L’incontro al teatro Lauro Rossi
di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)
Confronto tra i vertici della giunta regionale e i sindaci e i rappresentanti delle forze sociali oggi al teatro Lauro Rossi di Macerata – una trentina i presenti – sul tema del piano sanitario. Ha aperto i lavori l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini e li ha chiusi il governatore Francesco Acquaroli. Poi spazio alla serie (breve per numero, ma non per durata) di interventi aperti dal sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e dal vescovo Nazzareno Marconi.
L’assessore Filippo Saltamartini
«Negli ultimi dieci anni – ha osservato Saltamartini partendo dai dati della mobilità – abbiamo perso un margine di competitività di 400 milioni, non possiamo permetterci questo saldo di mobilità, dobbiamo garantire i servizi che i marchigiani chiedono. Ognuno può esprimere liberamente i giudizi che crede, la fetta principale della mobilità arriva da Pesaro, ma anche Ancona e Macerata non scherzano. Cosa andiamo a curare fuori regione? Principalmente nel campo dell’Ortopedia, poi c’è una spesa importante per la Ginecologia».
L’obiettivo del potenziamento dell’assistenza domiciliare: «Cambiamo la strategia rispetto agli anni passati, non costruiamo più nuove strutture per anziani, ma assumiamo infermieri che mandiamo a casa per l’assistenza domiciliare, inversione di tendenza rispetto al passato». L’appuntamento è però rivolto agli amministratori e in breve il microfono passa a loro.
Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata e presidente della Provincia
Primo intervento a cura del sindaco e presidente della Provincia Sandro Parcaroli: «Sono favorevole alla riforma, in particolare alla divisione del territorio regionale in cinque aziende territoriali autonome. Potenzieremo i servizi sanitari, potremo controllare bene il nostro territorio e fare la dovuta attenzione alla procedura per il nuovo ospedale di Macerata». L’assessore Filippo Saltamartini invita all’intervento il vescovo Nazzareno Marconi, sottolineando come nei giorni scorsi a Fano sia intervenuto, parlando per 45 minuti, il vescovo Trasarti. Il vescovo Marconi accoglie l’invito e sottolinea come prediliga essere sintetico senza occuparsi di politica «diversamente da quello che alcuni credono». «E’ importante – dice il vescovo – investire sullo spiegare le cose, per esempio attraverso la rete delle parrocchie abbiamo collaborato con le forze dell’ordine per certi fenomeni di prevenzione, consigli saggi per non cadere nelle truffe. Per spiegare i comportamenti virtuosi, che evitano per esempio di intasare i Pronto soccorso degli ospedali, sarebbe bene fare una campagna, ho visto con piacere gli investimenti in telemedicina».
A destra il governatore Francesco Acquaroli con Daniela Corsi
Il microfono passa al sindaco di Tolentino Mauro Sclavi: «C’è una scelta obbligata da fare, il territorio va potenziato. Gli ospedali vengono presi di assalto perchè i pazienti non hanno altro approdo, i medici di base non hanno strumenti oltre al ricettario. L’ospedale non cura, il mattone non cura, curano il medico, l’infermiere, l’oss. Sul territorio dobbiamo investire, procedure a basso costo che vanno però gestite. Se in ospedale non ho il personale che ci faccio, ci apro una discoteca? Ci vuole anche una collaborazione forte con i medici di famiglia».
Parlano altri sindaci, parlano Carla Scarponi, referente dell’Ambito sociale di Macerata e Luca Marconi, capo di gabinetto del presidente del Consiglio regionale.
Il sindaco di Treia Franco Capponi analizza: «Finalmente abbiamo un confronto sulla parte organizzativa. C’è molto da fare sul tema dell’integrazione sociosanitaria, i problemi sono la carenza di personale e di risorse. Una cosa che noto con disappunto è la destrutturazione del ruolo dei medici di famiglia, oggi non abbiamo più il medico sotto casa, i miei concittadini devono andare a Tolentino, a Macerata e altrove perchè a Treia non ce ne sono più abbastanza, dovremo lavorare molto su questo aspetto. Si è perso il senso del ruolo del medico che una volta era “di fiducia” ed ora viene imposto. Gli incentivi adevono essere importanti, sostenere queste aggregazioni. Un altro problema è quello che riguarda le residenze per gli anziani, ci sono settori interi cui non si da risposta alcuna come per l’Alzheimer e la demenza. Poi bisogna adeguare la partecipazione della Regione alla spesa sanitaria per le residenze protette, vergognosi i 33 euro, gli stessi da parecchi anni».
Il sindaco di Montecassiano Leonardo Catena: «Problema enorme nella sostenibilità delle case di riposo, noi abbiamo un disavanzo di 200mila euro, cifra insostenibile con il nostro bilancio, se andiamo avanti così saremo costretti a chiuderla. In più c’è il problema del convenzionamento del 100% degli ospiti, non si capisce perchè Fermo e Ascoli hanno la copertura del 100% e Macerata solo dell’80%, una ingiustizia territoriale». A proposito del convenzionamento diverso nelle varie zone, il governatore Acquaroli ha fatto osservare che la questione risale alle precedenti amministrazioni regionali.
In linea con le posizioni indicate dall’esecutivo regionale l’intervento del sindaco di Caldarola Luca Giuseppetti che invita ad un approccio positivo e fiducioso verso il futuro. Sul fronte sindacale, Rocco Gravina per la Cisl: «Abbiamo bisogno di una sanità del territorio che sia specialistica, a livello di spesa a livello nazionale abbiamo una serie di vincoli e se non vengono cambiaste le norme sul tetto di spesa per il personale, per esempio, penso che poco si possa fare con le cinque aziende sanitarie, nessuno ha la bacchetta magica. Il terzo settore deve essere maggiormente coinvolto».
