«Con l’autocertificazione per le Sae
c’è chi rischia di perdere la casetta»

VISSO - Il sindaco Spiganti Maurizi è preoccupato per l'ordinanza che dispone che entro il 17 maggio si deve attestare il possesso dei requisiti che consentono in alternativa di percepire il Cas o risiedere nelle soluzioni abitative di emergenza o negli appartamenti invenduti acquistati dall'Erap. «Ho già scritto alla Protezione civile»

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Gian Luigi Spiganti Maurizi

 

di Monia Orazi

Autocerficazione da presentare al comune per chi risiede nelle soluzioni abitative di emergenza o percepisce il contributo di autonoma sistemazione: qualcuno rischia di perdere il diritto a restare nella casetta, a causa di alcuni problemi interpretativi. Nel mirino la corretta interpretazione dell’articolo 6 comma 2 dell’ordinanza 614, che estende a chi vive nelle Sae la necessità di presentare entro il 17 maggio prossimo la dichiarazione per attestare il possesso dei requisiti, che gli consentono in alternativa di percepire il contributo di autonoma sistemazione, risiedere nelle soluzioni abitative di emergenza o negli appartamenti inveduti acquistati dall’Erap. «Abbiamo scritto alla Protezione civile nazionale per avere alcuni chiarimenti su dubbi di interpretazione dell’ordinanza 614 – spiega il sindaco di Visso, Gian Luigi Spiganti Maurizi – ci sono alcune situazioni critiche nel comune di Visso. Ci sono diversi anziani che risiedono nelle Sae ed hanno un’abitazione agibile in una delle frazioni distanti anche 40 km dal paese, come Rasenna e Riofreddo, ma che all’atto del terremoto avevano la dimora abituale a Visso. Rischiano di vedersi revocare l’assegnazione della Sae. Portare un 80enne da Visso dove è autonomo, nelle frazioni distanti, presuppone anche dare loro da parte del Comune servizi come il taxi sociale, portare loro la spesa e trasportarli per fare delle commissioni. Qui nelle aree Sae del paese hanno acquistato un po’ di serenità e sono autosufficienti, spostarli altrove è come aggiungere un nuovo trauma alla loro vita dopo il terremoto. Abbiamo chiesto di sospendere questo provvedimento perchè per l’assegnazione della Sae si è seguito il criterio della stabile ed abituale dimora ed il rischio è quello di favorire l’esodo verso altre località. Inoltre la previsione normativa sembra essere in contrasto con l’avvenuto mantenimento nella concessione del contributo di autonoma sistemazione, a chi vive nelle altre regioni del cratere».

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Un altro aspetto a cui fare attenzione riguarda chi prima del sisma abitava in un appartamento in affitto, spiega il sindaco di Visso: «Chi abitava in affitto in una casa tuttora inagibile, dovrà accordarsi con il proprietario e firmare, per dire che al termine dei lavori di riparazione dei danni del sisma, l’affittuario torna a vivere nel medesimo alloggio. Se invece rinuncia a tornare, pagherà un affitto della Sae in base ai metri quadri occupati, all’Erap. A Visso è già capitato che una famiglia straniera, che risiedeva in un immobile rimasto danneggiato con danni lievi, sito fuori dal centro storico, abbia rinunciato a tornare nella stessa abitazione, l’Erap sta procedendo al conteggio e verseranno un contributo mensile per risiedere nella Sae. Ci sono case nel centro storico di Visso o a Borgo San Giovanni che richiederanno un numero maggiore di anni per il ripristino, al contrario se inquilino e padrone della casa si accordano, chi occupa la Sae se dichara che tornerà nella precedente abitazione in cui era in affitto prima del terremoto, non dovrà pagare il contributo mensile per la Sae».

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Il sindaco Luigi Spiganti Maurizi nella piazza zona rossa

Adesso il sindaco di Visso ha dato mandato alla polizia locale di provvedere a dei controlli sulle differenti situazioni, in modo da escludere l’eventuale presenza di furbetti che non risiedono nella casetta assegnata o vi risiedono nel solo fine settimana: «Ci sono diversi casi nei differenti comuni di Sae abitate parzialmente, su questo stiamo avviando dei controlli. Se troveremo delle situazioni critiche, metteremo al corrente le forze dell’ordine che effettueranno delle indagini e se il tutto sarà confermato la Sae sarà tolta all’assegnatario. Sono soluzioni abitative di emergenza, non soluzioni di villeggiatura. In questo periodo a causa dell’emergenza Coronavirus, le forze dell’ordine hanno anche meno personale a disposizione. Non è giusto che ci siano abitazioni assegnate non abitate o abitate solo nei fine settimana, soprattutto nei confronti di chi ci abita regolarmente e di chi ha presentato richiesta per alloggiare nelle Sae. Man mano che si libereranno le Sae, andando avanti con la ricostruzione, potrebbero essere richieste da chi vive fuori con contributo di autonoma sistemazione. Anche chi vive in altra regione del cratere ha avuto diritto al mantenimento del Cas, noi abbiamo diverse famiglie di Visso che vivono a Cervara, frazione di Preci non molto distante dal nostro territorio, per loro sarebbe stato un problema, perchè continuano a risiedere e lavorare qua, anche se amministrativamente sono in Umbria».

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