranti-rifugiati (che mai avranno lo stato di rifugiati politici e per i quali quindi prima o poi il PD e i suoi compari preparerà una qualche sanatoria che permetterà loro di restare in Italia e in Europa con i documenti, pretesi a gran voce, in regola. Piano piano, col tempo ...): gli faremo coltivare gli orti insieme agli anziani di qui, così capiranno e si integreranno meglio.
Da chiedersi fino a quando questa situazione reggerà, e da chiedersi quanto le persone siano state anestetizzate dalla mentalità dominante fino al punto che non si riescano ancora a vedere da noi veri e propri segnali di robusta e organizzata ribellione collettiva contro tutto ciò, come, seppure timidamente, cominciano a vedersi in Francia, Austria, Danimarca, Ungheria e altri paesi dell'Est Europa. Persino nella super anestetizzata Germania della Merkel, la prima favoreggiatrice di questo fenomeno
Non c'è altro modo, per risolvere il problema costituito dalla diffusione dei grossi animali selvatici in ambienti dove fino solo a pochi anni fa sarebbe stato impensabile incontrarli, che procedere a campagne di abbattimenti con l'aiuto delle associazioni dei cacciatori. Una trentina d'anni fa, a metà anni '80, quando venivamo da quarant'anni di sviluppo massiccio del dopoguerra con espansione dei centri urbani, uso di prodotti chimici in agricoltura, caccia pressoché libera senza ostacoIi ideologico-ecologistici, la presenza degli animali selvatici s'era ridotta molto, e nei dintorni delle città era non strano ma proprio impossibile incontrarli. Può quindi andare bene che la società abbia acquisito una maggiore consapevolezza delle esigenze dell'ambiente, ma se a causa di ciò poi si verificano fatti come questi, occorre senza indugio provvedere a eliminare questi animali, perché la sicurezza delle persone e la tutela dei loro beni vengono prima di qualunque slancio o fanatismo idelogico ecologistico e animalistico.
Che di fronte alle preoccupazioni espresse da Bommarito, e concernenti il fatto che dalle nostre parti si stiano affacciando personaggi e tirapiedi della criminalità organizzata calabrese, non venuti per girare le chiese e i musei e ammirare le opere di Lorenzo Lotto o dei Salimbeni, ma per insinuarsi nelle attività commerciali e imprenditoriali (addirittura generando strani giri per cui fideiussoni emesse da società legate alla 'ndrangheta compaiono qui in città durante le trattative per un contratto di locazione ...), dei commentatori ipotizzino che Bommarito scriva per antipatia di campanile verso Cerolini, beh .. non me ne meraviglio affatto; ciascuno opina col proprio cervello, e se il cervello pensa su tali registri, inevitabili tali conclusioni.
Meraviglia invece, che l'avvocato Bommarito trovi quattro secondi del suo tempo per rispondere a questi commenti, e va certo a suo onore in termini di disponibilità al dialogo con tutti (ma proprio tutti ...).
E quindi secondo il professor Dirar gli attentati di Bruxelles (e Parigi prima e Bruxelles museo ebraico prima ancora e Charlie Hebdo e all'infinito prima ...) sono opera di "disagiati". Io penso finché uno si racconterà e racconterà agli altri versioni della realtà come questa i terroristi saranno felici e fortunati.
Fermo restando che le iniziative in tema di sicurezza collettiva dovrebbero essere sempre le benvenute, però in questa associazione "Insieme in sicurezza" mi pare che, perlomeno dalle premesse, si tratti più di fuffa, socio-progressiva fuffa, che di sostanza.
Dei giovani volontari dovrebbero andare in giro a chiedere alla gente: "La farebbe sentire più in pericolo un romeno che le si arrampicasse sulla grondaia del palazzo per venirle a svaligiare l'appartamento o la vista di un pakistano che ciondolasse ai Giardini Diaz aspettando un ragazzetto cui spacciare una dose?" Questo sarebbe il primo passo dell'iniziativa? I cui organizzatori, tutti assai politicamente targati, alla faccia delle affermazioni che il gruppo sarebbe "apolitico e apartitico", passano poi a spiegarci che per carità, mica vogliono fare delle deprecabili "ronde" e nemmeno promuovere un'iniziativa come quella del "Controllo del vicinato", che sta partendo, per esempio, qui a Treia, e che, dalle premesse, mi pare dotata di un minimo in più di concretezza e di senso dello stare con i piedi per terra.
La domanda che faceva l'avvocato Bommarito (che cioè gli organizzatori dessero qualche informazione in più sull'iniziativa) mi pare assai sensata. Per rispondere alla sua domanda, basta andare a leggersi, sullo stesso sito web dell'associazione, le sue finalità. Qui: http://www.insiemeinsicurezza.it/le-nostre-finalita/
Vogliono, fra le altre cose, promuovere dibattiti e seminari, "sensibilizzare" i cittadini più "deboli" contro le truffe, e (testuale) "favorire la promozione della legalità, per consolidare nei cittadini il rispetto delle regole, della tolleranza, dell’integrazione, della non violenza e del rifiuto della giustizia “fai da te”". Tante belle iniziative di sapore "sociale" (la parola gli piace ...) con l'accento, quasi la priorità, sull'insegnare ai cittadini che di fronte al proliferare dei crimini contro la proprietà e l'incolumità personale, occorre "assorbire" il rifiuto dell'idea della "giustizia fai da te".
Per carità, nemmeno un numero di telefono da chiamare se uno vedesse dei ceffi sospetti in giro per la strada! Scherziamo? Sarebbe discriminante e indurrebbe alla deprecabile "Giustizia fai da te".
Qualche consiglio che basterebbe tuo zio a dartelo, senza necessità di costituzione di associazioni ad hoc, e tanta inutile frittura d'aria. Da restare basiti, se, ripeto, non si conoscessero le opinioni politiche degli "apolitici" promotori.
Più ho letto il programma di questa "associazione" e più ho apprezzato non solo il concetto del "controllo del vicinato", ma anche delle "ronde", che io, per inciso, non "pavento" per nulla.
Gravissimo persino che esistano associazioni cosiddette LGBT che invocano censure nei confronti di chi vuole parlare delle distorsioni propugnate dalla cosiddetta "Educazione di genere", con spiegazioni ai bambini di quanto sia simpatico che due pinguini maschi chiedano alla pinguina femmina di covargli l'ovetto del loro futuro piccolo, o "insegnamenti" sul fatto che l'identità sessuale sia una cosa fluida sulla quale, in definitiva, l'ultima parola può averla ciascun soggetto a sua discrezione, magari anche mutandola a seconda delle stagioni o degli umori della propria vita.
E gravissimo persino che il, già di per se, abbastanza inutile UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), aperto presso il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, abbia adottato una, udite, "Strategia Nazionale LGBT" ( http://www.unar.it/unar/portal/?tag=strategia-nazionale-lgbt ), per promuovere la cosiddetta parità di genere, in essa includendo tanti generi, oltre quello maschile e femminile nei quali ciascuno possa riconoscersi, e in ossequio a questa strategia inneggi a aperture di registri di unioni civili, festeggi la concessione di congedi matrimoniali a coppie gay da parte di amministrazioni comunali anche prima della approvazione della cosiddetta legge Cirinnà, promuova percorsi nelle scuole, appunto, per destrutturare l'educazione basata su quelli che loro chiamano "stereotipi e modelli" basati sui ruoli uomo-donna.
Gravissimo che in molte scuole d'Italia, anche nelle primarie o le materne, in ossequio a questa fetida strategia si promuovano incontri per insegnare a bambini e ragazzini tutte queste cose.
Ecco, tutto ciò è gravissimo.
Per Bommarito e Valentini.
Qui non è che non quadra qualcosa: non quadra proprio nulla.
Concordo che l'accatastamento va eseguito dal proprietario costruttore dell'immobile. Non so se, nel caso che il titolare del diritto reale prevalente sia diverso dal proprietario (usufruttuario, usuario, titolare del diritto di superficie, che magari abbiano proceduto in proprio alla costruzione in forza di accordi con la proprietà: non so se questo sia il caso del regime proprietario della struttura del ParkSì) sia esso titolare che possa, in prima persona, curare l'accatastamento; parlino i tecnici su questo punto.
Comunque è certo evidente che, in teoria, senza accatastamento non c'è agibilità e senza agibilità non è possibile un uso della struttura, salvo per il periodo transitorio che intercorre fra il deposito della domanda per il rilascio dell'agibilità agli uffici competenti del comune e il tempo del disbrigo della pratica da parte degli uffici stessi. Faccio l'esempio di un immobile che in pendenza del rilascio dell'agibilità può ben essere negoziabile e quindi acquistato con rogito notarile, se l'acquirente a ciò consente, dichiarando nell'atto stesso che, appunto, la domanda per l'agibilità è stata presentata in data X. Ma è certo che l'iter per l'accatastamento, necessario per il rilascio definitivo dell'agibilità, non può stare lì a pendere per decenni.
In ogni caso, quanto all'argomento delle imposte immobiliari su cui commentavo, esse andavano comunque pagate, struttura accatastata e agibile, o meno. La mancanza dell'accatastamento potrebbe configurare una violazione delle normative edilizie anche in relazione al fatto che da esso sarebbe dovuta dipendere l'agibilità? Può essere. Ma il presupposto che configura in capo al titolare del diritto reale prevalente l'obbligo di pagare l'imposta, a termini del regolamento IMU, è che, ripeto, il fabbricato sia stato ultimato o, addirittura, di fatto utilizzato anche se non ultimato. L'articolo 7, punto 1, lettera c), del regolamento comunale IUC, è chiaro a questo proposito:
"per “fabbricato” si intende l’unità immobiliare iscritta o che deve essere iscritta nel catasto edilizio urbano, considerandosi parte integrante del fabbricato l’area occupata dalla costruzione e quella che ne costituisce pertinenza; il fabbricato di nuova costruzione è soggetto all'imposta a partire dalla data di ultimazione dei lavori di costruzione ovvero, se antecedente, dalla data in cui è comunque utilizzato".
Se quindi l'imposta non è stata veramente pagata in tutti questi tanti anni, c'è stata veramente una grossa inspiegabile botta di sonno da parte di chi doveva vigilare su ciò, e su questo, oltre che sui tanti altri aspetti che lei, avv. Bommarito, ha evidenziato nel suo articolo, sarebbe bene che l'amministrazione comunale desse a tutti pubbliche spiegazioni, perché è proprio irritante che per tanti di noi i regolamenti vengano applicati puntigliosamente, se poi si scopre che sono stati fumati via migliaia e migliaia di euro dovuti per le tasse di un immobile, che non è certo una capannetta occultata clandestinamente dietro una macchia di frasche.
Per l'avvocato Bommarito. La ringrazio per la sollecita delucidazione. Ma la faccenda del mancato pagamento dell' IMU non si può spiegare solo col mancato accatastamento dell'immobile. Quando degli immobili sono in attesa di accatastamento e quindi di attribuzione della rendita catastale, che è il presupposto per poter calcolare le dovute imposte immobiliari, ma tali immobili sono ultimati, o comunque utilizzati anche se non ultimati (e del carrozzone del ParkSì tutto si potrà dire tranne che non sia utilizzato), le imposte stesse devono essere pagate dagli obbligati. Il ParkSì sarà un immobile di categoria catastale D/8? Comunque, anche se non ancora iscritto in catasto, dovrebbe aver pagato ICI/IMU in base al valore risultante dalle scritture contabili, rivalutato secondo un coefficiente stabilito di anno in anno dal Ministero delle Finanze con apposito decreto. Sarebbe paradossale che un debitore di imposta non avesse pagato per decenni l'ICI e poi l'IMU argomentando: "Niente paura, sto aspettando che mi accatastino l'immobile e poi pago." Dovremmo fare tutti così, allora, costruire immobili e poi aspettare vent'anni per accatastarli: il paese di cuccagna. Certo che la faccenda diventa sempre piû intrigante, comunque. Come è possibile che a noi gli uffici di ogni tipo, catasti e comuni, fanno le pulci per tutto, per esempio piccole variazioni di volumetrie interne di un appartamento (decine di pagine di carte e ore per uffici) per realizzare un secondo bagno, o per un'impalcatura tirata su per ritinteggiarsi la facciata del proprio palazzo (con i vigili urbani in pianta stabile a misurare se hai correttamente denunciato i relativi metri quadrati di occupazione di suolo pubblico, e multe se hai sbagliato di pochi metri) e poi si determinino fatti del genere, che l'IMU per immobili così enormi non venga pagata per decenni e nessuno si curi se l'accatastamento è stato fatto. Se le cose stanno come ha detto lei le spiegazioni che io chiedevo nel mio commento, il comune e gli uffici competenti dovrebbero darle ancor più rapidamente.
Tralasciamo un momento (solo un momento ...) le considerazioni strettamente economico-aziendali, e anche politiche, che Bommarito sviluppa nel suo intervento, e che attengono al giudizio sull'opportunità economica, e sul vantaggio che la collettività potrebbe averne dal punto di vista della politica cittadina di gestione delle aree di sosta, che il Comune acquisti al costo di milioni di Euri (e altri ne spenda poi, per rimetterlo in sesto dopo l'acquisto) il carrozzone semiscassato del ParkSì; tramite l'APM o in proprio che avvenga l'acquisto, poco conta, tanto i soldi vengono sempre dalle tasche nostre. Di passaggio potremmo solo dire che la cosa non si sa se possiamo definirla più illogica o più ridicola.
Qui mi premerebbe invece sottolineare la faccenda, che sarebbe emersa dalla relazione che ha fatto Piergiacomi, del mancato pagamento dell'IMU. Immagino, date le dimensioni della struttura, che si tratti di parecchie migliaia di Euro all'anno. Somme ancor più alte, persino raddoppiate direi, dal 2012, da quando cioè il governo Monti, collaborazionista degli interessi tedeschi e in volenterosa applicazione dei dettami della cosiddetta "Europa", con un combinato disposto di aumento delle aliquote e, soprattutto, revisione degli estimi catastali, ci infilò le manacce dentro le tasche rubandoci soldi determinando un raddoppio delle imposte immobiliari per gli immobili non classificabili come "prima casa".
Ma questa imposta per il ParkSì chi doveva pagarla? La stessa SABA società concessionaria? Era essa titolare di un diritto reale sull'immobile (non proprietà, come sappiamo; quindi usufrutto, uso, superficie?) tale da far imputare in capo ad essa stessa l'obbligo del pagamento dell'IMU?
Sia come sia, qui siamo in una situazione incredibile, per chiunque non sia abituato alle cose maceratesi. Abbiamo un Ufficio Entrate del Comune che ci ha abituato agli exploit, noti a tutti, dell'invio sistematico e massiccio di avvisi di accertamento per evasioni di imposte locali (IMU, TARSU, che ora si chiamano IUC, TASI), approfittando di ogni più piccola discrepanza fra quanto dichiarato dai contribuenti e quanto, appunto, accertato dagli uffici comunali. C'è una miriade di gente che s'è vista recapitare negli ultimi quindici anni avvisi d'accertamento (non semplici lettere per andare in Comune a chiarire la situazione e semmai regolarizzare le posizioni: proprio avvisi di accertamento con irrogazione di pesanti sanzioni) per tre-quattro metri quadrati di cantina o garage dichiarati in meno rispetto a quanto accertato dagli uffici, o per non aver dichiarato a fini tassa rifiuti locali vuoti non utilizzati, ritenendo che ciò fosse possibile, o per altre amenità del genere; e ora scopriamo da un articolo di Bommarito e da una relazione di Piergiacomi che per una grossa struttura come questa del ParkSì non è mai stata versata una Lira/Euro senza che nessuno in Comune, dagli amministratori ai funzionari degli uffici tributi (tanto solerti, ripeto, a raffrontare i metri quadrati dichiarati da un contribuente per la propria cantina con le piantine catastali e far emergere quelle clamorose discrepanze di ben quattro metri quadrati) si sia mai fatto una domanda al riguardo?
Certamente stessero così le cose, io dopo svariati decenni di esperienze con le burocrazie pubbliche non me ne meraviglierei. Ma prima di dare un giudizio specifico desidererei, per chiarezza, per normale buon senso prima ancora che per elementare dovere di correttezza parte del comune e dei suoi uffici interessati, che gli stessi dessero subito pubbliche spiegazioni sulla faccenda.
I vitalizi a questi qui, insieme alla visione, andando per strada, dei "rifugiati" ospitati in albergo a 35 Euro al giorno più paghetta, più smartphone attaccato a reti wi-fi pretese come diritto inviolabile della persona, sono il miglior argomento a favore dell'evasione fiscale.
Altro lato della questione. Oggi un mio amico commerciante ha ricevuto la visita della Finanza, che gli ha fatto un verbale da 500 Euro (ma lo Stato è generoso ... se paga entro tot giorni la somma si riduce a un quarto, a più o meno 120 Euro ...) perché un suo cliente, artigiano, era uscito dal negozio con un prodotto del valore di 4 o 5 Euro, ma senza scontrino. L'artigiano, d'accordo col mio amico commerciante, prende sempre roba che gli serve, senza pagare e facendo mettere in conto, per saldare poi, una volta maturato un certo numero di acquisti. Ma, l'artigiano, quando il finanziere gli ha chiesto spiegazioni sul perché non avesse lo scontrino, si è intartagliato per la paura, e invece di dire la verità, si è giustificato dicendo che aveva lasciato lo scontrino in negozio (scontrino che, come detto, in realtà non era stato fatto perché la merce era stata prelevata a credito ...). E quindi l'ottimo finanziere ha reso la sua giornata di lavoro feconda e fruttuosa per l'interesse pubblico elevando al mio amico, che prova a tirare avanti col padre e la madre un piccolo negozio di ferramenta in un paese della provincia, questa esemplare sanzione.
120 Euro che potranno andare a contribuire al mantenimento in vita, o all'innalzamento del tenore di vita, di persone meritevoli e bisognose, come quelle che compaiono nella lista sopra. Come Enrico Cesaroni (chi è? Boh ...) che pippa 3.684 Euro al mese o Giulio Silenzi (questo lo so chi è ... sono preparato ...) che invece ne insaccoccia 3.749 ... o Emidio Massi (pure questo so chi è ... sempre più preparato ...) che ne suga 4.578 ... Massi: mica mazzi!
E va beh ... finché la gente manterrà l'atteggiamento che più gliene fai e più è felice, tutto ciò sarà sempre possibile.
La solita solfa Piddina sull'"impossibilità" di rimediare al dissesto di Banca Marche immettendo denaro pubblico, perché così "vorrebbe l'Europa".
Epigoni di un Partito Comunista che fino agli anni '80 (mica gli anni '80 del Settecento o dell'Ottocento ...) andava nelle piazze per dimostrare contro l'entrata dell'Italia nel Sistema Monetario Europeo. Lo potevano fare purtroppo a buon mercato: non li manganellava più nessuno, da quando era scomparso Scelba dalla vita politica ...
Adesso a tutto quello che dicono premettono: "perché così vuole l'Europa". Nullità erano allora e nullità sono rimasti ora che, cambiata la situazione e cambiato soprattutto (proprio scomparso) il loro datore di lavoro di allora, l'Unione Sovietica Comunista, hanno rischierato tutti gli apparati sulle linee dell'imparaticcio del politicamente accettabile di oggi, e cioè l'ossequio all'Europa.
Interessante la storia delle quattro banche colate a picco, spolpate dalla dirigenza collusa col sistema dei partiti. Una di queste banche, l'Etruria, era il cortile di casa della famigliola di Maria Etruria (appunto) Boschi. La Boschi, ricordate? Quella che ha promesso che a breve, per colmare la lacuna lasciata con la post-Cirinnà, proporrà una legge sulle adozioni che includa tutti: etero, pederasti, singoli, tutti adottabili da tutti: forse anche cagnolini e scimpanzè. La Boschi che fa il ministro perché viene dal cerchio magico di Renzi, il referente di Morgoni.
Se il governo avesse fatto tutto quello che era uso fare prima (prima dell'epoca del "ce lo chiede l'Europa") quando una banca andava in difficoltà, e cioè risolvere la faccenda politicamente, favorendone magari l'assorbimento da parte di altri banche o salvandola immettendo, in qualche forma, direttamente liquidità, cosa sarebbe accaduto? Che Margrethe Verstager, la danesina della Sinistra Radicale, attuale commissaria europea alla "Concorrenza" si sarebbe arrabbiata perché avrebbe strillato agli "aiuti di stato"? Hai detto un [email protected]@o ... E se Padoan non si fosse sbrigato a ricevere un sì della danesina avremmo rischiato di andare oltre il 1 gennaio e sarebbe scattato il "bail in?" Hai detto due [email protected]@i ...
Con Margrethe, che viene da un paese che non ha nemmeno l'Euro (per fortuna loro) uno magari fa volentieri una chiacchierata per telefono di 5-6 minuti per dirle: "Guarda, faremo così e così; quando ho un minuto ti mando due righe di e-mail per spiegartelo meglio. Ciao." Certo con Margrethe o con chiunque sia non si va a trattare la sorte di gente che ha investito e creduto nelle banche del nostro paese, e che subisce nella propria vita quotidiana prima le conseguenze dei dissesti causati da dirigenti asserviti alla politica proprio in zone (Toscana, Marche, Ferrara) dove non si muove foglia ove PD non voglia, e poi dello stupido servilismo piddino nei confronti dell'"Europa". Se Margrethe non fosse stata contenta delle mie idee avrebbe suggerito a Juncker, il cameriere della culona, di far aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia? E quindi? ne sarebbe risultata una multa di, poniamo, un mezzo miliardo di Euri? E ariquindi? Se non paghiamo al multa e gli diciamo, a Margrethe la danesina, a Juncker, a tutto il cucuzzaro, di pensare ai [email protected]@i loro che noi pensiamo ai nostri, che succede? Che ci tolgono soldi a noi destinati dai contributi comunitari? Bene. La Ragioneria Generale ci spiega che, per esempio per il 2014 (ultimo anno per cui sono disponibili i flussi generali, relativi ai 12 mesi dell'anno), l'Italia ha versato alla (cosiddetta) Unione Europea 17.188,34 milioni di euro, e ne ha ricevuti indietro circa 9.881,81 milioni, sparpagliati fra le varie voci di intervento. Avanziamo più di 7 miliardi di Euri. Ci avessero fatto, per questi ipotetici "aiuti di stato" alle banche, una multa, che so io, di 500 milioni di Euro, sarebbe stato facile far fronte: bastava togliere altrettanti milioni dai contributi che versiamo all'Europa. E vedere, poi, chi si stufa per primo di giocare al gioco del "Se non fai questo io ti faccio quest'altro". Facile no?
Un qualche pupazzo pidiota, una qualsiasi Lia Quartapelle o roba simile, o un ex di Sciolta Civica (avete presente: erano i fantocci che si presentarono alle elezioni del 2013 con Monti, il capo del governo collaborazionista della culona ...), strillerebbe: "Ma così finirebbe l'Europa!". Appunto. Questa qui che abbiamo ora finirebbe di certo. E sai che pena. Poi, per il futuro, tutti a tavolino, e vediamo cosa si può (se si può ...) fare per definire regole e procedure diverse per le istituzioni comunitarie.
Ma ce li vedete, Renzi e i suoi (per suoi intendo sia un Bersani che, per esempio, un Verdini ...) a mettersi su un cammino così?
Per Iacobini. Per lei questo articolo ha un titolo indelicato? La tesi che Liuti in esso esprime sulla famiglia cosiddetta tradizionale è discutibile? Lei usa delicatezza anche eccessiva, se posso dire.
Io direi che prendere le storie delittuose e tragiche di due disadattate e usarle per sostenere la tesi che la famiglia tradizionale basata sull'unione di un uomo e una donna mostra tutti i suoi limiti e che, quindi, è ora di toglierla dal piedistallo della unicità e parificare a essa, sul piano del diritto, ogni altro tipo di unione: quella fra non sposati, quella fra omosessuali, quella magari, un domani, quando meravigliose e progressive sorti di avanzamento della civiltà umana ci avranno permesso di aprire questa mente che abbiamo, degna di quegli ottenebrati del "Family Day", e di approdare verso ulteriori luminosi esiti di comprensione delle cose, quella dicevo fra adulti e minorenni (anche infrasedicenni: proprio ragazzini e bambini), quella ancora magari fra parenti, (immaginiamo un tenero papino trentanovenne che si iscrive al gioioso registro delle unioni civili con la sua diletta, in tutti i sensi diletta, figlia diciottenne; anche a parti invertite, con mammine quarantenni e adoranti figlioli ventenni); ecco: speculare sui due delitti per costruirci sopra questo teorema della "obsolescenza" della famiglia tradizionale è una cosa che tu di primo acchito la diresti una operazione così, un po' da tapini; ma poi quando ci pensi un attimo su, e dici "Va beh, è Liuti ..."
Chissà se la tizia proprietaria del cane che ha aggredito la bestiola della signora Prokopenko si manifesterà su queste pagine, con nome e cognome, per spiegarci che cosa ha detto e fatto. Se inquadro il tipo umano o presunto tale che emerge dalla descrizione che ne ha dato la Prokopenko, credo però che sarà difficile che avrà la faccia per farlo.
D'accordo in sostanza con Giorgio Rapanelli.
E due riflessioni a poche ore dalla tramvata presa dalla Cirinnà con il ritiro dell'emendamento cosiddetto "canguro" al suo disegno di legge.
Le strampalate voglie di qualche invertito, che non sa vivere con tranquilla e moderata dignità, come invece tanti seri omosessuali fanno, la propria condizione, sono state tramutate in "diritti" ed elevate a dignità di proposte di legge, dichiarate persino "irrinunciabili per una paese civile", col sostegno di artisti di tolleranza e vippanza varia e con tanto di solite lagne che "in Germania fanno così" o "persino in Irlanda lo hanno deciso" o "siamo rimasti soli con la Romania e la Slovacchia". Diritti a tutto: ad equiparazioni ai matrimoni, a eredità, a pensioni di reversibilità, a figliastri (per ora ...) in adozione, e in futuro, certo, anche acquisizioni di altri e più meravigliosi e più ampi diritti, che anche essi, naturalmente, "non potranno essere negati", pena il nostro non essere "un paese civile".
L'altro giorno il parlamentare europeo pidiota Viotti, (diventato appunto europarlamentare solo per meriti di appartenenza ad associazioni di propaganda lesbo-gay) ha twittato che i cosiddetti cattodem del suo partito, con la loro fronda anti ddl Cirinnà gli avevano "rotto il [email protected]@@o". A parte che per lui piove sul bagnato, perché adesso che si trova pure col [email protected]@@o rotto, sotto la cintura dei pantaloni non gli è rimasto più nulla di sano, ma qui non se ne può più!
Che tutte le organizzazioni cosiddette LGBT e i loro sostenitori, la Cirinnà, l'altro pidiota omosessuale Lo Giudice (che quando Gasparri in Senato gli ha chiesto quanto esattamente era stato pagato il bambino alla donna americana che lo aveva partorito con lo sperma del di lui "compagno", c'ha fatto pure la madamina sdegnata uscendo dall'aula in momentaneo Aventino), tutti quelli che hanno accompagnato questa carnevalata con la solita arrogante e vomitevole e sguaiata e insultante petulanza cui questi propagandisti dei cosiddetti "diritti" degli invertiti c'hanno abituato, VADANO A FARE IN @[email protected]! Anche se so bene che ciò per loro sarebbe tutt'altro che un disturbo ...
Pelché senatole Manlio Molgoni illitato con Massimo Giolgi e altli commentatoli? Palagone di Giolgi fla polemica intelna a PD e atmosfela glande casino di casa Oblonskij non piaciuto? Folse vela lagione pizzicole sedelone senatole Molgoni ela alticolo giolnalista Veldenelli: e infatti Linaldelli fatto clitica diletta a Veldenelli, pelché cledo Linaldelli e Molgoni piaceva Veldenelli sclivele più lodi e leccale più culo a PD; ma Molgoni non voleva fale clitica apelta a blavo Veldenelli, e allola sclitto clitiche a comuni commentatoli.
Ma senatole Molgoni non si pleoccupi di questi beceli qualunquisti detlattoli: lui e PD vadano avanti pel lolo stlada, che noi "nuovi Italiani" da vecchio Celeste Impelo semple sostellemo nuovo PD, pelché elezioni plimalie di PD unico posto in mondo dove noi Cinesi, e alabi come Khalid Chaouki, e aflicani come signola Kyenge potele plovale glande gioia di votale! E PD dovlà licoldale questo sostegno e fale plesto a fale diventale tutti noi cittadini Italiani, così potlemo aiutale PD anche a glandi elezioni politiche genelali, quando ltaliani non nuovi tolnelanno svegli e mandelanno PD a fale in 屁股.
Un glande e ploficuo Nuovo Anno Cinese a tutti, a senatole Molgoni, a dottol Sala glazie a noi nuovo candidato PD a sindaco Milano, e a glandissimo Plimo Ministlo Lenzi!
Se Pigini legge quest'articolo, potrebbe farci capire perché non ha denunciato quei tre pidocchi? Il segnale che da con quest'atteggiamento rinunciatario mi permetto di dire che non è positivo. Così facendo dà a tutti i ragazzi spiantati, figli di madri ignote e di padri degnibdi queste madri, ragazzi che passano la notte andando in giro ubriachi a far danni, gli dà il segnale, dicevo, che è possibile far tutto ciò che l'educazione ricevuta da figli di madre ignota gli fa passare per la testa di fare. A meno che lui questi tre topi di fogna non li conoscesse e, perciò, non abbia deciso di far cadere la cosa. Altrimenti, ripeto, la sua rinuncia a denunciare dà proprio un pessimo segnale.
Ho perso il conto delle volte che nell'articolo Liuti ha definito "rispettabili" (di più: "rispettabilissimi") i discorsi e le opinioni dei partecipanti alle manifestazioni delle "Sentinelle" e del "Family Day". Saranno soddisfatti che Liuti li gratifichi con questi aggettivi, come se ci fosse stato bisogno di specificarlo, che vanno rispettati ... Mah! Quanto alla lobby gay, il fatto stesso che argomenti come questi della cosiddetta regolamentazione delle "coppie" omosessuali, di totale insignificanza per la maggior parte della gente, occupino per anni le cronache politiche e giornalistiche, che divengano argomenti su cui si giocano gli equilibri politici e la stessa tenuta delle maggioranze di governo, che divengano questioni da cui far derivare lo stato di "avanzamento civile" (ma vaff...) di un popolo ... beh ... certo dipenderà anche dal rimbecillimento collettivo di tutta una civiltà, quella stessa civiltà che accoglie a braccia aperte centinaia di migliaia di invasori, giovani fancazzisti e buoni a niente che si lamentano perché non li servi subito di documenti e riconoscimenti di status o di pappa adeguata ai loro gusti o di alberghi troppo fuori mano o sprovvisti di wi-fi, e per meglio accogierli li dichiara profughi da guerre che nei loro paesi non esistono. Quindi è cero che in un'atmosfera del genere sia facile dire e proporre di tutto, persino riconoscimenti a registro di amori fra due con la barba; ma senza un'attivissima azione da parte di petulanti propagandisti omosessuali, tante tambureggianti iniziative non sarebbero certo mai arrivate a dignità di lavori parlamentari. E questa se non è azione di lobby che è?
