Daniela Corsi, la direttrice dell’Area vasta 3 risponde ai sindacati
di Mauro Giustozzi
L’Area Vasta 3 nel mirino dei sindacati Uil Fpl e Nursind sul tema del taglio di 65 infermieri nel Maceratese dal 2023 e sulla mancata convocazione di un tavolo di confronto con la direzione di Av3 guidata da Daniela Corsi. Che però non ci sta e replica alle accuse che sono piovute in queste ore dalle due organizzazioni di categoria che operano nella sanità, richiamando i sindacalisti anche ad una «onestà intellettuale nel dire le cose come stanno e non facendo dichiarazioni che non corrispondono poi alla realtà delle cose».
Anche perché la direzione di Area Vasta 3 è pronta a prendersi le proprie responsabilità sui temi sollevati, responsabilità che però non dipendono in alcuni passaggi dalla volontà stessa di chi è a capo della struttura provinciale maceratese. «Partiamo col dire che il mio intervento è doveroso alla luce di quello che è stato dichiarato e scritto dai rappresentanti delle sigle sindacali Uil e Nursind – esordisce la direttrice di Av3 -. Non è stata certamente l’Azienda ad aver rinviato la riunione sindacale, questo lo smentisco in modo categorico. E’ arrivata una comunicazione scritta da parte di Cgil, Cisl e Hsc che chiedevano espressamente il rinvio di questo incontro, al punto che da parte di Av3 questo appuntamento è stato già calendarizzato ai primi giorni di settembre, credo il 2 o il 3. Quindi da parte nostra non c’era alcuna intenzione di rinviare questo appuntamento come invece ci è stato imputato da Uil e Nursind. Una parte sindacale ci ha fatto questa espressa richiesta. Per inciso io li inviterei a comunicare visto che c’è una rsu e fare un regolamento che decide come comportarsi perché altrimenti ognuno di volta in volta accolla a noi responsabilità che invece non abbiamo. Trattandosi di tematiche molto importanti è indispensabile che tutte le sigle sindacali siano presenti, non si può discutere solo con due sindacati e non considerare l’insieme della rappresentanza in Area Vasta 3».
L’altro tema che ha sollevato molto scalpore e critiche nei confronti del vertice di Av3 è il fatto che sessantacinque infermieri in meno rispetto agli attuali agiranno in Area vasta 3 da gennaio 2023. Quando ci sarà l’entrata in funzione dell’Ast (Azienda Territoriale Sanitaria) nel quadro della riorganizzazione della sanità regionale. Se oggi gli infermieri nel maceratese sono 1.430 poi scenderanno a 1.365. «Sulla questione degli infermieri i sindacati Uil e Nursind sono perfettamente a conoscenza – prosegue Daniela Corsi – di quella che è la situazione e li invito ad avere onestà intellettuale quando fanno delle dichiarazioni pubbliche. La vicenda degli infermieri è legata al potenziamento del decreto 34: per cui quelli che avevamo in ordinario non sono affatto diminuiti, però per mantenere quelli previsti nel decreto 34 noi siamo in attesa di una direttiva da parte dell’Asur Marche perché per queste 65 figure, i cui contratti scadono il 31 dicembre 2022, non sono ancora state programmate le proroghe al 2023 perché si è in attesa di inquadrare il proseguo del dettaglio di legge del potenziamento territoriale posto dal decreto 34. Quindi la sottoscritta Daniela Corsi se non ha una direttiva da parte di Asur che mi dà il nullaosta per la proroga di tali contratti io di mia volontà non li posso prorogare. Non è che noi non ci rendiamo conto delle difficoltà e dei problemi legati al personale se dovesse venir meno questo numero di infermieri – continua Corsi -, ma dobbiamo capire quale sarà la direttiva che ci verrà indicata dall’Asur. Se si vorrà o meno mantenere questo potenziamento territoriale: non è una decisione che può essere presa in autonomia dall’Av3. L’altra accusa che viene dalla Uil, cioè che resta tutto come era negli anni passati, sono accuse che io rifiuto categoricamente: la contrattazione per la mensa è stata fatta, per quanto riguarda le altre tematiche che sono al centro della discussione di questa riunione coi sindacati non è che non le vogliamo discutere ma voglio parlarne con tutte le rappresentanze dei lavoratori. Mi pare di poter dire che le azioni attivate da questa direzione di Av3 un pochino di cambiamento lo abbiano portato, non c’è questa barriera o muro nel rapporto con le organizzazioni sindacali. Ci sono cose che possiamo affrontare e decidere in autonomia come Area vasta altre che invece dipendono da organizzazioni che sono sopra di noi ed alle cui decisioni dobbiamo attenerci come appunto nel caso dei 65 infermieri in scadenza di contratto a fine anno. Qui si confonde l’applicazione di una legge con la conoscenza. Io vengo dal mondo sanitario e so benissimo che c’è carenza di personale, non me lo devono dire i sindacati: che sanno benissimo cosa può o non può fare l’Av3 nei casi che sono stati sollevati».
