Claudio Maria Maffei
di Claudio Maria Maffei*
La compagnia di giro che parla agli operatori della riforma della sanità delle Marche sta scendendo verso il sud delle Marche. Dopo il primo incontro a Pesaro del 14 luglio, ci sono stati altri due incontri a Senigallia e a Torrette. Dai comunicati stampa della Regione è facile anticipare il contenuto del prossimo incontro con gli operatori dell’Area Vasta 3 che verosimilmente si terrà a Macerata. L’incontro prevedrà i soliti discorsi ormai scontati di Acquaroli e Saltamartini che li hanno ormai mandati a memoria, specie il primo che affronta le questioni generali mentre il secondo va più a braccio sulle questioni locali.
E quindi Acquaroli verosimilmente dirà frasi che suoneranno bene, ma che non vogliono dire niente di concreto. Ad esempio dirà che la riforma viene fatta per costruire un sistema sanitario che sia in grado di dare risposte ai cittadini marchigiani e che valorizzerà le eccellenze e le specificità che sono presenti. Aggiungerà che si tratta di una sfida che non può essere condotta dal Presidente e dall’Assessore o dal Dipartimento da soli e che la riforma è solo un punto di partenza al quale seguirà una seconda fase di studio del fabbisogno per decidere dove e come indirizzarla, mentre nella terza fase verrà declinata sul territorio. Più difficile immaginare cosà dirà Saltamartini. Certamente rassicurerà sul fatto che tutti gli ospedali dell’ex Area Vasta 3 verranno potenziati, a partire dal nuovo ospedale di Macerata, ma lo stesso dirà sia per Civitanova che per Camerino e San Severino. Farà dunque finta di non sapere che è impossibile garantire questo potenziamento, come dimostra a solo titolo di esempio la notevole difficoltà di trovare ortopedici per i tre reparti di ortopedia della attuale Area Vasta. Sicuramente dirà che dal prossimo anno ci sarà l’aumento delle borse di specializzazione portato a 150 e che la Regione, con una spesa di 6,6 milioni di euro, farà sì che i medici che entrano in servizio saranno superiori a quelli che vanno in pensione. Probabilmente sottolineerà anche l’importanza dell’ammodernamento delle tecnologie e quindi del fascicolo sanitario elettronico e della telemedicina aggiungendo che si tratta di interventi che sono finanziati dal Pnrr e di cui si potranno vedere i risultati tra qualche anno.
Francesco Acquaroli e Filippo Saltamartini
Quello che nessuno dei due farà è presentare dati e prendere impegni. Le molte (troppe) parole confonderanno e non convinceranno, ma nessuno farà domande imbarazzanti perché chi le fa si esporrebbe in un sistema che nei prossimi mesi deciderà le nuove direzioni. Ed è un peccato perché le risposte a domande come queste che seguono sarebbero molto più utili delle tante inutili chiacchiere che si faranno: quali specialità avranno davvero il nuovo ospedale di Macerata e gli altri tre ospedali dell’Area Vasta? Si confermano i quattordici ospedali attualmente previsti nelle Marche con cardiologia con Unità di terapia intensiva, medicina d’urgenza e terapia intensiva? Si confermano le sei emodinamiche attualmente previste? Quando si attiveranno davvero le Case della Comunità e diventeranno operativi gli infermieri di famiglia e di comunità? Come mai nella riforma così come è scritta è scomparsa l’area della prevenzione? Come mai nella riforma così come è scritta i “primari” non contano quasi più niente perché solo il direttore di dipartimento partecipa ai processi decisionali della direzione aziendale? Come mai nella riforma così come è scritta le aziende sanitarie decidono l’organizzazione dei distretti sanitari e degli ambiti territoriali sociali senza alcun coinvolgimento dei Comuni e del settore sociale che dovranno adeguarsi?
Purtroppo queste domande nessuno le farà e dopo l’incontro di Macerata il comunicato stampa della Regione potrà scrivere che l’incontro con gli operatori è stato molto utile e ha fornito molti spunti alla Giunta. E i marchigiani saranno sempre più soli nella difesa della loro salute.
*Medico e dirigente sanitario in pensione
Mister promessa da marinaio. La A14 Marchigiana avrà un'estate senza cantieri. Ieri doppio senso all'interno della galleria di Pedaso.
L'unica domanda da porre è: come hanno fatto i marchigiani a dare il voto a sta gente?
Il fatto è che i politici passano, mentre i dirigenti negli uffici (il braccio operativo) restano... E se tanto mi da tanto, conoscendo anche solo minimamente come funziona questo paese, come vengono selezionati e nominati questi ultimi, considerati i 20 anni passati, viene facile pensare che, il didkat è più che chiaro: mettere i bastoni tra le ruote alla nuova giunta regionale... Penso che lo abbiano capito anche i sassi.. Oppure non si vuole farlo capire.
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Negli ultimi due anni ci avete ripetuto che la situazione, in cui si trovava e si trova la sanità marchigiana, era addebitale alle precedenti maggioranze politiche.
Ora però dopo due anni, insufficienti per porre rimedio a tutti i problemi, ma sufficienti per cominciare a metterci mano e far capire che intenzioni si hanno, la colpa è dei dirigenti!
Tra tre anni la colpa non sarà dell’attuale governo regionale, ma dei marziani.
Cioè di coloro che l’ha votato nel 2020.