Da quel che si è potuto capire leggendo in vari giornali il resoconto dell'accaduto, e scontato (non poteva essere diversamente ...) che tutti i soggetti coinvolti, dal personale del museo ai funzionari della Presidenza del Consiglio, si sarebbero rimpallati la responsabilità di questa stronzata, io ho ricavato l'idea che qui non si sia trattato di una faccenda che abbia visto coinvolta la "classe dirigente italiana", per usare l'espressione dell'articolista.
Se per classe dirigente si intende Renzi o qualcuno dei suoi ministri, penso che lui e i suoi sodali siano fin troppo accorti e furbacchioni per non intuire immediatamente, anche l'avessero pensata per un momento, che la faccenda delle statue coperte li avrebbe ridicolizzati per l'eternità. Qualsiasi cosa Renzi faccia, la fa pensando a come la può tradurre in una veloce e furba tweetata di 140 caratteri, per farci una bella figura da gran paraculo. Questa faccenda qui l'avrebbe capito subito che non avrebbe sortito altro effetto che sputtanarlo di fronte all'universo mondo.
Qui secondo me ha giocato l'istinto da servo di qualche impiegato statale di livello medio o, magari, anche medio-alto, tipo un tirapiedi della Presidenza del Consiglio, un qualche manichino del cerimoniale o aliud simile che, magari consultandosi con qualche altro servo suo pari grado nei Musei Capitolini o nell'amministrazione comunale (i Musei Capitolini appartengono al Comune di Roma) ha pensato che con questa straordinaria trovata avrebbe avuto le lodi dei capi, tutti contenti a loro volta di aver compiaciuto l'inturbantato e fanatico ospite maomettano. Insomma: una catena di Sant'Antonio di coglioneria pura, tipica di quando un gruppo di statali, o di Italiani in genere, si mettono a pensare a cose più grandi di loro e vogliono dimostrare di essere più realisti del re.
Io credo anche che sia proprio in quella stupidissima scuola sessantottina e post sessantottina cui fa riferimento la Donati, penso esaltandone gli aspetti a suo dire innovativi per le libertà che le donne e la gente in genere dimostravano di avere acquisito anche tramite l'abbigliamento, dove quindi le ragazzette e le professoressine si presentavano tutte contente a giocare alle dive in minigonna con le chiappe mezze all'aria e dove tutti giocavano al nuovismo e al cambismo, sia quindi proprio in quella scuola e in quell'ambiente, invece, che altro non si faceva che giocare a un nuovo conformismo e a un nuovo modo di essere gregari a qualche moda. La gentaglia, o gentucola, che ha ideato questa bella trovata di coprire le statue, ha ricevuto l'istruzione e l'educazione proprio in questa innovativa scuola delle libertà, e ne è uscita fuori con meno senso critico di un ovino e avendo sviluppato invece a quanto pare un altissimo istinto da leccaculo, messo in pratica persino quando, come pare in tal caso, nessuno gli aveva nemmeno chiesto di leccare.
La proposta è sensata. Fa specie anzi che qualcuno debba proporla come un'innovazione, una cosa che invece dovrebbe essere norma dell'agire, come il fatto che la polizia, ogni corpo di Polizia, debba stare per la strada tutto il giorno e non a orari fissi. Non so per quale strana visione delle cose si determina qui in Italia, e solo qui in Italia, la situazione per cui le città sono protette dalle forze dell'ordine a orario fisso: a una certa ora tutti a cena e ci vediamo domani mattina. O meglio, lo so; in Italia si va a fare il vigile urbano o il poliziotto o qualsiasi altro lavoro statale immaginando e quindi anche pretendendo che il lavoro stesso si adatti alla propria voglia di farlo in un certo modo, e non invece con l'idea che se uno vuol farlo, quel lavoro, è lui che deve adattarsi agli orari e ai modi di svolgerlo che quel lavoro richiede. E poi se la Polizia coprisse turni per ventiquattr'ore al giorno sarebbe ingiusto nei confronti dei delinquenti, che pur loro debbono guadagnarsi il pane. Insomma, una giusta regolamentazione dei turni di lavoro, in una sana ottica corporativa volta a meglio tutelare il corretto assetto sociale: di giorno lavorino i poliziotti, i Carabinieri e i vigili, e di notte i ladri.
Piuttosto, la proposta, anche se sensata e nella giusta direzione, è al ribasso: perché i vigili dovrebbero lavorare solo fino a una certa ora della notte? E perché quest'ora termine i grillini l'avrebbero identificata proprio nelle 2,30? Mah!
Comunque paradossale che il comune nicchi sulle telecamere, non si sa se per una questione di costi o, più probabilmente, di deformazione ideologica, dopo avere vomitato quella bella quantità di soldi che hanno buttato sulle statuine dell'orologio di piazza, e dopo avere preventivato di spenderne un'altra spudorata quantità sul ParkSì, operazione acquisto-di-cosa-propria.
E beh, se queste qui sono le sostenitrici della legge Cirinnà, facile avere in simpatia gli oppositori della legge stessa.
Alla Contigiani (che straparla di diritti negati a bambini e omosessuali, come l'altro giorno durante la stupidissima solita contromanifestazione dei pro-Cirinnà avverso l'ottima e civile manifestazione delle "Sentinelle in Piedi", straparlò l'avvocato Polignano affermando che il diritto di manifestare, secondo lui, troverebbe dei limiti costituzionali quando si manifesta per "negare" diritti agli altri ...), giusto per farsi un poco i cazzi suoi che lei così aspramente e pubblicamente, nel suo post, si duole che si faccia anche lo Stato italiano e dei quali comunque ci mette così fragorosamente tutti a parte, sarebbe bene il caso di far notare che, se tanta ottima convivenza di fatto intrattiene col suo citato compagno, e se ha tanto desiderio che tale sua unione fattuale riceva un timbro di legge, una marca da bollo, una qualche firma su ufficiale carta, non deve vivere nelle ambasce e aspettare il compimento dell'avvento del radioso futuro prospettato dalla Cirinnà, ma è sufficiente che prenda appuntamento con un notaio (nella sola città di Macerata ce ne sono credo non meno di cinque o sei) e di fronte ad esso notaio conferisca al compagno ampia e generale procura ad agire in nome e per conto suo per qualunque atto di ordinaria o straordinaria amministrazione. Sempre che il compagno sia disposto ad accettarla, tale procura.
E se così, se le loro volontà saranno concordi in tal senso, veda un po' che meraviglia, scoprirà che la procura potranno anche conferirsela reciprocamente. E allora sì che non ci saranno più messi notificatori per avvisi TARSU, o altri agenti di qualsivoglia ufficio, o primari ospedalieri, o gesùcristi sulla croce o scesi dalla croce, che potranno opporre verbo a che lei e il suo compagno acquisiscano informazioni, intervengano in gestioni di situazioni di emergenza, prendano carico di documenti ... insomma, si occupino di questi e di qualsivoglia altri cazzi (sempre sul tema precedentemente sviluppato ...) riguardanti le loro reciproche vite.
Ah .. importante, sempre ai fini dell'aiutare altri a gestire meglio i loro "cazzi" (solito refrain ...). Se quando saranno dal notaio, e se non lo avessero già fatto, lei e il suo compagno vorranno dargli (al notaio ...) qualche soldino in più, esso pubblico ufficiale sarà felicissimo di redigergli due paginette di due testamenti con i quali loro potranno nominarsi eredi universali l'uno dell'altra. Così eviteranno che, quando uno di loro dovesse malauguratamente mancare, possano arrivare a godere dei suoi beni i parenti eredi legittimi, (per esempio proprio quelli con i quali la Contigiani ci fa così sommessamente sapere che non ha più rapporti da anni ...) lasciando il superstite a becco asciutto, a dolersi ancora di più che la Cirinnà non sia arrivata prima, con la forza di una legge, a risolvere il patrimoniale problema che due conviventi, di loro stessi e della loro unione sembra così certi e convinti, non hanno prima saputo risolvere col semplice senno di due normali persone adulte. Più o meno quel che accadde al dolente compagno di Lucio Dalla che, dopo aver pronunciato la commossa commemorazione dell'amato bene da poco defunto, scoprì che il facoltosissimo artista col quale da così tanti anni amorevolmente conviveva, l'aveva lasciato, (patrimonialmente parlando, eh, che qualsiasi facile ironia sui sederi, nel caso specifico, sarebbe proprio inaccettabilmente becera e qualunquistica ...) col sedere per terra, dando agio ai naturali e legittimi parenti-eredi del defunto di precipitarsi ad accaparrare le sue sostanze.
Come per i cinghiali, la cui presenza dalle nostre parti è divenuta oramai un'infestazione, così per i lupi occorre che gli enti dispongano programmi e campagne di abbattimento.
Meraviglioso anche il tono encomiastico-commoventistico-partecipativo dell'articolo spot di Cronache Maceratesi. "I più avanzati paesi europei", "i più autorevoli giuristi e magistrati italiani" firmatari dell'appello pro unioni omosessuali, la "carenza normativa" per cui saremmo stati "sanzionati" dalla Corte Europea dei Diritti Umani". E che vergogna essere rimasti soli con Polonia, Lituania, Lettonia, Romania, Slovacchia e Bulgaria!
Più che un articolo per dare conto di un fatto, questo è una entusiastica partecipazione con la penna alla manifestazione di sabato prossimo, un peana, un tripudio; un tripudio di chiappe.
Da mandarli tutti ad avere a che fare, appunto, con le chiappe: se non ora, quando?
# Per Linardelli
Kostler e "Buio a Mezzogiorno" non li scomoderei per un paragone con le vicende dei "5 Stelle". La tragedia criminale del comunismo di là, e di qua le scie chimiche e il futuro con il Ministero della Pace e la grande fabbrica universale di monopattini ... Il "Piccolo Padre" Stalin contro l'"Interactive Leader".
E' come accostare un cavallo di razza, formidabile nelle sue caratteristiche di cattiveria e intrattabilità, temuto e anche ammirato, a un somaro che raglia sgraziatamente, zozzo e pieno di rogna, schifato dalla gente e preso a sassate dai monelli. O paragonare un grande criminale allo scemo del villaggio.
E Bisonni, nello specifico, sarebbe Rubasciov ....? Boh ....
Ho letto la prima riga del titolo: "Sicurezza, Carancini" e ho pensato che il sindaco avesse detto qualche cosa di serio o importante sulla questione, appunto "Sicurezza", tipo spiegarci quante telecamere intende mettere in funzione per le strade della città per sorvegliare la situazione o quanti vigili urbani farà uscire di notte e di giorno per strada per tutelare la sicurezza dei cittadini maceratesi. Persino, ho pensato che volesse unirsi, idealmente, o perché no anche materialmente in piazza, al sindaco di Cingoli nella sua ottima iniziativa di manifestare per sollecitare maggiori presenze di forze dell'ordine e maggior controllo del territorio.
E invece, proseguendo a leggere, che ti salta fuori? Che ha fatto un intervento così, un poco stizzito nei confronti del suo collega Saltamartini perché gli viene a manifestare così sfacciatamente nel suo terreno di caccia, davanti alle finestre dell'ufficio (che protervia, e mica si fa ... se ne stesse buono buono a Cingoli, e che ca ...o! ...) e un poco pedagogico-politico (che demagogia da quattro soldi, che poco senso delle istituzioni andare a cercare la polemica con la Prefettura, dove invece come noto stanno svegli anche la notte per pensare a come meglio impedire che vengano saccheggiati i nostri beni, abitazioni, negozi o garage. E proprio per questo i ladri hanno campo libero: perché di notte le forze dell'ordine stanno in Prefettura a pensare a come proteggerci: mica sono ubiqui che possono sdoppiarsi e stare anche per le strade, a Cingoli o a Macerata o a Civitanova ...
Ero un po' sconcertato dopo la lettura di questo intervento di Carancini, perché dopo gli annunci sulla partenza prenatalizia del cantiere delle piscine di Fontescodella, con tanto di lettera sventolata in conferenza stampa, e sulla concretizzazione dell'idea di riscattare a caro prezzo uno scatolone vuoto come il ParkSì, che costerà tanta della mia IMU per i prossimi anni, pensavo che in fatto di uscite un po' così ne avessi sentite a sufficienza, e quindi con questa reprimenda a Saltamartini il sindaco sarebbe proprio andato oltre il quantitativo massimo ammissibile di elettoralite.
Poi ho capito. Cronache Maceratesi aveva sbagliato il titolo. L'articolo non riportava una dichiarazione di Carancini, ma era un intervento di Liuti. Stessi toni: buon senso, senso di responsabilità, richiamo a evitare la demagogia, intendendo come demagogia una dichiarazione o un intento espressi da un esponente politico del centrodestra. Come la bonaria reprimenda, da nonno pieno di buon senso nei confronti del nipotino testardo che si ostina a non capire, che quest'estate Liuti aveva rivolto al sindaco di Potenza Picena che aveva mandato i Carabinieri a identificare i nudisti nelle spiagge nord vicino al Babaloo (proprio un retrogrado, che non capiva l'evolversi dei tempi; e i Carabinieri, poi, che esagerati con le denunce ...). O come l'articoletta trasudante ammirazione con cui lo stesso Liuti aveva lodato con calde parole Carancini (guarda un po' ...), che aveva saggiamente e senza isterismi accompagnato in piazza, a parlare con la Prefettura, quelle qualche decina di negri rifugio-immigro-clandestini che avevano bloccato corso Cavour impedendo a centinaia di persone di andarsene per gli affari loro; e che bravo Carancini, e che senso di responsabilità, e che bello vivere in un posto dove si fa così e non si pigliano a manganellate quelli che commettono il doppio errore di essersene venuti, non richiesti, qui da noi, e una volta che non li abbiano serviti presto e bene di documenti e status di rifugiati, ma solo di paghetta, pappa, cuccia dove riposare e ricarichetta per lo smartphone con auricolare, si arrabbiano e si mettono a bloccare le strade. O come anche l'altra ironico-beffarda reprimenda alla Pantana, che aveva avuto l'idea di donare alle scuole della zona un presepio da esporre per le feste natalizie; e che trovata demagogica, e che bassa speculazione politica, e tricche e ballacche.
Bene, bene, ho capito. Una raccomandazione a Cronache, però. Capisco che quando parla Carancini o scrive Liuti ci si possa confondere: l'uno sembra il ghost writer o il ventriloquo dell'altro; ma per favore, voi che potete, sforzatevi di appurare con esattezza, di volta in volta, magari con due telefonate, quello dei due che ha parlato o scritto. Solo per compiutezza di cronaca.
Per sintetizzare, per fare una parafrasi dell'intervento di Pasqualetti, potremmo scrivere così?
"Io sì che avrei saputo presentarvi bene e farvi ben capire e ingoiare la faccenda della conferma dell'incarico a Sara Giannini, questa sagace e sperimentata amministratrice divenuta esperta di economia a forza di colloqui e discussioni con i titolari dei tacchifici e dei suolifici di Morrovale e dintorni; perché io, Pasqualetti, da vecchio politico puro (mica un insipido e poco avveduto amministratore, come quelli che si sono impossessati del mio partito) avrei saputo prendervi per il culo con quella sagacia e quello stile che un sempliciotto come Novelli non può avere."
Tanto il "populismo è lontano dai bisogni della gente" quanto l'incarico retribuito è certo vicino ai bisogni di Sara Giannini.
Caro Novelli, ma perché non fare mai uso di quel "bel tacere che non fu mai scritto"?
L'osservazione che Massimiliano Bianchini fa all'articolo di Bommarito è proprio carina. All’interno del circolo, del "Nest" (Il "Nido": che nome soave ... sarà certo stato in forza di tanta soavità che quelli dell'ARCI concessero l'affiliazione a questo locale ...) "l’attività di somministrazione è svolta da una società commerciale che non ha nulla a vedere con l’Arci e perciò per capirsi all’interno di quella sede c’era un circolo arci e una società commerciale ben distinta".
Coabitavano quindi, all'interno di questo posto, vette di impegno socio-cultural-progressivo, probabilmente con organizzazioni tre-quattro volte alla settimana di tavole rotonde ed eventi dedicati, che so, alle tristi condizioni del popolo Saharawi o magari delle magnifiche e anch'esse progressive sorti dell'educazione di genere, con narrazione di favole in cui due pinguini maschi, fra un'inchiappettata e l'altra, vanno da una pinguina femmina a chiederle se potesse essere così carina da covare per loro un'ovetto, coabitavano, dicevo, queste carine cose insieme alla quotidianità di gente fatta di coca e quant'altro pippabile o assumibile, in mezzo a frastuoni di musica da svantaggiati mentali (come direbbe il presidente della Campania De Luca), il tutto sotto la cara e attenta supervisione di Muhamed Falli che viene da Albània e di un suo compare italiano.
E l'ARCI, che ovviamente non s'era mai chiesta prima perché gli avesse chiesto l'affiliazione, in base a quali vantati o pretesi requisiti "culturali" e per fare cosa, un posto che a chiunque a Macerata fosse stato semplicemente normodotato risultava un posto da evitare; che una volta che la cocaina è saltata fuori, dal chiuso delle stanze del locale fino alle pagine dei giornali, ha pensato bene di maneggiare la faccenda solo "per vie interne", quattamente e con meno clamore possibile, "riunendo direttivi", "chiedendo chiarimenti ai gestori" (e già lo vedo Falli da Albània o il suo consocio Sole che corrono a mettere mano alla penna e vergano contrite epistole per chiedere venia all'ARCI ...), "revocando adesioni", ma certamente per il 2016, che revocargliele per un mese residuo del 2015, troppa fatica, inutile .. di più, anche sgarbato ...; che quindi non ha voluto assumere una presa di posizione pubblica sull'accaduto, per esempio con comunicati stampa di dissociazione dall'operato di questi affiliati, come Bommarito gli ha giustamente fatto osservare che sarebbe stato opportuno che loro facessero; che dopo non aver fatto tutto questo ci viene a disquisire sul fatto che all'interno del "Nido" convivessero, ma cribbio: "ben distinte!" le attività di somministrazione bevande e quelle (quali?) affiliate all'ARCI.
Bene, questa ineffabile ARCI adesso per penna del suo presidente si rivolge puntutina e precisina a Bommarito asserendo che spera che tale sua (dell'ARCI) dorotea precisazione possa bastare a fare la necessaria chiarezza, mancando la quale, ecco che arriverebbero addirittura gli avvocati.
Bene, bene ... Ma Bianchini o altri ARCIni avevano mai pensato di mandarli, gli avvocati, o di andarci loro stessi di persona, nei mesi e anni passati, a trascorrere una qualche oretta e mezza delle loro serate per farsi un giro nel locale, e per constatare de visu come le meravigliose e misteriose attività culturali, per lo svolgimento delle quali certo avevano concesso al circolo l'affiliazione, lì venivano svolte? A capire, insomma, e doroteismi a parte, che aria tirasse in quel posto?
Nessuno a Macerata si è meravigliato dell'operazione della Polizia, e l'ARCI invece se ne esce all'inglese dicendo che "coabitavano" in qual locale il "Bene", e cioè il circolo all'ARCI stesso affiliato, e il "Male", e cioè il locale dove si andava per bere e per farsi, e che per l'ARCI, fino a che la faccenda non è esplosa con l'operazione della Polizia, tutto era ok?
Fin troppo diplomatico Bommarito, quando scrive che non capisce come "fosse possibile o opportuna" una tale commistione.
E tutti criticavano Berlusconi perché aveva infilato al consiglio regionale lombardo Nicole Minetti. Perlomeno la Minetti c'ha pregi, come dire, visibili e tangibili, che la Giannini, porella, manco se li sogna in turcomanno ...
Meno male comunque che il PD per questo incarico alla Giannini sta pagando un prezzo politico in termini di immagine e di sputtanamento... non è riuscito a farlo passare sotto Silenzi ...
Che bello! Una cosa notevole ... negli ultimi anni, dopo il periodo in cui fu istituito dai governi Berlusconi il poliziotto di quartiere, servizio che vidi in effetti funzionare per alcuni anni, anche se con orari non larghissimi, non li avevo più visti andarsene in giro (loro o i poliziotti o i finanzieri; raramente i vigili urbani) per il centro storico. Sarà che ci capito non più di tre o quattro volte la settimana. Leggo comunque che la cosa è durata pochino: solo fino alle 12,30 ... una striminzita mattinata. M'auguro che non sia stata solo una strenna o una parata di Natale e che li si possa vedere in giro sempre, in tutti i giorni e a tutte le ore, come d'altronde dovrebbe, e avrebbe sempre dovuto, essere loro normale funzione e anche loro dovere, lo si definisca "poliziotto di prossimità" o in altro modo.
@ Mario Iesari
Qui nel nostro caso, il "caso specifico" come lo definisce lei, il punto nodale non mi pare proprio che sia la questione del parcheggio in doppia fila, abitudine scorretta che per necessità, per fretta, o per semplice sciatteria, tutti possiamo avere, chi più spesso chi meno. Qui la questione, di tutta evidenza per chi l'evidenza vuole coglierla e non voglia invece fare come il professore Pangloss precettore di Candido (che più bastonate pigliava e più disgrazie gli capitavano, e più comunque sosteneva che nulla di sbagliato potesse accadergli perché convinto di vivere nel migliore dei mondi possibile), è che l'abitudine di inseguire e prendere a botte uno che ti sta fotografando l'automobile è un'abitudine poco da Maceratesi e molto da disadattati stranieri, arrivati ad installarsi qui comodamente e impunemente, perché hanno ben capito che qui l'aria che tira è che quando menano uno che li sta fotografando mentre parcheggiano sul marciapiede, non vengono immediatamente prelevati da una pattuglia di poliziotti, portati in un vicolo o in una stradina di periferia e massacrati di botte, salvo poi essere tradotti al commissariato, denunciati per aggresisone, percosse e pure resistenza all'arresto (con i poliziotti che scrivono nel verbale: "Ha opposto così forte resistenza che abbiamo dovuto ridurlo alla ragione bastonandolo ripetutamente", e con la Procura della Repubblica che avalla senz'altro e senza fiatare la versione degli agenti), sbattuti in galera e lì affidati alla cura di secondini che, tre-quattro volte al giorno, entrano in cella e gli servono il resto del dovuto. Hanno capito tutti assai bene che qui non gli può accadere nulla di tutto questo; e anche questo nuovo italiano autore della prodezza di cui all'articolo, sa bene che forse al più, potrebbe scaturirne al massimo un'inutile denuncia se la persona aggredita vorrà perdere tempo e soldi in avvocati, e qualche commento su Cronache Maceratesi improntato appunto al tenore "Dobbiamo tutti essere più bravi a non parcheggiare scorrettamente, e anche l'amministrazione dovrà fare la sua parte per la mobilità. Insomma: "Il Signore sia con Voi. E con il tuo Spirito. Amen"
"Certa gentaglia" è gentaglia "nuova italiana". Il riportare, da parte della Polizia intervenuta, la situazione alla calma, in cosa si è concretizzato, nel vibrare allo straniero una manganellata sulla testa e lasciarlo a terra, scemito più di quello che costui era già di suo? Sai le risate dello " straniero" quando la Polizia è arrivata, sapendo benissimo che non sarebbe finita, appunto, a manganellate in testa?
Che altri commenti, oltre a quelli già fatti. M'è capitato poco fa davanti un Carlino Macerata di metà ottobre, che riportava una dichiarazione del prefetto, rilasciata dopo l'ennesima infornata di arrivi di "migranti", "profughi", "rifugiati", "rifugiati politici", "profughi climatici", tutti ventenni-trentacinquenni. La prefetta, o chi per lei, dichiarava: "Posti finiti! Non possiamo accoglierne altri."
Bene.
Ieri in Olanda in una piccola cittadina, Geldermalsen, vicino Utrecht, 2000 persone si sono ribellate al progetto per l'apprestamento, lì, di un campo d'accoglienza per 1500 di questi profugo-migro-rifugio-paraculanti. Hanno dato l'assalto alla sala dove alcuni culi di pietra stavano decidendo, probabilmente con argomenti laurosboldrini, e con presenza di giovane mussulmanina col chador, su quanto fosse stato bello e progressivo aver deciso di allestire questo centro di accoglienza. Poi è iniziata la musica, e l'assalto della gente inferocita li ha costretti a evacuare la sala di corsa, mentre la Polizia (e chissà sino a quando i poliziotti avranno voglia di farlo ...) s'era frapposta per cercare di fermare i dimostranti.
Forse, ancorché ancora scarsi, timidi, primitivi, ma comunque segnali che sta finendo il letargo dei cervelli? Chissà. Comunque, scene che riscaldano il cuore.
https://www.youtube.com/watch?v=YQoxMlG33zU
E per il partigiano (?) Minnozzi, in che Vincenzo Muccioli non sarebbe "consono" alla città di Tolentino?
E, quanto a ritardi storici, quando le intitoleremo delle vie ai martiri della guerra greco-gotica, che infuriò intorno all'anno Mille, moltissimo dalle nostre parti (passavano non lontani i confini dei rispettivi domini bizantini e longobardi), e che ridusse ai minimi termini (di numero e di condizioni di vita) la popolazione locale e italiana in genere? Un attimo, ecco qua che trasento la risposta: "Ma non è sulla guerra greco-gotica" che si è fondata la Repubblica attuale, che invece, come ben noto, è fondata sulla (bambarabarabarabam!!! Tamburi!) "Resistenza"!
Chissà se quattrini di tasse prelevate (rectius: estorte) dalle saccocce mie vanno ancora a finanziare o sostenere l'ANPI? Spero di no.
I commenti sul fatto che i costi del servizio di smaltimento rifiuti sono alti o sul fatto che gli orari delle isole ecologiche sono ridotti, poco dicono sul punto de quo. E il punto è che chi abbandona per strada pile di scatoloni e di cianfrusaglie altro non è se non un maleducato.
Persino poco rilevante, quanto certamente ovvia, l'osservazione che chiunque può fare, e cioè che tutta la robaccia fotografata dall'articolista sia stata lasciata a pochissima distanza dall'isola ecologica di Collevario, e probabilmente scaricata da un'auto o da un van (difficile ritenere che tutta quella roba sia stata portata lì da gente che se l'ha caricata a braccia fin da casa ...), e che quindi con due passi in più all'isola ecologica stessa poteva invece essere portata. E se, in ipotesi, l'autore del fatto abitasse tanto vicino al luogo dell'abbandono da avercela portata a piedi, allora altrettanto vicino aveva anche l'isola ecologica.
Se il problema di chi ha fatto questa bravata fosse stato di disfarsi di cartoni vuoti, avrebbe potuto lasciarli sotto casa nel giorno dedicato al conferimento di carta e cartone. Invece questi scatoloni erano pieni, risultanti probabilmente dallo svuotamento di un locale adibito a ripostiglio o cantina. E allora le alternative sarebbero state o armarsi di volontà, caricare tutto su un auto (propria, o di parenti o amici) e portare la roba all'isola ecologica, o chiamare qualche robivecchi svuota cantine, di quelli che lasciano l'annuncio sui pali della luce o nelle bacheche di qualche supermercato e lavorano per due soldi, o chiamare il servizio di ritiro a domicilio del Consmari, che io qui a Treia dove vivo utilizzo, per dire, per le grandi quantità di sfalci del giardino (e che per inciso è gratuito). A Treia o a Macerata (dove pure sono titolare di utenze rifiuti) di viaggi alle isole ecologiche per gli ingombranti ne ho dovuti e ne debbo fare a spreco.
La pretesa, non volendo battere nessuna di queste strade, di lasciare abbandonata en plein air la propria robaccia, che vorrebbe essere furbastra quando s'appoggia su motivazioni tipo "già pago tanto di tasse e non voglio pagare altri soldi" o "l'isola ecologica è scomoda", in realtà a me pare solo stupida. Cozza contro l'osservazione che, si voglia organizzare la raccolta dei rifiuti col "porta a porta" o con il conferimento nei cassonetti, qualunque modo sarà sempre incompatibile con lo smaltimento degli ingombranti indifferenziati, che dovranno essere comunque conferiti in modalità specifica. E non conosco realtà, italiane o estere (per estero intendo paesi del Primo Mondo), nelle quali lo smaltimento dei rifiuti ingombranti sia previsto in modi diversi da quello del lasciare agli interessati le alternative fra il conferimento personale nei centri di raccolta, o il prelievo a casa propria, anche a pagamento, da parte di privati o di società pubbliche.
Non c'è logica (intendo logica razionale, non logica da "basso" napoletano) sotto la pretesa che il costo dello smaltimento delle cianfrusaglie della mia cantina, o del mio materasso o della mia televisione o del mio sofà vecchi, debba ricadere sul sistema, e che quindi io possa sentirmi in qualche modo autorizzato, per non sporcare l'auto, perché non voglio pagare nessuno che lo faccia per me, o semplicemente perché così pretendo, ad abbandonare la roba per la strada. Tale atteggiamento fa bene il paio, per tornare alla poco sopra richiamata logica del "basso" napoletano, con quella indicata da quel tipo, appunto di Napoli, che anni fa, in un servizio tv sulla perenne emergenza rifiuti in quella città, mostrò al giornalista cosa nel suo quartiere intendessero per smaltimento dei rifiuti: una finestra a un piano alto di un palazzo che si apriva, e un braccio che sporgeva da essa e lanciava in strada un sacco di immondizia.
Ha ragione Iesari. Io ammucchio nella mia proprietà la robaccia da smaltire, aspettando di far coincidere il mio tempo libero con gli striminziti orari di apertura delle isole ecologiche, per quindi caricare tutto in auto e portarla lì, e questo tizio, chiunque esso sia, decora la strada pubblica con le sue cianfrusaglie?
