Enrico Brizioli
di Luca Patrassi
Accordo siglato tra la giunta regionale guidata da Francesco Acquaroli e l’Aiop, l’Associazione italiana per l’ospedalità privata, per le attività delle Case di cura private multispecialistiche. Ancora da definire invece gli accordi, tutti scaduti, con le strutture di riabilitazione, le cliniche psichiatriche, le residenze per anziani e disabili: si annuncia una stagione bollente visto che da affrontare c’è anche il rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti scaduto da anni.
L’accordo Aiop per le Case di cura approva incrementi tariffari del 4% a copertura del 50% dell’aumento dei costi del contratto di lavoro. L’accordo prevede un taglio del volume storico di acquisto delle prestazionI. Enrico Brizioli, presidente di Aiop Marche e vicepresidente di Kos Care, illustra la situazione che ha portato alla firma dell’intesa, evidenziando anche i diversi motivi di criticità: «Un accordo sottoscritto da tutte le Case di cura – spiega appunto Brizioli – è evidentemente un accordo “accettabile”, anche se non possiamo dire di condividere tutte le scelte strategiche adottate dalla Regione che decide di tagliare le prestazioni erogate dai privati per conto del SSN, in un momento in cui c’è l’urgenza di recuperare gli interventi non effettuati durante la pandemia, contenere le liste di attesa e ridurre la mobilità passiva verso altre Regioni. Nelle Marche la quota delle strutture ospedaliere private convenzionate è una delle più basse d’Italia, mentre è evidente che contribuisce in modo più che proporzionale a garantire servizi essenziali ai cittadini, con costi per il San decisamente inferiori, sulla singola prestazione, a quelli delle strutture a gestione pubblica. Pur rappresentando solo 11,4% dei 5.700 posti letto ospedalieri della regione, infatti, le Case di cura sviluppano ogni anno più del 15% dei ricoveri ospedalieri a fronte di un costo inferiore al 8,2% della spesa totale ospedaliera, dimostrando un livello di efficienza decisamente alto ed un contributo insostituibile all’offerta di servizi sanitari della regione».
La Regione ha evidenziato però di aver aumentato le tariffe. «L’incremento del 4%, su tariffe ferme dal 2012, non copre – rileva ancora il presidente dell’Aiop Marche Brizioli – neanche un terzo dell’inflazione maturata in questi 10 anni mentre i tetti della spending”, bloccati al 2011 e chiaramente incostituzionali, sono ampiamente derogati dalle Regioni in pareggio di bilancio. Non sono previsti inoltre ristori per il Covid né per i costi dell’energia. Ma al di là di questo ciò che ci lascia perplessi è la scelta di non utilizzare a pieno la potenzialità, professionalità ed elasticità organizzativa delle strutture private, che anche durante la pandemia hanno dimostrato, e tuttora dimostrano, che sono in grado di fornire un supporto essenziale». Quella della Regione sembra una posizione in linea con gli annunci finora fatti di tagli alla sanità privata. «E’ una posizione punitiva – conclude Brizioli – che non comprendiamo, in particolare dopo la collaborazione data per la pandemia, peraltro le Marche sono una delle regioni a minor incidenza di sanità privata. Peraltro molte prestazioni sono fornite quasi esclusivamente dai privati che nel tempo hanno dimostrato efficienza e professionalità».
Le cooperative: che danno per il lavoratore e che arricchimento per i proprietari!!!
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D’impulso (discontrollato) mi verrebbe da dire: de-privatizziamo la sanità e torniamo a riconsegnare questo settore fondamentale in mano al pubblico. Mi scontro però con la (dura) realtà: la sanità è praticamente in mano alle Regioni, ci sono regioni di serie A, B e, purtroppo, anche di serie C. Gli interessi sono sempre più localizzati e lo Stato si è arreso, consapevole della propria incapacità. Ancora una volta occorre chiedersi come ci si può muovere in un contesto estremamente difficile: fare come hanno fatto al nord i profeti del privato (e si è vista l’enorme difficoltà nel gestire la pandemia) oppure cercare un equilibrio virtuoso? A me sembra che il Dr. Brizioli stia lottando come un leone per mantenere tale equilibrio. Ripeto: stiamo trattando un tema estremamente delicato in cui è richiesta una sintesi costante, una sorta di “equilibrio radicale” (non è una contraddizione, tutt’altro). Il privato dovrebbe avere un ruolo ausiliario e, nel contempo, fondamentale. Di certo regolato e concordato il più possibile ma con una presenza dignitosa e funzionale all’assetto complessivo. La Regione Marche ha un rapporto ottimale, a mio modo di vedere, dunque, forse, sarebbe già una piccola rivoluzione gestire l’esistente senza tentare voli pindarici che potrebbero metterci in grosse difficoltà.