Rata, fine della corsa
Crucianelli: “Non resta che dire addio
Deficit esorbitante, serve oltre 1 milione”

CAOS BIANCOROSSO - Il nuovo proprietario ha deciso di ritirarsi: "Verrà studiata la formula più conforme alla legge, alla quale verranno demandate le ricerche delle responsabilità di tale disastro". Tra i motivi i debiti del club, il fatto che alla Lega la gestione Liotti non ha fornito i documenti necessari e la mancanza di imprenditori disposti ad affiancarlo. In un lungo comunicato ha ricostruito gli ultimi mesi della Maceratese

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Carlo Crucianelli

 

Carlo Crucianelli alza bandiera bianca. Troppi i debiti del club: “Non resta che un dignitoso addio”. L’ex responsabile del settore giovanile ha deciso di spiegare le ragioni che lo hanno convinto ad entrare nel club e quelle che oggi lo spingono a rinunciare. Tra queste, dice, il fatto che alla Lega non sia mai arrivata dalla precedente proprietà l’adeguata documentazione e inoltre il fatto che non ha trovato persone che fossero interessate ad affiancarlo per portare avanti il club. E’ giunta dunque ai titoli di coda la corsa per salvare la Maceratese, una vicenda intricata e surreale che per diversi mesi ha visto salire sul palcoscenico tanti protagonisti che per motivi diversi sono poi usciti di scena. Addirittura quattro sono stati i proprietari da ottobre a oggi (Tardella, Spalletta, Liotti e infine per pochi giorni lo stesso Crucianelli) senza considerare la cordata romana che per settimane aveva tenuto banco e gli altri imprenditori interessati all’acquisto. 

IL COMUNICATO DI CRUCIANELLI – “Ho una grande passione e sono un amante del calcio, il calcio vero quello chiaro limpido, quello soprattutto dei giovani – dice Crucianelli -. Questa passione sin da piccolo mi ha portato a calcare i campi da calcio per diversi anni; la stessa passione oggi ha contagiato uno dei miei figli. Sono arrivato nella Maceratese a giugno 2016 e mi sono occupato quasi totalmente del settore giovanile; vivendo dall’interno il calcio professionistico, ho imparato – anche a mie spese – pregi e difetti di questo mondo. Purtroppo, per divergenze di vedute e per l’impossibilità di instaurare un rapporto di fiducia e di lavoro costante con il presidente all’ora in carica, ai primi di novembre 2016 rassegnavo le dimissioni – con effetto immediato – da qualsiasi carica all’interno della Maceratese. Già dalle prime giornate di lavoro della gestione Spalletta sono stato più volte chiamato in causa, soprattutto dall’avvocato Bargagna, per poter continuare una fattiva collaborazione, resasi impossibile poco dopo a causa di alcuni personaggi interni alla società preoccupati soprattutto del mio intento di fare un calcio sano e pulito.

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Claudio Liotti

Verso la metà di febbraio 2017, quando tutti avevamo capito che c’erano dei problemi, insieme ad alcuni amici Maceratesi con una grande passione per la Rata abbiamo iniziato a vederci per capire meglio, scambiandoci le nostre impressioni, quali potevano essere le strade per poter terminare almeno la stagione in corsa. Abbiamo costituito un Comitato Salviamo la Maceratese, ed abbiamo cercato, ognuno con le proprie capacità o competenze a metterci a disposizione per raggiungere lo scopo e provare a programmare un futuro alla Rata. Ho seguito costantemente i vari passaggi di mano in mano che hanno portato la Maceratese a questo punto. Ho avuto diversi incontri e contatti con diverse realtà e persone, quotati professionisti, con i quali erano emerse reali serie possibilità di poter sostenere intervenendo sotto l’aspetto puramente economico la possibilità di creare un futuro migliore per la Rata. (senza entrare troppo nei dettagli). Sinceramente quando la proprietà di Filippo Spalletta ha deciso di cedere le proprie quote al gruppo Liotti (Battiloro), abbiamo tutti pensato che fosse tutto finito, fino a quando martedì 27 giugno mi chiamò, su indicazioni di Spalletta l’avvocato Federico Valori, proponendomi una chiacchierata a proposito della Maceratese.