E' un atto che suona come una presa in giro e una volgarissima strafottenza nei confronti di tutti. Non so se costui sia "triste", come Iesari l'ha definito. Probabilmente lo sarà anche, nel senso in cui l'assessore ha voluto appioppargli questa definizione, cioè in senso morale. Ma certo, in senso più epidermico, deve essere uno che allegramente se la godrà come un rospo, dopo aver fatto gli affari suoi e aver pensato a quanto invece sono coglioni quelli che si sbattono e si sporcano per caricare tutta la roba in auto e portarla a smaltire come si deve.
Della vicenda le sole cose che risaltano, e che dovrebbe essere notate bene, è che: a) esistono le accise sui carburanti (e già sarebbe abbastanza ...); b) che le accise sul gasolio per riscaldamento siano 5 volte superiori a quelle sul gasolio agricolo ... e qui ... fuori con l'accuso.
La fame di soldi che proviene dallo Stato così come è impostato e così come è bacato, genera la necessità di istituire imposte, che, non ci fossero, nessuno evaderebbe.
I carburanti, da quando i motori entrarono a far parte, e a farne parte imprescindibile, della vita quotidiana di praticamente la totalità delle persone, per lavoro, trazione di veicoli, riscaldamento, furono subito fiutati dai politici come fonte di facili entrate, a portata di qualsiasi scemo che volesse inventarsi un prelievo per tappare vuoti di bilancio o per soddisfare necessità elettorali o politiche, o comunque, che alla fine quello è, sprecare soldi. E la fantasia si ramificò fino a stabilire, di volta in volta e di realtà in realtà, diversi carichi di prelievo a seconda degli usi: tasso in percentuale x il carburante per trazione, mentre tasso in percentuale y quello per riscaldamento o in percentuale z quello per produzione kwh.
Chi cerca di sfanculare questi balzelli, che altro non sono se non furti legalizzati, e prova a farlo magari come ha fatto questo contadino, o come facevano, o fanno, quelli che, per alimentare la loro auto diesel, provano a utilizzare olio di colza al posto del gasolio del distributore di benzina, godono di tutta la mia simpatia.
Constato spesso, leggendo i di Paolo Diop, di cui sono amico Facebook, come riceva in continuazione repliche e commenti impostati sul tono dell'insulto, più o meno aperto, e non semplicemente sulla manifestazione del dissenso verso le sue opinioni.
Non rari i casi (come questo che è accaduto e che l'ha indotto a denunciare la stupida che l'ha insultato definendolo con l'espressione "negro da cortile", arrivando poi persino a impicciare ridicole affermazioni tipo "quando un negro dice 'negro' a un altro negro, non è un insulto", trascurando che chiamare 'negro' un negro non è mai un insulto, dato che in lingua italiana, non in maniera dispregiativa o altro, ma in piana definizione, così si definisce una persona con la pelle scura, e che nello specifico l'insulto è averlo definito "negro da cortile" ), nei quali gli viene sostanzialmente "addebitata" la "colpa" di essere un italiano con un forte riconoscimento identitario nel nostro paese, e di non sposare abbastanza la causa dei suoi colleghi, colleghi di pelle o colleghi stranieri in più ampio senso, nelle loro pretese di prendere il nostro paese come un territorio dove vi sia diritto di libero insediamento a prescindere; a prescindere dalla logica, dalle leggi, dalla possibilità di accoglienza, dalla evidenza che le invasioni generano logiche reazioni di rigetto, oltre che profitti per chi delle invasioni stesse e dell'afflusso di clandestini si fa veicolo e promotore.
Ricordo settimane fa un altro che, in maniera solo un pochino più melliflua della fanatica che l'ha insultato in questa ultima occasione, lo paragonava allo Zio Ruckus, un negro protagonista di un fumetto, nel quale impersona la parte di un asservito al dominio dei bianchi, di cui si fa collaboratore nel reprimere e screditare i negri come lui.
E noto anche, e altrimenti non poteva essere peraltro, che il maggior accanimento contro di lui lo mostrano appunto altri negri come lui, che evidentemente gli muovono lo stesso rimprovero di essere un italiano al 100% e di ritenere che l'Italia debba prima di tutto preoccuparsi di pensare agli Italiani, prima di accogliere stranieri, negri, bianchi, o di altri colori, e lo mostrano, altrettanto ovviamente, i commentatori sinistronzi.
Paolo Diop ha tutta la mia simpatia e gli auguro, una volta che abbai ritenuto di procedere per le vie legali contro questa tizia, di vedere riconosciute le sue ragioni, oltre che di trovare interlocutori che siano in grado di ragionare con lui argomentando, e non vomitando il liquame che stagna nel loro cervello.
Nessuna meraviglia. Grande e sconsolata meraviglia per il fatto che non ci sia ancora un consenso elettorale massiccio per concretizzare delle risposte serie a questo sconcio: chiusure serie di frontiere, muri, barriere, rimpatri, arresti, pressioni violente sui paesi di transito, soprattutto la Turchia, che aprono i rubinetti e ce li scaricano addosso a seconda del momento politicamente migliore e a seconda del loro porco comodo. Lo sconcio di branchi di reietti che se ne vanno in giro per l'Europa da nessuna guerra fuggendo se non dalla facile constatazione che se restassero al loro paese, il Pakistan, a Karachi o Rawalpindi o a casa di Allah, avrebbero l'alternativa fra fare lo sguattero a due rupie al giorno o vagabondare come fanno qui e quindi diventare il divertimento di qualunque mammozzo in divisa che si sentirebbe autorizzato a caricarli di una sconfinata vagonata di legnate; mentre qui invece: accoglienza, GUS, coperte, pappa rigorosamente halal, centri d'accoglienza, GUS ancora, appartamenti, 35 Euro al giorno a carico mio e a vantaggio del circo equestre che li accoglie, 2,50 Euro, anche, in saccoccia a loro come paghetta giornaliera, e assistenza medica, e ancora GUS, e perché no documenti, e richieste d'asilo, e ricorsi al TAR se negate le richieste stesse, e attese, e avvocati ... Certo che la scelta è facile, e, dato che siamo tanto stronzi da non capirlo, se loro non ne approfittassero sarebbero proprio tanto ma tanto più stronzi di noi. E, più stronzi di noi, è proprio impossibile.
Bei ragazzotti. Quindi i Talebani pakistani li hanno minacciati ... perché? Sapevo che i Talebani pakistani facevano attentati nel paese e esercitano un controllo su zone della provincia di confine, la c.d. "Zona Tribale". Invece vanno in giro per, che so io, Karachi, Peshawar i Rawalpindi minacciando dei ventitreenni per indurli a lasciare il Pakistan ... Le sorelle, le madri, i nonni (in carriola o meno) di questi ventitreenni o ventottenni che siano, non sono stati minacciati? Perché qui a razzolare fra i nostri fondelli ci ritroviamo sempre giovani adulti, con facce compuntamente improntate ad attonito e impostato smarrimento la dichiarazione meravigliosa che sono atterrati qui perché "dei conoscenti mi hanno detto che la gente qui è tanto buona e ospitale". Poveri cristi! Ora noi stanzieremo i famosi 30-40 euri giornalieri per mantenerli, li gusseremo (= affideremo al GUS o consimili entità) e poi li integreremo e quindi ci multiculturalizzeremo. Loro adesso tranquilli: la loro brava e porca parte del loro obbligo l'hanno fatta. Soldi per il loro mantenimento non ne devono più mettere. Da veri miserabili sfortunati perseguitati poveri derelitti i 3000 - 5000 dollari che gli sono stati necessari per alimentare il circuito delle organizzazioni criminali che li hanno scafizzati o trasportati comunque sulle coste o ai confini europei li hanno già tirati fuori, e quindi il sacrificio l'hanno già fatto. Ora tocca a noi tirar fuori i denari, e fare la nostra zozza parte per mantenerli a sbafo, mica siamo bestie! E che ora anche loro spargano la voce: qui accoglienza, coperte, pasti, documenti, GUS per tutti! Carica!
Tutta la mia umana simpatia e la mia solidarietà a Costamagna. Il fatto che i toni della polemica politica siano aspri e astiosi è una vecchia questione. Lo sono sempre stati da noi in Italia. Proviamo a capirci qualcosa andando indietro nel tempo, magari non fino alle lotte sociali nell'antica Roma fra i partigiani di Mario e di Silla, ma a fatti del nostro passato prossimo.
In effetti Costamagna, vecchio (come militanza, intendo, perché anagraficamente la sua età è la stessa mia ...) socialista dell'epoca del craxismo, bene senz'altro ricorderà i toni che alla lotta politica gli avversari di Craxi diedero, a partire da Berlinguer che, capo di un partito pieno di assassini condannati per fatti delittuosi accaduti durante gli anni del terrore rosso del dopoguerra (assassini aiutati dall'organizzazione stessa del partito a espatriare verso i paesi allora comunisti dell'Est Europa) e che traeva le sue fonti di sostentamento dagli intrallazzi dell'import export con gli stessi Paesi comunisti allora nostri nemici, e dai sacchi pieni di contanti che arrivavano direttamente dall'ambasciata sovietica di Roma, aveva lanciato contro Craxi l'anatema della famosa "questione morale", da allora vera palla al piede non solo della sinistra italiana, condannata a un perenne confronto e perenne autocoscienza con le stronzate marcotravaglistiche, o dei "popoli viola", o dei "popoli dei fax" o delle associazioni "Articolo 21" o altre ancora, ma dell'intero paese che non riesce più ad archiviarla e guardare avanti. Quando insomma, Berlinguer, per dirla come stupendamente la disse allora Claudio Martelli, tramutò l'Eurocomunismo in "Neurocomunismo"
Sta di fatto che ora Costamagna, dopo alcuni anni di purgatorio dovuto alle inchieste del cosiddetto "manipulitismo" che chiusero la stagione politica del craxismo e con essa la Prima Repubblica,si è ributtato in politica, e ne sono lieto per lui, unendosi però, insieme a una parte dei rottami socialisti residuati dallo sconquasso della caciara manipulitistica, proprio a quella sinistra che fece di tutto per affossare i Socialisti stessi col marchio della corruzione e scatenando contro di loro, e contro il leader Craxi, la sopra richiamata "questione morale".
Né diverso trattamento ha avuto, sin dal suo inizio, da parte di quella stessa fetida parte della società italiana che fece di tutto per ridurre l'esperienza di Craxi a questione giudiziaria, l'avventura politica di Berlusconi, persino in ultimo con le intrusioni magistratistiche nel suo modo di vivere il privato, sul quale ciascuno può avere certo un'opinione, ma nessuno poteva e doveva pensare di poter mettere becco o intromettersi con registrazioni telefoniche, inchieste, procure, tribunali e via così.
Ciò che è accaduto sabato a Costamagna in cosa è diverso da ciò che accadde a Berlusconi quando un paio di topi di fogna gli tirarono uno un treppiede di una macchina fotografica (a Roma) e un altro una statuetta (a Milano)? Non mi ricordo in quale dei due casi la "impresentabile in tutto" (come l'ha definita il simpaticissimo Presidente della Campania De Luca) Maria Rosaria Bindi, "detta vezzosamente Rosi" (ulteriore citazione sempre dal repertorio dell'ottimo De Luca) disse in sostanza che gesti come quello di cui era stato vittima Berlusconi, ad altro non potevano essere attribuiti se non a un clima di scontro da Berlusconi stesso creato.
Ora Costamagna ci dice, e giustamente, che è inaccettabile che la lotta politica possa generare un clima come quello che ha ottenebrato la mente del povero scemo che gli si è scagliato contro. Io concordo con lui. Lui concorda con me nel ritenere che ciò non sia una novità e che la genesi di esso sia lontana, annidata negli antefatti che io ho richiamato sopra?
Non conosco questa signora ma voglio esprimerle la mia ammirazione. Ho dovuto frequentare uffici pubblici di ogni tipo fin da ragazzo (assai tempo fa ...), e devo dire di averne visti, di impiegati pubblici, di assai diversi dalla signora Stacchiotti. Non posso nemmeno dire di non averne conosciuti di veramente bravi e seri come lei, ma posso certo dire che, proprio perché la media è scadente assai, quelli come la signora spiccano subito.
Le auguro di trascorrere anni futuri felici e, se le piacerà, di continuare a occuparsi di ciò di cui si è occupata finora, vuoi anche come consulente esterna.
La notizia non può meravigliare. Chiunque faccia una passeggiata al centro la sera tardi o a notte inoltrata si rende conto di ciò che accade. Il centro è divenuto una ragazzeria, dove dominano bar e attività c.d. ristorative da dove viene diffusa musica ad altissimo volume, e dove stazionano e scorazzano ragazzi chiassosi con bottiglie e bicchieri in mano. Questo, combinato con la voluta totale assenza di controlli da parte delle forze dell'ordine e dell'amministrazione comunale, che pure teoriche "forze" accasermate al centro ne avrebbero a spreco (e che soldi da spendere ugualmente a spreco ne trovano e solerte attivismo dispiegano quando si tratta di spostare scontenti e riottosi clandestini, ribattezzati "migranti", da sconfortevoli alberghetti di qualche piccolo paese verso più adeguati e consoni quattro stelle) non può che condurre a conseguenze come quelle riferite dalla signora che ha scritto a "Cronache". La quale però dovrebbe spiegarci la premessa del suo intervento, quando dice che non vuole criticare la scelta di trasformare il nostro centro storico in un luogo di movida. Mah! Come se io dicessi che non voglio criticare un affittuario che avesse trasformato una mia attività in una porcilaia ma mi lagnassi poi per la merda che i maiali producono e per il fetore che ne deriva. Comunque questo articolo fa il paio con quello di poche settimane fa sulla raffica di furti in centro. Argomento sempre lo stesso: assenza di controlli e di videocamere di sorveglianza che coprano tutto il centro. Scelte e priorità dell'amministrazione comunale.
Spero che la denuncia di Salvini contribuisca a fare chiarezza sulla piazzata della marsumaglia della centrosocialità locale in occasione della sua visita del 27 aprile. Certo che sapere che, quale che sia l'iter giudiziario di questa vicenda, comunque i "manifestanti" una selva di manganellate in testa dalla Polizia se le sono prese, fa, come dire, tanto caldo al cuore.
Quanto all'altra manifestazione di quei giorni contro Salvini, la morgonata pidiotata all'Hotel House a Porto Recanati, una delle partecipanti alla "presenza di contrasto", la ex sindaca di Porto Recanati, la Montali, gli stessi suoi se l'hanno già sbollamazzata dai fagioli, col "metodo Marino" delle dimissioni di massa. Come dire: fuori una.
Se lo stradino Silenzi mettesse una firma per garantire un mutuo di altri, con i soldi suoi, quelli guadagnati saltellando in trent'anni da una poltrona all'altra, chiederebbe subito a questo qualcuno di mostrargli la ricevuta di ogni singola rata pagata. La faccia da bravo colono che ha fa presupporre che abbia, appunto, cervello tanto fino da capire tanto facile dato. Se s'è accontentato di una telefonata di quelli della Palace (tutto ok, Giulio, sul nostro onore: abbiamo pagato ... dillo anche a Corvatta e Costamagna eh!) mi sa che smania di farsi rassicurare che tutto vada bene, e che da questa faccenda si alzi meno polverone, rectius meno merda possibile, dopo quella che hanno alzato le inchieste e gli arresti di Mattucci e degli altri del suo entourage, i compari della giunta di Civitanova nella gloriosa cavalcata della vicenda del Palazzetto.
Mi sono sempre chiesto a cosa fosse dovuto l'abbassamento qualitativo delle stagioni dello Sferisterio, dall'epoca nella quale andavo ad ascoltare gente come Carreras o Marilyn Horne, o le ottime compagnie di cantanti e orchestrali dall'est Europa che venivano a mettere in scena opere di squisito valore. Ricordo come un bel sogno una meravigliosa sera di luglio del 1981, quando assistetti, in uno Sferisterio purtroppo per esso, ma per fortuna per me, poco affollato, a una deliziosa messa in scena del Flauto Magico di Mozart, con la compagnia e l'orchestra del Teatro dell'Opera di Lipsia, che allora era ancora nella Germania cosiddetta comunista. Il cantante che impersonava Papageno, con un mix fra melodiosità e bellezza della voce, e brillanti doti recitative, per me ha a lungo incarnato l'immagine di come un vero artista deve essere.
Poche volte, negli ultimi venti anni, sono tornato in Arena, per l'aumento esorbitante dei costi dei biglietti rispetto ai bassi e anche bassissimi (come fu appunto nell'occasione di quel Flauto Magico) prezzi di allora, il quale aumento non mi sembrò mai accompagnato da una altrettale aumento della qualità degli spettacoli, o perlomeno dal mantenimento degli stessi nella stessa qualità di quei felici anni. Sono tornato quest'anno per i Pagliacci e la Cavalleria, e, pur nell'onestà e anche talvolta nella buona qualità degli interpreti, non ho potuto non pensare alla differenza con chi e con cosa ascoltavo in quegli anni.
Chissà che pensare della questione fra l'ex sovrintendente Orazi e Micheli sulla materia del mutuo. Occorrerebbe essere quell'esperto della materia che non sono. La menzione che Micheli invece ha fatto degli "anni delle ruberie", riferita a quelle felici stagioni di quegli oramai lontani anni, pare una boutade-buttanad di un giovane, che piuttosto che parlare dalla rava alla fava della situazione dello Sferisterio ha preferito andarsene per le spicce deliziando chi lo ascoltava con una uscita grillo-qualunquistica.
Comunque, io constato che oggi, chissà se perché non ci sono più i soldi, o chissà se per altre ragioni attribuibili all'organizzazione e alla direzione delle stagioni, di queste e di lirica si parla in città non più perché un cantante di qualche cast abbia sparato un acuto alla Corelli, o abbia incantato con voce e presenza scenica come faceva Raina Kabaivanska, ma perché tutti decantano la ottima riuscita della rificolona della Notte dell'Opera, fra pappa e caciara.
Da affare di artisti e musicisti, la lirica maceratese è diventata affare di baristi.
Saranno stati i soliti drogati, che nessuno gli corre più dietro tanto più che una notte in camera di sicurezza non gli tocca, o gli altrettanto soliti migro-clandestini futuri "nuovi italiani", quelli del "fenomeno di migrazione epocale cui siamo di fronte!" che loro poi metterli in guardiola per 13-14 ore significa pure farli ridere ancora di più, capendo quanto siamo dei poveri stronzi? E, in definitiva, per farsi un giudizio sul fatto, cosa ce ne frega di saperlo? Che cambia?
E' enorme che in posti come la galleria del Palazzo degli Studi o per la Piaggia della Torre non ci siano dappertutto le telecamere, che costerebbero pochino assai rispetto, per esempio, a quanto è costata la simpatica puttanata dell'orologio della torre di Piazza.
E' invece normale, perché così sempre è stato da noi, che a passeggio per il centro o per altri posti della città non si vedano agenti di uno dei tanti corpi cui sulla carta (e su poco altro ...), compete la tutela dell'ordine pubblico. Mai a vedere di giorno, e soprattutto di notte, quando più occorrerebbe, un vigile urbano, un poliziotto, un carabiniere o un finanziere girare per le vie della città. A piedi per le strade più affollate o in auto per quelle più periferiche.
Viaggiare in altri paesi, e vedere che a ogni latitudine, in ogni continente, fra ogni razza, coloro che portano una divisa girano per le strade a controllare la situazione dalla mattina alla mattina dopo, 24 ore al giorno e 365 giorni all'anno, dà il senso della distanza fra gli altri e noi, che a ogni ripetersi di fatti come questi narrati nell'articolo cazzeggiamo su "buttare via la chiave", "necessità di ribellarsi", "dove siamo finiti!", "domattina tanto saranno già liberi", "prima o poi la gente si farà giustizia da sola!", ma poi rivotiamo sempre i soliti attori comici che cantano sulle note di "integrazione", "tolleranza", "umanità", "riforme".
Lui ha "solo" concesso la sala, e per di più a una "rispettabile" signora recanatese; e mica, porello, potevamo pretendere che dovesse vedersi prima il film. E manco potevamo pretendere che, prima di firmare un atto con cui concede una sala del Comune per la proiezione si leggesse il titolo del film, "Israele. Il cancro". E che, si deve pretendere da un sindaco che abbia terminato le scuole elementari e che sappia leggere una frase di tre parole? E poi, dopo la parola "Israele" c'è anche il punto. E i segni di interpunzione cominciano a spiegarceli solo verso la terza elementare. Eh, suvvia!
Che gran double face, questo Fiordomo, vero avanzetto di parrocchia sociale. Chissà se, al dargli un'amichevole pacca sulle spalle, uno non s'accorga che c'ha anche un leggerissimo accenno di gobba, come Andreotti?
Adesso vado su io al comune di Recanati e presento una richiesta, firmata, non sia mai, da un cittadino recanatese, perché ci concedano di proiettare, che so, un filmetto dal titolo (tanto per non andare lontano da dove Fiordomo, dal bel faccione che richiama le nostre radici agricole, attacca il suo biroccio ...), "Renzi e il PD: la congrega di leccaculi della Merkel", e vediamo che accade. Tanto, lui, la censura preventiva non la esercita, no? E non gli chiediamo certo il suo "patrocinio". Magari mi danno anche la stessa sala dove hanno proiettato il film di questa Comizzoli.
Proviamo?
I partenopei ... impagabili e, nel caso specifico, pare, anche impaganti. Sarà perché, come spesso si legge nei social, appunto, partenopei (imperdibili i commenti dei fan Facebook del sindachiello, Giggino de Magistris), loro si considerano in credito nei confronti nostri, che li avremmo "impoveriti" e ridotti a lazzaroni con l'Unità d'Italia, prima della quale Napoli era qualcosa di più del Giardino dell'Eden. Ma, in effetti ... facciamoci un pensierino anche noi ... Senza l'Unità, noi avremmo ancora il Papa Re, la frontiera al Tronto e forse al parrucchiere i gendarmi papalini avrebbero rifiutato l'ingresso.
Un giochino delle parti fra il giornalista di "Cronache" che gli serve la domanda-assist: "E i suoi attriti con Brignano?", e il comico-diverso-che-lui-sì-fa-satira-mente-gli-altri-sono-solo-servi-del-potere che per il 50% residuo dell'intervista parla male di Brignano.
In effetti il "dissidio" con Brignano è uno dei motivi, pochi, della fama di uno che non dovrà insistere troppo per far sì che al suo spettacolo vi sia un "accesso limitato" e che i suoi spettatori siano "selezionati".
L'"Uomo del fare" Pettinari va a braccetto con "Nino Taranto" Martini, sindaco di San Severino: il secondo estorce i soldi agli automobilisti con l'Autovelox, che con la sicurezza c'entrano come c'entro io con le traduzioni dall'aramaico, e li mette a disposizione del primo, per i "miglioramenti" della rete stradale. Il Gatto e la Volpe; o più propriamente, nel loro caso, la zappa e la zolla.
La vera emergenza di questo paese sono i politici per mancanza di prove come Morgoni.
E ti pareva che l'illuminato non citava la dichiarazione di quell'altro simpatico, ma dannoso, fagiolone di Papa Francesco sul "respingimento come atto di guerra". Mah!
Da accogliere come un auspicio per il futuro politico di Morgoni la foto all'Hotel House, all'epoca del mitico raduno contro Salvini, con la ex sindachina di Porto Recanati: che Morgoni vada quanto prima incontro allo stesso destino della Montali, e cioè scardazzato dai corbelli loro e nostri dai suoi stessi compagni di schieramento.
In fin dei conti, la Giannini una certa esperienza nel far di conto la dimostrava contando i palloncini pubblicitari elettorali che lei e Silenzi facevano gonfiare a un mammozzo addetto alla bombola del gas, all'entrata del centro commerciale Valdichienti, negli ultimissimi giorni della campagna elettorale per quelle elezioni provinciali nelle quali il presidente uscente, Silenzi appunto, fu trombato da Capponi.
Forse Ceriscioli, immaginando un domani in cui anche lui potrebbe venire non rieletto ad alcuna carica, e quindi dovrebbe tornare a fare il professore di matematica in una qualche classe di somari delle superiori (mestiere che ha fatto per dieci anni, prima di decidere di sacrificarsi per noi e darsi alla politica), ha voluto lanciare un segnale a futura memoria: "Guardate: io ai politici trombati un boccone di pane o un incarico di sei mesi a 22.987 Euro lordi più 1.000 di rimborsi forfettari non l'ho fatto mai mancare; un domani ricordatevene, quando il trombato sarò io!"
Di fronte a episodi del genere torno sempre a stupirmi di come ci siamo avvitati su noi stessi, dall'epoca delle "grandi riforme" degli anni fra i Sessanta e i Settanta.
Così come la legge Basaglia disegnò una nuova figura di malato, quella del "matto capace di decidere da solo", con la conseguente farsa-tragedia dei malati psichiatrici che da allora furono mandati liberi per il mondo e scaricati sulle spalle delle famiglie, restando solo, per proteggere loro e chi stava loro accanto, la strada irta di difficoltà e di ridicole goffaggini burocratiche del TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), per il quale io ti ricovero e ti curo per la malattia mentale, ma dopo x giorni (mi pare 20), che tu sia "guarito" o meno, io ti debbo, per legge, riscaraventare nel mondo, così per i tossicodipendenti, come questo sciagurato Piersanti, le nostre norme prevedono che la cura della tossicodipendenza debba avvenire su loro stessa iniziativa: come pretendere che uno che sta affogando in mezzo all'oceano debba salvarsi da solo, magari facendo a nuoto quei trecento-quattrocento chilometri che lo separano dalla riva più vicina. E che scherziamo?! Guai a imbragarlo con una cima e issarlo a bordo di una barca, o, almeno, tirargli una ciambella salvagente: si lederebbero la sua dignità di persona e la sua autonomia.
A chiunque non sia uscito col cervello spappolato dalla vita nel delirio socio-progressistico dell'Italia degli ultimi quarant'anni è evidente che il caso di Piersanti e dei tantissimi come lui si risolve in un modo solo, e cioè impacchettandoli, volenti o nolenti (meglio se volenti, ma fa lo stesso se nolenti), e affidandoli a qualcuno come il mai abbastanza rimpianto e compianto Muccioli che, magari legandoli al letto e prendendoli a schiaffoni se sgarravano, li resettava come persone, sottoponendoli ad anni di cure a base di fatica manuale e di sacrificio.
Ma, ripeto, per dotarsi di un apparato di leggi che consenta di imporre questo, occorrerebbero una maggioranza di non cerebrospappolati che, temo, non ci sia più.
Ridicolo è solo che Rinaldelli Uncinetti, i "naturisti" denunciati a Porto Potenza, o chicchessia, pretendano di imporre l'esibizione delle loro grazie ai non praticanti lo stesso culto e ai non interessati alla visione di altri "naturistizzati". Prendano un'auto, comprino un biglietto del treno, salgano su una moto, facciano l'autostop o facciano come gli pare, e se ne vadano a officiare nei luoghi riservati ai credenti della religione naturista, che in giro non mancano.
L'"uomo del fare" in posa scultorea sull'armatura in ferro predisposta per la gettata. Che caduta del senso estetico! Altri per farsi ritrarre o erigere statue scelsero basamenti equestri, altri ancora un carro antico trainato da nobili destrieri, e lui, porello, solo una foto con la panzetta sbordolata sul ponte di Colbuccaro.
Si vede che gli stanno chiudendo l'ente e che l'hanno fatto restare con pochi Euri.
Certamente tutta la mia solidarietà a Talla Diop, che s'è imbattuto in un povero scemo che spero abbia dai Carabinieri, quando lo piglieranno, in restituzione dei pugni dati a Diop, qualche manganellata sulle rotule, di quelle che poi ti fidanzi con gli ortopedici per il resto della tua vita. Così, tanto perché magari avrà fatto "resistenza all'arresto" ... La vecchia, cara, mai abbastanza rimpianta, resistenza all'arresto.
Poi anche una riflessione sulla questione dei cosiddetti "buttafuori". Non frequento locali che abbiano necessità di assoldare i buttafuori, ma spesso leggo di fatti che hanno questi tizi come protagonisti negativi. Come fanno i titolari dei locali ad ammettere persone a svolgere servizi all'interno degli esercizi da loro condotti? Gli fanno qualche colloquio, cercano di capire che razza di individui abbiano davanti, chiedono per ciascuno di essi referenze circostanziate? O invece, magari, telefonano a un qualche "caporale" e gli dicono: "Stasera mandamene cinque o sei di quelli più grossi e fammi pagare meno di quanto ho pagato l'altra volta"? Perché magari Cronache non va dai titolari dello Shada e glielo chiede? Tanto per sapere.
Albanesi che fanno furti in casa? E come mai? Non s'era mai sentita questa. Di solito gli Albanesi, per passare il tempo, frequentano associazioni di volontariato o fanno parte dello staff degli organizzatori, cuochi o inservienti, delle saghe paesane.
Per Bommarito.
Condivido il suo interesse per il quesito che lei ha posto in merito al ricompattamento piddino su Pantanetti. Chissà. La notte ha portato ... presidente del consiglio e, magari, redistribuzione di posizioni, a compensazione e a tacitazione dei dissensi, all'interno del PD stesso. Erano certo sconsigliabili, per loro, altri inasprimenti contrappositori al loro interno, dopo il precedente delle primarie; e poi, un voto diviso proprio alla prima seduta del nuovo Consiglio, sarebbe stato proprio troppo.
Condivido anche la sua curiosità per il fatto che la Pantana non sia capogruppo della forza politica con cui si è presentata alle elezioni. La cosa in effetti mi ha meravigliato più che la ricomposizione del PD su Pantanetti. Suona quasi come una sconfessione dell'operato della Pantana stessa come candidata del centrodestra. Qui nel centrodestra (scrivo "qui" perché io sono un elettore del centrodestra), forse, più che notte portatrice di consigli, è stata notte di "lunghi coltelli".
Che l'articolista, al solito croatizzando nomi di città che hanno nomi propri e attuali in italiano, abbia scritto "Dubrovnik" invece di Ragusa, è quasi meglio che se avesse scritto, come tanti stolti, o ignoranti, fanno: "l'antica Ragusa". Ma comunque, scritto come sia scritto, è sempre una vera scemenza chiamare con i nomi croati le città che ora sono croate ma che, o sono state italiane, o hanno veri e, ripeto, attuali, nomi italiani.
Le argomentazioni di Bommarito sulle vicende di Pettinari sono certo giuste, ma gli chiedo: come può pensare che l"Uomo del fare" possa dimettersi così, su due piedi? Poi, cosa andrebbe a ... "fare"?
