Nuovo ospedale Macerata, Parcaroli:
«A giugno la gara per il progetto,
spero nella prima pietra per il 2025»

SANITA' - Il sindaco e presidente della Provincia lo ha annunciato durante l'incontro organizzato da Fratelli d'Italia. Il governatore Acquaroli: «La mobilità passiva dei pazienti è un danno per il sistema sanitario delle Marche che perde capacità di dare servizi. La spesa pubblica si può migliorare, abbiamo commissionato uno studio che ci darà spunti di operatività entro l’anno, sulla farmaceutica penso si possa recuperare. Il ministro Schillaci ha portato i primi risultati con gli incentivi per chi va a lavorare al pronto soccorso»

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L'annuncio del sindaco Sandro Parcaroli
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L’incontro organizzato da Fratelli d’Italia

di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)

L’appuntamento è al cinema Italia che i Fratelli (d’Italia) non hanno scelto solo per l’assonanza fonetica, quanto anche per la capacità di accoglienza ed in effetti oggi pomeriggio si sono trovati circa in duecento per la relazione sulla sanità delle Marche a cura del governatore del governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli.

ConvegnoSanita_FF-24-650x434Iniziativa di partito partita con il segretario provinciale Massimiliano Belvederesi che ha infilato una battuta che si è prestata a varie interpretazioni. Belvederesi ha esordito ringraziando i presenti e ha detto: «Due anni fa abbiamo vinto le elezioni anche perchè abbiamo battuto molto su questo argomento, il cambiamento non si fa in un giorno ma va ponderato, pensiamo utile che gli attori che hanno messo mano a questa svolta storica siano i protagonisti di questa serata». Il pensiero, per la verità, è corso anche all’assessore Saltamartini che viene dato un giorno entrante ed un altro uscente, ma a tacitare i retropensieri è arrivato subito il commento del governatore Francesco Acquaroli che ha ringraziato il suo assessore alla Sanità che non era in sala, anche perchè l’iniziativa era di Fratelli d’Italia.

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Il sindaco Sandro Parcaroli

A tirar fuori la novità di giornata è il primo cittadino Sandro Parcaroli: «Nel 2020 eravamo in un campo di girasoli (il terreno della Pieve di proprietà privata, ndr) e dissi che mi sarei incatenato se l’ospedale non si sarebbe costruito. Lo farò». Anche qui c’è un attimo di esitazione, si incatena o si fa l’ospedale, poi il primo cittadino indica la risposta possibile dando l’anteprima: «a giugno ci sarà la gara per l’affidamento della progettazione del nuovo ospedale. Spero di poter mettere la prima pietra nel 2025». Bene, il microfono passa, per un indirizzo di saluto, al consigliere regionale Simone Livi ed ha un primo approdo politico con la senatrice Elena Leonardi. «Dobbiamo guardare la sanità – ha rilevato la parlamentare che è anche coordinatrice regionale di Fdi – secondo l’occhio del paziente. Viviamo una fase di criticità per una serie complessa di fattori: negli ultimi 15 anni la sanità è stata vista come un costo più che come servizio. Quando hai scarsità di personale, la cosa più semplice è chiudere strutture, accorpare, ma questo avrebbe comportato un ulteriore taglio dei servizi sul territorio. Chi non trova i servizi nel territorio va ad intasare i Pronto soccorso, il compito di noi amministratori è tracciare una nuova strada in base alla sanità che vediamo oggi. C’è stata una  totale assenza di programmazione, che i medici vanno in pensione doveva essere una cosa risaputa, eppure ci siamo trovati senza medici. Cosa sta facendo il governo Meloni? Abbiamo voluto invertire da subito la tendenza degli anni passati al taglio delle risorse. Siamo qui per confrontarci, per raccontare quello che stiamo facendo».

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Il governatore Francesco Acquaroli

