«La Regione arretra, le donne avanzano»
“Guerra” per il diritto all’aborto
nei consultori delle Marche

AZIONE dimostrativa congiunta dei movimenti per i diritti delle donne. In provincia gli striscioni sono apparsi a Macerata e Civitanova: «La giunta Acquaroli, nelle parole e nella persona dell’assessora Latini, ha travalicato un confine che pensavamo non fosse travalicabile»

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Lo striscione posizionato davanti alla sede del consultorio a Macerata

 

Le reti per i diritti delle donne marchigiane si “impossessano” per un giorno dei consultori regionali con striscioni appesi davanti agli ingressi principali. “La Regione arretra, le donne avanzano” è lo slogan utilizzato per la mobilitazione di questa mattina. La nostra provincia non fa eccezione, con un’azione che segue idealmente quella del presidio a Macerata del 7 novembre dopo l’omelia choc di don Andrea Leonesi e che ha riguardato i consultori di Macerata e Civitanova.

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Il consultorio a Civitanova

«Le parole, irricevibili, dell’assessora Latini  – scrive Non una di meno Macerata – hanno evidenziato qualcosa che a noi era già molto chiaro: il corpo delle donne continua ad essere terreno di propaganda e di cattive narrazioni, a scapito del nostro diritto di scelta, come capacità di decidere di sé e come tutela della nostra salute, sessuale e riproduttiva. Ci piacerebbe poter dire all’assessora che i consultori non si toccano, che l’aborto farmacologico deve essere garantito (soprattutto in un momento pandemico), che questa giunta regionale sta cercando di demolire le virtuose esperienze consultorie e ambulatoriali marchigiane».
Poi l’attacco ai consultori: «La verità è che i consultori marchigiani sono strutture cannibalizzate da un’obiezione di coscienza massiccia e consolidata, che va dall’80% del maceratese al 100% del fermano. La somministrazione della pillola abortiva RU 486 non ha mai davvero preso piede (solo il 6% delle interruzioni di gravidanza, nelle Marche, avviene con metodo farmacologico, fanalino di coda di un dato nazionale già deprimente, il 21%) e a Macerata, di fatto, non viene somministrata, né nei consultori né altrove.
striscioni_consultori-5-325x150La responsabilità qui è duplice: la giunta Acquaroli, nelle parole e nella persona dell’assessora Latini, ha travalicato un confine che pensavamo non fosse travalicabile. Oggi, davanti ai consultori di Macerata e Civitanova, prendiamo posizione e parola, ancora una volta: nessuna interferenza dello Stato nel rapporto delle donne con il proprio corpo. I consultori devono essere a tutela delle donne, della loro salute sessuale e riproduttiva, attraverso le buone pratiche di educazione, contraccezione, possibilità di decidere quando essere madri e di compiere scelte informate e consapevoli. Questa è guerra».

Azioni simili si sono moltiplicate in tutta la Regione. Le foto degli striscioni arrivano da Fano, Ancona, Jesi, Fabriano ma la protesta ha riguardato anche altri consultori marchigiani.

(Redazione Cm)

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Fabriano

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Fano

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Jesi

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Ancona

 

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