Ceriscioli è andato a Roma con tre o quattro lingue di ricambio. La sua dava per scontato di averla consumata dopo non più di 15-20 minuti dall'inizio dell'incontro con Renzi, dopo il terzo o quarto "appello al senso di responsabilità", o la quinta o sesta "occasione unica di fronte all'Europa che ci guarda". Che schifo, però, fossi Renzi ... Con le pacche umide per la bava di Ceriscioli rimastavi appiccicata ... Manco un porno-trash degli anni '80 ...
Ma d'altra parte, se viene votato, vuol dire che rappresenta degnamente la gente delle Marche, o, specularmente, che i Marchigiani meritano di essere rappresentati da lui.
Comunque, guardiamo il lato positivo. Ceriscioli ci informa che "occorrono criteri etici e di ragionevolezza" per l'accoglienza dei migranti, e che "i richidenti asilo si accolgono, e i migranti economici si rimpatriano". E in base a ciò, abbiamo (il soggetto verrebbe da essere "il Gus", ma il Gus agendo con soldi cacciati dalle saccocce nostre, eccoci tornare al "noi") "ragionevolmente" spostato all'Hotel Recina, a 4 stelle, a mangiare pasti "halal" di loro gradimento e serviti solo dopo il tramonto, perché siamo in Ramadan, 37 pattani afghano-pachistani, "richiedenti asilo cosiddetti Schengen", che volevano abiti più decenti delle tute di acrilico che erano state loro regalate (poco "etico" e "ragionevole", secondo l'applicazione del dettato Ceriscioli, lasciargli le tute), non andavano d'accordo con quelle altre belle anime degli Africani, che insieme a loro allietavano le giornate dell'alberghetto di Loro Piceno che indegnamente li ospitava (anche qui: poco etico lasciarli lì a soffrire e a papparsi gli Africani ...) e, infine, maxima iniuria, dovevano seguire le direttive delle operatrici (donne) del GUS, loro che le donne sono abituati a farle mangiare in locali separati, a occuparsi della manutenzione della casa e a farle uscire (poco: solo per andare a comprere la farina per fare le focacce) avvolte nel burka. Anche qui: per nulla etico costringerli ancora a pocciarsi le direttive femminili ... E qui, tutto sommato, la mia comprensione è più facile da ottenere ...
Ma d'altra parte, per tornare all'incipit, uno come Zaia per essere eletto deve trovare elettori che lo votino. Quindi, a chi Zaia e lo sfanculamento del governo? Ai Veneti. A chi Ceriscioli e le lingue appiccicate alle chiappe di Renzi? A noi!
A posto. Incassata la vittoria Carancini gli ha fatto: "Marameo!". Né, credo, altro trattamento avrebbe avuto da Mandrelli, se Mandrelli fosse stato il vincitore delle primarie. Meschini ha fatto peggio degli "indipendenti di sinistra", quegli specchietti per allodole, in genere noti nomi, che il Partito Comunista candidava per attrarre voti di quelli che, comunisti nell'animo, non avevano però nemmeno il coraggio di dirlo apertamente a se stessi, che erano comunisti, e preferivano arrivare a votare PCI tramite la scusa del voto a un "indipendente di Sinistra".
Però, almeno, gli Indipendenti di Sinistra, i vari tromboni come Anderlini, Ossicini, La Valle, Rodotà (allora ancora abbastanza giovane ma già trombone ancora più degli altri), quelli che quando li vedevi alle Tribune Politiche anni Settanta o Ottanta li scambiavi per mummie fuggite dal Museo Egizio di Torino, e delle mummie il vivace eloquio possedevano, quelli, almeno, una poltrona da Deputato o da Senatore su cui depositare le chiappe riuscivano a farsela garantire, dai vertici del PCI.
Meschini, lui pur così vistosamente dotato di un bel faccione terragno, ha dimenticato che i suoi interlocutori qui da noi, appunto terra di antica tradizione agricola, non erano Enrico Berlinguer o Gerardo Chiaromonte, ma persone con le quali, come da tradizione, va fatto valere il principio che "Carta canta e villan dorme". Due righette, quando è andato a parlare con Carancini e a portargli con le orecchie l'acqua del suo appoggio al ballottaggio, se le poteva pure far firmare, a garanzia dei posti e delle prebende o prebendine promesse.
Resta la curiosità se a Carancini sia bastato che Meschini gli portasse con le orecchie l'acqua liscia o se, magari, abbia addirittura preteso che il tapino, dentro, ci mettesse anche una scorzetta di limone.
Oh, che bello! Ne sono usciti contenti! Ero da ieri sulle corde per sapere se finalmente avrebbero trovato sistemazione più degna di loro, con qualcuno che gli cucinava halal agli orari da loro preferiti.
A Bernabucci, che così tanto si è speso per soddisfare le loro esigenze, un caro e commosso: "Grazie!"
Viene voglia che a un certo punto uno venga svegliato e possa accorgersi che quanto sta accadendo sia stato solo frutto di un brutto sogno. Un sogno sia l'arrivo di questi "rifugiati" belli floridi con smartphone, mazze da cricket e in tasca qualche euro di "argent de poche" che per finire nella loro, di "poche", è stato sfilato dalla mia con tasse esose, e di fantasiosi e ogni anno cangianti nomi. E un sogno anche i GUS, tutta la coreografia cantante della "solidarietà" professionalizzata che intorno a loro, e di loro, vive e infine, e più ancora, che sarebbe la vera soluzione del problema, un sogno anche tutti quelli che con facce cinobalanicamente beate guardano la cosa e gioiscono al pensiero che noi siamo un popolo così accogliente e, "che vuoi che sia, la nostra percentuale di x% di rifugiati, quando la Germania, la Svizzera, la Papuasia e la Stronzolandia invece ne hanno x*2%, o x*4%?" Fossero un sogno, evaporassero come per incanto anche questi ultimi, che poi vanno a votare e fanno la differenza, poi fra noi altri la faccenda si risolve facile, a battito di ciglia. Si sarebbe risolta fino dall'arrivo a Bari, nel 1991, del Vlora, il mercantile albanese con a bordo 20.000 altri "rifugiati", prozii spirituali di questi marciatori di oggi che si impossessarono per giorni e giorni dello stadio di Bari, trasformandolo in una riproduzione della zattera della "Medusa", dettando leggi e impartendo ordini con la Polizia di sotto a contemplarli col naso all'aria. Ciò che facemmo, e soprattutto, non facemmo, sempre grazie ai beati cinobalanici che imperversano, decise allora, e per il futuro, quello che sarebbe accaduto e che, appunto, continua ad accadere.
Una curiosità, che credo solo l'articolista può togliere. Perché nell'articolo, e nelle didascalia delle foto, ha scritto più volte che il raduno si è tenuto a "Zadar" e "Biograd na Moru", scrivendo solo fra parentesi che si tratta di Zara e di Zara Vecchia?
Sono città della Dalmazia, che hanno nomi italiani, e che, per quanto riguarda Zara, all'Italia sono anche appartenute. Vivono ancora persone che a Zara sono nate e hanno vissuto e lavorato, quando era un capoluogo di provincia italiano, e magari pure hanno guidato automobili con la sigla della sua provincia (ZA) nella sua targa.
Se l'articolista avesse scritto di un raduno di vespisti a Parigi avrebbe scritto, ad esempio "L'evento si è svolto a Paris (Parigi)"? O, si fosse svolto a Londra o a Stoccolma: "L'evento si è svolto a London (Londra), o a Stocholm (Stoccolma)? L'articolista ha scritto un articolo in italiano, e queste città che lui ha citato dei nomi italiani li hanno, e, fra l'altro, di quanta storia carichi ... E allora, perché, ripeto, se non gli sarebbe mai venuto nemmeno nell'anticamera del cervello di scrivere, scrivendo in italiano, di un "Evento svoltosi a London o a Una curiosità, che credo solo l'articolista può togliere. Perché nell'articolo, e nelle didascalia delle foto, ha scritto più volte che il raduno si è tenuto a "Zadar" e "Biograd na Moru", scrivendo solo fra parentesi che si tratta di Zara e di Zara Vecchia?
Sono città della Dalmazia, che hanno nomi italiani, e che, per quanto riguarda Zara, all'Italia sono anche appartenute. Vivono ancora persone che a Zara sono nate e hanno vissuto e lavorato, quando era un capoluogo di provincia italiano, e magari pure hanno guidato automobili con la sigla della sua provincia (ZA) nella sua targa.
Se l'articolista avesse scritto di un raduno di vespisti a Parigi avrebbe scritto, ad esempio "L'evento si è svolto a Paris (Parigi)"? O, si fosse svolto a Londra: "L'evento si è svolto a London (Londra)”? Ancora, fosse avvenuto a Il Cairo: “L’evento si è svolto ad al-Qāhira (Il Cairo)”? L'articolista ha scritto un articolo in italiano, e queste due città che lui ha citato dei nomi italiani li hanno, e, fra l'altro, di quanta storia carichi ... E allora, perché, ripeto, se non gli sarebbe venuto nemmeno nel'anticamera del cervello di scrivere, scrivendo in italiano, di un "Evento svoltosi a London, a Paris, ad al-Qāhira ", ma avrebbe scritto "Londra", “Parigi”, “Il Cairo” (eppure sono città che con l'Italia nazione moderna non hanno mai avuto nulla a che spartire se non turisti, rapporti diplomatici o dichiarazioni di guerra), gli è venuto invece naturale di scrivere che questo raduno si è svolto a "Zadar e Biograd na Moru"? I nomi italiani di queste due città non sono nomi di antiche città appartenute a civiltà del passato, delle quali ora restino solo pietre e criptoportici, con qualche cartellone riportante spiegazioni storiche per i visitatori. Non si tratta di Leptis Magna o dell'antica Cartagine. Zara non è "l'antica Zara". E' Zara, in italiano, se se ne parla in un testo scritto in italiano.
Così, sapete, solo per curiosità, per capire quali sono i meccanismi più o meno inconsci che, appunto, più o meno inconsciamente portano a certe decisioni o a certe rimozioni.
Io condivido il commento che ha fatto Bommarito. Aggiungerei, alle altre cose che hanno favorito la riconferma di Carancini (oltre alla sua reazione tignosa al tentativo che il suo stesso partito aveva fatto di liquidarlo e oltre alla commedia dell'arte che ha messo su con Meschini per evitare che Mandrelli portasse a casa l'investitura a candidato del centro-sinistra al primo turno delle primarie), anche qualche altro elemento.
1 - I candidati dell'area cosiddetta moderata (Mosca e Tardella) trombati al primo turno hanno evidentemente preferito non dare chiare indicazioni di voto ai loro elettori (scarsi, per vero ... ma in tempi di penuria e di astensionismo si fa il ragù anche con i sorci ...) di votare la Pantana al secondo turno un po', credo, perché l'autocandidatura della Pantana aveva lasciato tanti nel fronte moderato col naso arricciato, e questo vulnus di poco "garbo" politico non era facile rimarginarlo al secondo turno, e un poco tanto perché la gente le tabelline le ha imparate da piccola, ed era facile calcolare che, con la Pantana sindaco, i candidatini delle altre liste avrebbero avuto assai meno seggioline in consiglio comunale. Farei un discorso a parte per Anna Menghi, la cui dignità e coerenza ho sempre apprezzato, e verso la quale i caporioni del centrodestra locale, ricordando i fatti incredibili di quindici anni (l'inverecondo autodafé del centrodestra che, mandando a casa il proprio sindaco Anna Menghi, ha consegnato la città per venti anni al centrosinista ...) avrebbero dovuto avere cura di tenere ben altro e più collaborativo atteggiamento, scegliendo fin da subito, già dall'inizio della vicenda di queste elezioni, di coinvolgerla in un percorso politico comune. Ma tant'è ... Da quindici anni sbagliano e a sbagliare continueranno.
2 - In quanto a doroteismo Meschini (qui, nei sui commenti poco sopra, addirittura grandissimo, quando fa lo sdegnato perché Bommarito lo sputtana trattandolo da marionetta nelle mani del puparo Carancini ...) potrebbe fare il paio con la Messi, la pentastellata, la quale, per non dire ai suoi a chiare lettere di votare Carancini, aveva detto, dapprima, che scegliere la Pantana al posto di Carancini era come cadere dalla padella nella brace (ove Carancini sarebbe stato la calda e scomoda, ma nota, padella, e la Pantana, ovviamente, la temibile e rovente brace), https://www.cronachemaceratesi.it/2015/06/03/maurizio-mosca-incontra-deborah-pantana-messi-meglio-la-padella-della-brace/665073/ e poi aveva aggiunto che mai avrebbe dato indicazioni di non votare perché l'astensionismo (musica, maestro ...) è "il peggior male". https://www.cronachemaceratesi.it/2015/06/11/5-stelle-mai-accordi-sottobanco-i-cittadini-vadano-a-votare/668248/ Dal grillo-democristianese all'italiano volgare: andate a votare per Carancini, perché se vince la Pantana meno seggiole di consiglio da dividere fra i partitini.
Vorrei dire a Tamara Moroni che concordo con Bommarito anche sul giudizio che lui ha dato circa la faccenda degli elettori del centrodestra che andarono alle primarie del centrosinistra a votare per Carancini, ritenendo di "scegliersi" il pugile più "suonato" da strapazzare a proprio piacimento alle successive elezioni a sindaco. Mi permetto di dirle che il punto non è tanto se questo era, sia stato, poteva, magari avrebbe potuto essere e non lo è stato, ma infine dato che comunque ha vinto Carancini niente è cambiato e quindi, comunque, un calcolo giusto è stato ... La questione è che andare a fare una commedia del genere, facendo gli strateghi alla Totò e Peppino, e non fare invece seriamente politica, pensando al proprio campo, preparando una candidatura forte e condivisa con tutti gli altri avversari del centrosinistra, è stata, semplicemente, una cosa stupida.
# per Alberto Tombesi.
Caro Alberto, il tuo appello è il migliore manifesto elettorale per il centrodestra maceratese. Magari i vertici dei vari schieramenti che si sono presentati a queste elezioni comunali in alternativa a Carancini, avessero avuto un mezz'etto della chiarezza di idee e della sincerità d'intenti che traspare dal tuo intervento. Avremmo scelto insieme un candidato unitario condiviso dalle varie parti politiche che formano il nostro schieramento, il centro destra ("Le destre" ha sempre preferito intelligentemente dire Bertinotti ...) e avremmo quindi evitato questo spezzatino di liste che c'è stato e che ha sciolto il consenso in mille rivoli, fra richiami a identità politiche oramai poco trainanti e tentativi di appelli a costruendi carismi personali, e che è servito solo a confondere le idee ai tanti che, pur desiderosi di mandare il centrosinistra maceratese all'opposizione, non hanno trovato la voglia di andare a votare.
Spero, non solo sulla corta del tuo scritto, ma anche per condivisione del programma chiaro esposto dalla Pantana, la candidata che ha prevalso nel nostro schieramento (dall'abbattimento di IMU e TASI al taglio della foresta clientelare e dispendiosa cresciuta come una giungla sul business della cosiddetta "accoglienza" ai migranti), che la trovino domenica prossima per andare a votare al ballottaggio per la Pantana, come farò io, che al primo turno ho votato per Anna Menghi.
In un commento precedente, questa qui, che sembra una caricatura fuggita al controllo del disegnatore e uscita dalla pagina del fumetto in cui doveva restare confinata, è stata definita un "personaggio inquietante". Un personaggio inquietante? E chi potrebbe "inquietare"? Forse il mago Otelma, invidioso della capacità che la Pallotto ha di far ridere, lui che per ottenere lo stesso scopo deve fare almeno la fatica di travestirsi da pagliaccio ... Ma ce ne fossero di tipe così, che gli eventi della vita, politica e non, di risate ce ne consentono così pochi, di solito.
Breve ma intensa stagione quella della sindaca, ma che le è stata sufficiente per darci due dritte e farci capire il suo senso dell'ubi consistam al mondo.
Prima dritta: s'è buttata anima e corpo contro la ConeroBlu e la lottizzazione del Burchio, perché hai visto mai che due soldi i Russi e gli altri investitori li potevano anche far girare, a Porto Recanati, fra lavori per il resort e lavoro derivante dall'accoglienza ai turisti, e questo non si fa, è troppo poco socioprogressistico, e poi, andiamo, sempre e solo cemento ... viva l'ecologia, l'aria pura e il mondo incontaminato.
Seconda dritta: s'è fatta trovare in prima fila fra quelli che sono intervenuti alla gazzarra anti-Salvini dell'altra settimana, perché, invece, la fauna dell'Hotel House, quella sì che è un'umanità e un milieu che Porto Recanati deve tenersi bene a caro. E che scherziamo? Buttiamo via il degrado per prenderci qualche benestante russo (o anche non russo: benestante in genere)? Sarebbe stata una scelta becera ed egoistica. Viva la piaga a cielo aperto dell'hotel House, e viva il meraviglioso messaggio di accoglienza che essa lancia dall'alto dei suoi balconi costellati di parabole e dal basso delle volanti della Polizia che ogni due per tre corrono lì per fare una retata!
Più che un commento su come l'hanno cacciata, va fatta una riflessione su quale addensamento di cumulo-nembi s'era formato nella zucca di quelli che, un anno fa, misero una crocetta nella scheda per eleggerla ...
Questo bell'elemento di Martini, che pare il fratello mal riuscito di Nino Taranto, si vanta pure che i lavori sono stati finanziati con i soldi degli autovelox, uno dei più schifosi sistemi ideati dai tecnici dei ministeri competenti, e subito avallato dai politici che l'hanno votato, per sottrarre, con la patente della legalità, soldi dalle tasche della gente .
Apprezzo il commento dell'avvocato Marchiori, in cui corbella quell'associazione di spalatori d'aria e trituratori del nulla che è divenuta l'ANPI. Il suo presidente Marconi ci ha infatti offerto, con questa sua uscita all'insegna dell"Allerta compagni, i Fascisti son tornati!", un egregio esempio di come il "resistenzialismo", e cioè la predica a palla e a pappagallo del "Verbo della Resistenza su cui la Repubblica è fondata" sia servito, negli anni del dopoguerra, a fungere da nuova Congregazione per la Dottrina della Fede, i cui cardinali (e lui stesso, Marconi, fra pizzetto, barbetta e panzona, sembra sempre più un cardinalone del Cinquecento e Seicento, anche se si sforza di darsi l'allure di perenne reduce di quelle "Garibaldi" di cui ha solo sentito raccontare) producono scomuniche e bolle come e più di quelli della Congregazione "vera", quella vaticana.
E proprio come quella vaticana faceva ai bei tempi, questa nuova, l'ANPI, cura poco la ragione e il figlio prediletto di questa, il senso del ridicolo, altrimenti s'asterrebbe dall'indicare come pericoli per la democrazia, intolleranti e razzisti la Lega e Salvini, al quale una accozzaglia di facinorosi, perdigiorno, politici, sindacalisti e gaglioffi vari, ha impedito di esercitare i suoi diritti di cittadino e di politico, e cioè entrare nel c.d. Hotel House a incontrare quei residenti, italiani e stranieri, che lo avevano invitato lì per esporgli i loro problemi.
Visto che Sassoli ha citato la gazzarra contro Salvini, "lodando" la gentaglia d'ogni risma che s'è opposta all'ingresso di Salvini all'Hotel House, non sarebbe stato male che anche lui avesse trovato a Macerata la stessa accoglienza. Mica roba grossa, per carità ... solo uova, pomodori e qualche sana scorreggia, quelle che faceva venire ad emersione spontanea quando leggeva le notizie del TG.
Quanto a Sciapichetti, ogni volta che parla e ripete la solita solfa dell'antifascismo e del pericolo "Casa Pound", la mia simpatia per Casa Pound, che poco conosco, cresce. Così, solo a sentirlo e guardarlo in faccia.
Cero che è roba da chiodi. Tribunali e funzionari dello stato impegnati per sei anni a valutare se il fatto che un maresciallo dei Carabinieri avesse appoggiato oggetti propri in una stanza attigua agli alloggi personali, e avesse acceso la luce quando andava a metterli o a portarli via, avesse potuto costituire un peculato.
E immagino cosa per lui e la sua famiglia questi sei anni possano aver significato, con la prospettiva della perdita del lavoro. Si parla al vento, continuando a parlare del problema della magistratura, perché tanto, con le zucche che girano fra onestismi e grillismi e cretinismi vari, sta ahimé sulla luna l'unico rimedio possibile, e cioè la chiara collocazione dell'ordine giudiziario in una posizione di referenza e disciplinare e di carriera rispetto agli altri poteri dello Stato, e cioè l'esecutivo e il legislativo, quelli espressione diretta della sovranità popolare.
Ma sì, tanto questa accozzaglia di sigle in piazza già ci sta in servizio permanente effettivo, come l'altro giorno quando ci fu il banchetto di Forza Nuova. Tempo ne hanno. Pochi di loro credo gestiscano attività che, come il leone nella vasta Africa, o esci la mattina a ammazzare la gazzella, o non mangi. Fioccheranno i soliti "vincitori di concorso" (immortale la battuta del mai abbastanza rimpianto Cossiga, riferita da luio ai magistrati ...) impiegati statali, pensionati anziani transitati da lavoro statale a servizio permanente effettivo di piazzaiolismo cigiello-anpino, e studenti. La coreografia è nota.
Certo l'incendio doloso è fatto esecrabile, ancorché magari generato, prima ancora, o oltre che, da intolleranza xenofoba, anche da volontà ritorsiva contro il disturbo che i frequentatori del negozio multietnico possano aver dato a chi vive o passa nella via, con le risse che si sono verificate in passato. Pare che i condomini dello stabile si siano già lamentati per questi problemi, e che, come al solito, la cosa sia passata in cavalleria e non abbia sortito alcun effetto.
Ma i cittadini di Villa Potenza, e i cittadini tutti di Macerata, apprezzeranno il fatto che, a poche ore dal raid di furti, che ha coinvolto a decine le loro proprietà, l'accozzaglia vada in piazza per convincerci a "mobilitarci" non contro i ladri che li hanno colpiti (che siano stati "nuovi italiani", come possibile, o italiani doc, non importa) ma contro il "pericoloso segnale" dell'incendio doloso ai danni di un negozio gestito da nigeriani.
E spero che, oltre che apprezzarla, la manifestazione dell'arcobaleno di sigle, i maceratesi la valuteranno bene in vista delle imminenti elezioni comunali di fine maggio.
Pantos, quando Castellani interpretava l'onorevole Trombetta che faceva l'irritato di fronte a Totò, era un attore pagato per far ridere. Tu lo stai facendo gratis, e questo, essendone inconsapevoli, per me non sarebbe buona cosa. Soprattutto quando uno va garrulo per minacce di querele, i commenti dovrebbe leggerseli. Quando voglio dire a qualcuno, come scrivevo, che latra come una povera bestiola lesa da esperimenti di laboratorio, o voglio dire, come dico a un altro anonimo, "Furio Bastard", che è un imbecille, li cito direttamente, ovviamente per l'unico dato che qui, appunto e purtroppo, conosciamo, cioè lo pseudonimo.
Perché tu ti sei sentito coinvolto dall'accostamento fra i cagnolini che gemono nei laboratori di ricerca, lesi nell'encefalo, e un altro degli anonimi come te, che nel commento citavo direttamente? Perché t'è partita la digitata prima di finire a leggere tutti i dialoghi, o perché hai la coda di paglia di tuo? In quest'ultimo caso, però, riapproderemmo per altra strada alle similutudini canine.
Il motivo, comunque, affari tuoi, ma l'interesse a sapere il nome di chi dialoga con te, appunto proprio in questo sta: metterci la faccia prima di impegnarsi in scambi di battute o digitare abbai verso altri interlocutori, senza nascondersi dietro paraventi ridicoli e un poco, o un poco tanto, vigliacchi, tipo che le generalità dell'anonimo possono essere richieste al giornale che ospita il forum.
Perilli ha definito quelli emessi dagli anonimi come "ultimi vagiti", ma più che altro, come dicevo, paiono abbai, come quelli scomposti e cacofonici che emettono le bestiole sottoposte a esperimenti all'encefalo nei laboratori di ricerca. Ciro Esposito e altri ne stanno emettendo di dolorosi, in questi ultimi giorni di anonimato.
Poi, in ogni modo, fine della fiera: o si faranno riconoscere o verranno soppressi, proprio come le bestiole dei laboratori. Chissà. In genere i cagnetti più dispettosi e abbaianti, sono proprio quelli che appena ti avvicini e accenni a un calcio sui denti fuggono guaendo. Vedremo chi si presenterà fra loro, con nome e cognome, alla ribalta delle "nuove" Cronache, depurate dalle scorie delle gazzarre stile "Uomini e Donne".
Intanto va detto che questo forum sulla fine dell'anonimato è come uno zoo: ci offre la possibilità di osservare un campionario d'umanità interessantissimo, che propina meraviglie. E poi i Romani dicono che Macerata è una noiosa città di provincia. Fra le ultime: il "pubblico ufficiale" che ha subito "minacce alla famiglia" e, di conseguenza, viene su Cronache Maceratesi a scrivere da anonimo ... per tutelarsi; o l'altro che ci saluta convinto di averci fatto divertire tantissimo, con tanto di inchino a chi ha messo il pollicino verde sui suoi post, o ancora quello che "Nome e cognome? No, grazie, le multinazionali coi loro uffici legali sono troppo potenti, per un poveraccio come me".
Chissà se Cronache non potesse prorogare ancora per un paio di giorni po' la licenza di commento anonimo; così, tanto perché finito il telegiornale con sciagure e interviste a Bersani, uno viene qui e si rimette al mondo.
Quante argomentazioni ridicole e quante grattate agli specchi, tipo "commentando col mio nome posso subire rappresaglie", o "gli amici mi potrebbero togliere il saluto", o "le querele" (potevano mancare? ...), o "ne verrà fuori qualcosa come una rivista 'platinata' ( ? ... forse stava per 'patinata' ?) e sterile". Sicuramente in arrivo altri commenti, tipo "Mi potrebbero mettere una nota sul registro", "La professoressa di italiano mi rimanderebbe a settembre", "Potrei essere portato davanti al Sant'Uffizio", "Il mio capo mi potrebbe mobbizzare", "Al mio cane leggendo il mio nome potrebbe venire la diarrea", "Una banda di teppisti potrebbe aggredirmi di notte mentre sto rientrando a casa"... Così, senza un particolare ordine di "gravità" di motivazione.
Meraviglioso il commento di Voltolini, con la proposta dell'"anonimato certificato". Manco a Napoli l'avrebbero inventata così bella ...
Se tutto questo subbuglio intestinale, questa preoccupazione per la propria sicurezza, questa ridicola ma anche stucchevole geremiade, vengono smossi negli e dagli anonimi dal fatto che Cronache (ripeto, meglio tardi che mai, anche se troppo tardi ...) si è decisa a chiedere che la gente firmasse i commenti col proprio nome dopo avere dato generalità complete, con documento di riconoscimento, invece che usando l'ombra del soprannome per ripararsi, cosa gli accadrebbe se gli arrivasse veramente addosso un problema, o un guaio, veri? Comunque, la gente, o la gentaglia, è quella che è.
Ma proprio perché la gente è quella che è, bene che Cronache Maceratesi, che è un giornale interessante per la nostra realtà, abbia deciso che il proprio forum dovesse essere qualcosa di diverso dalla canea di latrati delle platee di "Uomini e Donne" o del "Grande Fratello". Discussione civile fra persone responsabili, e cani fuori dalla porta.
P.S. A Cronache chiederei, approfittando dello spazio, la ragione per la quale, dopo qualche ora che è stato tenuto "in moderazione", è stato infine non pubblicato un mio commento che avevo postato stamane, in risposta al solito anonimo "Ciro Esposito". Cronache è padrona del proprio forum, e certamente libera di pubblicare o non pubblicare i commenti degli utenti: ci mancherebbe altro; già altre volte miei commenti non sono stati pubblicati, e tant'è. Ma per curiosità, e per capire il criterio utilizzato dal moderatore: se si decide di pubblicare commenti cretini e scomposti, perché poi non si accetta di pubblicare repliche impostate su registri consimili?
Ricordo giorni fa quando Filippo Davoli fece osservare a un altro degli anonimi, "Orfeo Negro", come fosse opportuno che lui e altri la smettessero di nascondersi dietro ridicoli pseudonimi (come il bambino scemo, dico io, che dopo aver tirato il sasso corre dietro la gonna della mamma), e l'anonimo gli rispose che aveva sperimentato in passato come aver espresso palesemente opinioni politiche o, addirittura, se ben ricordo, preferenze calcistiche, gli avesse causato la rottura di amicizie.
Ecco, per avere la possibilità di vedere chi mette la firma sotto commenti tanto insipidi come questo citato, o imbecilli come quello a questo articolo di un altro della schiera, Ciro Esposito, benvenuto alla opportuna decisione di Cronache. Con un solo, ovvio appunto: che è stata troppo a lungo ritardata.
E' opportuno, per capire la genesi di queste vicende, e anche inquadrare correttamente la faccenda da un punto di vista politico, riandare a 18 anni fa, quando l'amministrazione di Anna Menghi fu rovesciata dalle dimissioni di massa dei consiglieri comunali, compresi quelli della maggioranza di centrodestra che aveva sostenuto la sua candidatura a sindaco. Fu una ... simpaticissima alleanza trasversale, con cui le varie "anime" della politica maceratese si liberarono di Anna Menghi e del suo assessore Munafò, che nei non lunghi mesi della loro amministrazione avevano permesso a tutti di capire bene che non ci sarebbe stata trippa per gatti per operazioni come quella di cui a questo articolo, e mille altre che ci hanno allietato, realizzate nel corso degli ultimi 20 anni in questo modo alla "tienimi che io ti tengo", nel silenzio compiaciuto o indiffferente o complice di tutti i principali protagonisti politici, e massimamente assordante la pressochè totale, salvo flebili latrati, acquiescenza di chi, e cioè il centrodestra, stando all'opposizione, avrebbe avuto anche buon tornaconto elettorale a denunciare tali sviluppi.
Sarà per questo "arretrato", di chiarezza mai fatta, sulle vicende di allora, fra Anna Menghi e la sua tragicomica ex maggioranza di centrodestra, che negli ultimi più di quindici anni il centrodestra stesso si è presentato frammentato alle elezioni, regalando la città a chi invece, senza dividersi più di tanto, ha dato sotto con tutte queste operazioni, e regalando anche a Macerata incompiute e altre amenità?