Il microfono passa al governatore Francesco Acquaroli che racconta la situazione ereditata, l’organizzazione esistente, le indicazioni dei territori anche in termini di mobilità passiva e gli obiettivi che si pensa di raggiungere con il piano sanitario appena messo in campo e in corso di presentazione, fino a maggio, nei territori. Si parte dal ringraziamento al sindaco Sandro Parcaroli «con il quale c’è grande collaborazione» e il passaggio sembra quasi rivolto al gruppo comunale maceratese di Fratelli d’Italia. Poi si parte con il tema in discussione, cona la prima scelta fatta. «C’è stata l’analisi della situazione, si sono confrontati due modelli partendo da quello dell’ospedale unico. All’inizio, quando ero sindaco, non ero contrario, poi abbiamo sviluppato il fatto che l’ospedale è l’ultimo servizio, non il primo. Con l’ospedale unico c’era il rischio di depauperamento ulteriore dei servizi sul territorio. C’è un sistema in difficoltà, siamo partiti con la pandemia, ora siamo al giro di boa del mandato amministrativo, in tutto abbiamo avuto un anno a disposizione per la riforma». I contenuti strutturali. «Abbiano voluto una riorganizzazione aziendale, l’ultima riforma risale al 2003, all’Asur: negli anni erano state apportate modifiche perchè si sono viste alcune lacune, abbiamo cercato di semplificare il sistema sanitario regionale, l’elemento dirimente è stato la funzionalità di ogni azienda».

ConvegnoSanita_FF-10-650x434Cosa non funziona. «Pesaro ha la mobilità passiva già alta della regione nonostante la presenza di più aziende sanitarie, così come per Ancona con Inrca e Torrette: quello abolito era un modello che creava confusione di ruoli, oggi aumentiamo le aziende ma diminuiamo gli organismi, diamo semplificazione e chiarezza amministrativa. La riforma è operativa dallo scorso gennaio e richiede processi complessi. Siamo partiti dalla creazione dell’offerta sanitaria da erogare nei territori, dal fabbisogno, cioè dalla fotografia di quello che i cittadini chiedono ogni anno e che abbiamo rilevato con studi scientificamente dettagliati, che è il cuore nevralgico del piano». Le risorse in uscita per effetto della mobilità passiva. «Il saldo della mobilità attiva e passiva nelle Marche è storicamente negativo, circa 40 milioni di euro ogni anno, è un danno per il sistema sanitario che perde capacità di dare servizi. Oggi siamo una regione in transizione, stiamo perdendo competitività. Prima l’Europa per i piani pluriennali ci dava 6/700 milioni di finanziamenti, oggi un miliardo. Però ogni anno ci sono circa 140 milioni di mobilità passiva, prestazioni erogate in altre regioni che arricchiscono i loro territori e questo influisce negativamente sugli indici di sviluppo della nostra regione. Un terzo della mobilità passiva parte da un territorio, quello di Pesaro Urbino, che ha anche il dato più basso in regione di posti letto».

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Elena Leonardi

I servizi in ospedale: «L’ospedale nasce per gli acuti, oggi è diventato l’unico presidio, dovrebbe invece essere l’ultimo. Nei Pronto soccorso arrivano tutti perchè la sanità del territorio è stata depauperata, non considerando che una prestazione in ospedale costa di più che erogarla nel territorio. Stiamo realizzando nuovi ospedali ma lo snodo fondamentale è il personale che è carente, non è sufficiente a coprire il turn over, oggi abbiamo decine di sindaci che non hanno medici di base, con questa situazione come si può evitare il ricorso di massa all’ospedale? Dobbiamo lavorare per cambiare le norme e il sistema interno, siamo sicuri che le risorse siano distribuite in maniera giusta evitando i doppioni? Devo ringraziare il ministro Schillaci, i primi risultati li ha portati: il primo segnale è arrivato con gli incentivi per chi va a lavorare al Pronto soccorso, ha messo un freno al ricorso alle cooperative e ha messo nero su bianco che chi esce dal pubblico poi non può rientrare. Bisogna anche mettere mano al tetto per il personale: investiamo e formiamo medici, poi li perdiamo perchè non riusciamo a stabilizzarli, cambiare significa poter esse più attrattivi, il sistema privato deve lavorare su committenza pubblica.

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Simone Livi

Tutte queste criticità possono essere risolte ma non in breve, intanto ce la mettiamo tutta con onestà intellettuale, i risultati parleranno. Migliorare la spesa pubblica, si può fare, abbiamo commissionato uno studio che ci darà spunti di operatività entro l’anno, sulla farmaceutica penso si possa recuperare. Come penso si possano ottimizzare le risorse umane per l’area amministrativa e poter recuperare qualcosa nell’area sanitaria. O il sistema è competitivo e meritocratico o non regge, noi abbiamo scelto il percorso. Fra tre anni poi ognuno voterà per chi vuole, oggi stiamo lavorando per le Marche, non per una parte politica, lavoriamo per una regione che torni ad essere attrattiva e competeva. Non è una riforma di centrodestra ma una risposta scientifica alle esigenze delle Marche e ai bisogni dei cittadini».

 

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Da sinistra: Riccardo Sacchi, Fabio Pistarelli, Pierfrancesco Castiglioni

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