«Un solo infermiere di notte
per 85 pazienti su due piani,
Kos specula sui lavoratori»

SANITA' - Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl denunciano il progressivo aggravamento delle condizioni di lavoro del personale nella Rsa Santa Maria in Chienti di Montecosaro. I sindacati stanno preparando una denuncia all'ispettorato del lavoro

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La Rsa a Montecosaro

«Riduzione del personale, turni abominevoli e assistenza ai pazienti ridotta al minimo. Basta speculare sulla pelle dei lavoratori». Sindacati all’attacco dei vertici del gruppo Kos Care per le modalità di gestione della Rsa Santa Maria in Chienti di Montecosaro. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl denunciano il progressivo aggravamento delle condizioni di lavoro del personale.

«Gli infermieri  – proseguono John Palmieri, Mariella Mazzalupi, Marcello Evangelista – sono stati ridotti drasticamente, da 12 a 9 complessivi, riducendo da due ad uno gli infermiere di notte con 85 pazienti su due piani di lavoro. Immaginiamo la gravità del turno con 1 solo infermiere qualora si trovi a gestire due o più urgenze su due piani diversi. Ovviamente i carichi di lavoro sono aumentati, generando l’uscita sistemica dei dipendenti fuori orario, sino ad un’ora oltre il dovuto, mai retribuito dall’ente. E’ bene sottolineare che gli infermieri seguono oltre alla parte tecnico assistenziale anche molte incombenze burocratiche e di relazione con ospiti, familiari, medici di base e specialisti, ovvero minutaggio che viene sottratto all’assistenza diretta al paziente, già ridotta al minimo. Dai tabulati mensili abbiamo appurato incremento orario individuale, conseguenza delle scelte scellerate del gruppo».

La struttura di Montecosaro operativa dal 2014, per un bacino di 85 posti complessivi, ha sempre operato su elevati livelli qualitativi assistenziali, con ottimi riscontri dall’utenza e dal territorio. «Dai primi mesi del 2022 – fanno sapere i sindacati – è iniziato il declino, non rinnovando i contratti degli oss a chiamata (per coprire le assenze improvvise) e questo ha generato turni di lavoro con minor personale dedicato ai pazienti. Successivamente non si è più dato seguito alle stabilizzazioni degli infermieri, con perdita di figure opportunamente formate che avrebbero garantito continuità di lavoro d’equipe».
A novembre dello scorso anno il gruppo Kos che gestisce la struttura, ha coinvolto le organizzazioni sindacali per comunicare le intenzioni di ridurre drasticamente i costi con tagli orizzontali, coinvolgendo il personale sanitario. «Coadiuvati dagli Rsa aziendali – continuano i sindacati –  prima dell’inizio di questi turni abominevoli abbiamo richiesto alla direzione sospensione della riorganizzazione, in attesa di confrontare il nuovo assetto con il parere del settore accreditamento della Regione Marche (che dà alla struttura le indicazioni sui criteri di rispettare in base a quanto stabilito dagli organi politici ndr). Su interpello di Fp Cgil, CislFp, Uil Fpl,la valutazione è arrivata di recente, e come potrete immaginare smentisce categoricamente quanto previsto dal gruppo Kos nella riorganizzazione. Nell’ ultimo incontro sindacale tenuto il 24 marzo con la direzione del gruppo Kos Care, si sono raggiunti i caratteri del grottesco: il gruppo non intende riconoscere quanto enunciato dal settore accreditamento della Regione Marche. Il personale infermieristico è inferiore a quanto previsto e la caposala è inserita il minutaggio. Facciamo presente che i turni di servizio ed i relativi carichi di lavoro devono essere fatti per i lavoratori e non contro di loro. Sono strumenti per rendere il servizio all’ utenza adeguato e devono tenere conto delle esigenze oggettive degli operatori in modo da non gravare sullo stato psico-fisico individuale, come sancito dal d.lgs 81 08 T.U. sicurezza sul lavoro. Abbiamo appurato che la patologia dello stress da lavoro correlato sta aumentando vertiginosamente tra gli operatori della Rsa di Montecosaro, senza che l’azienda intraprenda adeguati correttivi».
I sindacati hanno quindi deciso di presentare una denuncia all’ispettorato del lavoro territoriale. «Abbiamo inoltre sollecitato l’ufficio tecnico competente in materia di sanità privata della Regione Marche a convocarci per chiarire quanta spesa è prevista nella retta per il personale e per i pazienti, poiché sono risorse dei cittadini marchigiani e vanno calibrate in modo trasparente nonché parsimonioso. Kos Care basta speculare sulla pelle dei lavoratori, prima con il mancato rinnovo del contratto fermo da 11 anni, ed ora anche con turni di servizio massacranti per i lavoratori, rammentando che esiste anche un profitto equo e non solo speculativo»



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