Che meravigliosa epoca era, quando negli anni '60 e '70 l'idea di andare, che dico a Roma, anche solo a Perugia, significava programmare un viaggio lungo e disagevole, di ore, fra tornanti, code, camion e incidenti, provocati da chi non ce la faceva più a stare dietro un camion puzzolente di gas di scarico per chilometri e chilometri, e alla fine, esasperato, provava un sorpasso sui tornanti fra Belforte e la Sfercia o fra Muccia e Serravalle, o fra i mille altri ancora.
Certamente meravigliosa come, per esempio, l'epoca quando, mancando la Carretera Panamericana che collega in un unico nastro di asfalto tutto il continente americano da Nord a Sud, e che fu percorsa in moto persino da quel delinquentone di Che Guevara da giovane, le persone laggiù dovevano spostarsi in viaggi di settimane in carrozza o, meglio ancora, prendendo più ecologiche navi a vapore. E via così per tutto ciò che nel mondo è stato realizzato per permettere più comodi e veloci spostamenti fra un posto e l'altro.
Ma per me ancor più bella epoca è questa attuale, quando l'idea che ebbe il governo Berlusconi di avviare o far ripartire le c.d. "grandi opere" trovò realizzazione, qui da noi, con l'idea della Quadrilatero, dapprima avversata dai politici centrosinistrici locali perché proveniente appunto dal governo Berlusconi, e poi usata per passerelle elettorali dagli stessi politici quando, dopo più di dieci anni, arriva a realizzazione l'idea e tutti giù a correre a tagliare nastri.
E che vieppiù meravigliosa cosa essere in disaccordo con Cicarè, autore dell'articolo e nostalgico del pre-superstrada e propugnatore del solito derby asfalto-rotaia, percorrendo la galleria di Bavareto facendo pernacchioni a chi avrebbe voluto che, invece che lì, uno fosse stato ancora a ciucciarsi un'ecologica coda di 25 automezzi dietro un TIR, sui tornanti fra Serravalle e la Fonte delle Mattinate.
In effetti l'unica meraviglia sarebbe che qualcuno si meravigliasse del fatto che il "nuovo italiano" Rambo Qafa stava qui a Macerata, "appoggiato" presso locali suoi cari. Magari curava quella che, stando a quanto riferiscono le accuse, era la sua "attività imprenditoriale", stando seduto in uno dei punti di ritrovo della comunità grande albanese locale (nel senso della c.d. "Grande Albania", che ricomprende, oltre che l'Albania in senso stretto, anche il Kosovo e la parte della Macedonia di lingua albanese), e quindi uno dei bar della zona fra Piazza Mazzini, l'ex Distretto Militare (ora sede degli uffici del Comune) e Corso Cairoli, dove stazionano con le sedie accrocchiate a cerchio dalle 17 alle 18 ore al giorno, festivi compresi, perché guai a mancare, gli altri del crocchio potrebbero preoccuparsi.
E dalle zone suddette s'allargano a macchia d'olio verso altre ancora: Piazza Garibaldi, Borgo San Giuliano, Santa Croce, e vai col tango. Non so nelle frazioni, dove transito solo di passaggio, ma non mi meraviglierei che anche lì l'andazzo fosse lo stesso. E sicuramente gli accrocchiati lì in circolo per 16 ore al giorno, sono tutti possidenti che vivono di redditi fondiari; tutti come un tempo il conte Conti o il marchese Costa.
Qualcuno in divisa che vada lì un giorno sì e l'altro pure, chiedendo l'esibizione di documenti e permessi di soggiorno, titoli di occupazione di immobili, richieste ai proprietari che glieli abbiano affittati o ceduti di esibire le denunce di cessione degli stessi immobili alla Questura (obbligo soppresso anni fa per affitti a Italiani, ma non per affitti a stranieri ...), indagini serrate su quali fonti di reddito tali soggetti abbiano, per mantenere un tale andazzo del vivere; tutto questo no?
Macerata si accorge che Rambo (tanto nomine ...) soggiornava qui solo se arriva una richiesta di misura di custodia cautelare dalla Procura di Pavia?
Lo sciopero dei giudici .... di pace o non di pace che essi siano. Servirebbe scrivere dell'opportunità dell'introduzione di norme di rango costituzionale che impediscano l'esercizio del diritto di sciopero a questi componenti dell'ultracasta (che siano, ripeto, giudici di ruolo o onorari o di pace, poco cambia)? Servirebbe a poco, perché per introdurle, queste leggi, occorrerebbero un'altra Italia, con altri Italiani. Oggi all'ordine del giorno ci sono più importanti e fondamentali leggi da approvare, come la legge Scalfarotto sulle c.d. discriminazioni di genere. Poi tu uno come Scalfarotto lo guardi, e capisci che l'Italia sua e quella mia non sono le stesse ...
Quando si dice la superiorità della sinistra. L'ha confermata il PD maceratese, che con questa kermesse delle primarie ha fatto una cosa straordinaria: ha eletto il proprio candidato sindaco, e ha fatto la migliore, più economica e più efficace campagna elettorale a favore del centro-destra e di Debora Pantana.
Non dubito che molti maceratesi continueranno votare per il centro-sinistra. La sfilata ai seggi delle primarie di pensionati, professionisti con professioni dipendenti dalla politica, politici di professione e personaggi organici e collaterali ai tradizionali centri di organizzazione e raccolta del consenso centrosinistrico, fanno capire che il famoso zoccolo duro è, appunto, duro da rosicare, consistendo esso zoccolo di soldi e denaro raccolti fra i contribuenti e distribuiti a tutti i sunnominati centri di organizzazione del consenso sociopolitico, nelle più varie forme della spesa sociale e clientelare e improduttiva.
Ma potrebbesi comunque confidare che lo show che il PD questo mese ha offerto alla cittadinanza, di due certamente degne persone che, loro in prima persona e con la coreografia dei lori supporters e collaterali a vario titolo, in politica da decenni e dagli stessi decenni militanti in un partito che ha deciso tutto quello che c'era da decidere a Macerata in ogni ambito, dalla famosa edilizia ai problemi del centro storico, a quelli della cosiddetta spesa sociale (metà del bilancio del Comune in sostanziali regalie costruttrici di consenso elettorale), di due persone quindi che si sono sfidate ciascuna affermando di se e del proprio schieramento di essere i "nuovi" e i "rinnovatori (la solita retorica italiana del "nuovo", che fa sempre presa, come l'"amore" a Sanremo ...) e attribuendo all'altro le nequizie della militanza con la "vecchia politica" e della collateralità con i mai mancanti "poteri forti", e tutto originatosi dalla volontà che ha avuto il PD di "imporre" le primarie a Carancini, per poter trovare un simpatico, presentabile e democratico modo di togliersi da torno il sindaco percepito dall'apparato del suo stesso partito come un fastidio (le dichiarazioni del loro segretario Micozzi sono state straordinarie, in questo senso); beh .... potrebbesi confidare, alla luce degli atti della commedia appena chiusasi e sopra appena accennati, che alcuni maceratesi realizzino che forse è venuto il momento di togliere il PD stesso da questi impicci e da queste batracomiomachie, e mandarli tutti, i due sfidanti e i loro cari, mica per cattiveria, a riposare all'opposizione per i prossimi cinque anni.
Condivido l'analisi del professor Ercoli sulla distorsione della politica, creata dal meccanismo delle primarie così concepite, senza obbligare i votanti a sottoscrivere per condivisione, prima del voto, un "programma" di intenti della coalizione, o del partito, che organizza le primarie stesse. E, naturalmente, andrebbe normata anche la questione, da Ercoli pure giustamente richiamata, delle liste, o registri che si voglia chiamarli, di elettori. Il meccanismo delle elezioni primarie è per me uno dei pilastri fondamentali della democrazia maggioritaria, nella quale credo. Ma esse vanno normate, e seriamente, come normate sono in tutti i paesi che le adottano e le hanno adottate prima di noi. Sono d'accordo con Ercoli anche quando opina che andare a votare alle primarie di uno schieramento che non è il proprio, solo per "scegliersi" e far prevalere l'avversario ritenuto più loffio, è proprio un atteggiamento di scipita piccineria. Qui da noi in città l'avrebbero praticato elettori del centro-destra per far prevalere Carancini, a quanto dicono molti. Mancherà la possibilità di provare ciò che sto per scrivere perché il mio schieramento, il centro-destra, si è ben guardato dal fare la cosa seria di organizzare anch'esso le primarie, preferendo lanciare la candidatura della Pantana, senza prima provare a tessere la tela di un programma condiviso con altri possibili alleati, come per esempio Anna Menghi, ma comunque penso che se primarie del centro-destra si fossero tenute, elettori del centro-sinistra vi sarebbero ugualmente accorsi per fare la stessa cosa che stavolta avrebbero fatto gli "inquinatori" pro-Carancini del centro-destra.
Queste rivelazioni, oltre a far rivivere la tristezza infinita del ricordo del povero Sarchiè, ammazzato per una stupida e quasi preistorica avidità, provocano anche la rabbia che mi dà la consapevolezza che, fra una decina o (ad andar bene) una quindicina di anni, leggeremo un articolino che ci racconterà di come questo figuro, e il suo accolito (se verrà riscontrato che in effetti questo complice esisteva e, se sì, se verrà anch'egli condannato) saranno stati rimessi in libertà, saranno cioè stati "Gozzinati" anch'essi. Avranno cioè approfittato dei benefici della stupidissima, incredibile, legge Gozzini.
Per arrestare due commercianti di pesce che da quest'estate erano tornati a casa loro, in Sicilia, che tutti sapevano dove stavano, perché certamente i Carabinieri della territoriale di Catania non li avranno mai persi di vista, essendo noto e ampiamente comunicato dagli uffici giudiziari di Macerata che i soggetti erano inquisiti per omicidio e che quindi era necessaria nei loro confronti un'attenzione speciale, due soggetti che comunque da quest'estate in poi, da quando erano iniziate le indagini nei loro confronti, si erano sempre assoggettati, assisti dal loro avvocato, a tutti gli atti d'indagine e le procedure giudiziarie di cui erano stati fatti oggetto, che quindi mai avevano dato adito a timori circa possibilità che potessero darsi alla macchia, per arrestare costoro i Carabinieri del RONI (?) di Macerata sono dovuti andare a Catania due giorni prima, "studiare" i loro movimenti, i loro orari e i luoghi da loro frequentati, e infine, organizzare un "blitz"?
Da non esperto della materia mi chiedo se questa coreografia (reale e anche descrittiva, perché forse la volontà di infiocchettare la descrizione dei fatti da parte del giornalista ha giocato la sua parte ...) fosse stata veramente necessaria. Inviare a Catania le richieste d'arresto per fax, e farle eseguire dai Carabinieri della Territoriale del posto, sarebbe stato troppo semplice?
Comunque, spero (non per voler attribuire patenti preventive di colpevolezza a persone che finora sono solo indagati, ma per i parenti del povero Sarchiè, che hanno il diritto a vedere appagata l'aspettativa di veder identificati gli assassini del loro caro congiunto) che questa rutilante scenografia, dispiegata al momento degli arresti, sia la cornice di un quadro probatorio ricco di elementi e già chiaro.
Raccontare di "blitz" e di "studi" accurati, condotti per arrestare persone che anche io, probabilmente, andando a Catania, avrei potuto incontrare al mercato del pesce e poi, magari, anche nell'ipotesi che fossero alla fine condannati, dover fra una decina d'anni leggere un altro articolo che ci raccontasse come, fruendo dei benefici della c.d. "legge Gozzini", i condannati siano usciti dalla galera o siano stati ammessi alla semilibertà, ecco, suonerebbe, come tante volte accaduto, un presa per il cxxo.
Meno scenografie prima, e più galera senza sconti dopo. Ma occorrerebbero un'altra Italia e altri Italiani.
Il divorzio in un mese a 16 Euro, l'aborto in due tre secondi con una pillola, e magari, che so, l'adozione di un bambino o (in futuro, perché no, meravigliose e progressive sorti certamente consentiranno anche questo) di un animaletto cui accordare diritti e status di "figlio", se ciò piacerà, con comunicazione via mail all'Ufficio Anagrafe. Nemmeno Giulio Verne avrebbe mai potuto immaginare tanto meraviglioso Eden.
Per Tamara Moroni.
Sono in effetti d'accordo con lei, sia nel ritenere che i rimborsi ai consiglieri dovrebbero essere dati per spese non illogiche (è giusto l'esempio che lei fa distinguendo fra un pasto normale e un pasto di lusso), sia nella notazione che lei fa che non spetta ai magistrati rifare le liste elettorali, vuoi delle Regioni, come nel caso di questa inchiesta, vuoi del legislativo nazionale. Altro che "azione moralizzatrice". E, per restare ai pasti, per esempio, sarebbe interessante capire in cosa sono esattamente consistiti i circa 6.000 Euro di conti di ristorante contestati a Capponi, e se vero, come questi dice, che li ha spesi il gruppo consiliare di Forza Italia, circa otto componenti con i loro circa venti collaboratori, nell'arco di un anno.
Mi piace infine anche il riferimento che lei fa in chiusura ai tristi casi di quel pupazzetto di Ingroia. Che dire? Speriamo, ma ne sono pressoché certo non foss'altro perché l'esempio di Ingroia è stata ottima scuola di ridicolo, che nessuno dei suoi ex colleghi locali, animatori di questa inchiesta sulle "spese pazze" della Regione Marche, stia preparando per sé una carriera politica che ricalchi le sue ormette.
Per Pacini e Orfeo Negro (?).
Il giudizio politico non andrebbe proprio dato, basandosi su dati come quelli letti nell'articolo, che elencano spese, a mio giudizio, non assolutamente illogiche né per genere né, forse soprattutto, per quantità, altrimenti più che giudizi sarebbero aria che fischia in teste, dove trova molto spazio vuoto per girare. Gli omaggi natalizi ai collaboratori del gruppo sono una cosa che qualcuno potrà giudicare stravagante, ma certo non inusuale, né qui né altrove, sia in altre regioni sia in altri ambiti pubblici. Qui occorrerrebbe un disciplinare specifico, su cosa si può fare e cosa no. Per altro esempio, i 45 Euro donati da Marinelli alla PARS e all'Associazione del Midollo Osseo sono, io credo, una cosa che, non so se sia definibile propria o impropria, ma certamente tanto insignificante da essere stravagante come base per imbastirci sopra un'inchiesta. E, anche qui, la faccenda richiederebbe che ci si potesse rifare a un regolamento un disciplinare specifico.
Per Giuseppe Bommarito.
Condivido quello che lei ha scritto nel suo post delle 9,18 di ieri, 14 febbraio. Già in un mio commento al precedente articolo di Cronache, avevo scritto che questa iniziativa fa pensare che la Procura locale abbia voluto giocare alla "caccia al consigliere regionale", dopo che era stata suonata la trombetta della partenza del gioco, con lo scandalo di pochi anni fa dei rimborsi ai consiglieri del Lazio (la faccenda di "Er Batman" e degli altri). Come i bambini che vogliono fare a tutti i costi il giretto sulla giostra, dopo che hanno visto i loro amichetti salirci sopra.
Lei, in un post successivo, ha scritto che anche i "peccati veniali" sono comunque dei peccati.
Io non credo che queste cosiddette "spese pazze" siano censurabili da un punto di vista legale. La legge regionale 10 agosto 1988, n. 34 "Finanziamento dell'attività dei gruppi consiliari" era diversa da quella del 2012, vigente attualmente, e condivido quanto ha detto Tamara Moroni sull'opportunità che qualcuno, qualificato a farlo, puntualizzi bene le differenze fra i due testi.
E, legge a parte, dal punto di vista sostanziale ritiene che l'acquisto di pasti nei ristoranti, o la concessione di un contributo per la pubblicazione di un libro, siano utilizzi del denaro pubblico non pertinenti con lo svolgimento di un'attività politica? Io non lo ritengo affatto.
Per Ciro Esposito (un bellissimo vero nome, certamente non un soprannome da forum),
in effetti nel commento che lei fa più che sensi vedo luoghi comuni, del tipo che i "giudici dichiarano" o del tipo "classifiche della corruzione". Mah. Onestismo tipo "questione morale" o grillismo che sia, sempre fuffa rimane.
Nello specifico nostro, le spese cosiddette "pazze" tali potrebbero proprio non essere, e gli avvisi di chiusura indagini spediti a pioggia, come i calendari di Frate Indovino, e indirizzati a chi spesso non è neanche stato chiamato, durante le indagini, per spiegare perché e per come ha voluto effettuarle quelle spese, per me significano solo che i magistrati locali sono voluti salire sul cavalluccio della giostra, per invidia verso i loro colleghi romani o milanesi o quant'altri, che al gioco della caccia alle "spese pazze" dei consiglieri regionali avevano iniziato a giocarci prima di loro.
Caro Orfeo Negro,
Non accoglierò il consiglio (anche esso proprio sciocco, come il tenore dei commenti che lei ha postato in risposta ai miei), sul trovarmi un soprannome. Preferisco che le persone su cui faccio commenti, e quelle che i miei commenti leggono, possano avere chiara l'identità di chi li fa. Questo concetto è così piano e semplice che penso che, scava scava sotto la cotenna, alla fine penetri anche fino a lei, nel quale evidentemente ho trovato quell'analista di cui scriveva, perché vedo che legge volentieri i miei commenti e ad essi risponde, per vero più con argomentazioni sconclusionate o poco congruenti, che con altre serie.
Conta quello che ciascuno di noi, commentatori qui su questo forum, fa nella vita? Per me poco. Comunque, dato che compaio, ripeto, per nome e cognome, e non per soprannome come lei, non è difficile arrivare a sapere chi sono e cosa faccio. Faccia domande, si informi, si impegni, magari più seriamente di quanto ha fatto scrivendo i commenti che ha scritto qui, e vedrà che alla fine lo scoprirà. Credo che io sia il solo con questo nome e cognome, non solo qui in zona, ma, a quanto m'è dato sapere, nel mondo, e, quindi, il cimento della ricerca sarà senz'altro leggero, alla portata di qualunque alfabetizzato.
La casa, a meno che le sia costata assai poco acquisirla, non se la giochi per così poco, come una scommessa su quello che faccio. Io, per esempio, non farei altrettanto, né con lei né con alcun altro. E, poi, nel caso specifico, l'avrebbe anche persa.
Caro Roberto Valentini,
su Paola Giorgi le parole che lei "non ha sprecato" forse saranno le stesse che, ore fa, non avevo sprecato nemmeno io, per il fatto che l'articolo di Cronache (mi ripeto) non ci fa sapere quali specifici addebiti la Procura ha mosso alla stessa, a differenza di quanto invece ci ha fatto sapere per i casi di altri consiglieri.
Se capisco bene dal tono del suo commento indignato, lei accomuna la Giorgi alla "condanna", di tono moral-socio-invettivistico, che emette nei confronti di tutti i consiglieri coinvolti. Lei fa così perché lei ha avuto modo di sapere, a differenza di me e degli altri lettori di questo articolo, quali specifici addebiti alla Giorgi sono stati rivolti, o perché ce l'ha di suo con la stessa, o perché, non sia mai, ha fatto solo la fatica di leggere il titolo dell'articolo e di scorrere le foto dei consiglieri?
Chissà.
Caro Orfeo Negro, che devo continuare a chiamare come un personaggio e non come una persona,
temo che la questione sia che la grande quantità di righe che ho scritto l'abbia scoraggiata dal leggere il mio commento iniziale, nel quale opinavo che i fatti contestati dalla Procura, come ce li ha descritti Cronache, poco possano configurare usi impropri dei denari dei rimborsi, né tantomeno veri e propri reati.
Dall'articolo de quo arrivare a tirare fuori considerazioni come quella che lei, e altri, avete fatto, ultima quella sul fatto che se ne evincerebbe che i politici si "fregano pure le caramelle", vuol dire che uno preferisce qualche raglio genericamente antipolitico o qualche latrato lamentoso a valutazioni più argomentate. C'è libertà, anche nell'imitazione degli animali.
Più interessante, ripeto, sarebbe capire, al di là della fuffa magistratistica, come si esce fuori dalla situazione equivoca e paradossale dei costi della politica. Situazione che porta dei magistrati a considerare non lecite spese come quelle, citate ma che devo ripetere, relative a finanziamenti di pubblicazioni, pagamenti di conti dei ristoranti, acquisti di pasti nei ristoranti, persino acquisti di regali per Natale per i collaboratori. Tutte spese che sono normali e di prassi in qualsiasi corpo legislativo, o branca esecutiva, in qualsiasi paese e a qualsiasi livello dell'articolazione dei poteri, statale o locale.
Nessuno si meraviglia che ai visitatori del Palazzo di Vetro dell'ONU, a New York, vengano regalati dei piccoli gadget, come furono regalati a me una trentacinquina di anni fa quando lo visitai, o che politici facciano regali nella circostanza del Natale ai propri collaboratori, usando somme a ciò destinate con specifiche poste di bilancio. La questione in genere si risolve, all'atto pratico, dettando dei "disciplinari" specifici, in cui vengono stabiliti limiti di spesa per queste cose. O, magari e perché no, se il legislatore ritiene, addirittura vietando queste usanze.
E, anche, qui poco c'entra la considerazione, essa sì ahimé naif e patetica, di Gianni Marini, secondo cui se uno prende 10.000 Euro al mese i regali li potrebbe fare di tasca sua. E' un'argomentare insulso. La questione è: alla luce della normativa richiamata (la legge 34 del 1988) tali impieghi dei soldi dei rimborsi sono leciti o meno? E comunque, (e anche qui torno a richiamare quanto ho scritto sopra) la migliore soluzione sarebbe che i componenti dei corpi legislativi ed esecutivi di ogni livello non ricevessero proprio né stipendi né pensioni: né 10.000 Euro né 10 Euro. Sparirebbero dalla politica le nullità, quelli che di loro non avendo nulla, né professioni né sostanze, cercano di "sistemarsi" facendo politica.
Qui però più che i ragli o gli abbai di "Orfeo Negro" e di Gianni Marini, occorrerebbero opinioni.
Caro Orfeo Negro,
ovvio che commentare gli articoli col proprio nome e cognome non rende i commenti più intelligenti; rende solo la conversazione più corretta e l'interlocutore più serio, come quando si dialoga seduti al tavolo di un bar o seduti su delle poltrone di un salotto, faccia a faccia.
Lei comunque, nel suo ultimo intervento di poco sopra, ha affrontato due questioni nuove, rispetto al contenuto della discussione che avevamo avuto.
La prima questione riguarda la "quantità assurda" di righe che io avrei scritto, e su questo: che dire? Bah. Ciascuno, argomentando, si regola come crede. Le assurdità uno le può sciogliere nel brodo di tante righe scritte, come me, o concentrarle in poche e arraffazzonate parole, come lei ha fatto.
La seconda questione è la "disistima". E qui io non so proprio che dire, perché lei s'è posto un problema, e cioè quello se "stimarmi" o meno, che io non mi sono posto né nei confronti suoi né degli altri commentatori di questo forum, essendomi limitato a opinare sui fatti della c.d. "inchiesta" (tanto nomine ...) della procura. Poi, sa, per capire se stimare o meno qualcuno, meglio sarebbe poterlo collocare nel mondo con, appunto, un nome e un cognome; e lei, in questo, è stato avvantaggiato su di me.
Caro Orfeo Negro (cui non posso avere il piacere di rivolgermi chiamandola per nome e cognome),
il problema della "mancanza di etica" nello svolgere l'incarico non lo vedo sollevato dalle contestazioni che la procura, secondo l'articolo di Cronache, ha rivolto ai politici. Non vedo mancanza di etica né nel finanziare la pubblicazione di un libro sui locali storici o nell'acquisto di spillette da donare a dei ragazzi in visita in Regione (Marangoni), né nel pagare pasti ai componenti del gruppo consiliare e ai collaboratori (Capponi), né nell'acquistare francobolli (Brini, che se avesse acquistato i francobolli in una tabaccheria diversa da quella della moglie avrebbe forse fatto contenti i moralisti tanto al chilo per questione di "stile", ma nulla sarebbe cambiato nella sostanza, e cioè che le lettere vanno affrancate e i francobolli vanno comprati). Non so esprimere giudizi sulle contestazioni fatte ad altri consiglieri (come la Giorgi, Sciapichetti, la Giannini), perché l'articolo di Cronache non si dilunga a spiegarci che tipo di "irregolarità" questi ultimi avrebbero commesso, secondo la procura.
Io credo che qui, più che "il garantismo" che lei tira in ballo (imputandogli la "colpa" di farci "minimizzare" i misfatti dei politici), dovrebbe entrare in considerazione il fatto che a questa inchiesta siamo arrivati perché, come scrivevo, è stato fischiato l'inizio partita della "caccia al consigliere regionale", e tutte le varie procure d'Italia sono scese in campo a giocare, accorgendosi dopo quarant'anni dall'istituzione dell'ordinamento regionale (1970) che, appunto, esistono le Regioni, i Consigli Regionali e i consiglieri, cui spettano relativi emolumenti e "rimborsi". Come fu, vent'anni fa, con Tangentopoli, quando con l'arresto di Mario Chiesa, le procure d'Italia cominciarono ad accorgersi che i politici venivano corrotti e concutevano i cittadini. Il Mario Chiesa dei c.d. "scandali delle Regioni" fu il PDLino laziale Fiorito, "Er Batman". Da Fiorito in poi, ogni procura di capoluogo di regione s'è accorta, appunto, che esistono i consiglieri regionali, e che questi, con i soldi che gli versiamo, comprano questa cosa o acquistano tale servizio. Io, per esempio, questo lo sapevo anche prima che sapessi dell'esistenza in vita di un tizio che si chiama Fiorito. Ma capisco che i magistrati, poveri cristi, sono talmente oberati di lavoro, in confronto a me che sono un privilegiato che vive di redditi da capitale, che negli ultimi, appunto, quarant'anni, non avevano mai avuto modo di sapere che esistono i consiglieri regionali, e che questi prendono soldi per le spese che fanno. Va beh. Adesso ce lo sanno, la stampa e la tivù li hanno informati. E quindi, qui nelle Marche i magistrati sono sorti al mondo per scoprire, e farci scoprire, che Capponi ha pagato, in ragione di circa 6.400 Euro in un anno, conti del ristorante per appartenenti al gruppo consiliare di Forza Italia e per i loro collaboratori, e che Marangoni ha comprato spillette da regalare agli alunni in visita. Benissimo! Benissimo per i magistrati, che ci danno l'opportunità di farci vedere di che forte pasta sono fatti (e non ne dubitavamo), per gli avvocati degli indagati, le cui prospettive di benessere personale e di conduzione di un buon tenore di vita sono assicurati per i prossimi due o tre anni (a voler minimizzare ...), e per la compagnia di giro, di cui noi facciamo parte, dei commentatori da web forum, e degli altri, moralizzatori d'accatto, da comizio, o da grillismo che sia.
Poi, quando tutto sarà finito nel nulla della fuffa incartata con l'aria, come probabilmente finirà, che facciamo?
Resterà la questione di come finanziare la politica e i suoi costi. Io, nel mio commento di ore fa, un'idea l'avevo scritta: zero retribuzioni al politico con soldi pubblici (zero stipendio e zero pensione), e invece finanziamenti all'attività politica, con elencazione tipizzata delle voci finanziabili e rimborsabili.
Vedete un po' voi.
Certo che imbastire inchieste sui 2.942 Euri che sono stati fatti dare da Marangoni per far imprimere il timbro dell'Assemblea Regionale sul libro "L'Osteria dei Marangoni", o sui 6.400 spesi da Franco Capponi, in un anno, per pranzi e cene dei componenti e dei collaboratori (circa 28 persone in tutto) del gruppo consiliare di Forza Italia, e imbastirle sulla base della legge del 1988, significa tre cose; la prima, che i magistrati cose più serie da fare non hanno; la seconda: che i magistrati si muovono solo quando il circo mediatico suona la tromba dell'inizio giostra, e loro s'accodano per partecipare allo show; la terza: che se proprio altro da fare non hanno, potrebbero andare a pettinare i felini o a scopare il mare, senza alimentare per qualche anno la giostra delle inchieste, dei processi, e degli onorari degli avvocati
Questa faccenda è un'enorme pippa della ragione. Se ai partiti vengono concessi soldi per la loro attività, gli stessi partiti hanno il pieno diritto di impiegarli come meglio ritengono. Uno li impiegherà per dare due Euri al libro sui locali storici delle Marche o per regalare le spille agli alunni in visita al Consiglio, l'altro ci salderà i conti del ristorante dove i suoi collaboratori vanno a mangiare. Sindacare su tutto questo è semplicemente stupido, soprattutto alla luce delle formulazioni della legge 34 del 1988.
La vera riforma della politica, che "moralizzerebbe" tutto come con un tocco di bacchetta magica, sarebbe quella di far sparire i soldi a disposizione delle prospettive di reddito e di assicurazione del futuro della vita dei politici stessi. Zero emolumenti personali e stipendi, zero vitalizi e pensioni, zero liquidazioni. Chi la politica la vuol fare, la fa solo su base volontaria. Liberi gli iscritti e i simpatizzanti di ciascun partito, se ritengono, di pagare quote associative che consentano di ricavare una retribuzione per i loro esponenti che si impegnano in politica. Contributi privati liberi e defiscalizzati, cioè ampiamente detraibili dal reddito. Questo spazzerebbe via dalla politica tutte quelle nullità che la fanno solo perché altro di buono non hanno mai combinato in vita loro, e nella politica sperano di trovare una soluzione al problema del loro collocamento nella vita.
Quanto ai costi "vivi" della politica (soprattutto costi personali sostenuti dal politico e dai suoi collaboratori come viaggi, pernottamenti, pasti, ma anche, ovviamente, attività promozionali, convegni, riunioni, contributi a iniziative editoriali e quant'altro) è giusto e ovvio che si acceda al finanziamento pubblico, perché se il politico non andrebbe pagato in termini di "stipendio" o prospettive pensionistiche, sarebbe iniquo pretendere che finanzi anche di tasca sua l'attività quotidiana. E quindi, è bene che la normativa preveda la concessione di finanziamenti per l'attività, ma a patto che siano tipizzate dettagliatamente le spese che possono essere finanziate e quelle che no, e che il finanziamento concedibile a ciascun appartenente a un corpo legislativo abbia un tetto, mensile o annuo che sia. Esempio: concessione di 12.000 Euro per tre mesi di attività politica, ma con obbligo di rendicontare le spese dettagliatamente alla fine del trimestre, per poter ottenere il rinnovo del finanziamento per il trimestre successivo.