Chiusura dell’incontro affidata al governatore Francesco Acquaroli con gli obiettivi che la Regione intende perseguire e raggiungere: dotare il territorio di servizi sanitari, abbattimento della mobilità passiva, potenziamento delle risorse umane addette alla sanità ottimizzando quelle del comparto amministrativo. Poi, «gioco di squadra perchè i campionati si vincono con la squadra, non con giocate pur geniali dei singoli giocatori». «Il bilancio della sanità della Regione è di circa tre miliardi, in larghissima parte assorbito dalle spese fisse, non è che i margini di manovra siano due qui enormi ed allora si capisce come i 40/50 milioni di saldo negativo della mobilità siano per noi una cifra enorme che permetterebbe di erogare risorse importanti nei servizi sanitari con riflessi positivi sull’intera economia della regione». Aggiunge il governatore: «La legge 19 nasce per fare chiarezza, a venti anni dalla nascita di Asur ci sono state ulteriori modifiche per inserire le Aree Vaste dopo aver discusso se era opportuno restituire personalità giuridica ai territori. Nasce anche l’azienda Marche Nord con l’obiettivo di abbattere la forte mobilità passiva.
I sindaci Leonardo Catena (a sinistra) e Franco Capponi
Una organizzazione che già alla nascita creava grandi diversità. La provincia della regione che creava maggiore mobilità attiva, Ascoli, alla fine non vedeva reinvestite le risorse che incassava perchè centralizzate su Ancona. La mobilità passiva che abbiamo oggi non nasce dal modello eccellenza o non eccellenza, se leggiamo i numeri comprendiamo l’opposto. Il territorio di Pesaro che ha visto nascere Marche Nord con l’obiettivo di fare un polo di eccellenza ed abbattere la mobilità passiva continua ad essere quello con la maggiore mobilità passiva» .
Ancora: «Non affrontando il problema della mobilità, indeboliamo tutto. In dieci anni abbiamo perso 400 milioni, un numero enorme. Pensate cosa significa, in termini di assunzioni e di benefici al territorio, cosa significa recuperare cinque milioni l’anno di mobilità. I soldi che perdiamo sono ricchezza che togliamo ai nostri territori e regaliamo alle altre regioni. La riforma sta partendo ora per dare risposte strutturali, la committenza è un elemento essenziale per abbattere la mobilità passiva.
Non dobbiamo andare dietro alle vicende campanilistiche, ma tenendo presente che l’Emergenza- Urgenza deve essere garantita ovunque, c’è l’esigenza di ricostruire i servizi di base del territorio, l’ospedale deve essere l’ultimo servizio. A questo Governo non posso rimproverare niente, primo perché ha fatto un decreto che fa chiarezza rispetto ai gettonisti e rispetto ai Pronto Soccorso pagando di più i lavoratori pubblici, primo provvedimento chiaro a favore della sanità pubblica. Poi il Governo attuale ha incrementato i finanziamenti per la sanità. Il sistema va riallineato alle esigenze, lo devono fare la Regione, l’Italia e l’Europa: non è possibile che si imponga un tetto al personale e permettere poi che si paghino costi enormi per comprare le prestazioni ricorrendo alle cooperative e facendo perdere al sistema pubblico le risorse umane che ha formato per un decennio». «Sono per la sanità pubblica, lavoriamo in una regione che ha mille posti letto di privato convenzionato che rispetto, deve essere chiaro per che la committenza deve essere chiara. Ricostruire un sistema che ha carenza di personale e inappropriatezza delle prestazioni, non potremmo pensare di rigenerare il sistema amministrativo spostando risorse sul fronte sanitario? Questi progetti sono lunghi e complessi, però una strada l’abbiamo presa. Sembrano principi banali, ma c’è una sfida che va combattuta insieme agli operatori combattendo le resistenze di sistema».
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A proposito dei pesaresi che vanno a curarsi in Romagna… bisogna dire che storicamente una fascia di comuni come Tavullia, Gabicce ,Gradara, Carpegna, si sentono romagnoli. Molti comuni come San Leo, Pennabilli, Novafeltria prima Sassofeltrio poi sono diventati romagnoli.Poi vale la “teoria del pranzo”.Spiego tale regola ad Acquaroli e Saltamartini
Si tende ad autoinvitarsi a casa dell’ amichetto o della vicina quando la mamma ci propina
una pietanza non gradita. Evidentemente ai pesaresi piace la piadina
Meno impiegati e più sanitari!? Non mi dite che qualcuno finalmente si sta accorgendo di questa anomalia che da anni caratterizza la sanità pubblica, in particolare di Macerata!! Per seguire una pratica di pensione di un sanitario ci sono voluti 3 impiegati, in tre uffici diversi che non hanno mai comunicato tra loro! Perché ogni 3 amministrativi da anni c’è un solo sanitario? Mah!
Prima aumentano direttori manager ast poi vi prendono per i fondelli dicendo meno impiegati ecc…ecc…visto che noi marchigiani in larga maggioranza avete creduto alle barzellette in campagna elettorale di tre anni fa ,allora continuano a raccontarvele…”MODELLO MARCHIGIANO”
Perché non avete approfittato della presenza del vescovo-conte per far dare l’estrema unzione alla sanità marchigiana e farvi benedire tutti quanti con l’esortazione biblica: «Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra.. con frutti che raccoglierete con le vostre mani”.