Rata, Carancini: “E’ ora di investire
per far ripartire il calcio in città

CAOS BIANCOROSSO - Il sindaco sulla Maceratese: "Le colpe del palazzo? Forse di aver consentito l'utilizzo dell'Helvia Recina spendendo 800mila euro in tre mesi?". Poi dà "assoluta disponibilità ed eventuale impegno ed accompagnamento dell’amministrazione verso chi si presentasse mostrando le proprie disponibilità e interesse". Intanto Maurizio Mosca, che ha avuto l'incarico di vagliare l'eventualità di creare una nuova società per disputare la D o l'Eccellenza, si sfoga su Facebook: "Pronto a fare la mia parte subito"

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Il sindaco Romano Carancini all’Helvia Recina (foto Petinari)

 

di Mauro Giustozzi

L’amministrazione comunale è pronta a fare la sua parte, ad intervenire nelle sedi istituzionali sportive adeguate nel momento in cui ci siano imprenditori o gruppi disponibili a mettersi assieme e garantire risorse economiche per la sopravvivenza del calcio biancorosso a Macerata. E di un anno sabbatico del football cittadino il sindaco non vuol neppure sentir parlare. Romano Carancini respinge anche con forza le critiche di inerzia del Palazzo in questa vicenda che gli sono piovute addosso recentemente. “In questo momento non c’è un’azione ben individuata o marcata mia personale sulle vicende della Rata – esordisce il primo cittadino – in quanto l’ultimo atto ufficiale della società è stato l’incontro che ho avuto con Crucianelli. Come noto ho affidato a Maurizio Mosca il ruolo istituzionale di capire come, con chi e quali possibilità economiche ci siano, astrattamente perché ricordo che al momento la Maceratese non è stata né radiata dalla Figc e neppure fallita come società, le possibilità di disputare con una nuova società un campionato di serie D o Eccellenza. Mosca è il riferimento dell’amministrazione ed è in costante contatto con chi è interessato a dare nuove opportunità al calcio cittadino nel momento che l’attuale Maceratese fosse estromessa dalla Lega Pro”.

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Romano Carancini e Maurizio Mosca

Romano Carancini, dunque, resta nella posizione di attesa per entrare in campo nel momento in cui forze imprenditoriali locali si coagulassero e si presentassero concretamente nel suo ufficio per dare un futuro al football cittadino di un certo livello, anche se ovviamente nei Dilettanti. “La situazione è complicata e difficile anche perché ci muoviamo in presenza comunque di un club che non si è estinto –spiega il sindaco -. Da parte mia rinnovo l’assoluta disponibilità ed eventuale impegno ed accompagnamento dell’amministrazione comunale nei confronti delle istituzioni sportive calcistiche nazionali o regionali verso chi si presentasse mostrando le proprie disponibilità e interesse al futuro del calcio biancorosso. La formula non sta a me stabilirla, se sfruttando il titolo di una società minore che già è affiliata alla Figc o costituendo una nuova società. Questa settimana, da quello che mi ha comunicato lo stesso Mosca, potrebbe essere decisiva per far si che si creino le condizioni per mettere assieme persone e risorse economiche”.

Col passare dei giorni, però, cresce in città anche l’idea che per un anno il calcio ad un certo livello possa non esserci, proprio per questa incertezza che regna ed i tempi stretti per cercare una via d’uscita. “Non voglio neppure prendere in considerazione questa ipotesi – afferma Carancini – perché la mia speranza è che imprenditori, appassionati possano presto avanzare qualche proposta che possa essere vagliata dall’amministrazione sempre tramite Maurizio Mosca. Oltre all’amore per la maglia biancorossa questo è il momento anche di mettere mano, per chi ne ha la possibilità e la voglia, anche alle risorse economiche necessarie per far ripartire il calcio in città. Io sono convinto che questo possa accadere e non prendo in considerazione la provocazione fattami di una stagione calcistica senza più una squadra di un certo livello a Macerata”.

Dunque attesa degli eventi e del lavoro che sta portando avanti Maurizio Mosca, con la prospettiva di entrare in azione non appena si registri concretamente qualche segnale dal mondo imprenditoriale del territorio. Ma poi Carancini indossa i panni di avvocato nel difendere l’operato della sua amministrazione sull’intera vicenda, rimandando al mittente critiche e polemiche. “Si sta facendo una disamina miope – afferma il sindaco – sulle responsabilità dell’accaduto negli ultimi mesi. Quale inerzia del Comune? Se i napoletani non si sono neppure mai presentati alla città che colpe ha il Comune? Dovevamo andare a cercarli noi a Napoli? Sì abbiamo ben accolto Spalletta: ma questo che significa, che dovevamo fare, sbarrargli le porte del Comune? Lo abbiamo accolto allo stesso modo che era accaduto in passato con la Tardella e con chiunque è stato al vertice della Maceratese. Le colpe del cosiddetto Palazzo sono forse quelle di aver consentito alla Maceratese, alla presidente Tardella, ai tifosi e alla città di poter giocare all’Helvia Recina spendendo 800mila euro in tre mesi?”.

Il sindaco sottolinea poi come non si sia mai posto di traverso, lui o la sua amministrazione, all’ingresso nel club di personaggi del territorio come Paoloni prima e Canil poi. “Ci sono stati incontri questo è cronaca – ricorda Carancini – ma nel caso di Paoloni non c’è stata alcuna bocciatura del suo progetto. L’imprenditore di Montefano era interessato all’acquisto di alcune quote del club ma era legato a risposte di un gruppo russo che doveva investire nella nostra regione. Mentre Canil, che ho visto due volte, l’ha sempre detto che non sarebbe mai entrato in una società indebitata per pagare i debiti fatti da altri. Più che provare a coinvolgerli non si poteva: mica potevamo costringerli con la forza. Invece che mirare verso il cosiddetto Palazzo si guardi prima alle responsabilità di chi questo guaio l’ha creato dall’inizio. Le magagne sono iniziate dal primo passaggio societario che non può essere certo imputato, anche questo, all’amministrazione comunale”.

Intanto va segnalato lo sfogo, attraverso una pagina Facebook, di Maurizio Mosca che, dialogando con alcuni sportivi, ribadisce come “io sono pronto a tirar fuori la mia parte e subito. E non voglio fare il presidente, voglio che esista la Maceratese. Ci si confronta con le cose reali, non con le chiacchiere. E di chiacchiere ne ho sentite da farmi incazzare, a cominciare da chi diceva di tenere alla Maceratese. Io parlo con tutti, ho dato il sangue per la Maceratese e sono quattro anni che non metto piede allo stadio e non parlo, ma sapevo come finiva. Non esiste ad oggi qualcuno che può dare un futuro a questa società: ci vuole un impegno di minimo 500mila euro. Io sto chiedendo soldi da settimane, e non per me. Con l’amore non fai niente, ci vogliono impegni ed assegni”. Nella tarda serata infine è previsto un ulteriore incontro tra i soci di minoranza dell’attuale Maceratese, Cofanelli e Paci, ed altri potenziali personaggi interessati al futuro di un nuovo club come i fratelli Berrè e Gagliardini. Non si esclude che l’incontro porti nei prossimi giorni ad una presa di posizione pubblica di questo gruppo sul futuro del calcio in città. Oggi alle 18 è scaduto il termine per presentare la richiesta di ammissione in Serie D. Sono possibili comunque ripescaggi per gli aventi diritto.

 

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