Siffatto sistema, con pubblicità online di quanto si è speso per ciascuna voce, permetterebbe anche ai politici di farsi "concorrenza" di immagine fra di loro di fronte a noi elettori. Del tipo: "Vedi: io sono stato più bravo di lui a spendere e a economizzare. Ho fatto più cose e meglio con meno denaro".
Fino a che così non sarà (politici che non devono essere stipendiati e attività politica finanziata solo per spese indicate dalla legge e solo dopo rendiconto delle spese precedenti), inchieste come questa saranno solo, ripeto, fuffa demagogica e perdita di tempo per tutti tranne che per gli avvocati.
Leggo commentatori che dubitano che un messaggio del genere possa essere stato inviato da un (o da degli) "animalisti". Io invece dubbi ne ho pochi. Chi può aver inviato un messaggio in cui si esprime gioia per la morte di un cacciatore? L'avrebbe inviato un aderente a qualche associazione per la libera caccia, magari per giocare? O magari un "provocatore" appartenente a "servizi deviati"?
Il linguaggio e l'"ideologia" (anche formulazioni di pensiero mononeuronali come quelle dell'animalismo popolinesco possono essere definite "ideologie") espressa sono quelli che chiunque di noi ha sentito più di una volta provenire da chi si oppone alla caccia. Il "Gli sta bene" che io ho sentito tante volte da tanti imbecilli.
La definizione di "animalista" non è appannaggio delle organizzazioni, più o meno "ufficiali", che diffondono il verbo dei diritti degli animali, ma s'attaglia a chiunque, anche a titolo "privato", si professi tale.
Questo messaggio proviene dalle stesse brodaglie "culturali" da cui la scorsa estate emerse la cagnara invereconda, circa la "tragedia" dell'abbattimento dell'orsa Danica in Trentino.
O richiama, più recentemente e più vicino, le stesse opinioni dementi che originarono commenti a favore del divieto all'uso degli animali nei circhi, quando qualche fumato delinquentello aprì il recinto del circo a Villa Potenza, provocando la morte, per investimento da parte di un'automobile, della povera ippopotama, invertendo la categoria del giudizio, trasformando le vittime, cioè i gestori del circo, in "colpevoli" per il solo fatto di organizzare uno spettacolo con animali o, addirittura, in "colpevoli" per avere apposta provocato la fuga dell'animale, per chissà quali loschi motivi.
E il linguaggio usato dallo scemo che ha scritto il messaggio ("un cacciatore in meno" e la reiterazione degli "ah" per la risata) non mi pare tanto dissimile da quello che usa il cosiddetto "popolo della rete", nei vari forum che imperversano sul web e che raccolgono le opinioni di tutti i mentecattiche fanno capocciella, il tempo di un clic, dalle varie fogne del mondo.
Caro Davoli,
cambia cambia, lei ha voglia se cambia, fra Pacelli e Ratzinger, o Montini e Bergoglio. Certo la Chiesa è come la sua ex filiale di riferimento politica, la Democrazia Cristiana: è consapevole dei tempi e s'atteggia di fronte a essi, in un modo o nell'altro. Poi, può atteggiarsi con la frontalità aggressiva di Pacelli, che per fare propaganda contro il Fronte Popolare alle elezioni del 1948 sguinzagliò i mai abbastanza lodati Comitati Civici di Luigi Gedda, trascinando dietro di sé le allora già parzialmente riluttanti truppe democriste, dove fioccavano già quelli che invece anelavano ad abbracci con il comunismo (Dossetti e altre lacrimose parrocchialità sociali come lui ...), può fare come Ratzinger, che a Ratisbona disse chiaro quello che andava detto su un Islam rimasto ai tempi di Maometto II (e poi assai poco spalleggiato da un episcopato che tutto voleva tranne che atteggiamenti recisi e frontali, e quasi lo costrinse a una imbarazzante precisazione-ritrattazione), o può fare come Bergoglio, che quando due porci fanatici mussulmani assaltano un giornale e ammazzano un mucchio di persone, fa il fagiolone e dice: "Ah, beh, certo, questo non si fa; però, certo che se a me mi insultano mamma pure io meno ...".
Tempi diversi, e quindi, in qualche modo, per riprendere e dire che non condivido quanto da lei affermato sugli "hapax legomenon", mi pare che non sia vero che le persone che stanno ai vertici della Chiesa non si possano giudicare, anche, ciascuno come casi a sé. I vescovi che all'ultimo sinodo sulla famiglia, di Ottobre 2014, rumoreggiavano quando venivano proposti i documenti che Bergoglio propinava, tutti concentrati su capitali problemi quali l'"accoglienza" verso gli omosessuali o la Comunione ai divorziati, questi vescovi capivano bene che il Papa che avevano davanti, Bergoglio, che li guardava sornione (perché sapeva che alla fine i riottosi se li sarebbe cucinati all'appuntamento successivo) suonava musica ben diversa da quella che suonava, che so, Pacelli, che invece si preoccupava meno di accoglienze verso gli omosessuali e più di strigliare De Gasperi quando questi partecipava a governi con Togliatti. E certamente, sempre per rimanere in quelle epoche, non difficile immaginare cosa avrebbe detto e fatto Pacelli, si fosse trovato di fronte alla carneficina e alla pulizia etnica e culturale dell'ISIS che, negli stessi momenti in cui i padri sinodali di ottobre 2014 si accaloravano intorno a così gravi questioni come, appunto, l'atteggiamento verso gli omosessuali, toglievano dalla faccia della terra e dalla geografia umana del Medio Oriente i Cristiani più antichi, quelli della Siria e dell'Iraq. Io, appunto da non vero credente e per nulla praticante, non ricordo che flebili belati di Bergoglio o di altri gerarchi. E manco l'organizzazione di veglie di preghiera nelle parrocchie dell'intera cristianità mondiale, manco un'invettiva degna del momento, manco niente che fosse pari alla bisogna. E poco anche in occasione degli altrettali stermini in ragione di migliaia, quando i Boko Haram in Nigeria attaccano villaggi cristiani arrostendo nelle fiamme 2.00 persone qui o rapendo 800 altre là, o gli Shabab mussulmani somali in Kenya razziano i villaggi e i centri commerciali, ammazzando le persone a mitragliate o all'arma bianca, per poi magari castrare gli uomini esponendone i testicoli, e assaltano le corriere, selezionando mussulmani da cristiani e sterminando questi ultimi, per ritorsione alle operazioni che l'esercito kenyano conduce contro di loro in Somalia.
Bah. Papi che organizzano coalizioni di principi cristiani, fino ad arrivare alla distruzionen della flotta turca a Lepanto, e altri che fagioleggiano davanti ai cadaveri di una quindicina fra giornalisti, poliziotti, inservienti, clienti ebrei di un negozio di alimentari. Sì. Sempre più convinto che ciascuno di essi sia un "hapax legomenon", a se stante, fra i quali l'unico fil rouge che colgo è il fatto che tutti vestivano o vestono di bianco, e vengono definiti Papi.
Scendendo per li rami e li rametti dalla Nigeria e dai discorsi di Ratisbona alla nostra realtà locale, quando lei nota che, se uno trova in un vescovo tratti umani simili a un altro, "non ci si può fare nulla", io dico "ciccia". Considerazione piana e condivisibile, come il fatto che l'acqua è H2O. Io seguito a dire che conosco punto il nuovo vescovo, sul quale nulla ho da dire, e che gli augurerei di essere uno che dice le cose che deve dire come le diceva il suo predecessore Giuliodori. E che mi frega se, come fa osservare Livia Cosma, adesso Giuliodori fa l'Amministratore Pontificio all'Università Cattolica.
Conosco poco l'attuale vescovo, anche perché non sono un vero credente né tanto meno un praticante. In effetti, quanto a raffronto con i predecessori, da spettatore "esterno", ma naturalmente interessato alle questioni del culto cattolico ("Non possiamo non dirci cristiani" come scrisse, mi pare nel 1942, Croce, mi pare sintetizzi la sostanza della questione per chiunque sia compos sui quanto alle proprie radici), m'augurerei che avesse quanto meno lo stesso carattere deciso e schietto del suo immediato predecessore Giuliodori, del quale apprezzavo praticamente tutto.
In tempi di scolorite parrocchiosità, inchiappettanti con la modernità sotto vari profili (socio-profili, progresso-profili, intregrazionistico-nuovoitalianistico profili, stile Bergoglio che corre a Lampedusa quando sprofonda il barcone con un mucchio di immigrati e praticamente impone all'Italia il varo dell'operazione di scafismo di stato c.d. Mare Nostrum, cum pecunia mea, per lo svuotamento indolore del continente africano e il suo travaso in Europa, e conseguenti articolesse inneggianti alla beata soddisfazione e alle virtù della c.d. accoglienza), ebbene in questi tempi strani, Giuliodori, con le sue prese di posizione nette, con le polemiche che i cretini della sopradescritta italia socio-tutto gli indirizzavano (memorabile quella per la lapide di San Filippo, dove sarebbe stato "reo" di aver lasciato inciso il proprio nome ...), perché a questi gli duole tanto il dente quanto si trovano ad avere a che fare con uno che non scolorisce verso sorridenti buonavolontaristici atteggiamenti da pretino sociale, ma con uno che fa il prete e basta, Giuliodori, a me piaceva. Mi ricordava le mie mai abbastanza rimpiante suore di Maria Consolatrice, che m'hanno dato l'istruzione delle scuole elementari e che, buone e care, quando dovevano tirare uno scappellotto a un pelandrone, lo tiravano.
Vedremo un po' questo Marconi, che tipo di prete vorrà essere.
Giordano Bruno ha espresso solidarietà ... Con chi? Con i genitori di questo Peroni o con lui stesso? Nel secondo caso ... Mah!
E' come solidarizzare con uno che gli è capitata una rogna, dopo che lui stesso ha fatto lo gnorri quando le rogne ce l'hanno avute gli altri.
Chiunque sia stato, le "nuove risorse" della nazione o le "vecchie" (cioè qualche banda siculo-campano-pugliese), o qualche superstite da riserva indiana della vecchia tossicità locale, è come se, attraverso gli incolpevoli genitori, avessero fatto all'assessore il giochetto dell'epoca della scuola, quando, mentre qualcuno si chinava ignaro a raccogliere qualcosa da terra, un altro coglieva al volo l'attimo, si "proponeva" da tergo, e urlava: "adesso percepisci questo..."
Per Lilly, sfortunatamente non meglio identificabile per nome e cognome. Quali sono i "fatti reali", che si evincerebbero dall'articolo, e che io nel mio commento avrei trascurato?
Tutta questa drizzata di penne da parte della parrocchia delle Vergini, con successiva batteria katiuscia di lettere inviate a tutti (malaccortamente trascurando il Segretario Generale delle Nazioni Unite e il Dalai Lama, che potrebbero a buon diritto aversene a male), per una frase di Sgarbi, che ha detto che alla chiesa delle Vergini l'opera è meno a portata di mano di quanto invece potrebbe essere se posta in un grande museo.
E allora? Sgarbi ha chiesto di sottrarla alla disponibilità della parrocchia delle Vergini? No.
Ha detto una cosa priva di verità? No. Perché chiunque capisce che alle Vergini l'opera avrà sempre meno affluenza di pubblico di quanta potrebbe averne se collocata in un medio-grande museo, anche se questo chiunque non fosse mai entrato tante volte, come invece credo che tutti noi maceratesi abbiamo fatto, alla chiesa delle Vergini, né avesse visitato tanti medi o grandi musei, come molti di noi pure avranno anche fatto.
Quindi, dov'è la cagnara? Il neo-attribuito Tintoretto resterà alle Vergini, anche senza la sottolineatura dell'articolista, corso in soccorso della parrocchia con la fondamentale sottolineatura che ora a Urbino, durante la mostra, vedere l'opera costa 2,50 €, mentre alle Vergini si può ammirarla gratis.
Il succo di questa storia è che comunque, grazie a Sgarbi, la parrocchia delle Vergini, e pure Macerata, hanno visto partire in prestito per Urbino un bel quadro di Domenico Robusti, e vedranno tornare indietro un probabile capolavoro di Tintoretto.
Mi sbaglierò, Ma credo che per questa variazione nell'attribuzione prevedo che la parrocchia non invierà lettere di protesta a nessuno.
La solita vecchia storia di quello che quando gli viene additata la Luna, lui guarda il dito.
Che meravigliosa sottolineatura e che vibrante messa a punto, quella di questa segretaria del PD, solo da pochi mesi, e solo momentaneamente, imprestata alla politica, lei e i suoi giovani compagni di schieramento, nuove leve della sinistra come Silenzi o Costamagna. Loro così diversi dai vecchi arnesi citati, e tutti pescati nel centrodestra, come Brini, Marinelli e Pistarelli.
E ha fatto anche bene la Franco a rimproverare la Pantana, che ha osato scendere il corso del Cluentum e arrivare fino alla piazza di Civitanova, per partecipare alla fiaccolata indetta per i gravissimi problemi della sicurezza nella città rivierasca.
In effetti i politici locali ce l'hanno, questo vizio di salire e scendere a il corso del nostro fiume, per "grette", secondo quanto ipotizzato dalla Franco, ragioni di opportunismo elettoralistico.
Me ne ricordo altre di queste "incursioni", questa volta operate all'epoca delle elezioni provinciali del 2009 e risalendolo, il fiume.
Un bel giorno del giugno del 2009, quando mancava poco al giorno della tornata elettorale per eleggere il nuovo presidente della provincia di Macerata (le elezioni si tennero il 6 e il 7 giugno del 2009, e videro contrapposti come sfidanti principali Silenzi e Capponi, e ne uscì soccombente appunto Silenzi), entrando o uscendo (non ricordo bene) dal centro commerciale Valdichienti a Piediripa di Macerata, vidi una squadra composta da Silenzi stesso, Sara Giannini e un perplesso mammozzo, addetto alla manovra di una bombola di gas elio, che stazionavano all'ingresso del centro commerciale, appena prima della porta, e distribuivano volantini di propaganda alla gente che entrava e usciva. Silenzi si rivolgeva al mammozzo servente la bombola, invitandolo a pompare con maggior lena, per poter, evidentemente, più celermente gonfiare i palloncini e far felici più bambini possibili, ai quali i palloncini erano destinati, e quindi ingraziarsi i loro perplessi genitori.
Dovessi essere interrogato da Nostro Signore se, rinascendo e avendo la possibilità di poter fare o non rifare le stesse cose nella vita, preferissi avere la possibilità di rivivere questo momento o, magari, campare un paio di giorni in più, non avrei dubbi nello scegliere di rivedere il terzetto dei pompatori all'opera. La vita perle così preziose ce ne regala assai poche.
Questo episodio, inoltre, accadde anche a ruota di un'altra scena cui avevo assistito pochi giorni prima, verso l'una o le due di notte, rientrando a Macerata passando da Sforzacosta. Era all'epoca in costruzione la rotatoria all'incrocio fra la SS 77 e l'innesto della SS 485 (la vecchia statale "Civitanovese"). I lavori procedevano spediti, come manco quelli per il ponte sul fiume Kwai in Birmania, durante la Seconda Guerra. Si lavorava, appunto, anche di notte. E chi vidi apparire, a quell'ora, in mezzo a operai e tecnici, a presenziare ai lavori? Silenzi! Sì, lui. Non l'avevate indovinato, vero? .... Proprio lui che, forte dell'esperienza dirigenziale di cantiere, accumulata nei mesi precedenti con i lavori per il ponte Sandro Pertini a Villa Potenza, veniva a offrire l'esperienza stessa alle maestranze impegnate nottetempo nella ultimazione della rotatoria.
E in più, tanto navigare nel 2009 su e giù per il Chienti non risparmiò al tapino la trombatura della non rielezione, la sconfitta a opera dello sfavorito Capponi.
Chissà cosa porteranno alla Pantana le sue incursioni oltre le mura di Albornoz, se farà la stessa sfortunata fine di Silenzi (da allora poche volte riapparso a monte del Chienti oltre San Marone, e ripiegato sulla costa per concentrarsi sulla missione eroica, e pervero compiuta con successo, di "riconquistare" Civitanova).
Le chiederei solo, se pensasse di mettere su un terzetto, magari che so io con Pistarelli e Sacchi o con qualcuno delle liste civiche o con chi fosse, per presentarsi a ridosso delle elezioni comunali di primavera a pompare palloncini da qualche parte, centri commerciali o pubbliche piazze, di farlo sapere con un certo anticipo, perché mi vorrei organizzare. Perdere l'evento sarebbe delittuoso.
Chissà se l'alleanza della Pantana con Casa Pound le farà venire meno consensi della c.d. "area moderata", come Bommarito preconizza. Chissà ... Dipenderà da se e, in caso, quanto, i "moderati" riterranno di essere fessi, ascoltando le profezie di Bommarito o le citazioni brechtiane (?!) di Sciapichetti, che in effetti, per restare all'epoca da lui richiamata, o paventata, un pochino ai volti delle caricature di Grosz assomiglia; era quel disegnatore satirico che raffigurava con tratti rubicondi (anche se deformati grottescamente) gli "squali" e gli arricchiti, che imperversavano, forti dei profitti accumulati con l'economia bellica, nella società tedesca immiserita e desolata degli anni '20. Fisicità, e null'altro, nel caso nostro.
Comunque, citazione per citazione, il suo (di Sciapichetti) intervento una citazione me la richiama immediatamente alla mente. Per la precisione, una frase detta da De Gaulle. Il generale, durante una manifestazione in suo favore, vedendo un suo acceso sostenitore che inalberava un gran cartello con la scritta "Mort aux cons!", e cioè "Morte agli scemi!", gli si avvicinò e gli disse: "Caro signore, questo è un troppo vasto programma!".
Sul resto, sulle "strumentalizzazioni brutali" e sulle altre faccende... Una prece.
Da decenni non andavo più al circo. Le stronzate che stanno scrivendo gli animalisti in occasione di questa sciagurata vicenda, tentando di rivoltare la frittata delle colpe dell'accaduto, attribuendo ai circensi le responsabilità degli atti sconsiderati di alcuni loro (degli animalisti, intendo) fanatici colleghi di idea, mi hanno convinto a tornarci.
Una forte simpatia per le famiglie circensi italiane, e un un invito ad andare avanti nell'offrire al pubblico spettacoli con animali, fottendosene delle proteste di questi spalatori d'acqua e friggitori d'aria.
Qui c'è poco da fare interventi professoralini come quello dell'avvocato Coltorti, preoccupato, e si può capire, del fatto che l'arresto dell'andazzo lassista e fintobuonista (che ha caratterizzato come una sciagurata costante l'andazzo degli ultimi anni dei processi ai delinquenti di strada, per lo più nuovi italiani, con la incredibile recita del rosario dei minimi della pena e dei domiciliari), del fatto dicevo, che il lavoro dei suoi colleghi difensori dei ladri d'appartamento, degli investitori o picchiatori dei Carabinieri, degli spacciatori e delle altre risme d'arte varia possa trovare finalmente, anche grazie alla sveglia suonata dal procuratore Giorgio, l'ostacolo del riacquisito senso del reale e del buon senso. Qui l'unica cosa da chiedersi invece è perché a questo punto si sia dovuti arrivare; al punto cioè che una questione così semplice da capire, e cioè che era il caso di dire basta a questo incredibile andazzo, abbia dovuto essere oggetto di un richiamo (sacrosanto!) da parte di Giorgio e non sia stata capita prima dai giudicanti.
Cosa vuol dire 2.000 € al metro quadrato? In ragione di mese o d'anno?
Vuol dire (se fossero, poniamo, in ragione d'anno) che per affittare 60 metri quadrati di negozio al Corso si pagano 120.000 € all'anno, e cioè 10.000 € al mese, quindi all'incirca 166 € al metro quadrato al mese?
Dunque si pagherebbero a Civitanova in Corso Umberto affitti che potrebbero essere forse (appena) logici se li chiedesse un proprietario immobiliare a via Frattina a Roma, ad esempio a Cartier che volesse spostarsi colà dalla propinqua via Condotti? E invece a Civitanova li dovrebbero pagare la parrucchiera cinese o le rosticcerie ittiche?
A Macerata le agenzie sostengono che al momento è grasso che cola se un proprietario può chiedere, per affitti ad attività commerciali, fra 10 e 15 Euro al metro quadrato al mese, ergo fra 120 € e 180 € all'anno. Quindi, per tornare all'esempio fatto sopra, per un locale di 60 metri quadrati, l'affitto che si potrebbe chiedere sarebbe fra 600 € e 900 € al mese, cioè fra 7.200 e 10.800 € annui. E, ripeto, sarebbero considerati buoni affitti.
Ma siete proprio sicuri di quello che avete scritto?
Da tirarglielo in faccia il caffè, se mi venisse servito con un preservativo. Che relazione c'è fra il caffè e l'atto sessuale? Magari perché uno, presa la bustina col cappuccetto, potrebbe andarlo a usare direttamente nel bagno del bar?
E perché non promuovere la stessa "iniziativa", magari, nelle farmacie: un'antibiotico o una supposta con un preservativo gratis. Uno potrebbe sempre criticarla per la stravaganza, ma certamente si sarebbe in "argomento"
Da farci sopra un sondaggio: questa "iniziativa" è più cretina o più triviale?
Una lunga conoscenza, di svariati decenni, che io, e mio padre prima di me, abbiamo avuto col Dottore, m'aveva regalato la possibilità di aver frequentato una persona dal tratto di antico gentiluomo, che abbinava un'umanità lieve e arguta, a una caratura professionale che lo aveva reso una delle più belle figure dell'arte medica della nostra provincia, per i lunghi anni dell'esercizio della sua attività.
L'immagine dei suoi pazienti, che arrivano in chiesa al suo funerale con le foto dei loro bambini che lui aveva fatto nascere, vale più di tutto a suggellare la sua vicenda umana e professionale, e a porre un, pur tardivo, rimedio alle dolorose e meschine vicende del persecutorio calvario giudiziario, di cui rimase vittima negli ultimi anni della sua vita lavorativa.
Condoglianze alla sua amata famiglia.
La questione che il commentatore Serafini pone circa il "...bisogno di gente che conosca l’ambiente, che possa avere dei punti di referenza comune con i ragazzi" e sul fatto che, a suo dire, Angeletti e Bommarito porrebbero la questione in termini "di interventismo, controllo statale, revoca delle licenze a gestori ed eventi", inquadrano la vera natura della critica che Serafini muove alle posizioni di Angeletti e Bommarito. La solita storia secondo cui bisognerebbe poco "gudicare" e molto, invece, "capire" e immedesimarsi.
Per me invece è facilissimo capire quello che è accaduto quella sera a Porto Potenza Picena. E' accaduto che alcuni figli di una società che non distribuisce più calci nel culo a nessuno, a nessun grado della società stessa, né in famiglia né a scuola né in ogni altra sede pubblica o privata dove le persone si presentano per manifestare la loro esistenza in vita, è accaduto che costoro si siano recati ad officiare una delle solite ritualità di gruppo finesettimanali, dove interessati e intelligenti officianti li aspettavano, di null'altro ovviamente desiderosi se non di dare loro l'incenso dello sballo che, all'ufficio delle ritualità de quo, è ritenuto indispensabile. Che poi quella sera possa essere stato l'estasy sciolta nelle bevande o, nella citata Montelago, la droga e l'alcol che lì, in quella ritualità, vanno a mille, e la cui presenza è forte richiamo per molti dei frequentatori del cosiddetto "Festival", o, in mill'altre occasioni, mill'altre combinazioni di stupefacenti, cambia zero sul rimedio da porre in essere, e cioè il ricorso da parte delle autorità competenti all’art. 100 del TULPS, correttamente invocato dall'avv. Bommarito.
Il resto, i dialoghi, l'avvicinamento ai "giovani" (?) con i "linguaggi adeguati", le conferenze ... sì sì, perché no. Ad maiora.
Ma in primis la chiusura degli esercizi commerciali e la messa in stato d'accusa degli organizzatori dei c.d. "eventi".
A parte il merito della faccenda del Burchio (merito facile: la Montali s'è incaponita in un "no" che più ridicolmente pecoraroscaniesco non si può, e il PD cerca di metterci una pezza), una notazione su questo articolo.
Fra noi conterranei di Annibal Caro non dovrebbe essere difficile trovare qualcuno che traduca, in un italiano masticabile e digeribile, quanto scritto dal giornalista in vernacolo pseudo politichese, stile Paolo Cevoli di Zelig quando fa la parte del sindaco di Roncofritto, ma più involuto.
Come disse una volta Gasparri a Di Pietro, "La questione con te non è che c'hai la laurea fasulla. La tua laurea sarà senz'altro buona, ma ti sono mancate le scuole elementari".
La Montali sta seguendo il percorso che ha scelto quando è stata eletta, e cioè quello di mirare a contrastare la costruzione di questo resort, e quindi è certamente coerente, con la sua idea, sbagliata; e ha deciso di sbagliare fino in fondo.
Il partito che la sostiene, il PD, porello, sta cercando di fare come quei genitori, che s'accorgono che la loro creaturina s'è incaponita a baloccarsi, rumorosamente e fastidiosamente, con un giocattolino, regalato da qualche amico di famiglia coglione, dal quale il pupo non vuole saperne di spiccicarsi. E, trovando qualche scusa o tentando di distrarlo, tentano in qualche modo di sottrarglielo dalle manine.
E, naturalmente, per coerenza di metafora fino in fondo, il pupo, quando s'avvede della manovra, soprattutto se non è fesso, frigna e strepita.
E la sindaca, che è puntuta e combattiva, accortasi che il PD sta tentando di sottrarle dalle manine il giocattolo della "battaglia per tutelare il territorio, ridurre il consumo del suolo e abbandonare ulteriori tentativi di cementificazione", fa la sua letteronza aperta per strillare ancor più e "imbarazzare" i suoi sventurati genitori politici.
Vedremo.
Così giovane, così da poco tempo sindachina, e così già in grado di fare stupidaggini, come questo mettere i bastoni fra le ruote al progetto del resort.
L'elezione di questi sindachetti partoriti dalle ultime tornate elettorali, è una conseguenza della cosiddetta ventata di antipolitica, dopo vent'anni che il primo scemo che passava predicava slogan antiberlusconiani e urlava esagitato alla "palingenesi" generale per "salvare" l'Italia dalla "degenerazione" della politica e della società in genere.
Conclusione, adesso bisogna tenersi una come questa sindaca (che in epoche "normali" manco le avrebbero fatto fare la colf a Rosy Bind), e la sua degna maggioranza.
Ora Porto Recanati potrà concentrarsi sullo sviluppo e sui problemi dell'unico vero resort che la giunta giudica degno della città, il resort "cinque stalle" dell'Hotel House.
Non capisco il senso del commento di Orfeo Negro, e, in effetti, se da questi ci arrivasse un chiarimento, ciò gioverebbe alla discussione.
Intende dire che "Cronache" ne parla troppo, e quindi il suo dovrebbe essere un post ironico, o invece intende rivolgere una specie d'"esortazione" al giornale, a parlarne ancora fino a che questa sarà una notizia e fino a che non si sarà arrivati a chiarire tutti i punti ancora oscuri del fatto?
Approvo ciò che ha detto Pezzanesi in merito alla circolare opportuna emanata da Alfano.
Lo scafista di stato Alfano (sostenitore dell'operazione "Mare Nostrum meo sumptu", Mare Nostrum a spese mie e degli altri contribuenti italiani), s'è svegliato alla ragione per convenienza elettorale, per evitare erosioni a destra delle già striminzite percentuali del suo partitino, ma tant'è: s'è svegliato e ha fatto bene.
L'escamotage dell'iscrizione nei registri comunali delle coppie diverse da quelle composte da un uomo e da una donna sposati, per aggirare la legge e fare propaganda sociopolitica travestita da atto amministrativo doveva terminare. Giuste le parole del sindaco che tali scelte necessitano di discussioni e passaggi normativi e debbano avvenire senza "prepotenze di fatto".
Aggiungo che sarà comunque ragione di buon senso continuare a opporsi sempre a qualsiasi tentativo di "parificazione" delle convivenze omosessuali alle convivenze regolari, quando queste discussioni verranno fatte, appunto, nelle sedi del caso.
Subito una petizione per emettere un'ordinanza contro questa Cecchetti, per violazione del dovere di attenersi alla logica in ciò che si scrive e per continuazione nello scannamento di pubblici emolumenti assessoriali, dato il tempo che impiega e spreca per scrivere cacocazzistici melensi insulsi e ridicoli pistolotti, per ricordarci che gli zingari (sì: gli zingari, in lingua italiana prepolitocorrettese proprio così: zingari, senza infamia e senza lode, come ciechi i non vedenti, sordi i non udenti, spazzini gli operatori ecologici e impotenti i non trombanti) sono sì un poco ladri, un poco dediti ai furti degli appartamenti, un poco accattoni (raccolti in racket dell'accattonaggio violenti, ributtanti e sfruttatori dei minori), ma per carità, mica bisogna fare di tutta l'erba un fascio, e mica bisogna colpire i loro racket con delle "risibili" ordinanze antiaccattonaggio. Mica!
Ma che tornino, lei e il suo capo Corvatta (che almeno un mestiere ce l'ha, come pare si vanti quando dice che dopo la gita in Questura torna a lavorare in ambulatorio) da dove, ahi Civitanova, sono venuti, e venuti solo per reggere la coda a Silenzi.
E che i Civitanovesi riflettano alle prossime elezioni.
"La collettività e i suoi rappresentanti eletti" dovrebbero interrogarsi solo su chi elegge, a Caldarola o a Cazzarola, a Recanati o in ogni dove, sindaci e amministratori che continuano a rompere ai cittadini, e a infilare loro le mani nelle saccocce con questi sistemi vergognosi delle macchinette come gli autovelox, gli speed check e i semafori con telecamera, vere e proprie armi del brigantaggio legalizzato istituzionale moderno degli enti locali, in perenne fame di soldi da reimpiegare per costruirsi consenso elettorale. Sistemi tanto più ributtanti quando s'ammantano, come nel caso dell'intervento di questo Cecchini, con le frasi fatte dell'esigenza del rispetto dei limiti di velocità (ma 'stica...) e della tutela dell'incolumità degli automobilisti. "Summa" l'affermazione di Cecchini (vera gemma del patois pubblicdipendistichese) secondo cui la multa al giustamente incazzato Piergentili l'hanno fatta con la pietosa motivazione della mancanza del giubbetto mentre fotografava il ben occultato autovelox, e per tutelare la sicurezza, prima di tutto, di Piergentili stesso, "bene primario", mica per ritorsione perché stava loro inzippando il bastone fra le ruote .... mica!
