Carlo Crucianelli
di Mauro Giustozzi
Ennesima scadenza per la Maceratese. Dopo il 26 giugno (scadenza stipendi), il 30 giugno (scadenza iscrizione al campionato), il 5 luglio (scadenza presentazione fidejussione) domani arriverà l’ennesima stazione di una autentica via crucis per la Rata: le società che hanno ancora problemi economici e regolamentari hanno tempo fino al 7 luglio per dimostrare di aver regolarizzato il tutto. Ma non è finita qui. Perché l’11 luglio la Covisoc assegnerà poi le licenze nazionali: le squadre respinte (tra queste probabilmente la stessa Maceratese) potranno inoltrare ricorso fino al 14 luglio, dimostrando chiaramente di aver sanato il debito, e avranno definitiva sentenza nella data del 20 luglio.
Tifosi della Maceratese (foto di Lucrezia Benfatto)
Finora la Maceratese, sia prima con Liotti che ora con Crucianelli, ha fallito tutte queste scadenze, sfruttando i rinvii successivi che, però, nel caso di iscrizione in extremis, peseranno tantissimo in termine di punti di penalizzazione nel prossimo campionato. L’ultimo deferimento in ordine di tempo è giunto stamattina quando, il procuratore federale, a seguito di segnalazione della Covisoc, ha deferito al Tribunale federale nazionale sezione disciplinare, il presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante pro-tempore della Maceratese, Filippo Spalletta, e l’amministratore delegato e legale rappresentante pro-tempore della società Simone Baldassarre Sivieri “per non aver corrisposto, entro il 18 aprile 2017, gli emolumenti dovuti ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo per le mensilità di novembre e dicembre 2016 e febbraio 2017 e comunque per non aver documentato alla Covisoc entro lo stesso termine, l’avvenuto pagamento degli emolumenti sopra indicati. Ciascuno con riferimento ai rispettivi poteri e funzioni, risultanti dagli atti acquisiti come trasmessi dalla Lega competente e ai periodi di svolgimento degli stessi”. Spalletta e Sivieri sono stati deferiti anche per non aver corrisposto le ritenute Irpef e i contributi Inps relativi agli emolumenti dovuti sopra citati. La società è stata deferita a titolo di responsabilità diretta. Intanto il Consiglio direttivo della Lega Pro ha preso atto e comunicato alla Covisoc che, a fronte delle 58 domande di iscrizione, sono pervenute 54 garanzie a prima richiesta.
Gabriele Cofanelli
Non hanno depositato garanzie a prima richiesta, oltre alla Maceratese, le società Akragas, Mantova e Messina anche loro sull’orlo dell’esclusione dal campionato. Dunque la scadenza di domani, in attesa della fidejussione, imporrebbe ai dirigenti della Rata di sborsare una cifra superiore ai 300mila euro comprensivi di parte degli stipendi arretrati, l’adeguamento del bilancio ai parametri del famoso oramai Pa e la prima rata della tassa di iscrizione alla serie C. Nonostante le dichiarazioni rassicuranti più volte prodotte dalla nuova proprietà nella tifoseria sono davvero pochissimi a credere nel miracolo del salvataggio extra time della Rata. Così molti guardano e ipotizzano già il dopo default della Maceratese. Finora non ci sono stati segnali rassicuranti sotto questo aspetto di una strategia alternativa per far sopravvivere il calcio, almeno nei Dilettanti, a Macerata. Ma l’altra sera in città si è registrato un incontro tra Maurizio Mosca, consigliere comunale delegato dal sindaco a seguire la vicenda della Rata, ed i due soci di minoranza del club Gabriele Cofanelli e Massimo Paci. L’incontro non è passato inosservato, anche se ufficialmente nessuno è voluto entrare nella questione. “E’ stato un incontro solo per avere uno scambio di idee tra di noi –ha detto l’avvocato Cofanelli – anche perché non si capisce nulla di quanto sta accadendo alla Maceratese. Vediamo quel che succede nelle prossime scadenze che stanno arrivando”.
Maurizio Mosca
Al di la delle frasi di circostanza è probabile che qualcosa si stia muovendo per il dopo Maceratese. Nel senso che, nella situazione attuale, un salvataggio del club in serie C è impresa disperata e soprattutto non alla portata delle forze economiche ed imprenditoriali della città. L’ipotesi che ha portato Mosca, Paci e Cofanelli a riunirsi è quella, invece, di valutare la possibilità di dar vita ad una nuova società cittadina nel momento in cui questa Maceratese verrà estromessa dalla serie C e, soprattutto, perderà l’affiliazione alla Figc. Una società che, non appesantita dai debiti, e magari col benestare dell’amministrazione comunale, provi a ripartire dai tornei dilettantistici regionali dove potrà essere collocata. L’obiettivo è il torneo di Eccellenza. Del resto un salvataggio dell’attuale Maceratese anche in categorie inferiori non è strada praticabile, in quanto resterebbero attivi tutti i debiti sportivi, una montagna di denaro che non varrebbe la pena di pagare per disputare un qualunque campionato dilettanti regionale. Ma le discriminanti che frenano questo progetto sono legate al tempo: cioè fino a quando l’attuale Maceratese resterà in vita (artificiale) sarà difficile anche muoversi in altre direzioni. Siano esse a livello di apparati della Figc regionali o nazionali. E l’altra è anche la tempistica che imporrebbe la costituzione di una nuova società calcistica, l’affiliazione alla Figc e la collocazione in un torneo regionale come l’Eccellenza. Insomma lo scenario potrebbe essere quello già visto nel 2009, quando però la Maceratese fallita di Ulissi venne rilevata dalla coppia Mosca-Paci, in quel caso pagando però non solo il titolo della categoria ma anche i debiti sportivi accumulati dal club.
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I debiti sono stati creati in massima parte dalle gestione Tardella, aggravati dalla non-gestione Spalletta e Liotti . Si capisce che sono state operazioni di copertura per confondere le idee ed arrivare al fallimento con l’azzeramento del dovuto. Che fine hanno fatto i crediti provenienti dalla Lega? Ma soprattutto la Magistratura non dovrebbe entrare nel merito della
questione?
No nantra societa’ non sepo’ proprio senti’.Troate pace lu pallo’ non e’ per tutti,a na certa eta’ c’ e’ le vocce!
Si vari al più presto una commissione d’inchiesta, altroché!