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Carlo Crucianelli con l’avvocato Federico Valori

Dall’incontro è emerso che il gruppo napoletano aveva dato mandato a Valori a cedere in extremis le proprie quote successivamente alla liberazione delle stesse dalle clausole che su di loro gravavano sin dal momento della cessione delle quote dalla dottoressa Tardella allo Spalletta. Il gruppo capitanato da Liotti (Battiloro) aveva deciso comunque di abbandonare la Maceratese e sarebbe ritornato a Macerata solamente se ci fosse stato qualcuno che avesse comprato le loro quote. (vedi posticipo accordo rinuncia clausole societarie). Ho dato a Valori la mia disponibilità a valutare la cosa, ho rispolverato alcuni miei contatti che con il tempo si erano anche raffreddati, coinvolgendo immediatamente Alessandro Chiaraluce con il quale, a seguito di intese telefoniche, ci siamo incontrati giovedì 29 per capire se ci fosse stata un’ultima possibilità per provare a salvare la Maceratese da una fine certa. Durante l’incontro Chiaraluce chiamò il signor Giovanni Monorchio il quale confermò di avere un gruppo umbro pronto a partecipare eventualmente anche insieme ai vari imprenditori locali nell’acquisire la Maceratese. Di comune accordo con Chiaraluce decidemmo di provare a prendere contatti con un notaio e prendere le quote intestandole momentaneamente alla mia persona. L’acquisto delle quote, come ormai noto è stato fatto lo stesso giorno della liberazione dei vincoli, cioè il 30 giugno, giorno in cui scadeva anche la domanda di iscrizione alla serie “C”. Abbiamo voluto, con un gesto estremo, provare ad ibernare la società per trovare un antidoto al suo male e verificare se sul territorio ci fossero realmente possibili investitori, che permettessero la possibilità di reperire liquidità sufficienti almeno all’iscrizione (pagamento debiti sportivi, tassa di iscrizione, parametro P/A). Non è nemmeno valsa l’iniziativa di convocare, per discutere attorno ad un tavolo, soluzioni tra chi, in questi mesi, più volte aveva fatto intendere di avere a cuore le sorti della Società. Infatti dalla convocazione di tali soggetti ha visto intorno a quel tavolo “nessuno”, ad eccezion fatta per i fratelli Berrè con i quali abbiamo constatato l’oggettiva impossibilità e la soggettiva indisponibilità. Da specificare comunque che già da domenica 2 luglio, ci siamo resi conto dell’assoluta mancanza di invio, nei tempi previsti (30.06.2017), dei dati fondamentali per la corretta iscrizione in Lega. La proprietà Crucianelli, di concerto con il collaboratore signor Alessandro Chiaraluce, e con il signor Monorchio, resosi disponibile nell’affrontare la situazione, ha però dovuto constatare, sulla base di elementi documentali e notizie attinte dalla Lega, che la posizione della società, appesantita da debiti, inadempienze passate, impegni non assolti, decreti ingiuntivi recentissimi di rilevante importo ed anche, notizia dell’ultima ora, istanze di fallimento a carico della Maceratese. Pur prendendo in considerazione altre strade che potessero mantenere in vita il calcio Maceratese ad un buon livello (Serie D) ci si è resi conto che l’impresa sarebbe diventata difficile ed i debiti accumulati insostenibili per gli investitori. Il ritardo degli svariati adempimenti ad opera di precedenti gestioni, avrebbero comportato un inizio di stagione con pesanti penalizzazioni, sull’ordine di 20 punti (salvo vittoriosi, ma costosi ricorsi). Di fronte a questo quadro, gli ultimi estremi tentativi di coinvolgere seri imprenditori hanno trovato le porte ancor più chiuse, se si pensa che solo per adeguare il parametro P/A, sarebbero stati necessari circa 368.000 euro, e non 104.000 euro come ci era stato comunicato. Non resta ora che dare un dignitoso addio alla società, consapevoli di avere fatto tutto il possibile ed anche di più. Verrà studiata la formula più conforme alla legge, alla quale verranno demandate le ricerche delle responsabilità di tale disastro. A questo punto, però, vorrei rispondere alla domanda che tutti mi hanno rivolto: chi te lo ha fatto fare? Perché ho deciso di acquisire le quote della Rata? Semplicemente perché pensavo di poter essere di aiuto, di poter contribuire al suo salvataggio, facendo riferimento, oltre ai miei contatti anche a quegli imprenditori/finanziatori locali. In primis, i soci della Rata, poi altri soggetti che si dissero interessati al salvataggio stesso. Mi sono/ci siamo resi conto tutti quanti che il deficit accumulato sino ad oggi è esorbitante; inoltre, quel deficit non è nemmeno quantificabile (se non a spanne) dal momento che la contabilità non è aggiornata (eufemismo)… Le buone intenzioni mie e di altri si sono dunque scontrate con la dura realtà dei fatti (accertati solo con il mio ingresso in società): il salvataggio della maceratese richiede investimenti molto superiori al milione di euro. Di questa situazione ho avuto modo di parlare nella giornata odierna, prima con i soci di minoranza e successivamente con il sindaco di Macerata, che ringrazio dell’invito e del tempo dedicatomi”.



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