Qui, sempre collegato logicamente al patois caldarolocecchinese, vedo solo una cosa "pantagruelica", id est la necessità di fare piazza pulita di tutti questi qui.
La solidarietà senz'altro, va benissimo. Simpatizzo per l'associazione Italia-Israele, e la simpatia è stata rafforzata dalle polemiche di questi giorni riguardo la guerra a Gaza, sollevate dalle solite carogne antisemite, che hanno rispolverato la vecchia abitudine di schierarsi a fianco di una banda di delinquenti che tiene in ostaggio il proprio popolo e lo usa come una massa di scudi umani da sacrificare all'odio verso Israele.
Mi sembra però, dalla lettura del comunicato di Pezzanesi e dell'amministrazione di Tolentino, che la loro solidarietà sia un po' troppo "precisata" con incisi e quindi pelosetta anzichennò. "Un cittadino onesto, comunque la pensi, non può essere sottoposto a minacce e va tutelato". "La prendiamo (la posizione di solidarizzare con Nabissi , mia nota) indipendentemente da chi rappresenta". ?! Insomma, traduco dal politichese: "Solidarizzo con te anche se non condivido affatto le tue posizioni e anzi le giudico sbagliate e, quasi, al limite, inaccettabili". Non so se è peggio un comunicato del genere o la manifestazione che abbiamo avuto in piazza della Libertà a Macerata, promossa dalla consigliera "verde" al Comune, per protestare contro la visita dell'ambasciatore di Israele. Quest'ultima è stata tanto apertamente rivoltante quanto il primo è puerilmente ambiguo.
Non so se a Pezzanesi e all'amministrazione questo "comunicato di solidarietà" glielo hanno scritto o se lo sono scritto da soli, e se chi l'ha scritto era consapevole di ciò che scriveva, ma in ogni modo, caro Nabissi, chiunque la frittata l'abbia preparata l'ha preparata così, e io dei "solidali" così io li manderei proprio a cacare.
Si contenti della mia (poco autorevole e poco "politica") solidarietà, piena e senza incisi.
In tanti anni di opera mai viste multe a chi parcheggiava in via Don Bosco, dalla parte della farmacia Petracci. Non so se è più assurdo, quasi patetico, l'aver elevato queste multe (e qui sarebbe interessante sapere se è stata l'iniziativa di un vigile, se questo vigile è intervenuto perché magari, come da Cerasi ipotizzato, qualche residente lo'ha chiamato perché infastidito da un parcheggio vicino al suo passo carraio e poi il vigile, trovandosi lì, ingolosito, ha multato tutti, o magari quella di uscire a fare multe a raffica è stata un'indicazione specifica da parte della dirigente della Polizia Urbana) alla gente che ha parcheggiato lì, o più ridicolo leggere i commenti del genere "non si parcheggia in divieto di sosta", "hanno fatto bene", "solo perché si va all'opera si pretende di poter fare ciò che si vuole", e via sturando la botte senza fondo delle banalità.
Da che ho memoria di stagioni liriche a Macerata, quindi dall'inizio dei Settanta, ho sempre visto auto parcheggiate in ogni dove, dalle mura a via Don Bosco, a tutte le altre vie più o meno propinque allo Sferisterio, nei posti più improbabili e, ovviamente, vietati. Sempre si è esercitata la giusta e opportuna tolleranza, quella stessa che si esercita in occasione di altri eventi o, di fatto, sempre, intorno ad attività pubbliche che attirano auto di avventori.
Vivo all'incrocio fra via Giuliozzi e via Calabresi, vicino al circolo dei Pini. I clienti del circolo e altre persone che devono recarsi a fare commissioni nelle vicinanze, anche in corso Cavour (dato che l'area è una delle ultime zone di sosta libera prima, appunto, di corso Cavour), durante le ore d'apertura dello stesso circolo lasciano anche a lungo, quindi dal primo mattino fino all'una di notte (o più oltre in estate) le auto parcheggiate in divieto di sosta sull'incrocio con via Giuliozzi e sui marciapiedi (su quello lato Avis il Comune fu costretto qualche anno fa a mettere dei dissuasori). Frequentissimi i casi di intasamenti della via perché mezzi pesanti provenienti da via Giuliozzi non riescono a svoltare in via Calabresi, data la presenza di veicoli in divieto di sosta al limite estremo della stessa via Giuliozzi, e persino di fronte all'incrocio stesso, in via Calabresi. In tanti anni innumerevoli i casi di incidenti verificatisi fra mezzi che svoltavano da via Giuliozzi diretti in via Calabresi, che dovevano allargarsi perché trovavano veicoli parcheggiati fino all'estremo pelo del marciapiede di via Giuliozzi, e che si trovavano quindi di fronte, provenienti da via Calabresi, degli altri veicoli che, a loro volta, allargavano verso sinistra perché trovavano la strada ingombra di auto parcheggiate, in divieto, sul lato Avis di via Calabresi. Ho visto frenate dell'ultimo minuto, tamponamenti, motorini rovesciati sulla sede stradale dopo l'urto. Un miracolo che nessuno c'abbia mai lasciato la cotica.
Ho visto il camion della SMEA per anni, provenendo da via Giuliozzi verso le 10-11 della sera, non poter svoltare verso via Calabresi perché si trovava auto parcheggiate in ogni dove sulla sua traiettoria di svolta, e rimanere quindi lì piantato mezze ore intere, minimo una sera ogni due, in attesa che qualche vigile arrivasse o qualcuno uscisse trafelato dal circolo o dalle case circostanti, per spostare i veicoli che impedivano la manovra. E alla fine, invece di mandare lì ogni giorno i Vigili a multare, come ci si sarebbe aspettato data la solerzia con cui il corpo della nostra Polizia Urbana castiga i terribili spettatori dello Sferisterio parcheggiati in via Don Bosco, cosa si è escogitato? Di far spostare l'orario di passaggio del camion SMEA alle 4 del mattino, quando tutti i parcheggiatori in divieto sono tornati a casa. Meravigliosa e risolutiva idea, assai tollerante verso i parcheggiatori in divieto. E sì che lì, insistendo invece con passaggi costanti, martellanti, di auto o moto pattuglie dei vigili, di soldi a palate se ne sarebbero fatti, e per motivi di pubblica incolumità e tranquillità certo più ... forti di quelli suscitati dalle auto parcheggiate in un rettilineo a senso unico come via Don Bosco.
Ma tant'è. Nessuna meraviglia, né per le multe, né per la voglia di far cassa da parte del comune, né per la illogica selettività degli interventi repressivi, né per gli interventi dei commentatori in appoggio a questo andazzo.
Il fatto in sé sarebbe aria fritta, rivoltata nella padella del nulla. Buono solo per far dire al popolino qualcuna delle solite facezie sulle abitudini dei politici, identificando nei 5 metri contromano una metafora, appunto, dei malvezzi della "casta".
Certo però che se fosse vero, come qualcuno dei commentatori ha affermato, che tratterebbesi di un consigliere di maggioranza, comunista, di quelli a favore della cosiddetta "pedonalizzazione" del centro storico, assertore e propugnatore dei nuovi e più alti destini di una Macerata "affrancata" dal gioco inquinatorio-consumistico delle automobili ... beh ... allora ... la faccenda assumerebbe altro aspetto. Tanto più allora sarebbe interessante sapere il nome del conducente dell'auto, che molti hanno, appunto, adombrato, senza dirlo espressamente, e che Cronache Maceratesi tuttora tiene nascosto.
Non credo che il conducente o proprietario dell'auto, se veramente si tratta di un politico eletto in consiglio comunale, avrebbe qualcosa in contrario, in nome della dea Trasparenza, cui tutti oggi strillano voti di adorazione, a vedere pubblicato il suo nome.
Qualche mese fa, quando Cesare Paciotti rimase impantanato col suo SUV sul lungomare, verso la foce del Chienti, dove era andato a farsi una scorazzatina, nessuno si fece scrupolo, giornali di carta o online che fossero, di pubblicare il suo nome, e di additarlo, quindi, alle critiche e al dileggio del popolo, che cantò subito il mantra del "ricco e prepotente che, al solito, se ne fotte delle regole, amen."
E quindi (anche se, ripeto, il fatto in sé sarebbe nemmeno degno di una conversazione fra due vecchiette sedute a fare il tombolo), in nome della invocata trasparenza, aspettiamo di sapere questo nome.
Bravi, ma in Superstrada il metano e il GPL dovrebbero funzionare 24 ore al giorno e 365 giorni all'anno, come peraltro fanno all'area di servizio "La Rancia", più avanti verso Tolentino ma nell'opposto senso di marcia. Speriamo che in futuro anche questa nuova gestione della Tamoil pratichi gli stessi orari.
Auguri comunque, perché per troppi anni il metano non ha funzionato in quest'area di servizio, nonostante un cartello stradale, ingannatore, posto chilometri prima venendo da Civitanova, ancora segnalasse la presenza del distributore del metano.
Mi ricordo ancora la mail scaricabarile ricevuta dall'ANAS, titolare della tratta stradale, quando segnalai loro l'anomalia del fatto. Mi risposero che toccava al titolare dell'area di servizio rispondere della cartellonistica riguardante l'area stessa, e delle sue eventuali inesattezze. E il cartello ingannevole, ovviamente, è restato sempre al suo posto.
Se il porco responsabile dell'aggressione era noto alle forze dell'ordine, e ancor più se era, come dice l'articolo, sodale dell'altro maiale che dette una coltellata al ragazzo alle "Quattro Porte", come mai girava tranquillo per le strade di Macerata? Come mai non veniva "attenzionato" in maniera asfissiante, martellante e determinata dalle stesse forze dell''ordine? Come mai le sue giornate "tipo" non si svolgevano, poniamo, secondo questo ritmo: una richiesta di esibizione di documenti alle 8,30 della mattina, da un controllo per strada per chiedergli l'esibizione del permesso di soggiorno alle 14, una perquisizione personale alle 19, perché, poniamo, il suo atteggiamento "sembrava "sospetto" (con trasferimento alle esecuzioni mobiliari a Barcellona Pozzo di Gotto per un magistrato che avesse voluto muovere obiezioni a tale motivazione), e un pedinamento alle 2,30 della notte con altra richiesta di esibizione di documenti e, perché no, altra perquisizione personale per "atteggiamento sospetto"?
Indubbiamente la risposta è che per fare ciò occorre un'altra Italia, ed evidentemente chi, come me, la vuole così come nel sopradescritto scenario, non è in maggioranza.
Stante che non siamo in maggioranza (noi che la vorremmo così, voglio dire), condividerla con i maiali che vanno in giro accoltellando al gente diventa inevitabile.
In effetti da questa amministrazione, frutto del voto dell'elettorato centrosinistrico di riferimento, e cioè impiegati statali e trituratori d'aria fritta del cosiddetto "associazionismo" socio-cultu-popolar-parrocchialprogressivo-studentesco- (e perché no) resistenzialistico", che aspettarsi se non la riproposizione delle solite tirate sul "Centro Storico come luogo da vivere senza inquinamento", con "tante meravigliose passeggiate da fare con i propri bambini", "senza la presenza di quelle dannose e sconce automobili"?
Da quella stessa amministrazione che ha consentito che il Centro diventasse quella cloaca di rumori di grancasse acustiche in combinato disposto fino a notte fonda, proveniente dai vari bar e circoli (da quello sotto le logge del Comune, all'altro cosiddetto "Circolo" aperto da alcuni mesi a metà Corso della Repubblica, all'altro che da anni allieta con musica sparata ad alto volume i residenti e i passanti in PiazzaSan Giovanni), che oramai lo infestano come l'erbaccia infesta i monumenti antichi in stato d'abbandono, e che sono diventati i veri padroni del Centro Storico, con la complicità dell'amministrazione, che non fa nulla per impedire lo sconcio, perché probabilmente capisce che pascolano in essi molti dei propri elettori di riferimento.
Quindi guerra totale al commercio tradizionale, al quale l'amministrazione toglie i clienti non predisponendo, prima di chiudere il centro, parcheggi adeguati e abbondanti con comodi collegamenti meccanizzati fin dentro la Piazza, e campo libero alla giovanilità fracassona e notturna, apportatrice di ornati come schiamazzi, vomiti e file di lattine di birra abbandonate per ogni dove, con alle viste Vigili Urbani zero e Carabinieri e Poliziotti (pure acquartierati in zona) parimenti zero.
Ma alla fin fine, essendo in democrazia, sarà la gente che dovrà decidere su tutto ciò, e alle prossime elezioni, se li arivotano, vuol dire che i Maceratesi se li meritano.
Che cosa meravigliosa. Dai Folkabbestia a Bunna, ai Superpusher (?...) ai Durga Mata. La più autentica espressione delle tradizioni popolari dei lavoratori italiani.
Sono incredibili le pretese da parte dei titolari dei locali pubblici di imporre, alla gente che abita vicino ai loro esercizi, ogni vessazione e ogni prepotenza, come se il fatto che uno apra un'attività lo intitolasse del diritto di fare il proprio porco comodo ai danni degli altri (rumori, impianti rumorosi accesi fino all'alba, nessun controllo su quello che fanno i propri clienti dentro e nelle immediate vicinanze del locale)
Altrettanto incredibili i comportamenti da Ponzio Pilato delle amministrazioni comunali, nel caso di Civitanova centrosinistrica come nel caso di Macerata, che con pilatesca faccia di bronzo non fanno nulla per far cessare queste porcherie, siano esse i comportamenti dei clienti del Donoma di Civitanova, siano esse i rumori, gli schiamazzi, la sporcizia del centro storico di Macerata, provenienti e generati dalla clientela e dai locali che stringono d'assedio il centro stesso, da un capo all'altro, trasformandolo in un rumorificio a cielo aperto.
Mi sono chiesto spesso come mai tutto questo non generi una crisi di rigetto elettorale dei cittadini verso chi li amministra, e ho ipotizzato che oramai la gente sia assuefatta, viva da drogata incapace di reagire come dovrebbe essere naturale fare.
Le scelte di politica fiscale dell'amministrazione sono sempre quelle: il martellamento sistematico della proprietà immobiliare e delle attività produttive, con la grandine di tasse che ruotano, sempre e comunque, intorno agli immobili e alle imprese, prescindendo da ogni rapporto con il servizio che i tributi specifici dovrebbero finanziare, sia esso servizio lo smaltimento dei rifiuti o la pubblica illuminazione o quant'altro. Sono dei veri e propri furti mascherati con la vernice della legalità. Delle imposte patrimoniali a raffica che sostituiscono la "grande patrimoniale", che da anni incombe come una minaccia sugli Italiani, e che nessun governo, né quello del ridicolo burattino di Monti (la riserva della Nazione) manovrato dalla Commissione Europea, né quello del simpatico cazzaro Renzi hanno mai finora avuto il coraggio di introdurre. Alll'opinione pubblica è più semplice presentare un bilancio con tante patrimoniali di medie dimensioni camuffate con nomi imbecilli più dei loro ideatori, che presentare un prelievo monstre una tantum, come quello che i politici tedeschi, i loro megafoni delle istutuzioni europee e i loro servi italiani vanno auspicando da anni.
Le lamentele di Blunno verso lo Stato che obbligherebbe gli amministratori a farsi esattori nei confronti dei cittadini sono tanto ovvie quanto stantie, come lo è ogni parola detta al vento. Dopo la lagnanza verso lo Stato, la Giunta cosa ha fatto per tagliare costi? Quanti servizi inutili, come lo è ogni regalia pseudo-sociale, sono stati tagliati, quanti stipendi di dirigenti e impiegati comunali sono stati tagliati o non aumentati? Lasciare che un dirigente di un ufficio comunale prenda 6.000-7.000 Euro lordi al mese, senza far nulla per ridurli (e lasciando naturalmente il dirigente che fosse insoddisfatto della riduzione libero di andarsi a cercare un posto direttivo meglio retribuito in qualche fabbrica della zona industriale di Corridonia, che senz'altro lo accoglierebbe a braccia aperte, ansiosa di mantenerglielo, lo stipendio, e magari raddoppiarglielo), significa voler irridere qualche imprenditore, che si è visto magari arrivare per la sua attività cartelle TARSU (o come si chiama ora) da migliaia, o decine di migliaia, di Euro. Quante indennità ai Consiglieri per le sedute del Consiglio sono state ridotte, o, perché no, soppresse? Di quanto l'emolumento da assessore di Blunno stesso, del Sindaco, o degli altri componenti della Giunta, è stato diminuito o (anche qui, perché no?), soppresso del tutto? Perché dover pagare mega multe al Consmari, addirittura dopo averci impiantato su una causa, e non aver avviato prima una incisiva raccolta differenziata?
Ma comunque, la base sostanziale di votanti delle amministrazioni centrosinistriche è parte di quel simulmondo (mondo che vive in una dimensione finta e lontana da quella della realtà vera) di dipendenti pubblici o svolgenti professioni private solo sulla carta, ma di fatto legate alla biada della committenza pubblica.
In una realtà come Macerata, ancor più che in altre parti d'Italia, sono più le persone che vivono in questo simulmondo, e che percepiscono che con l'andazzo attuale tutto sommato hanno più la possibilità di mantenere la loro nicchia che con un andazzo diverso, e quindi è difficile che le cose cambino e facile che si ripeteranno all'infinito scene indecenti come questa di cui all'articolo, di espropri e introduzioni di mani nelle tasche della gente, camuffati da "presentazione del bilancio".
I promotori di questa interessante iniziativa socio-progresso-verdistico-ambientalistica hanno espresso un no, la cui coralità, riferita all'intera comunità portorecanatese, è stata immaginata, o forse proprio sognata, dall'articolista?
I partecipanti hanno probabilmente fatto un ragionamento semplice, persino banale, nella sua essenzialità: a che serve colare altro cemento per edificare a Porto Recanati un resort di lusso a 5 stelle, destinato a ospitare turisti provenienti dalla Russia, o comunque facoltosi, e finanziato con capitali Russo-americani, quando Porto Recanati ha già così tante strutture ricettive di livello, come l'Hotel House e il palazzo del Green Leaves, che di stranieri ne possono ospitare, e ne ospitano già, tanti, alcuni dei quali certamente assai facoltosi, date le professioni che svolgono nel settore della chimica narcotica e dell'intrattenimento personale? E certamente, per custodi, manutentori, fornitori di servizi catering e quant'altri, tali accoglienti strutture già esistenti sono già prodighe di committenza sicura e solvibile.
Quando si dice che il genio è frutto di poca illuminazione e tanta sudorazione... Mica vero! Tante volte il genio, come quello dimostrato da questi ispirati riuniti a Porto Recanati, sta proprio in un'illuminazione semplice semplice: guardarsi intorno e scoprire che il lusso, e il benessere da esso indotto già ci stanno, inutile pensare a chissà quali stravolgenti novità per attirarli.
Spero proprio che questa petizione non venga presa in considerazione dal Sindaco. Non se ne può più di animalisti in servizio permanente effettivo. A tutelare gli animali contro i maltrattamenti, nei circhi o altrove, ci sono già abbastanza norme e abbastanza personale retribuito dallo Stato, come i veterinari delle Usl. Mi piace il circo con gli animali e voglio continuare ad assistere a questi spettacoli, qui a Macerata e altrove. Ottimo il commento di Giada Branciari, che coglie il punto della questione, di una città dove la fissazione (progresso socio parrocchia, nella sua concezione) di limitare e proibire, fa premio su tutto, e contribuisce a rendere Macerata quel che è, e cioè un posto autoreferenziale, ripiegato su se stesso e in perenne invincibile declino.
Una cosa meravigliosa. Per due rapine compiute, l'una il 28 ottobre, e l'altra il 29, le foto dei delinquenti diffuse 4 mesi dopo. Se i due porci inquadrati visitano il sito di Cronache Maceratesi, per loro una buona occasione di una sana risata a buon mercato.
Meraviglioso: arresti domiciliari per l'albanese Bledar Gjini, incarcerato con accusa di spaccio di cocaina, "già noto da tempo alla Polizia". I domiciliari. A posto. Lui pensa: ma perché non sono stato massacrato a manganellate appena varcata la porta del commissariato, come a uno come me sarebbe accaduto a Bucarest o a Mosca o, forse, persino a Durazzo? Come mai dopo (forse?), una nottata dentro sto già tranquillo a casa mia (sua?...). Sai le risate che si sta facendo.
Una volta ancora, affermo il sostegno all'ordine del giorno proposto dal consigliere Meschini e votato dal Consiglio Comunale di Macerata. Ottima la posizione da lui propugnata di indirizzare solo verso le famiglie naturali composte da un uomo e una donna le risorse dell'amministrazione pubblica. Condivido anche le giuste osservazioni della signora Pantana.
Ridicole le contestazioni su pretese "discriminazioni" nei confronti degli omosessuali o di qualsiasi altro soggetto. Ciascuno amministri come crede il suo privato, ma che le istituzioni segnino la demarcazione netta fra ciò che alla società interessa favorire e incoraggiare, e cioè l'unione eterosessuale fra un uomo e una donna, e il resto, che invece è semplicemente l'esercizio del diritto di ciascuno a vivere la propria vita intima, avendo il diritto a pretendere che nessuno si intrometta e senza pretendere dalla società "parificazioni" o definizioni di normalità "parallele" o "alternative". Quando non le fantastiche pretese delle coppie omosessuali di accedere all'istituto dell'adozione di minori. Il resto sono solo socio-progresso-tardo-resistenzialate.
Non conosco Mechini e non sono certo un simpatizzante dell'Italia dei Valori, ma approvo l' iniziativa di questa mozione. I Consigli Comunali deliberano spesso su questioni che non pertengono alla loro stretta competenza. Hanno deliberato su guerre e pace (ricordo quanto cianciarono all'epoca dell'operazione militare in Iraq nel 2003), hanno deliberato su fuoriuscite dal nucleare, hanno tritato tanta aria fritta. Fra tante arie trattate, questa della mozione di Meschini è una delle meno fritte. Il tema è attuale. I Consigli Comunali in varie parti d'Italia si sono affrettati a sventolare la bandiera della cosiddetta uguaglianza di genere, approvando registri delle coppie diverse da quella uomo-donna, inserendo le coppie omosessuali fra i beneficiari di provvidenze varie. La mozione di Meschini quindi è giusta e in tema con ... il "tema" che al momento sembra essere uno dei più importanti per il popolo centrosinistrico. I toni "sdegno-urlati" dell'articolista sono proprio ridicoli. I paragoni con l'Unione sovietica, i Gulag .... Marco Ricci prendesse un brodo. E, magari, Dio volesse, lo prendessero anche l'ARCI e l'ANPI che, e ti pareva, hanno "stigmatizzato" la mozione. E non c'entrano nulla le "discriminazioni" e le violenze contro gli omosessuali con le normative che, sulla spinta delle lobby di pressione loro vicine, pretendono per loro"parificazioni" legali ed elevazione allo status di "normalità parallela", e, quindi, alla fine della fiera, o delle sfilate come quelle delle giornate dell' ''Orgoglio Gay", ... soldi.
Ottima iniziativa, quella di Pezzanesi. Un giusto omaggio alla memoria di un uomo che ha dedicato la sua vita alla causa della difesa del suo Paese, che ha trascorso l'intero arco della propria storia di Nazione moderna a difendersi da tutti coloro che hanno cercato in tutti modi di impedirne la nascita prima, e di attentare alla sua esistenza nelle forme più violente e animalesche poi, fra il plauso più o meno palese di tutti i fanatici di ogni parte del mondo, simpatizzanti per riflesso ideologico della "causa" arabo-palestinese da diversi versanti ideologici, comunisti o neonazisti.
Un solo rimpianto, che di carature umane simili noi qui in Italia ne abbiamo sempre avuto penuria.
La differenza fra l'investimento che i russi intendono fare a Porto Recanati e il tipo di investimenti che il caravanserraglio dei "nuovi Italiani" dell'Hotel House da decenni già stanno facendo, Liuti la può capire facilmente (non l'avesse già fatto prima, negli stessi passati decenni) leggendo la notizia che la newsletter di "Cronache" riporta poco dopo il suo intervento, circa il nigeriano trovato con mezzo chilo di droga nell'ex condominio delle famiglie maceratesi in vacanza al mare. E, magari, ove volesse leggere l'articolo oltre il titolo, ulteriori ragioni di approfondimento della differenza gliela potrebbe portare l'altra notizia che i Carabinieri, entrati nel condominio per perquisire l'abitazione del nigeriano, hanno notato fili della luce che pendevano da un appartamento all'altro di due piani diversi e, insospettiti sull'ipotesi di un allaccio abusivo per rubare energia elettrica, sono entrati in un altro appartamento del complesso e hanno trovato altri cinque Nuovi Italiani, pakistani nel caso specifico, imprenditori nel settore della preparazione delle sostanze stupefacenti, con relativi materiali tecnici di confezionamento della merce.
Le molte volte che passo nella zona dell'Hotel House vedo sempre girare ceffi che sono certamente tipi umani diversi da quelli che lì s'aggiravano negli anni '70, quando il condominio ospitava le famiglie maceratesi in vacanza, e sono probabilmente diversi dal materiale umano che potrebbe ospitare il resort di Montarice, e cioè turisti russi non molto diversi da quelli che vedo nei resort consimili in ogni parte del Mediterraneo, dalla Turchia alla Tunisia, e che Turchia, Tunisia, Egitto, Grecia si tengono gelosamente stretti. Certamente questa differenza non sarà sfuggita a Liuti, come giustamente non è sfuggita a Marangoni, che spesso interviene sulla rogna dell'Hotel House, e a "La Destra" di Storace, che tempo fa propose di intraprendere un percorso per arrivare allo smantellamento della struttura.
Liuti ha comunque ragione quando ritiene che oggi bisogna contentarsi di ciò che passa il convento, e quindi io m'accontento di un commento come il suo a una vicenda come quella di Marangoni, che ha condiviso sul proprio profilo Facebook una vignetta con la foto di Mussolini e un commento contro la Kyenge e la Boldrini. Per quello che mi riguarda, toni e vaffanculo a parte, al commento contro la Kyenge e la Boldrini che Marangoni ha postato, m'associo volentieri e lo condivido nella sostanza, perché le loro parti politiche sono le principali responsabili della situazione che ha portato l'Italia, negli ultimi trent'anni, a vivere l'emergenza dell'immigrazione clandestina in maniera praticamente disarmata, vuoi propagandando l'ideologia dell'accoglienza a tutti i costi, vuoi disarmando anche le poche armi, come le leggi e i provvedimenti che in mezzo alle gazzarre progressistiche negli scorsi anni il Parlamento aveva provato ad approntare. Per inveire contro la Boldrini, anche senza la faccia di Mussolini, basterebbe il ricordo del suo faccino intristito e sdegnato quando da Lampedusa veniva intervistata (parola grossa... rectius: le veniva asservito un microfono Rai) da giornalisti di RaiNews 24 (ma guarda!) per commentare i rimpatri forzati di immigrati clandestini, che venivano sgombrati da lì e imbarcati, polsi legati con fascette di plastica, su aerei che li riportavano a casa loro.
Il vanto per la chiusura dell'inceneritore è il vanto di chi comunica ai propri amministrati che dovranno spendere più soldi per il trattamento dei rifiuti prodotti in città. Questa festosa dichiarazione fa il paio con la "festa" organizzata da alcuni residenti sforzacostani alla notizia della chiusura dell'impianto. D'altra parte difficile aspettarsi realismo da un'amministrazione dove le predicazioni verdistico centrosinistrico selline costituiscono la ragione stessa della sua esistenza in vita.
Non meraviglia nemmeno l'affermazione secondo la quale la commissione d'inchiesta sulle vicende urbanistiche cittadine degli ultimi anni, proposta dall'opposizione e ovviamente respinta dalla maggioranza, servirebbe solo a "offuscare" il lavoro compiuto dall'amministrazione. In effetti mai sentita una maggioranza condividere una proposta, avanzata dai propri oppositori, di indagare a fondo sul proprio operato. Va premesso che nessuna persona seria può pensare che due bravissime persone come Giorgio Meschini e Romano Carancini abbiano mai agito, nel trattare le vicende urbanistiche degli ultimi anni, animati da un qualsivoglia interesse personale. Ma comunque la maggioranza sa bene che presentarsi in questa ipotetica commissione andando a dire le cose che Carancini (sindaco attuale) e Meschini (sindaco precedente) vanno dichiarando in questi giorni (anche nelle ultime ore), e cioè che da molti anni si sono prese decisioni in merito all'urbanistica che sono passate sopra le teste dei sindaci stessi (che hanno parlano di commissioni urbanistiche dove, a loro saputa o insaputa che sia stato, si sono realizzati accordi trasversali alla politica che loro avrebbero, a quanto pare, "subito"), getterebbe discredito e ridicolo sulle amministrazioni coinvolte, e farebbe fare un'ulteriore bruttissima figura alla politica in genere, che ne emergerebbe come un teatrino di parolai vaniloquenti, che parlano di aria fritta mentre altri gestiscono il potere reale.
Certo che tra Spacca e questo Tozzi delle Autostrade si sono scambiati leccate a spreco, tanto a loro non costa nulla. Chi li percorre, questi meravigliosi 90 km di terza corsia già aperti, sa che slalom occorre fare fra continui restringimenti di corsia, salti da una corsia all'altra, tratti in cui quel lavoro va completato o quell'altro ancora va rivisto, o quel viadotto va allargato o quel terrapieno va eliminato. Tratti ancora in cui una volta che ci passo sono veramente a tre corsie ma dove qualche mese dopo, magari perché stanno eseguendo qualche ritocco, trovo i birillini bianchi e rossi a restringere la carreggiata. E ci stanno lavorando da così tanti anni! Mi ricordo i primi cantieri per la terza corsia a metà del decennio passato. E in tutti questi anni fra Rimini e Porto Sant'Elpidio è stato come sulla Salerno-Reggio Calabria. La "Gianmariospaccata" su questa nuova imponente Muraglia Cinese lascia quindi tutto il tempo che trova. Non so quanto misero per costruire la Muraglia, anche perché non si tratta di una sola Muraglia ma di un insieme di opere costruite in varie epoche da vari imperatori e poi "unificate" da un altro imperatore ancora, ma, venendo più vicino, il secondo ponte sul Bosforo fu costruito dal 1986 al 1988. E la velocità, per riparlare invece proprio della Cina, con cui vengono stesi nastri autostradali di centinaia di chilometri a te e più corsie, è diventata famosa.
