E’ nato un comitato spontaneo di tifosi biancorossi, il cui nome è più un appello che un appellativo: “Salviamo la Maceratese”. «Da diverse settimane ci stiamo riunendo sistematicamente, al fine di aiutare la Rata attraverso contatti con imprenditori locali, iniziative di solidarietà con i calciatori, incontri con amministratori cittadini. Un gruppo che segue la squadra ogni domenica e che comprende donne e uomini che fanno parte anche degli altri gruppi organizzati (Curva Just, 40+, Amici della Rata)» e che oggi prende posizione in maniera decisa in merito alla vendita della società. Lo fa in una nota, che segue quella diffusa dalle varie anime della tifoseria biancorossa (leggi l’articolo) dopo la notizia che la cessione del club verrà ufficializzata entro il fine settimana (leggi l’articolo).
Si schiera apertamente contro la vendita del club alla cordata romana «per non ripetere gli errori del passato», nutrendo dubbi sulla credibilità dell’avvocato Angelo Massone «in Scozia è definito come un “ricercato per crimini contro il calcio scozzese”, nei suoi confronti è stata chiesta addirittura la radiazione con gravi accuse» e a favore «dell’autorevole imprenditore locale che vorrebbe rilevare la società il quale chiede, giustamente, solo un po’ di tempo per coinvolgere altri finanziatori» con il chiaro riferimento all’imprenditore Enrico Paoloni di Montefano, i cui avvocati hanno incontrato ieri il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, leggi l’articolo). Infine gli esponenti del neonato comitato, non comprendendo la «fretta di concludere l’operazione dimostrata da Filippo Spalletta e dal suo legale, l’avvocato Federico Valori», chiedono agli stessi «di fare un passo indietro e di provare a lasciare la Maceratese nelle mani di chi la ama davvero».
Questo il testo della nota diffusa da “Salviamo la Maceratese”: «Per molti il calcio è amore, passione, attaccamento ai propri colori. Per alcuni, purtroppo, il calcio è solo business o, nella migliore delle ipotesi, uno dei tanti strumenti per farsi pubblicità. Tra questi ultimi ci sono i Bonsignore, i Rovelli, gli Auriemma, i Malavolta (almeno in parte), gli Spalletta: la (quasi) centenaria storia della Maceratese dimostra inequivocabilmente che ogni presidente non proveniente dal territorio ha solamente danneggiato i colori biancorossi. Sia chiara una cosa: la Società Sportiva Maceratese, prima ancora di Spalletta, appartiene alla città e non è manipolabile come un qualsiasi oggetto che può essere venduto, acquistato, rivenduto nel giro di pochi mesi. Cedere la Rata alla cordata romana significa ripetere gli stessi errori commessi in passato, soprattutto quando, come oggi, c’è un autorevole imprenditore locale che vorrebbe rilevare la società che chiede (giustamente) solo un po’ di tempo per coinvolgere altri finanziatori. Quale credibilità possono avere questi signori che, in meno di due ore, si dicono già pronti a rilevare le quote della S.S. Maceratese? Quale credibilità si pretende quando si è rappresentati da un avvocato che in Scozia è definito come un “ricercato per crimini contro il calcio scozzese” e nei confronti del quale è stata chiesta addirittura la radiazione con gravi accuse? Non lo capiamo e non lo accettiamo. Così come non possiamo comprendere e accettare la fretta di concludere l’operazione dimostrata da Filippo Spalletta e dal suo legale, l’avvocato Federico Valori, ai quali accoratamente chiediamo di fare un passo indietro e di provare a lasciare la Maceratese nelle mani di chi la ama davvero».
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L’intento è nobile, ma la finalità è (purtroppo)inutile.
Non ci vuole un genio per capire che l’accordo tra Spalletta e la “cordata romana” è stato stipulato già da tempo (forse da mesi, o addirittura prima dell’arrivo di Spalletta). Chi infatti comprerebbe in 2 ore “a scatola chiusa” una società indebitata, il cui presidente ha affermato di aver presentato qualche settimana fa una denuncia alla GdF per falso in bilancio?
D’altra parte, a detta di Spalletta, al suo “staff” non sarebbero stati sufficienti 3 mesi di esami contabili per capire l’ammontare dei debiti…
E vogliamo credere che “questi” in 2 ore hanno capito tutto?
La cordata romana? Continuiamo così, facciamoci del male.
ma qualcuno conosce un rimedio per evitare cio ??
Se non ho capito male, l’imprenditore locale per valutare la possibilità di acquistare la Maceratese avrebbe bisogno di tempo per sapere le intenzioni del patner straniero (da quanche parte credo di aver letto che sia russo).
Non mi pare che si possa affermare come leggo da tutte le parti, per osteggiare l’acquisto da parte della cordata romana, la Maceratese ai Maceratesi.
Montelupone forse no, ma Mosca è molto più lontana di Roma da Macerata.
Non so perchè ma questa vicenda mi fa venire in mente
Porto Recanati