È da 2 anni che dicono che manca infirmieri e adesso vogliono fare tagli , a me sa di presa per fondelli o vogliono che il paziente si porti da casa anche l'infermiere professionista
Se non le danno gli infermieri allora organizzi gli scioperi !é la direttrice ,meglio di lei per farsi sentire!?
A settembre, intanto facciamo le ferie, eh? Cos' è l'urgenza di fronte alle ferie?
Con la nomina dei 3 nuovi direttori il problema della mancanza di personale verrà risolto, è solo questione di tempo
Guarda caso chi ha chiesto il rinvio mahhh
Perché non andare direttamente ad anno nuovo? Adesso fa caldo.
Prima la colpa era del governo adesso e dell'Asur
È da 2 anni che dicono che manca infermieri e adesso vogliono fare tagli , a me sa di presa per fondelli o vogliono che il paziente si porti da casa anche l'infermiere professionista
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I sindacati croce e delizia.
Il problema è che le risorse economiche sono limitate come si risolve il problema?Bisognerebbe ripensare completamente lo stato sociale da cima a fondo .Purtroppo con questi politici la cosa non è fattibile e andando avanti così sarà sempre peggio.
Si metta davanti alla sua busta paga comodamente seduta anche dalla sua poltrona fissa, se ne faccia consegnare una e poi con tutta calma, un bel sigaro, un bicchiere di buon whisky cominci ad analizzarla euro per euro. Ad ognuno di esso si domandi se gli spetta, perché lo prende, se lo merita e se non sono troppi rispetto a quelli che prende un infermiere di gran lunga molto più necessario. Gli ospedali sono già un disastro e solo un bello e protratto sciopero da parte degli infermieri che conoscono benissimo le loro funzioni, che sanno il numero preciso di quanti dovrebbero essere, di quanto dovrebbero essere pagati ecc. ecc. possono cercare di risolvere la situazione , prima timidamente e poi in maniera conclusiva e senza appello. Niente perdita di tempo con i sindacati i quali dimostrano e di non essere più all’altezza e di non avere polso, e spesso più interessati al burocratese chiacchiericcio pari a quelli dei “notevoli et necessarissimi” dirigenti. La sanità può essere salvata solo da chi si può fregiare del titolo di sanitario per l’appunto, se lavorasse alla Volkswagen si chiamerebbe metalmeccanico. Certo durante questi scioperi, chiaramente non è che si può scegliere di non ammalarsi, bisogna avere pazienza ed usare il famoso detto ” sacrificarne uno (ottimismo puro) per salvarne cento. Da anni la sanità va a rotoli, certamente sono i malati a farne le spese ma loro non possono farci niente, ma infermieri e medici sì e sono gli unici che possono far venire i capelli bianchi e soprattutto le ginocchia che fanno Giacomo Giacomo dalla paura. Per quanto ancora dobbiamo parlare di turpe, moralmente vergognoso; che offende gravemente la dignità, l’onestà e soprattutto il pudore; sconcio, sozzo, ributtante innesto di nuove perspicaci ed intelligentissime idee partorite dalle menti perverse di coloro che oltre a lucrare sui soldi di chi li ha votati o proprio schifati, continuano imperterriti a peggiorare le cose lasciando uno stramaledetto dubbio se lo fanno perché purtroppo sono così o perseguono un disegno che a definir criminale fa torto a tanti di quei poveracci che magari scontano anni di galera per cose che al confronto andrebbero premiate. La sanità non deve essere più motivo di discussione, pareri, furti, ladrocini che è una ripetizione ma serve a rafforzare il concetto dove tutti a parte i dirigenti si lamentano a cominciare naturalmente dai malati che spesso una volta all’interno di strutture che dovrebbero essere una seconda famiglia che si occupa di te, vengono colti da attacchi di ansia se non addirittura paura, guardandosi attorno e domandandosi se si trovano in un ospedale o in una discarica per umani. Certo non dappertutto è così ma lo diventerà. Niente come la sanità, nemmeno la scuola, può godere di queste infauste premonizioni legate ad anni di delinquenziale trattamento, regionale e statale. Certo con i loro stipendi, non sanno nemmeno a che serve e come funziona un ospedale pubblico.
Io non posso, non sapevo, se c’ero dormivo. Classico atteggiamento di chi fa il pesce in barile.Come dice giustamente il signor. Micucci, questa signora lo stipendio crede di meritarselo facendo solo la yes woman? Non inc…andosi per il territorio che lei rappresenta, non dicendo la verità su quello che la regione le impone altrimenti viene cacciata sicuramente non merita lo stipendio che prende.La sanità privata cresce ( con le convenzioni date dalla Regione) mentre il pubblico muore.
Forse è una manovra per far si che tutti noi ci rivolgiamo al privato, considerando che nel pubblico gli appuntamenti per esami strumentali ( TC e RM) e alcune visite specialistiche vanno a babbo morto.
Certamente da questo dissesto non possono certamente tirarsi fuori neanche i sindacati tutti. In questi anni dove sono stati, dove guardavano? Non ho letto ne visto manifestazioni organizzate da loro, come invece avveniva alcuni lustri fa, quando anche per un problema marginale venivano organizzate riunioni con la direzione e minacciate azioni.