Va quindi bene tutto, che Spacca e questo qui delle Autostrade ci vengano a spiegare quanto è bello e progressivo avere un "Indice di Frequenza e Gravità di Infortuni" inferiore alla media nazionale, e che vengano a mettere su palchi e cori ogni qualvolta casca un diaframma su una galleria. Tutto bene. Ma noi, che Spacca non siamo e che invece siamo quelli che gli passiamo lo stipendio, prendiamo queste coglionate per quello che sono e ricordiamoci le sceneggiate che i politici marchigiani fecero già all'epoca del terremoto (Spacca lo ricorderà: già allora si sacrificava al nostro servizio in qualità, mi pare, di Assessore alle Attività Produttive della Regione), con la cerimonia di consegna delle chiavi dei moduli abitativi (eufemismo per container, come "non vedente" per cieco") a Serravalle conclusasi, non appena le telecamere se ne erano andate, con il ritiro delle chiavi stesse appena "consegnate" agli assegnatari, perché i "moduli" erano ancora privi dei servizi essenziali, con puntata di "Striscia la Notizia" dedicata al fatto e Gabibbo a passeggio a Serravalle a intervistare inviperiti paesani.
Comunque a Civitanova qualcuno della maggioranza del sindaco Corvatta si è svegliato. Probabilmente non faranno nulla per mazzolare a dovere gli organizzatori di queste cosiddette feste a Foce Asola, né per sgombrare e rimandare a casa a calci in culo tutti gli sciagurati che parteciperanno, però pare che un consigliere PD al Comune, Rosati (leggete un altro articolo su questo giornale) voglia attivarsi per evitare il ripetersi di fatti assai più obbrobriosi, assai più rilevatori di malessere sociale diffuso, assai più pericolosi per l'incolumità, la tranquillità e la salute pubblica di quanto lo siano queste feste-rave, e cioè evitare che un mendicante pisci sui muri del Comune. I corvattiani hanno individuato le vere priorità.
L'avv. Bommarito ha proprio ragione. Questa dei rave party è la gara a chi fa finta di essere più cieco dell'altro. Le autorità dei vari comuni interessati dalla piaga dei rave partecipano alla gara, a chi recita meglio la parte della scimmietta "io non vedo" insieme con le forze di Polizia, con i magistrati (che si sono svegliati solo dopo che sul Monte Faito c'è scappato il morto), con tutti quelli che siedono nelle commissioni come quella, citata da Bommarito, "Uniti contro la droga", che evidentemente serve solo a unire il desiderio di chi vi partecipa ad andare a passare ogni tanto qualche ora, discutendo tutti insieme su come si frigge meglio l'aria.
Sarebbe facilissimo intervenire a gamba tesa, monitorando il web, come giustamente Bommarito suggerisce, impedendo l'accesso alle aree individuate dagli organizzatori, denunciando i promotori per tutti i reati che si commettono organizzando queste porcate, come l'occupazione abusiva dei suoli, la vendita clandestina di prodotti alcolici, gli schiamazzi nei luoghi pubblici. Per non parlare dello spaccio palese e indisturbato di ogni tipo di sostanza stupefacente. Quando poi a farsi promotori di questi raduni di derelitti imbecilli sono addirittura dei gestori di esercizi pubblici, come nel caso citato da Bommarito dei rave alla foce dell'Asola, il lavoro delle c.d. autorità preposte dovrebbe essere ancora più facile. Il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, che all'articolo 100 citato da Bommarito prevede appunto i casi in cui una licenza di pubblico esercizio può essere sospesa o anche revocata, è una delle norme in vigore emanate in materia di tutela dell'ordine pubblico al contempo più antiche (si tratta infatti del Regio Decreto 18 giugno 1931 n. 773), più ottimamente complete, ma anche più disattese da tutti. Disattesa da tutti i soggetti e le autorità coinvolti, che preferiscono fare come la scimmietta citata e quindi mettersi le mani davanti agli occhi e non vedere, o fare come l'altra scimmia e non sentire le proteste dei genitori esasperati o dei residenti nei dintorni dei luoghi del rave permanente, tormentati dal baccano continuo, e infine pure, come la terza scimmia, non parlare e non manifestare mai alcuna intenzione seria per risolvere il problema, se non belare qualche frasetta di circostanza quando uno dei partecipanti muore, schiacciato sul terreno dalle ruote di un'automobile, nell'indifferenza degli altri strafatti e inebetiti partecipanti, come sul Monte Faito.
Forse il punto è che nei confronti della folla di ragazzi che partecipano ai rave c'è compiacenza, e come una specie di inespressa solidarietà. Alla fine del giro, sono parecchi, e sono pur sempre dei potenziali elettori, anche se magari molti di loro non voterannno nemmeno. E a un sindaco, e alla sua maggioranza, torna allora più utile praticare la politica delle tre scimmie, invece che magari scatenare i Vigili Urbani, e/o sollecitare a tamburo battente l'intervento delle altre forze di Polizia, e/o prendere carta intestata e tastiera del computer e chiedere al Prefetto un incontro urgente per discutere altrettanto urgenti interventi coordinati per porre fine alla cosa.
Un grazie finale a Bommarito perché, una volta ancora, è esauriente e ottimo supplente, per il poco che può fare, delle lacune dei soggetti che ricoprono incarichi retribuiti per intervenire sulle questioni da lui segnalate e denunciate.
Fra i due attori non conosco nemmeno di vista Carbonari, e tanto meno lo conosco per opere seguendo solo di tanto in tanto la politica maceratese. Più noto a me l'altro coprotagonista, Tacconi. E per leggerne spesso sulla stampa locale le gesta, e per leggerne i contributi di idee che ci regala dalla sua bacheca in piazza, vicino a largo Amendola. Non so se le abbia prese da Carbonari, o lui le abbia date, a Carbonari; approfondiremo il tema, perché non è da poco. Perlomeno mancando cose diverse di cui occuparci, passiamo il tempo col punteggio del match Carbonari - Tacconi.
Ma certamente la mano di Carbonari avrà agito potenziata dallo spirito dell'Alighieri, lui che la lingua italiana l'ha inventata e cesellata, e che dopo anni che da lassù (o da dove sia) legge i dazebao di Tacconi (che la maggior parte delle volte, per vero, io condivido nella sostanza), ne avrà avuto talmente le tasche piene degli strapazzi inflitti dal neo, o vetero che sia, democristiano Tacconi alla sua creatura, che avrà voluto finalmente passare a vie di fatto contro di lui, anche se, inevitabilmente, per interposto Carbonari.
Ma una mano di rinforzo - per metterla sulla coscienza del marito, per carità, mica per menarlo pure lei - ce la potrebbe anche mettere la moglie di Tacconi, quella che, secondo Tacconi stesso quando volle raffrontarla in positivo con la consigliera Pantana con cui, aridagli, aveva pure litigato, lei sì può fregiarsi del titolo di "donna", mica la Pantana.
Va bè... c'è peggio
Giandorico Bonfranceschi
Un sostegno convinto all'iniziativa dei consiglieri. Un'ottima idea la loro di proporre al Consiglio Comunale di esporre lo striscione sul Palazzo Comunale. Troppo pochi comuni lo stanno facendo; lo faceva Civitanova Marche, per esempio. E' da queste cose che si capisce quanto gli Italiani abbiano subito un processo profondo di "snazionalizzazione", dovuto alle dinamiche politico sociali degli ultimi cinquant'anni, coll'azione congiunta delle ideologie antinazionali, comunista e cattosocialista. Latorre e Girone ci stanno dando un esempio di dignità, anche più in là dei loro doveri, come quando pochi giorni fa hanno accettato di tornare in India, obbedendo, pur non essendovi tenuti, a una consegna data loro da gente, da Napolitano a Monti a Di Paola, che non vale (e mi dispiace per Napolitano, che per altro non ha svolto un cattivo settennato) una briciola rispetto a loro. Questo terzetto, al momento del dunque, non appena l'India (e guarda un po' che strano...) ha reagito alla nostra decisione di non farli tornare, e appena appena c'ha fatto la mossa della mano fra i denti, come quando i genitori rimproverano i bambini, s'è comportato come gente alla quale qualcuno avesse infilato la mano nel sedere e gli avesse sfilato via la colonna vertebrale.
I commenti che parlano della sentenza, sia in merito all'entità ridicola della condanna, sia in merito alla fantasiosa decisione sul fatto che la medesima l'egizio la sconterà ai domiciliari, sono da condividere. Ma a Cronache Maceratesi chiedo: le sentenze non vengono emesse da un computer, dotato di un software Microsoft o Apple. Vengono emesse da collegi o da giudici monocratici, in carne, ossa, e materia grigia. Allora perché Cronache Maceratesi (come d'altronde anche altri organi di stampa: la tendenza ad omettere nomi e cognomi dei magistrati è diffusa) non pubblicano i nomi e i cognomi dei giudici stessi? Non sono dati coperti da segreti di Stato: le udienze dei tribunali sono pubbliche. E allora perché non sapere il nome e il cognome di chi ha deciso che l'egizio dovrà passare 14 mesi a casa sua, dopo aver tentato di sgozzare tre ragazzi che se ne stavano lì per i cazzi loro? E considerando che il faraoncino era anche pregiudicato. Questa sentenza ricorda la decisione che qualche altro magistrato maceratese prese l'anno scorso, quando mandò agli arresti domiciliari un balcanico, immigrato clandestino, preso mentre rubava dai Fallimenti alla Cisterna a Tolentino: mandato agli arresti domiciliari a casa della fidanzata (chissà se clandestina anche lei), se non ricordo male a Porto Sant'Elpidio? L'egizio ai domiciliari, come il balcanico, come mille altri (l'andazzo magistratistico in merito è consolidato), che sicuramente staranno a casa loro dalla mattina alla sera, perché terrorizzati da quello che gli potrebbe accadere se sgarrassero. Sarebbe bello, ripeto, conoscere i nomi e i cognomi di chi ha emesso queste sentenze. Se no, che gusto c'è a leggere l'articolo? Un senso d'incompiutezza, come se quando vai in un museo e contempli un'opera d'arte, non trovassi sotto o a fianco il cartellino col titolo dell'opera stessa e il nome dell'artista.
Stavolta la redazione di "Cronache Maceratesi" ha abilitato i commenti all'articolo. Qualche giorno fa, quando quattro intraprendenti "Nuovi Italiani" di Tolentino, Macedoni di tipo Fatih e di tipo Ramiz (i Macedoni di etnia albanese, che in Macedonia i Macedoni veri, di etnia slava, quelli che si chiamano Alexsandrov o Grigorov, trattano a calci in faccia col principio: "Se ti vedo ti meno"), provocarono una rissa in un bar, alzando anche la mani verso i carabinieri che erano accorsi, la redazione disabilitò i commenti all'articolo. Una simpatica censura - autocensura, chissà mai se frutto di una propria iniziativa o delle richieste di sociosensibili progressivoorientati lettori, che talvolta reagiscono con sdegno quando la gente commenta inferocita accadimenti del genere. Socioprogressivi lettori più sdegnati verso i commentatori che verso i delinquenti; la vera scala di valori del socioprogressivo: un fatto non è grave in sé, ma se contrasta con la mia, appunto, progressista visione della vita.
Su questo altro fatto che dire? Gli italiani fanno le loro scelte. Delle maggioranze politiche forti per cambiare lo stato di cose, e condurre un'operazione seria di restaurazione, una vera e propria operazione reazionaria (perché di questo sin tratta, di "reazione" alla deriva degli ultimi cinquant'anni, dalla metà dei Sessanta ad oggi) gli Italiani non le hanno mai votate. Buttare nel cesso l'equilibrio politico sociale costruito nel dopoguerra, la Costituzione reale e quella materiale, peggio l'una dell'altra, e rifare tutto. L'Italia s'è salvata fino agli anni Cinquanta, quando buona parte dell'attuale Costituzione ancora non era attuata. La Costituzione del 2006 era un buon inizio, anche se affrontava praticamente solo la questione delle autonomie e dei rapporti Governo- Parlamento, ma gli Italiani non l'hanno votata. Senza rifare le basi, è tutto inutile: inutile nuove leggi sulla legittima difesa, nuove leggi sui rimpatri forzati, sulle espulsioni, sul carcere per i clandestini, sulle regole e gli esami e le verifiche per la concessione dei permessi di soggiorno, una revisione profonda della legge Gozzini abolendo i meccanismi premiali per chi ha commesso reati violenti. Inutile tutto questo senza una Costituzione nuova, con una collocazione diversa gerarchico funzionale della magistratura, sottomettendo (letteralmente: mettendo sotto) la magistratura inquirente a un controllo rigido gerarchico funzionale, con ai vertici il Ministero della Giustizia, quindi un organo dotato di responsabilità politica, capace di dare direttive e di risponderne al popolo degli elettori. Così come ora, anche le nuove leggi adottate su parecchi di questi punti dal Centro Destra (Bossi-Fini sull'immigrazione, sul reato di clandestinità, sulla legittima difesa, ecc.) sono state svuotate dalla magistratura, piena di gente cresciuta con la zucca piena di tutti gli scarti che la società italiana ha prodotto, appunto, negli ultimi disgraziati cinquant'anni. Ma ora sembra che le priorità degli Italiani siano le grillate, le 5 stelle tipo l'acqua pubblica o il wi-fi per tutti. Bene. Così dopo l'assalto dei romeni o degli albanesi l'acqua per pulire la casa e gli schizzi del sangue sarà gratis, o a prezzo di costo, e i Carabinieri saranno allertati via Internet, col wi-fi gratuito.
Quindi per un incarico di lavoro non full time, a un soggetto (a proposito, perché non citarlo per nome e cognome? Tanto parliamo di un reddito legalmente percepito) già titolare di reddito da pensione, vengono corrisposti 36.000 Euro di reddito lordi l'anno; inoltre, piglia fino a un altro 40% massimo dell'importo (quindi, se ho ben capito, fino ad altri 14.400 Euro annui) come "retribuzione di risultato", che nei lavori della greppia sociopubblica significa: "ti diamo altri quattrini per andare a fare il lavoro per il quale già sei pagato, per non farti fare l'assenteista e il pelandrone come tanti altri". In più anche l'alloggio in comodato, che non sappiamo se sia una stanza con bagno come ne vengono date agli studenti nei collegi, o invece un intero appartamento di proprietà dell'ERSU. Nel primo caso un valore di altri 250 Euro al mese circa. Nel secondo, da 500 Euro al mese in su. E la domanda che fa la signora Pantana in effetti merita una risposta: le utenze se le paga il nominato da solo o anche quelle sono benefit "included"? Ma devo dire che ancora più bella è la nomina delle due "alte professionalità" in più, per un ente con una quarantina di dipendenti un tutto. Chissà tutte queste figure professionali, così alte e direttive, se si presentassero a chiedere lavoro in una fabbrichetta della zona industriale di Corridonia, dove il lavoro è vero e non stabilito con decreti della Regione su input centrosinistrici o di chissà chi, che tipo di apprezzamento e di retribuzione riceverebbero per le loro testé citate alte professionalità?
Una magistratura veramente alla frutta, se ha ravvisato di non aver da fare altro che aprire un fascicolo sulla Panda bianca usata da Carancini. Essi stessi, i magistrati, non siano i primi delegittimatori di se stessi, prima di lagnarsi, con la solita sempiterna cantilena, delle delegittimazioni che subirebbero dai politici. E agli avversari politici di Carancini, che hanno ritenuto di sollevare questo problema, l'invito da parte mia, iscritto al PDL, di trovare modi più utili di occupare il loro tempo rispetto a come hanno fatto con questa ridicola questione: proprio come avrebbero dovuto fare i magistrati di cui dicevo prima. A entrambi, poi, politici e magistrati, anche l'invito a valutare e capire le persone, prima di coinvolgerle in vicende giudiziarie che se anche sono, come questa qui, ridicole e destinate solo a sprecare alberi e a tritare aria fritta, purtuttavia costituiscono per la persona coinvolta un oggettivo motivo di preoccupazione e di amarezza. Chiunque, anche solo superficialmente, conosce Carancini, capisce ictu oculi che è una persona onesta e che non merita che il suo nome venga associato a vicende di illeciti.
La solita coreografia da cinquant'anni, da Genova 1960: gli "antifascisti" che fanno casino per impedire ai manifestanti di destra di manifestare. E che per farlo provocano un putiferio, tanto minacciato con grancassa prima, quanto poi attuato. Il solito rituale dell'"antifascismo militante": o fai quello che ti dico o faccio un casino, perché stabilisco io cosa si deve fare e permettere e cosa no. Un atteggiamento minatorio e paramafioso che c'ha ammorbato da cinquant'anni. Tante sigle che firmano i manifesti sui "presidi antifascisti", tanti che impestano la scena politica e sociale del paese, che pongono ipoteche su tutto quello che in Italia si decide e non si decide, nell'ossessiva ripetizione di rituali sempre identici a se stessi. Un Paese, grazie a loro, condannato a un'eterna masturbazione sui rituali del "codice antifascista". Ci si costruiscono carriere e fortune politiche, e come una religione si ordinano sacerdoti e si incoronano papi, incaricati di esprimere giudizi, opinioni ed emettere scomuniche, parlando dall'alto della cattedra della liquefazione cerebrale antifascista. Un gran bisogno di un potente DDT che ce ne liberi una volta e per sempre!
Di fronte a sospetti come quelli avanzati in questo articolo Caccamo non si deve giustificare di nulla e non deve dimostrare niente. Chi ha qualcosa da dirgli di diretto, del genere; "Sulla ricapitalizzazione della sua società fatta con i tuoi milioni di Euro, ho dei sospetti che ciò possa essere stata un'operazione di riciclaggio di soldi sporchi", beh, non ha che da mettersi alla tastiera di un computer, produrre della carta con su queste accuse, con tanto di documenti a supporto, e poi portare tutto alla Procura della Repubblica di Macerata. Lì, nei modi e nelle forme, la Alba e i suoi amministratori potrebbero poi rispondere alle domande che gli inquirenti intendessero fare loro, se gli inquirenti leggendo l'esposto ritenessero che domande andassero fatte. L'avv. Bommarito fa senz'altro bene a darci il suo punto di vista sulla vicenda "CorridOmnia", e gli argomenti che sciorina sono suggestivi per ciò che concerne la storia e la genesi della vicenda politico amministrativa del centro commerciale; e sul fatto che le autorità amministrative, su ogni pratica edilizia e su ogni autorizzazione concessa, debbano effettuare dei solerti controlli, beh, ci mancherebbe! D'accordo senz'altro. Però il passo successivo, l'aver adombrato apertamente dei sospetti di illegalità sulla vicenda imprenditoriale di Caccamo, mi pare eccessivo. Non conosco questo imprenditore. Ne sentii parlare la prima volta quando i giornali locali riportarono le sue accuse contro i politici locali del centrodestra, durante l'inaugurazione della struttura, la settimana passata. Ma, al di là della premessa "di stile" che Bommarito fa nell'articolo sulla troppo facile "abbinabilità" di un cognome come quello di Caccamo a vicende mafiose, alla fine proprio questo si rischia di fare. La questione della "mafiosità" di taluno o di tal altro la ritengo troppo seria e delicata perché la si adombri solo, più o meno addolcita da premesse di stile. O si hanno dei fatti da presentare alla Procura della Repubblica in esposti firmati, o ci si limiti alle critiche alle scelte sugli indirizzi della politica del commercio, che tutti possiamo fare non essendo articolo di fede, con Pontefici autorizzati a parlarne "Ex Cathedra" con diritto di ultima parola. E su questa politica la mia ultima notazione. Da iscritto al PDL penso che sia una perpetuazione del desiderio di farci del male questa ennesima battaglia contro i centri commerciali. Sulla questione la gente vota in continuazione: con i propri piedi, quando sceglie di entrare in uno shopping center. E vorrei vedere che non fosse così. Non è che il consenso della gente vada inseguito a tutti i costi, ma nemmeno rifiutato, a tutti i costi. E va bene infine che siamo un popolo contadino, ma questo continuo agitare desertificazioni del tessuto sociale, disastri ambientali, piene di fiumi, perché no anche scostamenti dell'asse terrestre, ogniqualvolta si ripropone la questione centri commerciali sì o no, significa proprio mulinare i forconi contro l'aria, cosa che i contadini veri, abituati a non sprecarla, la loro fatica, non credo facessero. Il fenomeno del cambiamento del modo di fare commercio non è una cosa che si arresti con le prediche o con le battaglie di retroguardia, ammantate magari di ecologismi, ché un po' di verdismo non guasta mai. Il cambiamento del modo di fare commercio lo si sarebbe dovuto accettare; e semplicemente lo si sarebbe dovuto governare con pacatezza e lungimiranza, come peraltro sempre ogni accadimento andrebbe governato.
Meno male che Silenzi ha avuto un buon risultato a Civitanova: dopo la trombata presa da Capponi tre anni fa (quando a quattro cinque giorni dal voto lo potevi vedere alle due di notte a controllare i lavori nelle rotatorie in costruzione con piglio decisionista e fare rassicurante), dopo la bitrombata alle primarie del suo schieramento (dove i Civitanovesi gli hanno preferito il Pisapia locale, e vedi un po' che novità...), almeno un che da fare per i prossimi cinque anni gliel'hanno dato. Mobili è la dimostrazione di ciò che già si sapeva; che gli elettori di centrodestra differiscono da quelli di csx perché per portarli a votare li devi convincere ed essere credibile: non è un elettorato da sfilate cortei e coreografie triplicosindacalprogressopecorilistiche; o il candidato tira o se ne stanno a casa; che se è vero che era inevitabile, dato come sono andate le cose negli ultimi periodi, che il PDL, cui sono iscritto, avrebbe avuto un risultato pessimo e avrebbe perso comunque voti, per salvare la situazione e provare perlomeno ad "appattarla" bastava presentare candidati che avessero un carisma appena superiore a quello di un fantasma e una credibilità assodata fra i nostri elettori. Mobili o, poniamo, Perrone a Lecce eletto al primo turno con più del 60% dimostrano che se gli elettori di cdx credono nel candidato e nel loro schieramento lo votano.
Un articolo interessante, con un bel riassunto della telenovela che ha coinvolto queste aree della città negli ultimi dieci anni. Anche gli addentellati politici (silenzio sulla vicenda delle amministrazioni cenrosinistriche e quasi acquiescenza centrodestrica) sono interessanti. Sarebbe bello che qualche politico fosse interpellato e sfruculiato sulla vicenda, che, dati per esatti i passaggi che l'articolista ricostruisce così minuziosamente, per la sua enormità non dovrebbe passare così sotto silenzio, come negli ultimi dieci anni mi pare sia sostanzialmente passata; al punto tale che mi fa pensare possa applicarglisi quel modo di dire degli Americani: che sia una di quelle tipiche situazioni nelle quali nessuno ha interesse a buttare la merda nel ventilatore, perché tutti sanno che ritornerebbe in faccia a tutti i presenti.
Guzzini ha posto un problema reale. Il centro di Macerata s'è desertificato rispetto a quando io, che ho 51 anni, ero ragazzo. Vorrei allargare un po' la questione. Prima tutti andavano in centro, o per negozi o per passare tempo passeggiando o per trattenersi in qualche bar, prima e dopo cena. Ora prima di cena ci va una frazione minima di quanti ci andavano prima, e dopo cena è diventato un ricettacolo di giovanilismo chiassoso e birraiolo, colonizzato dagli ragazzi, universitari e no, che razzolano intorno ad alcuni locali che emettono musicaccia ad altissimo volume che rimbomba per tutto il centro fino a notte fonda (d'estate anche fino alle 3 o le 4). Quelle poche persone, non appartenenti a questo tipo umano, che s'avventurino al centro dopo cena, possono constatare la situazione: casse acustiche a mille dal bar sotto il porticato del Comune, schiamazzi e bottiglie di birra vuote a decine e crocchi di persone sedute sul sagrato di San Giovanni, orbitanti attorno al locale sotto il porticato di fronte, simili scene anche altrove, ovunque sporcizia. Bastava poco per evitare ciò: regole severe sulle emissioni sonore e gli orari, multe a raffica a chi sporca, telecamere ovunque. Che non si sia fatto nulla di ciò vuol dire evidentemente che le amministrazioni che si sono succedute hanno favorito questo andazzo schifoso. La proposta di Guzzini, di riaprire il Centro al traffico i festivi, in presenza dell'assurda chiusura del parcheggio di Rampa Zara, contribuirebbe a dare un pochino di respiro a quei pochi negozi che ancora resistono alla deriva descritta. I paragoni con le altre città marchigiane? Ma a Fermo, Ascoli, Jesi, Camerino, ci vanno veramente quelli che ne parlano? A Fermo, città in collina simile a Macerata, ieri notte, colla piazza affollatissima per una festa, ho parcheggiato a trenta metri dal Corso, dietro la sede storica della Carifermo, e avrei potuto tranquillamente parcheggiare anche nel parcheggio sotto le Poste, dove arrivano gli ascensori che ti portano dentro il centro. A Jesi, città in pianura, non mancano posti in parcheggi intorno alle mura (trenta metri dal corso) o addirittura praticamente sul corso, nel piazzale interno fra palazzi vicino ai Carabinieri, tutti praticabili nei festivi e di notte. Ad Ascoli la domenica mi fermo al park dell'ex seminario, se non voglio andare a Torricella e risalire con gli ascensori, e con 200-300 metri a piedi in pianura sono a Piazza Arringo. A Camerino i festivi vado al park sotto le mura e risalgo con gli ascensori. A Macerata nei festivi chiudere alle auto il Centro e contemporaneamente l'unico park ad esso attiguo significa volere contribuire alla morte del Centro stesso, negando almeno un po' di respiro a quei negozianti che ancora stanno lì. Nessuno dall'esterno va in un Centro storico se non ci può arrivare comodamente con due passi due, fatti il più possibile in pianura, come detto di Camerino: lascio l'auto, prendo ascensore e scala mobile e arrivo diretto al Centro, direttamente sotto la statua del Papa, passi pochi pendenza zero. Fino a che anche qui non sarà così , continuare con le chiusure, persino nei festivi, significa o non voler capire o volere determinatamente finire di espellere i Maceratesi dal loro Centro storico, per consegnarlo ad altra umanità.
L'uomo del fare ridere. Vicepresiede con gli uni e poi si candida a presiedere con gli altri. Un vero esponente del terzo polo, quello che in fisica come nella realtà dei fatti non esiste. Gli conviene rispondere il più possibile alla descrizione che Spacca ha fatto di lui, nel centrosinistrico santino che gli ha costruito e che nell'articolo è riportato: "un uomo che appare poco"... Meglio se scompare proprio, e che provvedano a fare la campagna per lui i suoi grandi elettori, da Spacca a Ucchielli a Silenzi. Non credo nemmeno che lo vedremo, per il tipo che mi sembra che sia, a distribuire volantini al centro commerciale Valdichienti come Silenzi l'ultimo giorno della campagna elettorale del 2009, insieme a Sara Giannini e a un addetto alla bomboletta del gas per il gonfiaggio dei palloncini che regalava ai ragazzini. Chissà se farà la fine che due anni fa fece, appunto, Silenzi, cioè quella dei suoi palloncini, sgonfiato dopo due-tre giorni, alla diffusione dei risultati alle 14,30 del lunedì.
L'idea della statua è una buona idea. Ridicole le polemiche piagnonistico-pauperistiche sui costi. Un'opera d'arte non è proprio come l'appalto per l'installazione di un impianto elettrico in un condominio, ma comunque, per parte mia, come contribuente delle casse di uno degli enti che dovrebbe metterci i soldi, il Comune di Macerata, approvo l'idea e la spesa. Sulla questione artistica, fra Bonanotte che ha fatto un suo progetto, Sgarbi che lo ha criticato perché non lo giudicava rispondente all'obiettivo di ricordare Ricci, questi artisti che lo criticano per questioni artistiche e procedurali, penso che, sentiti ovviamente tutti quelli che devono essere coinvolti nel pagamento dell'opera, è giusto che la scelta finale debba cadere sul vescovo, che presiede il comitato per le celebrazioni ricciane.
Io l'unico astio lo vedo in questi commenti, non nelle parole pronunciate dal Vescovo. Lui ha detto la sua su questioni sulle quali sentire un suo commento è giusto. Giusta la sua idea di celebrare Ricci con una statua. Condividerla o meno è certo questione di libertà d'opinione ma gli argomenti piagnoni-pauperistici mossi contro il progetto sono ridicoli. La Chiesa è un'istituzione, e fra gli scopi che si prefigge c'è quello di indicare alla gente come esempi dei personaggi che l'hanno resa illustre e hanno onorato la loro missione. La Chiesa non è la Caritas, che deve occuparsi di opere di carità, appunto, e assistenza. La Chiesa è "anche" la Caritas, ma non solo. Nei lunghi secoli che furono necessari a edificare il Duomo di Milano o la Cattedrale di Chartres le persone morivano come le mosche per le carestie: e quindi la Chiesa non avrebbe dovuto raccogliere denaro per queste opere? Probabile che al Vescovo, notando atteggiamenti così cacodubbistici emergere nella comunità maceratese, siano cadute le braccia. Normale. Sugli accenni fatti dal Vescovo nel suo discorso di volere, d'ora innanzi, essere presente e intervenire di più nelle discussioni sulla vita cittadina, l'articolista dice che questa sarebbe una minaccia di ingerenza clericale nella vita dei maceratesi? Badabum! Ma allora siamo al 1870! Se Giuliodori parla così non è più quella bella e umile figura di silenzioso pastore integrato nella nostra bella realtà maceratese cui i suoi predecessori ci avevano abituati, ma un nuovo Pio IX! L'articolista e i suoi simpatizzanti vadano in girotondo intorno alla Curia, anche a far tempo da subito, ché la situazione richiede la mobilitazione delle belle anime. Beh! Che dire? Naturalmente incoraggiamenti al Vescovo perché prosegua nella sua strada. Poi che uno così qui ci voleva proprio, d'accordo o meno che sia io, o che in futuro possa essere con tutte le sue opinioni. Ma io, se uno ce le ha diverse dalle mie (come per esempio lo sarebbero se fosse vero che il Vescovo abbia rimbrottato il Carlino per avere riportato un commento estetico negativo di Sgarbi al progetto della statua), non penso che siano in gioco la sua credibilità o che vada allontanato dalla funzione che ricopre.
Giandorico Bonfranceschi
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17/11/2010
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