Elisabetta Guglielmi, segretaria Nursind
«Sessantacinque infermieri in meno rispetto ad oggi nell’area vasta 3. E dal primo gennaio ci sarà l’entrata in funzione dell’Ast (Azienda Territoriale Sanitaria) nel quadro della riorganizzazione della sanità regionale. Se oggi gli infermieri in forza all’Area vasta di Macerata sono 1.430, a dicembre saranno 1.365». Il Nursind di Macerata, il sindacato degli infermieri, torna a chiedere un immediato confronto con la Direzione dell’Area vasta. Con l’incertezza, alla scadenza di dicembre, del rinnovo del contratto per 80 infermieri, lo scenario si presenta molto critico. «Tra le ultime criticità – sottolinea il sindacato – al Pronto soccorso di Civitanova con 9 casi di positivi senza l’infermiere dedicato al Covid quindi con il secondo infermiere della Murg costretto a gestire questi pazienti Covid. E in una stanza a parte ci sono stipate due donne che hanno partorito con le ostetriche che scendono a vederle ogni tanto».
«Rimaniamo basiti dal fatto che alcune sigle sindacali – afferma la segretaria provinciale del Nursind Elisabetta Guglielmi – abbiano chiesto di rinviare il confronto su un argomento così importante e delicato. Tutto rinviato al 2 agosto. Eppure i centri vaccinali continuano ad essere operativi seppur in maniera ridotta. C’è stato un potenziamento di personale a Montecassiano e alla terapia del dolore di Macerata. È stata riassorbita dall’Av3 la Struttura Residenziale Riabilitativa (Srr) di Recanati con 6 infermieri e 5 oss. Dall’11 luglio è stato riaperto il reparto Covid di San Severino ma i pazienti continuano a rimanere in alcuni reparti come Ortopedia. E il recente concorso per l’incarico di coordinatore ha tolto dai reparti, in provincia, circa 20 infermieri. Inoltre si prevede l’attivazione del servizio Iom a San Severino. Ma con quale personale?».
Il Nursind denuncia una carenza notevole di personale nei vari servizi assistenziali. «Abbiamo chiesto alla direzione – continua Elisabetta Guglielmi – di accelerare i tempi per le assunzioni dal concorso e di valutare la possibilità di accedere alla graduatoria della selezione svolta dagli Ospedali Riuniti di Ancona per assumere infermieri a tempo determinato. La Direzione ha risposto affermando che hanno fatto partire 21 lettere di assunzione dal concorso, e che ad oggi solo in 16 hanno dato la loro disponibilità, mentre per i tempi determinati hanno preso contatti con l’Azienda di Ancona. Intanto dai reparti di degenza dell’Av3 ci arrivano segnalazioni di gravi difficoltà nel coprire i turni. La concomitanza delle ferie estive, l’alto tasso di positività dei sanitari e la chiusura del reparto Covid, stanno mettendo a dura prova organici già ridotti al minimo. Si ripiega su ordini di servizio, turni senza riposi e la mancata garanzia di un’assistenza adeguata perché le attività ordinarie sono state tutte mantenute anzi sono state integrate da sedute aggiuntive per l’abbattimento delle liste d’attesa».
Il Pronto soccorso di civitanova
Che cosa propone dunque il Nursind di fronte a questa situazione? «Il 13 maggio – fa notare – abbiamo chiesto un incontro per discutere del piano occupazionale e della ripartizione di 1.200.000 euro assegnato all’Av3 per l’abbattimento delle liste d’attesa. Ad oggi le sedute sono iniziate senza che i dipendenti abbiano avuto comunicazione di un percorso già attivato, della modalità di riconoscimento economico e del personale coinvolto. Infatti nella delibera della Giunta regionale si illustrano le specialità dove intervenire per l’abbattimento delle liste d’attesa, quindi attivare le sedute operatorie aggiuntiva, però senza tener conto che tale attivazione comporta un percorso che coinvolge il personale prima e dopo la seduta stessa. Si va a caricare di attività aggiuntive tutto un sistema ma la determina prevede solo agli operatori di sala un riconoscimento economico che ad oggi non è stato ancora reso noto». Il Nusind fa esempi specifici: «La disposizione medica del 17 marzo, con le istruzioni operative per la gestione del paziente con positività Covid, con ogni reparto che deve garantire assistenza ai pazienti positivi di propria competenza, ha aumentato la complessità assistenziale che però non è stata seguita da un aumento del personale per l’assistenza. Di fronte a tale disposizione il nostro sindacato ha chiesto e sollecitato la verifica delle condizioni di lavoro anche al Servizio di protezione e prevenzione senza però aver ad oggi ricevuto una risposta. La criticità della gestione dei pazienti Covid era altresì emersa nella riunione della Rsu tenutasi il 4 luglio e condivisa da tutte le sigle sindacali. Rimaniamo davvero esterrefatti che il rinvio di un incontro venga proposto dalle sigle sindacali. Nel frattempo, come Nursind, abbiamo chiesto di inviare a tutti i dipendenti un nuovo bando per le prestazioni aggiuntive sollecitando, nel rispetto dei termini di legge, di rivedere le modalità di pagamento e la questione del debito orario».
Potrebbero reintegrare i sospesi mettendo fine anche a tutta sta pagliacciata
Cristiano Cappellacci bravo
Cristiano Cappellacci esatto
Cristiano Cappellacci se risolve così ci vuole poco... Secondo me si deve assumere e stabilizzare altre unità..
Pagate anche gli infermieri e gli OSS come si deve. (Non solo i medici) vedrete che non ci sarà più carenza.
Conseguenze di anni ed anni di politiche sbagliate, di governatori e sindaci inetti!
Certo che mancano gli infermieri! Così poi premio garantito per i dirigenti
Pur di non reintegrare i sospesi, preferiscono far collassare un ospedale. È questo lo spirito giusto......mah
I giovani assunti x covid e le usca perché li tenete nei ambulatori
É una vergogna
Credo che sia un GRANDE problema Regionale in tutti gli Ospedali manca personale !!!! Ma nonostante il problema grandissimo!! PER I RAGAZZI IN MEDICINA è ancora numero chiuso !!! Ma in che Paese viviamo ???
I sospesi dove sono ?
9 persone che stanno bene, ma non possono lavorare, che importa, tanto li paghiamo noi
Sempre peggio
Oddio!!! 9 posivi!!! Col raffreddore!!!
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che articolo lungo per il personale statale… vorrei lo stesso spazio per gli operai manovali e lavoratori del terzo settore